storia postale

 

 



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Alcune note su due documenti del servizio
delle Casse di Risparmio Postale

di Marino BIGNAMI

Dopo l'Unità d'Italia i cosiddetti "servizi a denaro" delle "Regie Poste" erano inizialmente dedicati prevalentemente al deposito e al trasferimento di somme nell'ambito del servizio postale.
Erano servizi a volte di tipo parabancario, altre volte sono stati servizi decisamente di tipo bancario ed in concorrenza con esso. Infatti furono osteggiati duramente per anni dal sistema bancario dell'epoca. Questi documenti pur nel breve periodo ci mostrano la rapida modifica e l'adattamento delle norme nel corso degli anni all'introduzione di altri servizi. Nel 1875 i politici furono convinti dal ministro Quintino Sella ad introdurre il servizio di raccolta del risparmio postale (da lui sollecitato sin dal 1870), enfatizzando l'utilità sociale di tale servizio e le potenzialità di sviluppo del risparmio nazionale che le Regie Poste potevano favorire con la loro presenza capillare sul territorio.

I servizi a denaro (che ebbero in seguito notevole sviluppo e diversificazione) vennero istituiti con legge del 27 Maggio 1875 n° 2779 che recitava: "...sotto la guarentigia dello Stato e compenetrate nella Cassa Depositi e Prestiti..." . Cominciarono quindi con l'istituzione delle "Casse di Risparmio Postale" il cui denaro raccolto fu utilizzato per finanziare la "Cassa Depositi e Prestiti", ente deputato ad erogare prestiti ai Comuni italiani con finalità sociali, per concorrere allo sviluppo della giovane Nazione.
L'iter fu lungo e a seguito della messa a punto del regolamento si ebbe l'emissione del Regio Decreto n°2810 (Serie 2a) del 9 Dicembre 1875 che all'art. 2 stabiliva che gli uffici postali designati dalle Direzione Generale delle Poste erano autorizzati a funzionare come succursali della Cassa di Risparmio Centrale, e che iniziassero il servizio a partire dal 1 Gennaio 1876.

Per alcuni periodi di tempo i depositi ebbero alcune limitazioni atte a scoraggiare i grandi investitori, limitando la cifra su cui calcolare gli interessi, perché il servizio era rivolto soprattutto al piccolo risparmio famigliare. I libretti di risparmio furono il primo servizio di raccolta di risparmio pubblico, operato da un organismo del nuovo stato italiano e principalmente finalizzato alla previdenza famigliare. Il denaro accumulato era convogliato nella "Cassa Depositi e Prestiti" che a sua volta lo distribuiva (contro interessi) per realizzare opere di pubblica utilità. In pratica i numerosi uffici postali aperti rastrellavano le risorse risparmiate dalle famiglie e investite, con la garanzia dello stato, dalla "Cassa Depositi e Prestiti" per lo sviluppo di infrastrutture di pubblica utilità.
Il risparmiatore con il primo versamento entrava in possesso di un libretto nominativo su cui l'ufficiale postale annotava i versamenti e i prelievi e rilasciava una ricevuta staccata dal libretto stesso. Per i versamenti di cospicuo importo (inizialmente superiori alle 10 lire poi di 50, la Direzione Generale inviava al depositante una conferma su apposito modulo (vedi sotto un modulo del 1882).

A fine anno,(calcolato sulla data di apertura del conto) contro invio del libretto alla Direzione Generale delle Poste, erano calcolati e accreditati gli interessi. (vedi sotto le avvertenze e il regolamento per la liquidazione degli interessi stampato all'interno del modulo)

Sopra bollo della Direzione Generale applicato al conteggio interessi

 

Presento i due libretti di fine Ottocento dello stesso risparmiatore, che pur espletando lo stesso servizio presentano delle diversità nel nome e nelle pagine interne.
Uno con copertina rossa intitolato "LIBRETTO", utilizzato dal 1884 al 1891 e uno con copertina verde intitolato "LIBRETTO DI CONTO CORRENTE" usato dal 1891 al 1894. Il libretto rosso ha la particolarità di negare la definizione riportata in copertina "LIBRETTO" perché nelle pagine centrali utilizzate per la descrizione dei movimenti del denaro riportano la scritta "conto corrente ", penso nel senso di trascrizioni del dare e avere.

Libretto rosso: notare a sinistra sulla pagina dei movimenti la scritta "CONTO CORRENTE"

Questa definizione di "Libretto di conto corrente" (verde) , non ha nulla a che vedere col servizio parabancario di tipo moderno nato nel 1918 dopo la Grande Guerra. Ne ha sicuramente con il servizio di spedizione con pagamento collettivo e anticipato delle stampe periodiche e dei giornali introdotto il 1º luglio 1874 per evitare agli agenti postali l'incombenza dell'annullamento delle affrancature e agli editori l'obbligo della francatura con francobolli. In sostanza si obbligavano i mittenti di tali spedizioni ad aprire un conto corrente con un deposito da cui l'ufficio postale prelevava la somma corrispondente alla spedizione. Sugli oggetti inviati era obbligatoria la scritta "Conto corrente colla posta" All'interno delle copertine dei libretti sono stampate delle norme (che trascrivo in pdf per facilità di lettura) del servizio che sono identiche, la sola differenza sta nelle cifre come limite inferiore del deposito: 10 lire (libretto rosso) e 50 lire (libretto verde) , che facevano prevedere (come già detto) una conferma scritta su apposito modulo dalla Direzione Generale delle poste dell'avvenuto deposito. Questo evidentemente per un controllo dell'esattezza dell'operazione da parte del titolare del libretto di prelievi e depositi. Il libretto rosso inoltre a differenza di quello verde, possiede anche delle cedole di ricevuta per il rimborso di cifre del deposito, che prevedeva per i prelievi consistenti una prenotazione della cifra, ed anche una delega ad altra persona per l'autorizzazione al ritiro della somma.

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