STORIA POSTALE

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Il nostro parere su due oggetti della Democratica
Gianni Vitale

Il Sig. Berardo Mastrogiuseppe di Larino, ha inviato due immagini di oggetti della sua collezione chiedendo di esaminarle

Eccole di seguito:

La cartolina in corretta tariffa 3,60 lire (1,20 lire C.P. + 2,40 lire raccomandazione aperta) utilizzata nel primo mese d’uso della Democratica è un simpatico supporto con affrancatura mista: Regno (Miti + Imperiale), Luogotenenza, credo tiratura di Roma, oltre al francobollo della Democratica.
Mi spiace deludere ma sono affrancature abbastanza frequenti, non certo “rarità unica” o persino da “museo”. Inoltre se la cancellatura del destinatario è stata fatta proprio sulla cartolina, il gestaccio ne inficia ulteriormente il valore intrinseco.

Il mandato di pagamento del 2 giugno 1945 riporta 6 francobolli di Posta aerea del Regno-Miti e un valore della Luogotenenza di cui non riesco a identificare la tiratura a motivo della scansione non di buona qualità.

Alcune considerazioni:

1- sul modello mi pare di non leggere l’imposta di bollo da applicare; infatti normalmente alla somma da pagare era anche aggiunto l’importo della tassa.
2- I francobolli sono annullati con firma, forse dell’impiegato comunale? È un uso frequente ma sarebbe stato più interessante vedere un bollo comunale obliterante.
3- L’utilizzo di francobolli al posto delle marche da bollo è di facile riscontro. Quando gli uffici pubblici non disponevano di specifici valori facevano incetta di francobolli alle Poste che smaltivano in genere per i valori meno utilizzati.
4 – In un prossimo articolo che sarà pubblicato su “il Postalista” si leggerà:

L’art. 13 della legge N° 586 recita tra l'altro: “In mancanza di bolli ordinari e straordinari si supplirà col - Visto per bollo -”. Tuttavia, per rendere bollata la carta usata per la stesura di un documento, avente bollatura fiscale insufficiente o mancante, furono apposti ed accettati dai pubblici uffici, oltre le marche da bollo, anche francobolli, sia a complemento, sia in sostituzione del bollo. Viceversa, come già detto, furono usate, su documenti postali, marche da bollo di vari tipi, a complemento od in sostituzione dell’affrancatura con francobolli insufficienti o mancanti.

Dunque, la carta bollata, le marche da bollo ed i francobolli sono le uniche monete cartacee usate e necessarie per presentare e fare accettare presso la pubblica amministrazione la maggior parte dei documenti per atti civili, giudiziari, amministrativi e postali. La ricerca, lo studio, la classificazione e la collezione di questi documenti, con il loro intreccio di combinazioni tra carta bollata, marche da bollo e francobolli, è oggetto della FISCALFILATELIA.


Usi fiscali (1945/52)

L'uso fiscale dei francobolli, pur facendo parte di un pagamento all'amministrazione governativa, è destinato a convogliare risorse in casse diverse; infatti dal Ministero delle Finanze si passa nelle casse dell’Amministrazione Postale. Il concetto è semplice ma non sempre presente a chi, in varie epoche, ha usato in modo non appropriato tali tipi di valori.
Inoltre essendo la differenza con i francobolli assai modesta: entrambi piccoli, dentellati e riportanti una cifra, è stato causa della loro confusione.
Infine l'ignoranza delle norme e in più l'occasioni, la facilità ad avere disponibili dei francobolli invece che delle marche da bollo, ne ha reso possibile l'utilizzo. L'uso maggiore ha riguardato l'applicazione su ricevute che in genere non venivano certo fatte circolare.

A seguire: Alcune precisazioni su "Il nostro parere su due oggetti della Democratica" di Marco LOCATI (Presidente ACF) - 08-04-2020