Nel 1735 la corsa viene denominata "Da Palermo pel Noto, e pel contado di Modica".
Nel 1784 "Viaggio del Corriero di Noto", cambiata poi nel 1790 in "Cammino di Noto".
Dal 1813 "Corsa da Palermo a Noto".
Nel 1819 prende il nome: "Orario da osservarsi dal Corriere di Noto".
Nell'agosto 1838 la prima parte del percorso viene effettuata con vettura corriera fino a S.Caterina. Da quella località la corsa per Noto, divenuta secondaria, prende il nome di "Corsa d'incontro a cavallo da S.Caterina a Noto", nome e modalità che poi rimarranno fino al 1860. Dal 1838 viene istituito un percorso anche tramite Catania.
L'itinerario
Il cammino o corsa di Noto attraversa il nisseno, l'ennese e il ragusano toccando, nel 1735, le seguenti località: MISILMERI, OGLIASTRO E VILLAFRATI, ROCCA-PALUMBA, VALLELUNGA, CALTANISSETTA, PIETRAPERZIA, PIAZZA, CALTAGIRONE, GRAN MICHELE, VIZZINI, BUCCHERI, BUSCEMI, PALAZZOLO, NOTO. Nel 1784 l'itinerario è il seguente: MISILMERI, OGLIASTRO, VILLAFRATE, ROCCA PALOMBA, VALLE LONGA, CALTANISSETTA, PIETRAPERZIA, GRAN MICHELE, VIZZINI, BUCCHERI, BUSCEMI, PALAZZOLO, NOTO.
Rispetto all'itinerario precedente vi sono lievi modifiche: il Postiglione non passa più per Piazza e Caltagirone, ma va a Pietraperzia. Vizzini, che prima smistava la posta con un Postiglione che si dirigeva per Modica, Ragusa, Comiso, Vittoria, Biscari, Chiaramonte, Spaccaforno, Giarratana, Monterosso, S.Croce, Avola, Scicli, ora è luogo d'incontro di 5 Postiglioni che portano le lettere a un gruppo di paesi accelerando così la loro consegna. L'itinerario resta immutato fino alla riforma del sistema postale del 1819, che entra in vigore nell'aprile 1820.
Il nuovo itinerario ha una breve variante nella parte iniziale dove da Pietraperzia passa per Barrafranca, S.Michele, Caltagirone e Vizzini. A Vizzini vi è il solito trasbordo della corrispondenza per "il contado" (Modica, Ragusa e Scicli). Per il resto la corsa è uguale.
Nell'agosto 1838 viene introdotto in Sicilia il sistema del trasporto della corrispondenza con vettura corriera. La corsa con vettura corriera da Palermo a Catania trasporta la corrispondenza della corsa di Noto fino a S.Caterina. Da questo punto in poi la corsa prosegue a cavallo col seguente itinerario: S.Caterina, Caltanissetta, Pietraperzia, Barrafranca, Caltagirone, Vizzini, Buccheri, Palazzolo, Noto. Vi sono due punti di raccolta della posta traversa: uno a Barrafranca per Mazzarino; l'altro a Vizzini che porta la posta a Ragusa, Modica, Scicli.
Nel giugno 1839 vi è la definitiva sistemazione della corsa. Il percorso è uguale fino a Barrafranca, passa per Piazza e quindi Caltagirone, ecc. fino a Noto.
I cammini di corsa interna, o traversa si fanno articolati. Un Postiglione parte da Caltanissetta per S.Cataldo, Serradifalco, Montedoro, Bonpensieri, Campofranco, Sutera, Mussomeli ed Acquaviva. A Barrafranca il Postiglione continua a collegare Mazzarino e Terranova.
Da Terranova altri due Postiglioni collegano a loro volta S.Maria di Niscemi l'uno e Butera e Riesi l'altro. A Piazza due altri Postiglioni collegano uno Valguarnera Caropipi ed Aidone e l'altro Castrogiovanni, Calascibetta e Villarosa. Nella città di Caltagirone si dipartono 4 Postiglioni per:
1 - Palagonia sino a Lentini per comunicare col capovalle Catania;
2 - S.Michele;
3 - S.Cono e Mirabella Imbaccari;
4 - Gran Michele.
In Palagonia altri 4 Postiglioni si dirigono per Militello Val Noto; Mineo; Ramacca; Raddusa. Il centro di Vizzini non ha perso la sua importanza e continua a collegare mediante 4 Postiglioni: Licodia; Monterosso; Giarratana e Chiaramonte; Ragusa; Modica e Scicli.
A Modica altri 4 Postiglioni collegano: Noto; Spaccaforno e Pozzallo; Comiso; Vittoria e Biscari, mentre a Scicli un pedone collega questo centro a S.Croce. In quel di Palazzolo 2 altri Postiglioni collegano: Buscemi; Cassaro e Ferla. Infine nella città di Noto tre Postiglioni collegano: Pachino e Portopalo; Rosolini; Avola. Il percorso non verrà più modificato.
Periodicità ed orari
Nel piano del 1735 la partenza dell' "Ordinario" da Palermo per Noto avveniva il martedì la notte, l'arrivo a Noto "la domenica innante mezzo giorno". Una modifica viene effettuata a partire dal 4 giugno 1804. La periodicità diviene bisettimanale. Le partenze avvengono da Palermo il lunedì e il giovedì, alle ore 5 d'Italia.
Come è noto questa innovazione non poté essere mantenuta per la rinuncia dell'affittatore delle corse che aveva subito una rilevante perdita e pertanto nel 1805 si ritorna alla periodicità settimanale, con partenza la notte del lunedì da Palermo.
Dal 3 maggio 1813 gli orari di partenza vengono cambiati. Le partenze avvengono all'una pomeridiana di Spagna sempre nei giorni di lunedì e giovedì.
Dall'aprile 1820 le partenze da Palermo avvengono il martedì e giovedì di ogni settimana e da Noto il martedì e il sabato. I tempi di percorrenza della corsa sono ora di circa tre giorni e mezzo (si parte all'una pomeridiana e si arriva alle 4 antimeridiane). Il Corriere dopo una sosta di 30 ore ripartiva poi per il percorso inverso. Questi orari restano in vigore fino al 20 agosto 1838.
Da questa data, come detto, la corsa si divide in due percorsi, uno principale e l'altro d'incontro da S.Caterina a Noto. Mentre gli orari del primo percorso sono quelli della vettura Corriera per Catania, quelli da S.Caterina sono stati fissati il mercoledì alle ore 12 e il venerdì alle ore 15.
Da Noto le partenze iniziano il sabato e il martedì alle ore 12. Con l'introduzione della vettura corriera, il 1° giugno 1839, il tempo di percorrenza della Palermo-Noto, nella parte terminale, di circa 100 miglia, avviene in 30 ore, quando non vi siano intoppi nella marcia o il tempo non sia troppo inclemente. Consapevole di questi continui ritardi l'amministrazione postale dall'1.1.1843 allunga il tempo in 36 ore, mentre le corse settimanali diventano tre, con partenza da S.Caterina il mercoledì, venerdì e domenica e da Noto la domenica, martedì e giovedì.
Le strade
Verso la fine del 1700, tra Palermo e Noto praticamente non esisteva alcun collegamento degno di questo nome. Il tragitto del Corriere si svolgeva su un itinerario che era solo un sentiero adatto ai muli.
Nella divisione in tratti delle strade consolari, approvato nel 1778 dal Parlamento siciliano era previsto che la strada da Palermo a Castrogiovanni fosse comune al tracciato che si dirigeva verso Catania e Messina, mentre da Castrogiovanni in poi prendesse la direttrice di Piazza, Caltagirone, Vizzini, Buccheri, Palazzolo e infine Noto, con altre cinque braccia (o diramazioni) per Licata, Terranova, Modica, Siracusa e Agosta. Ma la politica dei baroni siciliani e la pressione delle città più ricche fece sì che si privilegiassero i collegamenti con le città di Catania, Messina e Trapani e la strada consolare di Piazza, Caltagirone e Noto restò incompleta fino alla fine del regno dei Borboni.
La corrispondenza per Noto
La corrispondenza da e per Noto ha come riferimento Palermo e Messina. La prima per la parte centrale e occidentale; la seconda da e per il continente e per Catania e Messina. Questa è una posizione di privilegio rispetto ad altre città che dipendevano solo da Palermo sia per i collegamenti isolani che per i collegamenti peninsulari.
Dal 1838 da e per Palermo erano possibili due collegamenti: attraverso S.Caterina con un percorso misto vettura corriera più corriere; oppure tramite Catania con un percorso in vettura corriera. Esaminando dettagliatamente la corsa si nota che tutte e due i percorsi hanno delle lacune.
Il percorso Palermo Catania Noto e Viceversa
La Palermo per Noto via Catania allunga il percorso a 237 miglia e non ottiene i risultati di velocità che sarebbe lecito sperare nelle vetture corriere.
Nel 1838 il trasporto del giovedì arriva a Noto il mercoledì e quello del lunedì arriva il sabato. Nel 1839 la vettura corriera del lunedì arriva a Noto il sabato; quella del giovedì non trova coincidenza a Catania e quella del sabato arriva il martedì successivo. La colpa del ritardo è ovviamente la sosta che si verificava a Catania tra l'arrivo della posta da Palermo e la spedizione per Noto.
Solo nel 1943 avviene la sincronia tra l'arrivo della posta di Palermo e la spedizione per Noto. Con questi aggiustamenti la posta da Palermo del martedì arriva il venerdì; quella del giovedì arriva il lunedì e quella del sabato arriva il martedì.
La corrispondenza impiega nel 1838, tra viaggio e tempo di attesa, dalle 120 ore (corsa del lunedì) alle 144 ore (corsa del giovedì), con una media di 1,98 e 1,65 miglia orarie. Decisamente troppo lenta!
Nel 1843 le tre corse impiegano 68 ore (corsa del martedì); 92 ore (corsa del giovedì) e 66 ore (corsa del sabato), con una percorrenza di 3,49, 2,58 e 3,59 miglia all'ora.
Il percorso inverso, da Noto a Catania e Palermo si caratterizza per lo stesso andamento, ma con l'aggravante che sia la corsa del 1838/9 sia la corsa del 1843, una corsa settimanale, non trova coincidenza a Catania per Palermo e resta giacente nell'officina postale.
Tabelle del percorso
Palermo-Noto via Catania
1838: vettura corriera da Palermo a Catania miglia 173 corriere ordinario da Catania a Noto miglia 64 1843: percorso intero in vettura corriera
percorso miglia 237
Noto-Catania-Palermo
1838: vettura corriera da Palermo a Catania miglia 173 corriere ordinario da Catania a Noto miglia 64 1843: percorso intero in vettura corriera
percorso miglia 237
Il percorso Palermo-S.Caterina-Noto e viceversa
Nel 1838 la posta da Palermo del lunedì arriva a Noto il giovedì e quella del giovedì, la domenica, cioè in 74 ore con una percorrenza media di 2,36 miglia all'ora. In questo caso è ovvio che il percorso privilegiato sia attraverso S.Caterina.
Nel 1839 le cose peggiorano per via degli orari. La posta da Palermo del lunedì arriva il venerdì, quella del giovedì la domenica e, infine, quella del sabato arriva a Noto il martedì. Il tempo del percorso si è allungato a 96 o 98 ore e la media scende a 1,82 oppure 1,86 miglia orarie.
Rispetto al percorso via Catania il corriere del lunedì arriva un giorno prima; quello del giovedì arriva prima e quello del sabato compie i due percorsi nello stesso tempo. La corsa via S.Caterina si mantiene preminente.
Nel 1843 la corsa del martedì arriva il sabato; quella del giovedì la domenica e quella del sabato il martedì con un leggero miglioramento dei tempi.
Da questa data il percorso via S.Caterina risulta sfavorevole rispetto a quello via Catania.
Noto-Palermo
da Noto a S.Caterina miglia 96 (miglia 100 dal 1839)
da S.Caterina a Palermo miglia 79
percorso totale miglia 175 (1838)
idem miglia 179 (dal 1839)
I trasporti per il continente
Si è già accennato che i collegamenti con la terraferma avvenivano attraverso Messina. Tuttavia con l'adozione dei percorsi postali coi battelli a vapore è possibile, anzi probabile, che vi sia della corrispondenza inoltrata tramite Palermo e non attraverso Messina, specie dopo il 1842.
Un'analisi dettagliata dei percorsi effettuati in questo senso, a quanto ne so, ancora non è stata iniziata.
Conclusioni
Il balletto di date e di orari che precedono, e che immagino abbiano stancato anche il più incallito e pervicace lettore hanno uno scopo. Lo scopo è quello di dimostrare che purtroppo i servizi postali in Sicilia non erano efficienti e ottimi come si opina. È vero il contrario: erano lenti ed inefficaci e non andavano oltre un'organizzazione studiata per ottenere un lucro e non per dare un pubblico servizio. La differenza mi sembra abissale e sostanziale.
Al di là delle lente migliorie, delle vetture corriere introdotte nel 1838, delle corse bisettimanali e poi trisettimanali dobbiamo accettare la triste realtà che i trasporti postali erano già giornalieri nel 1820 sia in Sardegna che nel Lombardo Veneto e qui nel regno delle Due Sicilie mai lo furono. L'affermare che il servizio postale borbonico sia stato pessimo non è suffragato solo dalla povertà dei collegamenti o dallo stato in cui erano tenute le poste e le vetture, ma anche dall'introduzione dei postini per la consegna a domicilio della corrispondenza; dalla presenza dei procacci postali; dal costo di una lettera rispetto al servizio postale offerto.
In una parola, spero di aver convinto il paziente lettore che gli utenti abbiano usufruito nel periodo borbonico di un pessimo servizio postale.
Se poi, a paragone con le moderne poste italiane si è tentati di cambiare idea, la colpa, ve l'assicuro, non è mia.
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