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„ma con questo Vapore fanno pagare molto”
Una straordinaria lettera del viaggio inaugurale del
vapore “Barone von Eichhoff” del Lloyd Austriaco |
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Thomas Mathà (AIFSP) | ||||||||||||||
Come noto, il trasporto marittimo delle lettere per il Levante tramite i vapori del Lloyd Austriaco aveva inizio nel maggio 1837 con la prima corsa da Trieste a Costantinopoli della nave “Arciduca Lodovico”. Con questo viaggio veniva segnata l’incredibile storia di successo della compagnia di navigazione che per oltre 70 anni determinava la navigazione di persone, merci e posta nel Mediterraneo.
Nella sede Triestina del Lloyd venivano ordinate diverse navi per far fronte alla crescente richiesta di trasporto. Si tratta di vapori costruiti prima a Londra (per le prime due navi "Arciduca Lodovico" e "Arciduca Giovanni", realizzata dalla Hawks & Co), e poi a Trieste: le prime tre navi triestine erano "Conte Kolowrat", "Principe Metternich" e "Barone Eichhoff". Erano vapori ancora abbastanza semplici, con trazione a ruota laterale. Con queste navi, molto più veloci e affidabili delle barche a vela, il Lloyd garantiva alle Poste un servizio di corrispondenza regolare e diventava così velocemente uno strumento indispensabile per il commercio. Recentemente è stata trovata una lettera che è stata trasportata dal vapore “Barone von Eichhoff” nella sua corsa inaugurale del 17 dicembre 1837 (e dopo 7 mesi dall’inizio di questo servizio). La nave ha preso il nome dal celebre barone Peter Joseph von Eichhoff (1790-1866), importante aristocrate prussiano, al servizio del Governo Austriaco e direttore del Tesoro Viennese dal 1835 al 1840 nonché centrale figura nelle trattative del Governo Austriaco con il Lloyd. La lettera è scritta il 18 dicembre 1837 dalla signora P. Lawrence ad Ancona e diretta al signor Petrides a Corfù. Il giornale del Lloyd Austriaco n. 151 del 17.12.1837 pubblicava la seguente notizia: “Jeri, alle ore 4 pom., ha lasciato questo porto, dirigendosi alla volta di Sira, il Battello della nostra Società della navigazione a vapore, denominato Barone Eichoff, cap. Pietro Baldini, della capacità di 320 tonnellate, e della forza di 100 cavalli. Due corse di sperimento che precessero la sua partenza, corrisposero pienamente allo scopo principalissimo, propostosti dalla Società del Lloyd Austriaco, quello cioè di offerire ai viaggiatori, per al Levante, navi in cui trovino le migliori comodità, e tali ottime nautiche doti, da poter reggere al paragone di ogni altra società nazionale e straniera. Dolce infatti ed equabilissimo è il movimento di questo battello, che nei citati sperimenti non percorse meno di 10 ¼ a 10 ½ miglia marittima per ora. Esso venne costruito sui nostri cantieri dai valentissimi Fratelli Pritchard, sopra un loro proprio elegante modello, ridotto in grande con tale magistero d’arte, che la loro opera, di assai svelte forme, ti appalesa quasi evidentemente l’uffizio a cui è destinata, quello di tenere il primato del corso.”
Dunque, la nave partiva il pomeriggio del 16 dicembre ed alla mattina del 18 è arrivata a Ancona, dove ha caricato la nostra lettera, che il giorno successivo (19 dicembre), come dimostra il bollo delle poste ionie di Corfù, poteva già essere consegnata al destinatario.
Il servizio del Lloyd Austriaco era quindi considerato caro dalla popolazione (tenendo conto che chi scriveva faceva comunque parte dell’alta società), ma nonostante questo, essendo un servizio quasi essenziale, veniva richiesto.
La lettera però è anche interessante dal punto di vista più storico postale. In disparte il fatto che le lettere di questo primissimo periodo di navigazione del Lloyd sono molto infrequenti, la lettera non presenta alcun timbro dell’ufficio postale pontificio di Ancona o una tassa di impostazione. Come mai l’amministrazione Pontificia ha permesso al Lloyd di violare la privativa postale? Probabilmente si trattava di un “gentlemen agreement” tra le due amministrazioni, per favorire comunque il commercio e le comunicazioni di Ancona con il Levante. Solo dopo il 1839 (Notificazione del Cardinale Tosti del 24.8.1839) veniva stabilito che, chiunque giungesse nei porti pontifici, avrebbe avuto l’obbligo di consegnare le lettere trasportate all’ufficio di sanità dapprima, e poi all’ufficio postale per l’inoltro al destinatario, pagando all’ufficio postale la prescritta tariffa. In base a questa regola non era quindi più possibile scavalcare la posta pontificia neanche in partenza e quindi era l’ufficio di Ancona che consegnava le lettere all’Agenzia del Lloyd. Nel mio archivio ho registrato solo nel 1841 la prima lettera affidata alle poste pontificie verso il Levante e non direttamente al Lloyd. Vediamo invece, sulla fronte della missiva, il bollo dell’Agenzia lloydiana “AGENZIA DEL LLOYD AUSTRIACO / ANCONA”, e sul retro, la tassa pagata 12 in matita rossa (tipicamente usata anche dalle poste austriache), che corrispondono alla tariffa di 12 Kreuzer C.M. per lettere della tratta da Ancona a Corfù. All’arrivo le poste ioniche (allora Protettorato britannico) hanno tassato la lettera per il porto di 6 pence per i diritti interni. È infine interessante da notare che il timbro delle poste ioniche di Corfù, governata dagli Inglesi, anche se l’isola era fondamentalmente di popolazione greca. L'italiano era… la “lingua franca” dell’interno Levante sin dall’epoca della Repubblica di Venezia. Thomas Mathà |