Il "postalista" Gianni Vitale chiede chiarimenti e notizie su un bollo in cartella applicato dal verificatore sul fronte della busta qui riprodotta e inoltre l'eventuale aumento di valore monetario per il numero di registro che é presente sul bordo dei francobolli applicati .
Sul numero di registro "3754" dei francobolli non ho nulla da dire perché ignoro questa categoria di specializzazione.
Per quanto riguarda il bollo violetto in cartella ha ragione il Vitale, serviva proprio per aprire il provvedimento disciplinare verso l'addetto di "ROMA-FERROVIA" per irregolare bollatura dei francobolli. Il regolamento prescriveva che il bollo doveva essere impresso su ogni francobollo più uno sul fronte dell'involucro libero da scritte. Nel caso specifico il francobollo era per il Verificatore insufficientemente annullato e avrebbe potuto essere regolarmente riutilizzato, infatti il regolamento recitava:
… "Non sono ammessi francobolli mancanti di qualche pezzetto che superi un decimo della dimensione, o formati da più pezzetti." ….
Quindi era previsto l'utilizzo dei francobolli incompleti, e questo avrebbe potuto essere riusato legittimamente asportando la parte con l'annullo impresso.
Devo anche dire che, nonostante le moltissime corrispondenze che mi sono passate tra le mani, raramente ho visto seguire la regola di un francobollo un timbro più uno sul fronte busta, spesso il bollo si applicava a cavallo dei due valori e passava inosservato. Questo verificatore era senz'altro molto intransigente ed ha operato applicando alla lettera il regolamento anche se la tariffa era esatta, forse sarebbe bastato che il bollo fosse spostato di 4-5 mm per non incorrere nella sanzione .
A questo punto alcune note sulla figura del Verificatore mi sembrano doverose. Si dice che sia una figura che è stata istituita sul finire dell'Ottocento ma sul regolamento postale edito nel 1908 la voce Verificatore non esiste; non che non si facessero controlli e non ci fossero punizioni, ma detto regolamento parla semplicemente di " funzionari" che o sollecitati dagli agenti postali o per loro dovere, erano delegati al controllo.
La figura del Verificatore è nata probabilmente nei primi del Novecento: era costui un ufficiale postale con nomina di Verificatore responsabile della esatta applicazione delle affrancature e dei regolamenti postali nell'ufficio in cui era in forza, era dipendente diretto dell'amministrazione postale e dislocato negli uffici di prima categoria e nelle direzioni provinciali, in particolare era responsabile della corrispondenza in partenza, in arrivo e in transito al fine di curare gli interessi finanziari dell'amministrazione postale.
Per lasciare segno della sua funzione era munito di un timbro con la qualifica del suo ufficio (verificatore o controllo) inizialmente di un solo timbro lineare, successivamente venne fornito anche di bollo a data circolare con cui lasciava l'impronta sulle buste del suo operato. Non era logicamente il solo controllore di tutta la corrispondenza, ma era coadiuvato dagli addetti postali i quali, quando rilevavano qualcosa di irregolare e anomalo sulle corrispondenze, le passavano al Verificatore che decideva come risolvere il caso, era insomma la memoria dell'esatta interpretazione del regolamento postale e guardiano fiscale delle Poste.
Il Verificatore poteva anche elevare verbale a carico del personale postale per le manchevolezze riscontrate nel servizio: per esempio manchevolezze riguardanti l'esatta bollatura della corrispondenza e dell'affrancatura (vedi la busta in questione), doveva integrare con francobolli le tariffe inesatte di raccomandate e assicurate applicate od accettate dal personale dell'ufficio postale mittente e per questa ragione l'amministrazione postale ne assumeva la responsabilità, che poi si rivaleva sugli addetti colpevoli di mancanze.
Infatti questi ultimi dovevano accollarsi la spesa dell'eventuale integrazione applicata dal Verificatore e di una multa. Per questa operazione punitiva il Verificatore richiedeva la restituzione degli involucri della corrispondenza consegnata al destinatario, per poterla spedire poi ai superiori delle direzioni postali a riprova della manchevolezza dell'addetto postale e della giustezza del suo operato.
Bisogna anche ricordare che, oltre al Verificatore, tutto il personale postale era sottoposto all'obbligo di una precisa regola sugli annullamenti, che specificava: se per errore, una corrispondenza non aveva i francobolli obliterati, l'ufficio ricevente prima della consegna era obbligato ad annullarli con il bollo a data, o se ad accorgersi era il portalettere (sprovvisto di bollo a data) avrebbe dovuto provvedere ad annullare i francobolli con tratti di matita blu
La normativa postale sulla bollatura della corrispondenza era molto precisa, ed invitava ad eseguire la bollatura della corrispondenza con la massima cura con il timbro "ben pulito ed efficiente".
Si legga l'estratto del regolamento del 1908 sul trattamento delle corrispondenze raccomandate ed assicurate non o insufficientemente affrancate:
….." Le corrispondenze raccomandate od assicurate a pagamento. di provenienza interna, non francate o francate insufficientemente, dirette all'interno od all'estero debbono essere assoggettate al trattamento seguente: Il primo ufficio che rileva la mancanza o la insufficienza dei francobolli, provvede applicando i francobolli necessari e constata l'irregolarità mediante verbale modello 41, in doppio esemplare. Sul modello 41 deve indicarsi oltre l' origine, la data ed il numero, anche l'indirizzo, la destinazione ed il peso dell'oggetto, nonché, trattandosi di francatura insufficiente, il numero ed il valore dei francobolli appostivi dall'ufficio d'impostazione.
Uno di tali modelli si trasmette alla Direzione provinciale da cui dipende l'ufficio d'origine, per ottenere il rimborso dei francobolli apposti, l'altro si conserva dall'ufficio per discarico, fino a quando perviene il rimborso.
La Direzione provinciale segnala l'irregolarità al dipendente ufficio, si fa rimettere i francobolli dovuti, e li spedisce in raccomandazione insieme col modello 41, all'ufficio al quale spettano. Ai responsabili di siffatti errori o mancanze possono, all'evenienza, applicarsi punizioni disciplinari……
Evidentemente troppo complicato, (e non si fa menzione del Verificatore) col Verificatore la procedura si semplificava.
Vediamo una normativa seguente al 1908 sulla bollatura delle corrispondenze, evidentemente emanata successivamente, quando la figura del Verificatore era entrata nell'organico.
"Norme per la bollatura delle corrispondenze e per l'uso delle macchine bollatrici, dei bolli, dell'inchiostro, dei cuscinetti e dei bollatoi........
....I signori direttori provinciali, gli ispettori centrali e distrettuali, i capi reparto ed i verificatori debbono accertarsi se i bolli, le macchine bollatrici, l'inchiostro, i cuscinetti ed i bollatoi si trovino in buono stato e sieno adoperati a dovere; debbono impartire ai titolari (delle agenzie postali) le istruzioni di cui possono aver bisogno, provvedere e far scartare e sostituire gli utensili non più utilizzabili e far proposte di punizioni a carico di coloro che, non traendo profitto dagli avvertimenti e dai consigli impartiti, perseverino nella deplorevole noncuranza....." ;
Ad esempio dei compiti del Verificatore, riporto un documento del 1948 stilato da un Verificatore di Novara ferrovia a cui erano giunte alcune raccomandate provenienti dalla Svizzera e che ha seguito l'iter per le "corrispondenze giunte aperte e manomesse" e dirette a Lesa.
Era vergato su modello Mod.167 A per le comunicazione di servizio ( era un documento che veniva inviato ad altro ufficio postale, da cui si voleva una risposta da redigere sul retro della richiesta)
Scansione del fronte del retro con la risposta e la busta in assicurazione di servizio.
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Fronte e retro del Mod. 167 A usato invece del Mod. 116 per partecipazioni, domande di servizio con risposta sul retro.
E sotto fronte e retro della busta usata per la risposta dall'ufficio di LESA. E' assicurata di servizio Mod. N 94 per corrispondenze tassate, usata impropriamente invece del Mod. 94A. |
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La pessima scrittura con cui è stato redatto il documento mi costringe per chiarezza a riscriverlo:
Il Verificatore scrive a:
Ufficio Poste Lesa.
Trasmetto lettere seguenti con preghiera di consegnarle al destinatario ritirando le buste e ritrasmetterle riservatamente a me.
Provenienza Svizzera ( seguono tre nomi incomprensibili - Lesa)
Giunte col treno 180 Deposito di Milano Ferr. (?) Estero per Novara Ferrovia - Aperte e manomesse. Bollo a data VERIFICATORI NOVARA FERROVIA.
In risposta l'ufficio di Lesa scrive a:
Verificatore Poste Novara ferr.
Si trasmettono le N° tre buste come richieste Il Titolare Firma e bollo a data LESA NOVARA
Anche la lettera sotto riportata era irregolare nella bollatura del francobollo, al suo annullamento ha provveduto il VERIFICATORE per non permettere il riutilizzo del francobollo:
ma, in questo caso, non fu messa in essere alcuna procedura disciplinare nei confronti dell'ufficio di spedizione. |