STORIA POSTALE


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Una vecchia lettera che parla di "Raddomanzia"

di Marino BIGNAMI

Per gli appassionati di storia postale che curiosano fra i testi delle antiche lettere a volte si aprono delle strane combinazioni che portano a notizie curiose.
Una lettera del 1804 in mio possesso da molto tempo, avrebbe dovuto portare segni del passaggio postale secondo le regole napoleoniche, ma ne era invece priva e per questo era stata da me trascurata. Il documento di scarsa importanza dal punto di vista postale si é rivelata invece con la lettura del testo curiosa e interessante da un punto di vista storico e scientifico.

Lo scritto mi ha incuriosito e aperto uno scenario inconsueto ed accattivante sul dibattito scientifico dell’epoca fra Galvanismo ed elettricità, con ricadute “scientifiche” sulla rabdomanzia
Come è noto a cavallo del 1800 si discuteva molto sugli studi dell’elettricità animale e chimica con teorie contrastanti fra Galvani e Volta, quest’ultimo ebbe poi onori e prebende da Napoleone per la scoperta della pila.

La lettera è indirizzata inizialmente “a monsieur Abbé Charle Amoretti” Pomaro.” E successivamente reindirizzata “Racomandata” all’illustrissimo Professore Don (?). Giuseppe Calamini; evidentemente consegnata privatamente in entrambi i casi.

Il testo svela che è partita da Borgo San Donnino (oggi diventata Fidenza) il 19 novembre 1804 ed è il resoconto di prove rabdomantiche su vari materiali con tecniche che il mittente descrive e ne comunica i risultati da lui ottenuti ai personaggi dell’indirizzo.

Una rapida ricerca in rete mi ha svelato chi era Amoretti ma non ho trovato traccia del Prof. Giuseppe Calamini.

Ho trovato in rete, con mia sorpresa, anche un volume scritto da Amoretti nel 1808 in vendita su Amazon con il titolo “Della Rabdomanzia Ossia Elettrometria Animale: Ricerche Fisiche e Storiche” in versione moderna Acquistato per pochi euro, mi chiedevo chi avesse avuto l’idea di ristampare un testo simile negli anni Duemila. Scoprii poi che era stato edito in anastatica da una università Statunitense.

Il testo dell’Amoretti di quasi 500 pagine tratta della storia e degli sviluppi della rabdomanzia fino alla sua epoca anche con disegni fuori testo. Svela anche chi erano i personaggi in questione:

- Il mittente Dott, V, Plateretti, medico abitante a Borgo San Donnino.
- Il primo indirizzato: l’Abate Dott. Carlo Amoretti personaggio dalle molte cariche scientifiche e Bibliotecario all’Ambrosiana di Milano; autore di molte pubblicazioni naturalistiche e famoso per le sue ricerche sull’elettrometria animale fra cui il libro in questione.
- Il Professor Don Giuseppe Calamini abitante a Pomaro (oggi Pomaro Alessandrino) Insegnante di matematica, appassionato rabdomante e compagno di ricerche di Amoretti.

Dalla lettura del testo si capisce che con le scoperte di Galvani e di Volta erano state rinverdite le antiche tecniche “Divinatorie” effettuate con bacchette e pendolini vari, ipotizzando fluidi elettrici generati dalle sostanze naturali come: depositi di minerali metallici, vene di carbone e bitume ed anche le classiche vene di acque sotterranee che potevano essere rilevate e rivelate dalle tecniche rabdomantiche con bacchette di vario tipo se utilizzate da individui sensibili all’Elettrometria animale.

Ne ho riscritto il testo strano e curioso escludendo un paio di parole incomprensibili e dubitando della grafia di alcune altre segnalate con un punto interrogativo.

"BORGO SAN DONNINO 19 9vembre 1804

Eccomi a campo vinto. Come mai la Bacchetta secca può essere indice d’ Elettricità, se il legno secco è dimostrato non conduttore? - - - Se nel riconoscere i corpi ed i coerenti l’Elettricità ci siamo ingannati tante volte, perché vorremo mai dire che può un’inganno si dice preso anche in questo; mantiacchè si dimostra falsa la stabilita opinione. Non vi dirò che l’osso di Balena non sia conduttore, e questo agisce nelle mani degli uomini dotati d’elettricismo più vivacemente delle Bacchette di legno e verdi e secche. Provate la bacchetta di quell’osso quale l’ho fatta io, tenetela nelle mani come va tenuta, e si costuma, in maniera però dire non compressi colle dita grosse, i due piani che si presentano onde impedisca ai due manicj il potersi per niente agitare , e vedreste che l’osso si piegherà ciò nonostante contro chi lo tiene facendo sforzi per tenere seco i manici che pure sono dalle due dita apparentemente(?) con gran sensazione di forza tenute. – Ma se le Bacchette di legno o di Balena s’agiscano per le mani come conduttori Elettrici, dovrebbero pur farlo quelle di metallo, come massimi conduttori, mi diceva uno saviamente meco parlando di ciò. – La proposta meritava riflessione, e la risposta non si poteva avere che dal fatto. Andai tosto a procurarmi un fil di ferro del diametro d’una linea e forse più e lungo tre piedi, me lo provai tra le mani, e vidi che veramente agiva. Lo stesso fu d’altri dotati della facoltà Elettrofora. La sotigliezza per altro del filo che fa non sia ben afferrato dalle mani poteva mettere dubbio, che cadesse, l’avevo perché non si poteva tenere dritto in quel modo, e per parte mecanica. Feci incassare a ciascun d’altro ferro alle due estremità del filo, e queste in forma parallelepipeda e coi lati sono (- - - - ) linea, e di lunghezza maggiore della larghezza della mano, indi fatto il (- - - - ) di Pajuolo, come vi scrissi della Bacchetta di Balena, ho avuto il piacere di vederla agire ed avere gli stessi fenomeni delle altre , e di legno e di Balena, sino a stancarsi quando tengo i manici apprantellati (?) colle dita grosse, come vi marcai dell’altro qui sopra.
Volete un bel fenomeno, che vi riuscirà con tutte e tre le specie di Bacchette?
Mettetevi gli occhi a l’angolo retto sopra della testa, tenendo le bacchette secondo l’arte tua le mani, e troverete che gli occhi, o l’angolo, a poco a poco vi scenderanno per davanti sino contro gli occhi, od anche più.
Ma enumerarvi tutti i fenomeni, che vado scoprendo sarebbe cosa troppo lunga, e sarà necessario nell’opera che s’avrà a pubblicare, giacchè , ora la Bacchetta di ferro, come pure ho provato quella d’ottone, e così sarà di qualunque altro metallo, mi dice la causa vinta.
Queste Bacchette di Metallo, come pure ho provato servono assai bene, e come le altre alla Rabdomanzia.
Aspetto con qualche impazienza i risultati delle sue esperienze, intanto io ne voglio fare alcune intorno ad un altro effetto, il quale in alcuni già parmi avere riconosciuto.
Addio. Sappia tutto il Mondo che non sono ciarlatano, che amo la verità, e che non ho attaccamento ne a sistemi ne a persone per quanto ellino meritino altronde la mia stima, e voi soprattutto sappiate,che mi conservo sempre

Deb-Vo (?)
Il Dott, V, Plateretti

Salutatemi Calamini
Ed i miei cordiali darà
A codesto mio(?) S v Profess.(?) "