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Mantova crocevia del Servizio postale europeo | |||||||||||||||||||||||
Sergio Leali | |||||||||||||||||||||||
I Gonzaga, subito dopo la presa del potere (16 agosto 1328), intuirono l’importanza di instaurare e mantenere rapporti con i più importanti sovrani europei e italiani. Per raggiungere questo scopo si avvalsero, oltre che di ambasciatori quanto mai capaci ed efficienti, anche di una fitta rete di comunicazioni epistolari. Verso la metà del XVI secolo, l’imperatore Carlo V d’Asburgo dette vita al “Servizio di Posta Imperiale delle Fiandre” individuando in Anversa, porto sul Mare del Nord, e Mantova i terminali della strada postale che doveva collegare il nord con il sud Europa. Tutta la corrispondenza proveniente e diretta ai Paesi del nord e dell’est veniva instradata sull’antica “Via Augusta”. Numerosi sono i documenti che attestano come essa partisse o giungesse, quasi quotidianamente, nella nostra città. Il servizio postale a quei tempi era davvero efficiente; il trasporto di lettere e documenti era regolamentato da leggi quanto mai severe e rigorose e doveva avvenire nel più breve tempo possibile. I postiglioni che trasgredivano ai loro compiti o che, senza giusta causa, ritardavano la consegna, erano passibili di gravi pene, che potevano giungere alla fustigazione e addirittura anche all’impiccagione, come è testimoniato sul frontespizio e all’interno del documento del 1544, sotto riprodotto, che, oltre alle sollecitazioni manoscritte per una consegna la più rapida possibile (per staffetta volando, subito subito subito cito, cito, cito, cito, cito), reca anche la sagoma di un uomo appeso ad una forca.
La testimonianza che, specialmente nei secoli diciassettesimo e diciottesimo, Mantova costituiva davvero un crocevia di straordinaria importanza, risulta pure dalle diciture manoscritte che compaiono frequentemente sulle lettere provenienti da città europee e italiane.
Uno dei più belli e significativi, a mio parere, anche perché appositamente disegnato e non stampato, è quello allegato a un documento del febbraio del 1753, redatto in lingua francese, con il quale l’imperatrice Maria Teresa rinnova per altri cinquant’anni ad Alessandre de La Tour et Taxis e ovviamente ai suoi discendenti, il “generalato e l’amministrazione delle Poste nei Paesi Bassi” stabilendo anche la ricca remunerazione a lui spettante.
Come si può osservare, il collegamento di Ostenda–Bruxelles con Mantova è messo più in risalto rispetto a quello che univa queste città a Milano e Genova. La via seguita toccava, fra le altre, le città di Colonia, Francoforte, Norimberga, Innsbruck, Bressanone, Bolzano e Trento. Oltre che dagli itinerari postali, l’importanza della nostra città per lo smistamento della corrispondenza proveniente dalle Fiandre, dalla Germania, dall’Austria, dal Milanese e dalla Savoia dirette al meridione d’Italia o da questo provenienti, si può rilevare anche dai numerosi orari di “ARRIVO, E PARTENZE DELLE POSTE Della Regio-Ducale Città di Mantova” stampati nel corso del XVII e XVIII secolo. In essi si può notare come, durante la settimana, partissero postiglioni per le più svariate e lontane città italiane e europee. Curiose e interessanti sono pure le annotazioni, come le bellezze delle località da loro attraversate e i comfort che offrivano le osterie in cui alloggiavano, gli orari degli arrivi e delle partenze e altre particolarità, che i corrieri postali riportavano sui fogli di viaggio.
Anche in periodo napoleonico Mantova rivestì un ruolo rilevante tanto che molti avvisi e bandi relativi alle poste, a firma del viceré Eugenio de Beauharnais, furono stampati da tipografie mantovane.
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