Storia Postale
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I moti 1848–1849 e i bolli “Servizio Pubblico” |
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di Giuseppe MARCHESE | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
I moti del 1848-49 iniziarono a Palermo e ben presto si svilupparono in tutte le città della Sicilia. A Trapani, città “fidelissima” per eccellenza, si aspettò fino al 30 gennaio per decidersi. Il Comitato provvisorio di Palermo si trovò di fronte, oltre alle altre grane, al compito di trasformare il servizio delle Poste da “Real Servizio” a “Servizio Pubblico”. Come sappiamo vi è stato un periodo di transizione in cui i bolli “ Real Servizio” vennero accantonati e quelli “servizio Pubblico” non erano stati approntati. Le date più precoci note dei bolli “SERVIZIO PUBBLICO” sono: gennaio 1848: Palermo febbraio 1848: Alcamo, Castroreale, Patti marzo 1848: Catania, (Castelvetrano). Nel corso del 1848 quasi tutti gli uffici minori vennero dotati dei nuovi bolli. Le difficoltà della nuova Amministrazione postale siciliana è evidente anche se si pensa che i profitti delle corse le venivano in parte sottratti dalla nascita di una Direzione Postale Generale provvisoria a Messina, che influenzava molte Officine postali della Sicilia orientale, mentre le spese correnti erano tutte a carico della Direzione di Palermo. Stanchi di aspettare alcune Officine corsero ai ripari modificando il vecchio bollo di dotazione. Sono quelli di Augusta, Castelvetrano, Taormina-Giardini, Noto, Scicli. Di alcuni uffici non si conoscono i bolli “Servizio Pubblico” quali: Adernò, Alimena, Barcellona, Barrafranca, Biancavilla, Brolo, Bronte, Caltavuturo, Canicattì, Casteltermini, Castrogiovanni, Giarre, Lentini, Leonforte, Marsala, Mazzarino, Naro, Naso, Palagonia, Paternò, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Piazza, Piedimonte, Pietraperzia, Polizzi, Ragusa, Randazzo, Regalbuto, Roccapalumba, Salemi, San Filippo, Santa Caterina, Santa Flavia, Sant’Agata di Militello, Santo Stefano di Camastra, Spadafora, Villafrati, Vizzini. (I nomi riportati in neretto, secondo Vollmeier, non hanno adoperato il bollo nel corso dei moti). Altri ancora nostalgici continuarono l’uso dell’ormai superato “Pub. Servizio” fino al 1853 anche quando era stato fornito loro il nuovo bollo “Real servizio” E’ il caso di Siculiana che tenta di modificare il bollo e lo usa anche dopo l’arrivo del nuovo bollo “REAL SERVIZIO”. Tralascio di documentare l’uso di iscrizioni manoscritte “SERVIZIO PUBBLICO” per i quali si possono consultare i cataloghi esistenti (vedi bibliografia).
I bolli di controllo A Palermo venivano usati due bolli di controllo, uno per la posta di servizio e l’altro per la corrispondenza a pagamento.
Nel periodo dei moti, dal marzo 1848, venne adoperato il bollo SERVIZIO PUBBLICO in vece del bollo di controllo e, saltuariamente, il bollo “POSTE E PROCACCI IN SICILIA SERVIZIO NAZIONALE”, sia in partenza sia in arrivo e transito. Questo bollo è già in uso a Palermo il 18 gennaio 1848. Stranamente nel periodo dei moti questo bollo di controllo veniva apposto, ma non sempre, anche su corrispondenza dei privati da tassare modificando una consuetudine che aveva origine nel 1802 con la introduzione dei bolli di controllo a Palermo.
Era altresì in uso un bollo con trinacria “SERVIZIO PUBBLICO DELLE POSTE”. Questo bollo ha un uso discontinuo e si riscontra adoperato anche in arrivo e transito.*Nel periodo di assenza del bollo “SERVIZIO PUBBLICO” il bollo della trinacria “aiutava” a comprovare l’esenzione e in casi particolari questa era la funzione della “trinacria”.
Ciò che i cataloghi non dicono La non scoperta di questi bolli “Servizio Pubblico” forse è dovuta al fatto che non furono mai inviati; ma è altamente probabile che per alcuni uffici sia dovuto alla scarsa attenzione che noi collezionisti abbiamo avuto, per i bolli accessori. E le lettere che dicono? Non è facile documentare la vita postale seppure per un periodo limitato a 15 mesi scarsi di attività. Tuttavia, per quel poco che si è potuto documentare, dicono che: Bivona: Una lettera del 10.5.1848 non porta bollo accessorio.* Burgio: una lettera del 29.7.1848 parte ancora senza bollo e una del 30.9.1848 ha il bollo “PUB. SERVIZIO”; tuttavia una lettera dell’8.10.1848 parte senza detto bollo, mentre il 21.4.1849 si riscontra il bollo “Real Servizio” rimesso in funzione; CALTANISSETTA: Il bollo “SERVIZIO PUBBLICO” appare nei primi giorni del Maggio 1848. Casteltermini: Una lettera del 22.4 e un’altra del 2.12.1848 non portano il bollo accessorio. Quasi certa la non assegnazione del bollo “SERVIZIO PUBBLICO”. CASTELVETRANO: si riscontra adoperato il bollo “SERVIZIO PUBBLICO” nel marzo 1848.
Girgenti: Il 4.4.1848 riscontro l’uso del bollo “Servizio Pubblico”. LICATA: una lettera del 7.9.1848 non porta bollo accessorio Naro: una lettera del 9.2.1849 non porta bollo accessorio. PALERMO: Nel gennaio 1848 si riscontrano lettere senza REAL SERVIZIO. Il bollo SERVIZIO PUBBLICO si conosce adoperato nel marzo 1848, ma probabilmente venne approntato prima. Sambuca: una lettera del 26.8.1848 parte senza bollo accessorio, mentre il 26.9.1848 appare il “Pub. Servizio” di produzione locale.
Sciacca: Assenza di bolli accessori fino a Luglio. Il 22.7.1848 introduce l’uso del “Servizio Pubblico” inviato da Palermo. Siculiana: Una lettera del 19.1.1848 riporta il bollo “Real Servizio” mentre un’altra del 16.7.1848 è priva di bollo accessorio; la prima data del bollo “Pub. Servizio è del 18.8.1848. Una lettera del 4.7.1849 riprende il bollo “Real Servizio” mentre un’altra del 15.5.1850 riporta in bella mostra il “Pub. Servizio” con una modifica così da farlo apparire “R. Servizio”. Trapani: Fino al 25.1.1848 usò del bollo “Real Servizio”; in seguito senza bollo (ma Trapani bollava col “Real Servizio” e poi col “Servizio Pubblico” solo le lettere che passavano per Palermo e non quelle dirette agli uffici postali della corsa); dall’aprile 1848 (Vollmeier dice 25.4.1848; Fardella Aprile 1848) le lettere partono munite del bollo “Servizio Pubblico”. Dal maggio (Fardella 22-25 maggio) venne usato il bollo “SERVIZIO REALE. In seguito il regolamentare “REAL SERVIZIO”.
A Trapani qualcuno poi nel ripristinare il vecchio bollo “Real Servizio” al termine dei moti, commesse un errore, per riparare il quale occorse molta velocità. Successe nel maggio 1849. Venne inciso un nuovo bollo con la dizione errata “Servizio Reale”, cioè si antepone il “Servizio” al “Reale”, cose da mazziniani ! Dopo circa tre giorni si corse ai ripari.
Morale della favola. Per prima cosa l’esame dei documenti di storia postale deve essere visto nell’interezza del documento. Sarebbe opportuno uno studio sistematico di ogni ufficio postale per date e per bolli adoperati. Non possiamo rassegnarci a non conoscere in quale data o peggio, se un bollo è stato adoperato o meno in un determinato ufficio postale. La storia postale ce lo impone. Dovremmo correre ai ripari. Tra l’altro sarebbe abbastanza facile conoscere più da vicino la introduzione dei bolli dei moti. Esiste a Palermo presso l’Archivio di Stato un fondo Poste e Procacci, lo dico per i collezionisti che non avessero conoscenza, in cui sono distinte per singoli uffici postali la corrispondenza d’ufficio. E’ un fondo di circa 300 faldoni (cartelle) e l’esame potrebbe portare via qualche mese di consultazione. In quelle carte vi sono le tracce dell’invio dei bolli agli uffici periferici. In questo modo avremo la conoscenza direttamente dalla fonte e non affidarci solo dalle lettere che ci sono pervenute. Chissà se tra di noi vi è qualche collezionista che si voglia trasformare in ricercatore e darci notizie su questo argomento. Nell’attesa propongo un prospetto delle “Officine” di cui si ignora se abbiamo adoperato il bollo “SERVIZIO PUBBLICO” nel caso questa ricerca fosse condotta può essere di utilità.
BIBLIOGRAFIA: Vincenzo Fardella de Quernfort, Storia postale del Regno di Sicilia, volume III; Paolo Vollmeier, The Postal History of Sicily. | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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