storia postale

 

 



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Visita del Führer in Italia
"3 maggio 1938 - ore 12 - breve sosta a Verona"

di Luigi Ruggero CATALDI (L'Annullo n. 119/1998 - La Voce Scaligera 1984)

La visita del Führer in Italia dal 3 al 9 maggio 1938 fu un avvenimento eccezionale che accese di entusiasmo tutto un Popolo.
Per tale occasione furono predisposti dalla Direzione Generale delle Poste degli annullamenti speciali, invero pochini, che dovevano obliterare la corrispondenza in partenza, nei suddetti giorni, da Firenze, Roma e Napoli (vedi fig. 1 ).
A Roma, per i giornalisti tedeschi, venne allestito un Ufficio Postale in una sala dell'Albergo Maestoso. Detto ufficio fu dotato di un timbro di gomma rettangolare (per uso interno) con la leggenda a tre righe "DIREZIONE PROV.le PP. TT. / ROMA / Ufficio Albergo Maestoso" e di un timbro circolare a mano (del tipo Guller) senza alcuna dicitura che, in gergo filatelico, viene chiamato "muto" (vedi fig. 2). Questo annullo non timbrava i francobolli apposti sulle lettere ma solo le ricevute delle Raccomandate e dei Telegrammi (le lettere venivano appoggiate a Roma Ferrovia).
Nessuno a Roma pensò che a Verona era prevista una sosta tecnica per il cambio della trazione. Ma il Federale Sandro Bonamici da una parte e un attivissimo gruppo filatelico dall'altra, organizzarono una piccola ma intensa manifestazione della quale, ancora oggi dal punto di vista filatelico, si parla con interesse .

Fig. 4

Bonamici consegnò all'illustre ospite una bella e grande riproduzione in bronzo della statua equestre di Cangrande della Scala mentre, in un locale posto a fianco dell'allora saletta Reale della Stazione di Verona Porta Nuova, alle ore 12 precise, cominciò a funzionare un Ufficio Postale e Telegrafico munito di annullo speciale con la seguente dicitura: "UFFICIO SPECIALE STAZIONE - VERONA - 3.5.38 XVI 12.".
L'Ufficio funzionò solo 40 minuti ed obliterò solo alcune corrispondenze (pochissime cartoline e qualche lettera) oggi rarissime e ricercatissime dai collezionisti (vedi fig. 4).
Furono anche apposte 28 impronte su altrettanti francobolli della Serie Imperiale attaccati con linguella ad un foglio di carta bianca poi divisa in due perché ingombrante: quest'ultimo un vero pezzo d'amatore (vedi fig. 5).
Mentre la locomotiva tirata a lucido, fasciata di bandiere tricolori con stemma sabaudo e da grandi labari con le croci uncinate, sbofonchiando sorniona infilava la linea del Sud per "concedersi" ad altre genti plaudenti, Bonamici, visibilmente soddisfatto, tornava al suo ufficio ed anche l'Ufficio Postale levava le ancore dopo aver funzionato solo 40' per la gioia dei presenti e quella, postuma, degli amanti della Storia.



Fig. 5




Il medesimo bollo indicante, dopo la data, la "lineetta" anzichè le ore

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