storia postale

 

 



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consegna espresso... in franchigia

di Marino BIGNAMI

Il servizio espresso (cioé la consegna immediata al destinatario eseguita appositamente con fattorino) era applicabile a tutte le corrispondenze postali, la tassa relativa al servizio doveva essere pagata interamente dal mittente applicando sia il francobollo speciale che qualificava il servizio, sia i francobolli normali (e dopo il 1928) anche con affrancatura meccanica purchè la qualifica del servizio fosse vistosamente segnalata sull'involucro.
La relativa tariffa doveva essere applicata in partenza e non era concessa nessuna riduzione.
La normativa non faceva eccezioni di sorta al pagamento anche se ad inviare la missiva fossero stati uffici statali che godevano della franchigia o uffici che potessero spedire con tassa a carico del destinatario.
Come unica eccezione le poste prevedevano che solamente la corrispondenza strettamente d'ufficio del servizio postale potesse godere della consegna espresso in franchigia.
Come é noto la consegna espresso della corrispondenza era ovviamente prevista anche per i telegrammi, infatti ambedue i servizi al loro arrivo nell'ufficio postale di destinazione erano consegnati ai destinatari immediatamente da fattorini appositi al di fuori degli orari di consegna della corrispondenza ordinaria.

Verso il 1907-1908 a causa del grande numero di telegrammi inviati in franchigia da parte dei funzionari statali, che creavano ritardi a tutto il servizio telegrafico nazionale, l'amministrazione postale creò un ibrido che si prefiggeva di salvare "capra e cavoli".
Per ovviare all'intasamento delle linee telegrafiche e contenere i tempi di consegna della corrispondenza dell'amministrazione dello Stato venne creato per i soli enti statali previsti dalla normativa un particolare servizio postale celere denominato "Telegramma espresso di Stato".
Con questo servizio, che faceva trasportare nella notte i moduli dagli ambulanti postali ferroviari, si riusciva a portare a destinazione velocemente la corrispondenza dell'amministrazione statale e liberare il servizio telegrafico da un grande numero di messaggi degli enti statali, spesso molto corposi e poco adatti al servizio telegrafico.
I testi di questo innovativo servizio dovevano essere stesi su appositi moduli del servizio telegrafico e seguire un iter stabilito che prevedeva controlli molto severi.
Per questo servizio vennero predisposte anche delle coincidenze postali e ferroviarie, (per agevolare il servizio agli uffici postali coinvolti, vennero consegnati elenchi dei treni postali con le varie coincidenze). I Telegrammi-espressi di Stato erano consegnati dai mittenti agli uffici telegrafici nel pomeriggio, presi in carico dagli ambulanti e nella notte potevano fare il percorso in treno riuscendo a far arrivare i "Telegrammi espressi di stato" a destinazione in orario per la consegna con la prima distribuzione postale.

Questi invii ebbero perciò un trattamento di favore nei canali postali, erano una mescolanza fra il "fuori sacco" , "l'espresso" ed il "telegramma", erano vergati su moduli del servizio specifico Mod. 25 quater (ex telegrammi), dovevano essere consegnati aperti, subivano un controllo dell'ufficio telegrafico di partenza per constatare che non fossero comunicazioni personali; se accettati, erano protocollati e timbrati a data in colore rosso ed inviati in stazione ferroviaria in tempo utile per il treno postale, affinchè arrivassero a destinazione nella mattinata seguente.
All'arrivo erano presi in carico dal servizio consegne dei telegrammi e degli espressi (su cui avevano precedenza assoluta) e consegnati con il fattorino all'apertura degli uffici.
Gli stessi messaggi se fossero stati inviati come telegrammi sarebbero arrivati all'ufficio telegrafico nella notte e messi in distribuzione (come da regolamento) dalle sei del mattino, un anticipo inutile visto che gli uffici statali aprivano solamente alle nove.

Nel 1912 con il miglioramento dei rapporti fra ferrovia e Regie poste e la diffusione degli ambulanti e dei messaggeri postali, il servizio venne semplificato per poterlo estendere a tutti gli uffici statali che avevano diritto alla franchigia con l'applicazione del bollo ovale in dotazione. Il modulo era sempre definito "Telegramma espresso di Stato", manteneva il privilegio del servizio espresso alla consegna ma era preso in carico dall'ufficio postale che lo trasmetteva come posta ordinaria agli ambulanti postali in un plico destinato anche agli espressi. Arrivati a destinazione era consegnato ai destinatari col servizio espresso su cui avevano conservato la precedenza.
Questo servizio espresso in franchigia é stata l'unica eccezione di consegna espresso al di fuori del servizio interno postale senza pagamento del servizio, forse perchè erano stati fatti rientrare in una categoria speciale dei telegrammi.
Ma il lupo perde il pelo ma non il vizio......

Fronte e retro dove sono concentrati tutti i passaggi del "Telegramma espresso di Stato" (il protocollo dell'ufficio ministeriale di partenza in alto a sinistra in cartella):

1) - In alto a destra il bollo dell'ufficio emittente "Ministero Pubblica Istruzione"(poco visibile).

2) - Bollo rosso di accettazione dell' "ufficio telegrafico del ministero" in data 31 Dicembre 1910.

3 )- Numero di protocollo dell'ufficio telegrafico che sigillava sul lembo dell'indirizzo.

4) - Il bollo *Roma Centro* (ESPRESSI) 29.05.1910 ore 13 - del transito in stazione con il servizio espressi in buste separate.

5) - Al retro bollo rosso MILANO FERROVIA *ESPRESSI* 30.5.1910 (ore) 7 .

6) - Bollo rettangolare rosso ESPRESSO N°.... con la data 30-GEN 1910 Consegnato al fattorino (manoscritto in blu) N° 12 alle ore 8,10 (?).

Su retro del Telegramma espresso di Stato erano riportate le AVVERTENZE per l'uso del servizio
Per una comoda lettura cliccare

In seguito ad un uso abnorme anche di questo servizio nel 1922 la procedura venne sospesa e il servizio urgente in franchigia per gli uffici statali modificato e declassato a posta ordinaria anche per la consegna. Il modulo era anch'esso logicamente utilizzato in franchigia da chi ne aveva diritto con il relativo bollo ovale dell'ufficio. I sindaci come di consueto affrancavano con il 50% di tassa.
Nei primi tempi i moduli rimasero inalterati cambiando solamente l'intestazione esterna dove era vergato l'indirizzo, e perché non dessero adito ad ambiguità, ebbero la qualifica di "Biglietto postale urgente di servizio" pur conservando all'interno la vecchia intestazione.
Successivamente vennero emessi nuovi moduli e cambiato il formato. I moduli pur riportando l'emblema dello stato non recando alcuna impronta di valore furono stampati da tipografie private, originando una moltitudine di tipi con varianti di carta, colore, dimensioni e scritte.
Su alcuni moduli era stampata una raccomandazione che la dice lunga sulla considerazione che godeva da parte dei funzionari statali: "da recapitarsi coi mezzi ordinari e da aprirsi subito dall'ufficio destinatario".

1912 - Il modulo TELEGRAMMA -ESPRESSO DI STATO mostrato ripiegato. E' stato inviato dal Ministero Istruzione Pubblica, poco prima della modifica del servizio del 1912.
1920 - Lo stesso modulo titolato all'esterno come BIGLIETTO POSTALE URGENTE DI SERVIZIO E' inviato dall'Ispettorato Scolastico di Ventimiglia con il semplice bollo ovale di franchigia. Internamente non è stato modificato e riporta la scritta: TELEGRAMMA-ESPRESSO DI STATO. E' stato consegnato con il servizio Espresso
1927 - Esempio di uno dei tanti moduli in franchigia denominato BIGLIETTO URGENTE DI SERVIZIO E' inviato dal Ministero delle finanze con il semplice bollo ovale di franchigia. Viaggiava in franchigia ma trasportato e consegnato come posta ordinaria.



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