NdR
Al termine di questa pagina, si consiglia la lettura di "Un'artificiosa ricostruzione" di Gianni Vitale.
Diritto di ricevuta
Ho in collezione quattro Ricevute di Raccomandata, tutte del periodo R6, con applicati francobolli a formare la tariffa da 10 lire per il servizio di diritto di Ricevuta Raccomandata, previsto dal Regolamento Postale su specifica richiesta del mittente, quindi diverso dall'A.R., pochissimo utilizzato e per questo inconsueto come tariffa.
Gradirei che gli esperti del settore potessero parlare più ampiamente del servizio in questione.
Grazie
Gianni Vitale
P.S.: un esemplare mi pare maggiormente interessante per l'annullo obliteratore "a doppio cerchio". Mentre negli ultimi due, l'impiegato postale, mancante di valori da 10 lire, ha perfettamente tagliato a metà un valore da 20 lire ed ha incollato le due parti sulle due ricevute in modo da soddisfare la tariffa di 10 lire per entrambe le ricevute dello stesso ente.
RISPOSTA SUL DIRITTO DI RICEVUTA
Gianni Vitale ci sorprende sempre con delle cose inedite, questi documenti sono belli ed interessanti anche nell'affrancatura e nell'obliterazione, però non li ho mai visti e mi lasciano perplesso.
Tutte le raccomandate sono prese in consegna contro emissione di ricevuta (senza bisogno di richiesta specifica). Filanci e Angellieri definiscono il diritto di ricevuta introdotto una "escamotage delle poste per fare un aumento mascherato". Come recita il regolamento postale (vedi sotto) l'addetto in caso di oggetti raccomandati é responsabile della esatta affrancatura applicata, della stesura della ricevuta che deve firmare per accettazione, del nome del mittente per eventuale ritorno dell'invio. In caso di manchevolezze l'agente postale viene sanzionato.
Queste procedure servono a tutelare il servizio postale dalle richieste di indennizzo in caso perdita della raccomandata stessa, per questo il regolamento prescrive che l'addetto debba annullare manualmente con il bollo a data dello sportello, firmare la ricevuta e registrare i dati.
Mi sono riguardato ciò che ho sull'argomento ma nessuno nomina il diritto di ricevuta in francobolli da applicare sulle ricevute delle raccomandate. Devo dire che anni fa ho visto, mi pare a Vasto e a Spotorno, un paio di collezioni specializzate del Francaviglia che è notoriamente uno specialista di Raccomandazione, ma non ricordo documenti di questo genere. Ho anche riguardato le raccomandate e le ricevute che ho in collezione (del periodo in cui era in vigore "il diritto di ricevuta" - 1950-1955) per vedere se alcune spedizioni riportassero la tariffa della raccomandazione carente delle 10 lire del diritto e supponendo che fossero state applicate erroneamente sulla ricevuta come in questi casi. Non ho rilevato tale condizione, cosa invece evidente e riscontrabile nelle due ricevute del Vitale affrancate con un mezzo 20 lire democratica e annullate a data 29-04-50: queste riportano una tassazione di lettera raccomandata di 35 lire come si vede nelle immagini (cifra uguale al periodo tariffario precedente oppure al periodo in oggetto a cui siano state detratte le lire 10 del cosiddetto diritto di ricevuta). Come conclusione penso si sia trattato di una errata interpretazione dell'addetto postale del diritto di riscossione.
Estratto dalle "Istruzioni del Servizio delle Corrispondenze Postali" 1908
[ Art. 176 - L'impiegato al quale è presentato un oggetto di corrispondenza da raccomandarsi a pagamento, osserva prima di tutto se l'oggetto si trovi nelle condizioni stabilite, vi applica i francobolli necessari alla francatura, li annulla e lo descrive sul registro mod. 22, rilasciandone ricevuta al mittente. La ricevuta deve indicare la data d'impostazione, il numero di registrazione, la natura dell'oggetto, il mittente, il destinatario ed il luogo di destinazione, nonché la tassa pagata, rappresentata da francobolli, da chiunque applicati. Sulla matrice debbono apporsi tutte le indicazioni prescritte per la ricevuta, nonché l'abitazione del mittente. Gli agenti rurali che accettano oggetti da spedirsi in raccomandazione mentre eseguiscono le loro gite, rilasciano ai richiedenti ricevute provvisorie modello 44, salvo a consegnare loro, nella gita successiva di ritorno, la ricevuta definitiva degli uffici di posta, ritirando, beninteso, quella provvisoria.]
Marino Bignami
Nuovo intervento di Gianni Vitale:
A completamento di quanto intercorso, allego Decreto del Presidente della Repubblica del 22 gennaio 1950, n. 193, al cui art. 5 si fa accenno al diritto di ricevuta.
Ricambio gli auguri estendendoli anche al Sig. Bignami
La risposta Marino Bignami:
Il sempre solerte Gianni Vitale ha inviato, a completamento di quanto enunciato nella risposta, il decreto n° 193 del 22 gennaio 1950 in suo possesso, riguardante il quesito richiesto e che riproduco in estratto.
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A questo proposito approfitto per mostrare anche un documento riguardante i vaglia a denaro, che come si può leggere è una delle tre applicazioni del decreto. Il documento a sinistra riporta la tassa del diritto di ricevuta di lire 10, correttamente applicata sulla sezione A del vaglia e l'altro a destra, l'errata interpretazione del decreto perché la tassa è applicata sulla III° sezione del modulo da rilasciare al mittente.
Sarebbe auspicabile che qualche frequentatore del sito ci mostrasse anche il terzo dei casi relativi a questo decreto: cioè l'applicazione del diritto di ricevuta dei pacchi postali, così potremmo sapere se la tassa relativa doveva essere applicata con francobolli normali, oppure con quelli per pacchi a doppia sezione ed in questo caso, se andavano applicati uniti oppure divisi metà sul bollettino e metà sulla ricevuta.
A sinistra sezione A con diritto correttamente applicato . A destra la III° sezione applicato erroneamente
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