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staffette dello Stato di Milano verso la metà del '500 |
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di Armando SERRA (da I Tasso e le Poste d'Europa - atti del 1° Convegno Internazionale) |
Ottavio Codogno sulle staffette Amarcord semantico storico-postale: staffetta (XVI-XIX secolo) In particolare, staffette nel 1544 Milano-Genova e nella pianura lombardo-piemontese Una staffetta Milano-Roma nel 1545
Si tratta di una massa di documenti diretti: attingo l’aggettivo dal compianto prof. Melis, (il valorizzatore del mercante pratese Francesco di Marco Datini) che parla in particolare di fonti primarie, concomitanti, immediate rispetto ai fatti indagati (1). Il “malloppone”, cosi indicato recentemente in un’email di Clemente (Fedele) per il mucchio di mie fotocopie che stazionavano nella stanza della fotocopiatura (tolleranza oggi impensabile rispetto ad almeno una trentina di anni fa quando c’er un solo addetto), riguarda i documenti per lo più relativi a staffette cinquecentesche dello Stato di Milano, depositati all’Archivio milanese di Stato nel fondo “raccogliticcio”, come indicato dalla sua stessa denominazione, di Miscellanea storica, nel mio caso riguardo alle cartelle 41, 42 e 43. Non esistono notizie sul criterio col quale sono affluite le carte cinquecentesche inerenti soprattutto a staffette (e cavalcate o altri invii) in tali cartelle: si può pensare a un fattore casuale, se non a un “salto” cronologico, tanto più che, da un lato, è frequente il riferimento ai «cavallari delle poste» in tali cartelle e, dall’altro lato, che esiste un fondo dedicato appunto alle poste, benché d’epoca posteriore: l’archivio postale lombardo (1692-1859), dotato di ben 625 cartelle (come chiamano in loco i pezzi archivistici, altrove come a Roma chiamate buste). Un’annotazione generica appare tuttavia nella Guida Generale degli Archivi di Stato Italiani (2) a proposito della sezione storico-diplomatica, costituita a partire dal 1803 presso il palazzo del governo: «Miscellanea storica, scatole 114 (secc. XV-XX). Inventario sommario. Raccolta eterogenea di documenti, molti dei quali sono stati ricondotti agli archivi di provenienza nel corso dei lavori di reintegrazione dei fondi» (il corsivo è mio). Si tratta evidentemente di un fondo residuale, quale che sia la sua formazione a monte e a valle nel tempo. Vanno inoltre subito citati un paio di documenti preziosi, conservati nel fondo Finanze parte antica, cart. 933, fasc. 32, e da me rinvenuti, sulla gestazione della grida postale, perché la risposta al foglio datato 30 giugno 1611, cioè l’altro dei due documenti medesimi, è scritta da Ottavio Codogno (3), luogotenente del Corriere maggiore di Milano (come si qualifica egli stesso nel frontespizio della sua opera, al tempo stesso trattato e guida itineraria, uscita la prima volta nel 1608). Si tratta del primo (e, direi, unico) autore a cui ricorrere con fiducia, grazie alla sua esperienza professionale, perché si sforza di offrire chiarimenti proprio sul tema delle staffette, sia pure mezzo secolo dopo i documenti in esame.
Ottavio Codogno sulle staffette (4) 18 n.n. (TAVOLA) Spedendo Staffette, o Cavalcate come si fa. 40 Nello spedir stafette si mette sopra la coperta del piego da una parte sotto la mansione [stazione] un segno simile ad una Staffa, dall’altra parte il giorno, et hora, che parte. Et se bene si suol mandare una lista con i nomi di tutte le Poste, che sono dal luogo d’onde parte sino doue sono indrizzate, non si deue per questo lasciar di porui il giorno et hora sopra il piego; perché molte volte i Maestri di Poste, o i Postiglioni le perdono, o fanno perdere a posta, acciò non si vegga, chi ha mancato del debito suo 43 Modo di formare il Parte, o sia Mandato, qual si suol dare alli Corrieri [e analogamente al Postiglione incaricato d’inoltrare le staffette alla stazione ipppostale limitrofa], quando sono spediti, con diligenza al piè del quale, deuono pigliar le riceute delli pieghi, o lettere, per discarico di essi Corrieri, e per sodisfattione di quelli, che lo spedirono. Prima Regola. Vada N. di N. Corriero a tutta diligenza da questa Città di Milano a Genoua con un piego del Sign. N di N. 44 che subito arriuato lo consegnarà in mano propria, pigliandone riceuuta al piè del presente, et del giorno, et hore, che lo farà. Parte dalla sodetta Città Dominica 11 di Febraro 1607 a hore sedici. Ottauio Codogno etc. 47 Et quando si spediscono Stafette, parimente si manda il parte, dicendo nel luogo oue si dice Corriero, Stafetta, et 48 basta, che del resto ha d’andare così, il qual Parte s’inuia nel piego, che s’indrizza al maestro della Posta, oue finisse il viaggio, e quello ne deue pigliare la riceuuta, e poi rimandare esso Parte a chi l’ha mandato per discarico, o sodisfattione di chi l’ha spedita. Delli Maestri di Poste, e del lor carico. CAP. III. (…) 55 Sono anco essi Maestri di Poste obligati a portare le caualcate, o[ssia oppure?] Stafette ordinarie, et [le staffette] Straordinarie, a tante hore per Posta come sono concertati ne i loro accordi secondo la qualità nondimeno delle Stafette, et la lunghezza delle Poste [itinerarie], e le difficoltà delle strade. In alcuni paesi douendo spedire solo un piego per Stafetta, il doueranno portare in un’hora e meza per Posta, 56 perché sarà breue; in altri, due hore, et in altri tre, ma se le Poste sono di dieci miglia [15 km ca.], e mala è via, non lo possono far con li pieghi piccioli, e meno con i grossi, o valigia, come sono quelle [valige], che da Mantoua si spediscono per l’Alemagna, e Fiandra, da Venetia a Tre(n)to, da detta a Vien(n)a, da Roma a Bologna, da Milano a Turino, da detto a Genoua, da Parigi a Lione, da Praga a Brusseles, et da Madrid i(n) Galitia, perché sono valigie gra(n)di, con le quali i Postiglioni no(n) possono correre, ma solame(n)te andare di trotto. Sono obligati anco di dare i Caualli necessarij alli ordinarij, i quali van(n)o, e ve(n)gono co(n) diligenza al prezzo accordato, e gli deuono porre a Cauallo alle hore, ch’essi vogliono. È ben uero, che molte volte sogliono arriuare alla Posta al mede[si]mo te(m)po, altre p(er)sone; però se sono Corrieri [straordinari], si deuono porre prima a Cauallo, che l’ordinario: ma se sono altri, né p(er)ché per il più i Corrieri sono spediti da’ Pre(n)cipi, e perciò s’antepo(n)gono, ma [perché] qua(n)do 57 sono altri, giudicasi, che siano negotij priuati, di modo, che più importa che si po(n)ga a Cauallo l’ordinario, che va p(er) seruigio publico, che q(ue)l(l)o, che p(er) il priuato; e le Poste s’eleggono p(er) i Pre(n)cipi. Poiché fin qui habbiamo detto qual sia l’obligo dei Maestri di Poste, hor seguiremo a vedere in che sogliono ma(n)care, et questo non tanto per auuertimento, et cautezza de i Corrieri, qua(n)to anco di quelli [viaggiatori], i quali vogliono correre per le Poste. (…) 61 Il più di loro [maestri di posta ossia postieri] sono anco negligenti, e fanno poca stima del seruigio del Pre(n)cipe, p(er)chè li capitarà un Stafetta co(n) diligenza, e q(ue)sti deponera(n)no in un qualche luogo il piego aspetta(n)do qualche occasione d’alcuno che ve(n)ga p(er) la Posta p(er) darglielo, ouero poco cura(n)dosi del seruigio del loro Pre(n)cipe, lo dara(n)no ad alcu(n) passaggiero a piedi, o a Cauallo, che come occorre no(n) solame(n)te no(n) usano diligenza, ma anco se lo scordano nelle Calze, et lo portano alle loro case, oue riposerà le giornate intiere, et a q(ue)sto modo 62 seruono il lor Prencipe, o Corriero maggiore; per il che doueriano essi maestri di Poste esser seuerissimamente castigati, quando inuiano le lettere con altri, che con Postiglioni. Di più perché non si vegga come essi hanno commesso l’errore, ne fanno un altro. Pigliaranno le liste, oue sono notate le Poste, oue haueranno da passare, e le stracciano, o le fanno perdere, perché vedendo il Corriero maggiore come ha tardato molto, essa Stafetta, non possa comprendere oue sia seguito, e dolendosi il Corriero maggiore, l’uno la getta addosso all’altro, e l’altro all’altro, di modo, che non si ritroua chi ha commesso l’errore. In quanto a noi, siamo soliti d’obligarli a tenere un libro, nel quale debbano notare il giorno, e l’hora, che riceuono la Stafetta, et la spediscono; però alcuni, che non sanno leggere non la [la lista?] fanno per loro mancamento di scienza. Et perché con li pieghi, ò valigie, che si mandano per Stafetta, conuiene 63 mandarui le liste, sopra le quali ogni Maestro di Posta deue segnare il giorno, et l’hora, che le riceue; perciò la loro forma hauerete qui appresso. 64 Da Milano a Turino per seruitio di S(ua) M(aestà) Catholica [di Spagna]. Maestri Deputati alle Poste Reg(i)e Duc(ali) non mancarete con ogni diligenza di portare la presente … [staffetta oppure cavalcata, se assimilabile alla staffetta ordinaria] cavalcando giorno, e notte senza perdimento di tempo, et consegnarla al … Generale delle Poste di S(ua) A(ltezza) Serenissima. Auuertendoui di segnare ogn’uno di voi al vostro infrascritto luogo il giorno, e l’hora che l’ha riceuete, acciò si vegga chi hauerà mancato del debito suo, perché si possa castigare. Qui si sottoscrive il nome di quello che la spedisse, cioè del Maestro di Posta. Parte di Milano adì a hore de (notte) [omettendo normalmente: “di giorno” dalle ore 13 alle 24] Consegnata a la Rosa adì a hore de Bofalora adì a hore de Nouara adì a hore de Vercelli adì a hore de San Geronimo adì a hore de Alla Boscarina adì a hore de A Chiuasso adì a hore de Settimo adì a hore de Turino adì a hore de
Auuertite Poste alli [di]spacchij a voi indrizzati per
darli ricapito d’inuiarli subito, subito. 328 NOTA DELLI ORDINARII, che partono dall’alma Città di Roma per più parti. Le lettere, che leua l’Ordinario di Roma per Milano. Il Sabbato notte parte dall’ufficio di Spagna un Ordinario, che fa il seguente viaggio. Passa per Ronciglione, Monte fiascone, Viterbo, Bolsena, Acquapendente,, Radicofani, Siena, Firenze [via Cassia], Bologna, Modena e Mantoa. Qui lascia i pieghi per l’Alemagna, e Fiandra, e dipoi segue il suo camino da Mantoa a Cremona, Lodi, e 329 Milano; Et quelli, che sono destinati per l’altra strada, quel Generale delle Poste di Mantoa, le spedisce in una Valigia per Stafetta [ordinaria] con diligenza alla volta di Trento, Bolzan, Insprugh, et Augusta, quando sono iui, se ne fa scielta, inuiando a Ratisbona, Pilsna, e Praga quelle, che sono destinate per colà; Et le altre incamina parimenti per Stafetta d’Augusta a Renausen, Colonia, Namur, Brusseles, et Anuersa; Et a questa maniera se ne vanno, e queste sono le Città, che toccano gli Ordinarij, Appresso del che vi dirò doue conuiene inuiare l’altre lettere, che solete mandare con esso Ordinario. 338 Da Roma a Bologna per la Marca. Il Sabbato sera parte dalla Posta di S(ua) Santità per Stafetta l’Ordinario [staffetta ordinaria] di Roma per Bologna, e passa per Terni, Narni, Otricoli, Osmo, Fossombrone, Perugia, Umbria, Loreto Macerata, Sissa, Faenza, Rauenna, Cesena, Imola, Rimini, Forlì, Ferrara, Cittacastellana, e Bologna; si vanno anco rimettendo le lettere per Amelia, Augubbio, Borgo San Sepolcro, Camerino, Foligno, Nocera, Norcia, Spoleti, Todi, Loreto, Macerata, Ancona, Fano, Pesaro, Urbino, Ascoli della Marca, Fabriano, Fermo, Iesi, Macerata, Rocca, e Sigillo.
Amarcord semantico storico-postale: staffetta (XVI – XIX secolo) Corrieri, viaggiatori e da ultimo diligenze erano comuni utenti dell’ippoposta (tipica infrastruttura più veloce dell’epoca), come la staffetta: però la corrispondenza in quest’ultimo caso era affidata per il suo trasporto via via soltanto al personale di tale infrastruttura, cioè ai postiglioni (in epoca matura XVII-XIX, più d’uno nelle rispettive stazioni per il segmento stradale di competenza dalla propria stazione a quella viciniore). Un equivoco abbastanza esteso nel mondo collezionistico, che si è meritatamente aperto all’approfondimento storico, è quello di considerare la staffetta quale una specie di corriere. Come ho notato fin dagli anni 1960-‘70 al tempo del mio trasferimento a Roma, in un “quadro” prefilatelico esposto all’Eur a Roma nel Palazzo dei congressi da un compianto antiquario e cultore di storia filatelica e postale pontificia (ancora mi dispiace l’alterco che ne è seguito, tanta era la convinzione cui mi opponevo). Ma l’errore persiste: absit iniuria verbo. Così nel Dizionario online del Postalista © 2003 (per sorvolare sul glossario dell’Accademia cui appartengo, benché di recente): il corriere-staffetta (quindi un altro tipo di corriere, oltre a quelli ordinario e straordinario) è pronto in una stazione a rilevare la corrispondenza da quello della stazione precedente per effettuarne poi la consegna all’altro corriere nella susseguente stazione e così via “volando” fino alla destinazione. La staffetta per l’inoltro degli oggetti postali (piego, valigia o bolgetta di lettere ecc.) era il modo più economico possibile, implicando soltanto l’operato - necessariamente - dei postiglioni (come poi si chiameranno universalmente questi addetti alle singole stazioni, che si occupavano anche dei viaggiatori), cioè repetita iuvant senza l’intervento e il costo di nessun altro operatore postale, a differenza dei corrieri postali, peraltro in concorso operativo gli uni con gli altri. Ai postiglioni si affidava così l’inoltro ippopostale per staffetta ordinaria oppure straordinaria (espressa) di lettere, anche indicate come «staffetta», passando dal modo trasportista all’oggetto trasportato, col nome medesimo (e corrispondente al «testimone» nello sport omonimo, derivato chi sa mai dalla nostra staffetta postale). Un tale passaggio mentale si rileva negli «Ordini con che ha de seruire M(esser) Simone Tasso Mastro generale delle Poste di sua M(aes)tà Ces(are)a del stato di Milano et quello ch’ha da [os]seruare, (…) Item che tutte le staffette et caualcate così del stato come di fuori siano consegnate a nnoi o a chi sarà per nnoi ordinato» (5)
Proviamo adesso ad indicare qualche risultato esemplificativo di staffette e di cavalcate del 1544 in partenza od in arrivo a Milano. Dato il loro ripetersi, la significatività è evidente nonostante la scarsità di fonti dirette qui citate a riprova (senza alcuna preclusione per la ricerca futura nel “mallloppone”: Utinam!).
Intanto per un percorso tipico: Milano – Genova e per quello inverso, ecco la trascrizione dei “parte” essenziali in proposito (A.S.MI, Miscellanea Storica, rispettivamente cart. 42, per due staffette, compresa quella in senso inverso, e cart. 41 per altre tre staffette e le due cavalcate, tutte e sette spedite nel 1544). Un decennio dopo la fine del ducato sforzesco, l’intero percorso era disciplinato dalle Poste di Milano, benché con la convenzione di Madrid del 1528, l’anno stesso dell’occupazione genovese per conto della Spagna da parte del Doria, il medesimo avesse conseguito indipendenza e libertà di commercio (7). D’altronde, in un altro percorso, quello Venezia – Roma, i brevi papali dal 1523 al 1566, da me trascritti, accordarono al maestro dei corrieri veneti la facoltà di organizzare l’infrastruttura ippopostale nel territorio pontificio fino a Roma, richiamando nel 1524 i precedenti dei Tasso di Alessandro, dalla diffusione di tale infrastruttura ab immemorabili (ante 1484) fino al 1513 (8).
Da m(i)l(an)o a Genoua p(er) stafeta Volando [sul margine sinistro, i segni convenzionali della staffa/staffetta] ∆ [e quello minatorio della poena furcarum col nodo scorsoio pendente al centro quasi una M] ∏ [cf. A. Cappelli, Dizionario di Abbreviature latine ed italiane, MI, Hoepli, 1967, p. 410 s.] Coreri [oppure Cavallari, poi, più in generale, Postiglioni] delle ces(are)e poste portarete la p(rese)nte stafetta con ogni delligentia caualcando giorno et no[t]te et cadauno de voj sottoscriva [sul]la p(rese)nte il dì et hora la ge sarà (con)segnata acciò si veda che non farà [il] suo debito V(ost)ro Simon de Tassis [Corriere Maggiore, preposto al comando delle Poste] Parte da m(i)l(an)o adì 26 luyo (luglio) 1544 hore Vinti [dalle ore 13 alle 24, è sottintesa la precisazione “di giorno”] [sul margine sinistro, il segno della mano col dito a richiamo del contenuto della spedizione, cioè] L(ette)re p(er) pauia, Voghera et Tertona [Tortona] sovra una valise [di lettere] p(er) Genoa. Co(n)signata a binascho a hor(e) vinteuna et meze Co(n)signata a pauia a hor(e) 23 Consta a uog[h]era a hore 4 di not(t)e Consign(a)ta a Ta[o]rtona a hore 5½ di not(t)e Consignata in arquà [Arquata Scrivia] a hore 8½ Consignata a buzala [Busalla] a hore xi½ [non indicata la stazione di Ponte Decimo forse inattiva, quasi certamente non salariata da Milano, e situata immediatamente prima del capolinea di Genova]. [Nel sottostante doc. lacunoso per guasto meccanico, c’è sul margine sinistro il segno della forca] ∏ [supra]. …poste ces(are)e port[arete] la p(rese)nte stafeta uolando [con og]ni dilligentia caualcando giorno e not[t]e et cadauno de voy sottoscriua [sul]la p(rese)nte il giorno e hora la ge sarà (con)signata acciò si veda che no(n) farà suo debito V(ost)ro simon de tassis Parte de m(i)l(an)o p(er) stafeta adì 18 setembr(e) 1544 hore otto de notte [sul margine sinistro, il segno della mano col dito a richiamo del contenuto] l(ette)re per pauia et Te[o]rtona Co(n)signata a binascho a hor(e) 9½ di not(t)e Co(n)signata a pauia a hor(e) 12 Consta a uog[h]era a hore 16 Conss(e)gn(ata) a Tortona a hor(e) 17½ [Qui correva il confine tra Stato di milano e genovesato, almeno secondo Giovan Maria Vidari, nella sua guida Il Viaggio in pratica, Venezia, presso L. Pavino, 1718, p. 35, apparsa quattro anni dopo il passaggio del dominio in Italia dalla Spagna all’Austria con la pace di Rastatt nel 1714]. Consignata in arquà a hore 21½ Consignata a buzala a hore una di not[t]e [nel caso seguente, emergono difficoltà di passaggi fluviali] …poste ces(are)e port[arete] la p(rese)nte stafeta cum ogni (diligenti)a caualcando giorno e not[t]e et cadauno de voi sottoscriua [sul]la p(rese)nte il giorno e hora la ge sarà (con)signata acciò si veda che mancarà de bono debito [sul margine sin., il segno della forca] ∏ [supra] V(ost)ro Simon de tassis Parte de m(i)l(an)o p(er) stafeta adì 19 setembr(e) 1544 hore 21 Vintiuna [sul marg. sin., il segno della mano col dito per richiamare] l(ette)re p(er) Te[o]rtona Poste aduertiti bene tutti sel ui è restato un plico di alex(andri)a in le bolgette de l’altra notte a hor(e) 2. Il M Speasso d(e)u[e] hauer(lo) expedito et trouandosi mandatilo in qua p(er) staffetta a tutta dilig(enza) et de gra(n) [tempo] usasi dilig(enza) Consig(n)ata a binascho ad hore vintedo et meze [22½] Co(n)signata a pauia a hor(e) 24 Consta a uog[h]era a hore 6 not[t]e, q(u)ello di pauia s[‘]è p(er)so i(n) li boschiui di qua dal po Intardata [Ritardata] a uogera da le hore 6 fino al [suss. a macchia]giorno p(er)ch(è) il quairono [cf., a NO. di MI, Quarona sul T. Scrivia] era grosso et no(n) s[‘]é’potuto passare Conss[e]g(nata) a tortona a hor(e) [susseguente a una macchia] 13 Altro caso, ma senza ostacoli fluviali. Da m(i)l(an)o a Genoua p(er) staf(eta) Coreri delle ces(are)e poste portarete la p(rese)nte stafetta con ogni delligentia caualcando giorno e no[t]te et cadauno de voy sottoscriva [sul]la p(rese)nte il dì e hora la ge sarà (con)segnata acciò si veda che non farà [il] suo debito V(ost)ro Simon de Tassis Parte de m(i)l(an)o p(er) stafetta adì 27 (nove)mbr(e) 1544 a hor(e) 4 not(t)e [sul marg. sin., il segno della mano col dito per richiamare] leit(t)er(e) p(er) Tortona Consig(n)ata a binascho ad hor(e) 6 di not(t)e Co(n)signata a pauia a hor(e) 9½ Consta a uog[h]era a hore 14 Consignata a tortona a hor(e) 15½ Consignata in arquà a hore 20½ Consignata a busala a hore mez(z)a d(i) not[t]e
Ed ecco la trascrizione di una staffetta in senso inverso, cioè da Genova a Milano. (Da) genoua a milano per stafetta Con delligentia volando [sul margine sinistro, il segno convenzionale della staffetta] ∆ [con dentro l’indicazione di] pag(a)ta
Caualari delle poste subito con hogni delligentia Caualcando Zorno e notte portarete lo incruzo pachetto de littere al m(agnifi)co m(esser) Simon de tassis. Et Ciascheduno de voj si sotto scriuerà Il Zorno et hora che vi sarà consegnato a ciò (per)ché si vede chi mancherà di far Il debitto suo. No(n) al[trimenti: così completato per lacuna da guasto meccanico]. Genoua alli 23 di Luglio 1544 a hore cinque di notte. V(ost)ro Agustino de Fabiano [ms. precompilato, tranne data e ora quando presenti; in particolare, la mancanza dell’ora denota una trasgressione oppure una stazione inattiva o saltata: Ponte Decimo, Bectolla, Badia, tutte e tre assenti nell’itinerario testé trscritto MI-GE] Consig(na)to a ponte decimo adì a hore A buzalla adì a hore 8½ a l’alba A arquata adì a hore 11½ A la bectolla [Bettole di Castellà] adì a hore A ta[o]rtona adì a hore 14½ A Vog[h]era adi a hore 16½ A la badia [Bastida Pancarana?] adi a hore A pauia adi a hore 19½ A binascho adi a hore 21½ A Milano adi 24 [?] a hore 22 Post[i]eri [maestri delle stazioni] vi dico che questo [di]spachio va a conto dil S(ign)or Simon (de Tassis) (per)ché da luj saretti tut[t]i pagati et no(n) manchati di uzar hogni exstrema delligenz(i)a per(o)cché è Cosa che m(im)porta. Q Inoltre, si riportano due cavalcate, assimilabili comunque a casi di staffetta, probabilmente corrispondenti appunto a una staffetta ordinaria, cioè periodica (e pagata), tenuto conto del testo codognano sopra segnalato, apparso nel successivo secolo XVII. Ecco una delle due cavalcate. Da m(i)l(an)o a Genoua p(er) caual(ca)ta volando Cauallari d(e)lle Poste Ces(are)e portarete la p(rese)nte Caual(ca)ta con ogni d(il)igentia et ci[a]scaduno di voy sottoscriua aciò si vede chi no(n) farà el suo d(e)bito V(ost)ro Simo(n) de tassis [interposti i segni convenzionali di croce decussata a forma di doppia X e quello minatorio della forca: cf. supra Cappelli, Dizionario cit. Parte da m(i)l(an)o adì 30 9(novem)br(e) 1544 a hore sette notte. [interposto il segno della punta di un dito a richiamo del contenuto della spedizione, cioè] Littere p(er) pavia [e]t Tortona Co(n)signata a Binasco a hor(e) 9 d(i) not[t]e C(o)ns(igna)ta a pauia a hor(e) 12 C(o)nsta a uogera [Voghera] a hore 19 Consignata a Tortona a hore 21½
Consignata in arquat(a) a hore 3 d(i) notte [non indicata la stazione di Busalla, nonché, come nel caso successivo, quella di Ponte Decimo, forse inattiva, e il capolinea di Genova] Anche nella seconda cavalcata qui trascritta sono interposti i segni convenzionali di croce decussata a forma di doppia X e quello minatorio della forca (supra riguardo all’altra cavalcata). Da m(i)l(an)o a Genoua p(er) caualcata volando Cauallari d(e)lle Poste Ces(ar)ee. Portarete la p(rese)nte Cau(alca)ta co(n) ogni dilligentia al suo Camino caualcando giorno et notte et cadauno di voj sottoscriua la p(rese)nte [con il giorno e l’ora in cui vi sarà consegnata] acciò si veda chi di voj mancherà d(e)l suo debito [interposti i segni convenzionali di croce decussata a forma di doppia X e quello minatorio della forca: cf. supra Cappelli, Dizionario cit.; quanto alla doppia croce in senso diverso, C. Fedele cit. in G. Migliavacca e T. Bottani, Simone Tasso e le poste di Milano nel Rinascimento, Museo dei Tasso e della St. post., Camerata Cornello, p. 121] V(ost)ro Simon d(e) Tassis Parte da m(i)l(an)o adì 15 X(dicem)bre 1544 hore sedeci dico 16 [interposto il segno della punta di un dito a richiamo del contenuto della spedizione, cioè] Littere p(er) pavia et torn[t]ona Cum uno Fac[g]otto et uno mazo p(er) Genoua. C(o)nsignata a binascho a hore 19½ C(o)ns(igna)ta a pauia a hor(e) 22½ Consta a uog[h]era a hore 6 not(t)e Consignata a torn[t]ona a hore 9½ di not(t)e Consignata in arquà a hore 17 Consignata a buzala [Busalla] a hore 22½.
In questa tabella i dati sono stati arrotondati per eccesso, anche perché il calcolo della velocità si basa necessariamente sulla lunghezza delle strade attuali. Pur nell’eseguità dei casi, emerge per lo più la maggior velocità, nel tratto Voghera - Tortona più che raddoppiata (9 km/h rispetto a 4 km/h), nelle staffette tout court rispetto alle cavalcate (nella normativa degli Ordini sopra citati è previsto al f. 3 che «Le Staffette per Genoa non han(n)o de eccedere hore decenoue, et le caualcate hore trenta saluo giusto impedimento»: in realtà, il totale delle medie nella tab. 1 è pari a 24 ore).
Proprio a proposito di una di queste cavalcate, precisamente quella del 30 novembre 1544, la stessa si trova unita con spago ad un testo che “getta luce” sulle cavalcate intrecciate alle staffette e sulle categorie dei loro destinatari: personaggi, ambasciatori e nobili. Il tutto a spese del «servizio di Sua Maestà». Questo il testo del documento sottoscritto in pari data da Bernardino Moccia, un segretario a livello governativo. S(igno)r m(aest)ro di poste di ordine di sua ecc(ellenz)a espedirete subbito li p(rese)nti suoi Plichi a napoli [aggiunta interlineare: al campo (dell’esercito)] a venetia et a Genoua, a nap(oli) al S(igno)r Thomasso Cambi, per staffetta. In tutta dilig(enz)a, et a venetia al s(igno)r ambax(ia)tor Don diego de mendoza per Caualcata, et a genoua al s(igno)r ambax(ia)tor figueroa, et al s(igno)r p(rincip)e doria, medesma[me]nte per Caualcata, ch(e) tutte son cose ch(e) importano al ser(vizi)o di sua m(aes)tà. Dat(a) in m(i)l(an)o a xxx (trenta) di nou(em)bre 1544 a hore cinque di notte. [f.to] Ber(nardi)no moccia
Si espone adesso in forma tabulare una selezione di staffette effettuate nel 1544 con i rispettivi luoghi di partenza e di destinazione (ASMI, Misc. cit., cart. 41, nonché cart. 42 per staffette CR-MI, MI-GE, PV-GE).
Una staffetta Milano-Roma nel 1545 Infine, riguardo a una staffetta di lungo percorso, come quella di Roma, si mostra un documento manoscritto precompilato con la serie di 40 stazioni da Milano a Roma, e riempito, ma non sempre, con data e ora. A margine e alla fine c’è anche qualche osservazione specialmente su ritardi (ibid., cart. 43). Delle staffette inviate a Roma c’è traccia nelle cortesi trascrizioni online di Marco Gerosa in vista di questo Convegno 2012 a Camerata Cornello: in particolare, due mandati di pagamento a Simone Tasso in data 5 e 14 maggio 1551 ambedue di scudi 14 (d’oro) per una staffetta a Roma (9). Da m(i)l(an)o p(er) stapheta Volando hore doy et meza nocte [sul margine sinistro, segno di staffetta] ∆ [con dentro la scritta] pagata Caualari d(e)lle Caes(ar)ee poste portareti la p(rese)nte stapheta co(n) oggni diligentia in nome D(e)l m(agnifi)co m(es)s(er) Gio(van) ant(oni)o Tasso loco tenente d(e)lle poste Ces(ar)ee, in Roma Caualcando giorno et notte et cadauno di uoi sottoscriva la p(rese)nte g(iu)nto la ge serà Consegnato acciò si ueda ch(i) mancherà d(e)l suo debito. [Di seguito, nel margine destro, forse autografico] prego fat[t]i dilige(n)za qua(n)to se p(u)ò R(icever)e sono aue(r)tendo in ordine ma(ssim)e darne li v(ost)ri dinari senza fallo tuo Simo(n) de tassis [sul margine sinistro altro segno di staffetta] ∆ [con dentro la scritta] pagata Parte de m(i)l(an)o adì 6 zenaro (gennaio) 1545 hore 2½ not(t)e A meregnano adì 6 hore 4 A lodi adì hore 6 A Zorlescho adì hore 8½ [aggiunta nel margine sin., preceduta dal richiamo di una croce obliqua] tardasi la notte da Zor(les)co a Piasenza [ore 6½] p(er) no(n) uoleno aprire Poste aduertesi b(en)e a chi tocharà de mettere questa staff(etta) en la cau(alca)ta ch(e) hogi di qua si è expedita et se mai usasti extrema diligentia intant(o) p(er) la sechia co monete solite di o(ro) usatila di p(rese)nte ch(e) ue ne p(re)go chiaram(en)te p(er) esser(e) importan(tissi)ma A Piasenza adì hore 15 A Fontana adì 7 hore A Borgo san donino adì hore 9 A Castel ghelfo adì hore A Parma adì 7 hore 24½ Alla Masone adì hore A Rezzo (Reggio) adì 7 hore 6½ A Marzag[l]ia adì 8 hore 16 A modena adì 8 hore A Castelfrancho adì 8 hore A anzola adi 8 hore A Bologna Va ualigia adì 8 hore 3 A Pianora adì 8 hore 4 A Loyano Xma ualigia adì 8 hore 11 A Preda(Pietra)mala adì 9 hore 17 A Refredo adì hore A Scarparia adì hore A Vaglia adì hore 1 di not(t)e A fiorenza adì 9 hore 3 di notte [aggiunta nel margine sin.] M(esse)re Gianaton(i)o, tardasi la notte assai p(er) aprir le porte c(on) la chiaue stanotte lo filippo dialt stante nelle case a m(iglia) duanono [29?] Pacho chon V(ostra) S(ignori)a e ui precho immantin(ente) a te emzo dianari dianari A san Cas(ci)ano adì 10 hore 10½ [nel margine destro] tardita no(n) excusabile mol(t)o P(rim)a si è dal borgo (san Donnino) a Parma p(oste) 4 e di parma a rezo (Reggio) p(oste) 2 et di pianoro a fiorenza p(oste) 8 e di P(arm)a uerso Siena p(oste) 8 et di vit(er)bo a nap(o)li da hore 22 a hor(e) 21 al dì 14/1 hore 20 et che sin(o) poste fastidiose et terribili se gli date con li rimpiazi A le Tauernelle adì 10 hore 15 A stagio (Staggia) adì hore 17 A Siena adì 10 hore A lusignano adì 10 hore 23½ A Tornieri adì 10 hore 2½ A la Scala adì 10 hore 4½ A la paglia adì 11 hore 9 A Ponte Sa(Ce)ntino adì 11 hore 14 A San Lorenzo adì 11 hore 16½ [nel margine sinistro] M(esse)re Gianat(oni)o ui p(re)cho mi mandiate il mio preuisto altrimenti trouate di uiso[r]mi li conti … A Mo(n)te fiascon(e) adì 11 hore 20 A Viterbo adì 11 hore 23½ A Roncigliano adì hore 2½ A monte roso adì hore A Bachano adì hore A lisola adì hore A Roma adì hore [alla fine e al centro del doc.] m(e)s(ser) Gia(n) ant(oni)o mio Car(issi)mo ui auiso com(m)o la ∆ta è stata in Questa no(t)te di la da Secchia che no(n) a pusuto pasare E gionta ali 8 e a or(e) 16 a marzana [Marzaglia] E mi subito l’o ma(n)data in qua no(n) altro a uoi p(er) infinito molto mi ricom(m)a(n)do Io Gioan(n)o paz(z)an Com(m)o fra(te)llo
* * * Il “malloppone” alla fine, anche per motivi personali di forza maggiore, non è stato dominato. Ma, come il fondo miscellaneo di cui è riflesso, non è prodigo di scoperte, di scoop. Il fatto è che immancabili sono gli innumerevoli scarti che ostacolano lo sfruttamento di queste fonti dirette nella ricerca, vuoi per l’assenza di data completa di anno, vuoi per altre lacune, di questi fogli volanti, come le staffette.
Per la pubblicazione dei facsimili sopra riportati: Nulla Osta dell'A.S.MI 12.6.2012 - prot. 3500/28.13.11 con iscriz. nel registro al n. 26/2012.
1) Sulle Fonti di Storia Economica, appunti raccolti alle lezioni del prof. Federigo Melis a cura del dr. Bruno Dini, Università di Firenze, A.A. 1963-64, pp.7, 56, 117. 2) Guida Generale degli Archivi di Stato Italiani, Roma, 1983, vol. Il, pp. 902, 903, 913 3) in A. Serra, «Viaggio a 'mezza posta' e un inedito di Codogno», Posta per Aldo, Quaderno lssp n. 31, Prato 2011, p. 7 4. 4) Ottavio Codogno, Nuovo Itinerario delle Poste Per tutto il mondo, Milano, Appresso G. Bordoni, 1608, pagine e testo, con impiego del grassetto per evidenza !ematica. 5) ASMI, Finanze p.a., cart. 978, f. l v; doc. trascritto, col titolo «Ordini dell'anno 1551 »,in G. Migliavacca e T. Bottani, Simone Tasso e le poste di Milano nel Rinascimento, Museo dei Tasso e della Storia postale, Camerata Cornello, p. 214 s.) 6) A.S.MI, Miscellanea Storica, rispettivamente cart. 42, per due staffette, compresa quella in senso inverso, e cart. 41 per altre tre staffette e le due cavalcate, tutte e sette spedite nel 1544. 7) Enciclopedia Europea, vol. 5, p.286. 8) A. Serra, «Corrieri e postieri sull'itinerario Venezia-Roma nel cinquecento e dopo>>, Le Poste dei Tasso, un'impresa in Europa, Comune di Bergamo, 1984, p. 47 s.
9) ASMI, Registri delle cancellerie dello Stato, serie
XXII-Mandati, reg. 9, f. 175v e f. 210. | ||||||||||||||||||
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