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Considerazioni su buste contenenti la corrispondenza, la scrittura e... la grafologia
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di Marino BIGNAMI |
Quale fascino emanano le vecchie lettere vergate a mano! Oggi purtroppo la gente non scrive più, io stesso, facendo un po' di conti, mi sono accorto che é almeno un decennio, o forse più, che non scrivo una lettera manualmente. E voi? Internet e telefonini hanno ormai preso il sopravvento, si scrive ancora, ma sulla tastiera! Oramai si comunica tramite e-mail e sms,perché sono metodi pratici, veloci, economici e comunicano in tempo reale. E se ti capita di inviare una lettera, spesso è stata stampata da Word e riporta sulla busta una impronta meccanica invece del francobollo.
E il collezionismo storico-postale che fine farà, se delle comunicazioni moderne non rimarrà traccia? Le vecchie lettere integre complete dello scritto che noi collezionisti abbiamo raccolto, fra alcuni secoli saranno oggetti strani e alla pari degli "ostraca" antichi, saranno guardati come reliquie del passato, forse saranno studiate nelle università per capire la vita della gente comune dei secoli passati.
Si chiederanno come avveniva praticamente la comunicazione scritta, dove si procuravano carta e penna e perché applicare quello strano pezzo di carta colorata chiamato francobollo. E poi scomodarsi ad uscire di casa per andare all'uffici postale o trovare una cassetta di impostazione. Noi che abbiamo una certa età l'abbiamo vissuta questa metodica e possiamo parlarne con esperienza personale diretta, ma già i nostri figli ne sanno poco o nulla, figuriamoci i nipoti!.
Noi cultori di storia postale raccogliamo corrispondenza la più varia: buste con lettere, cartoline, stampe e documenti di ogni genere e ne preserviamo la scomparsa. Ne studiamo le tariffe, le affrancature e gli itinerari, gli annulli e i bolli, però ricordiamoci anche degli scritti che hanno generato la corrispondenza; le buste quando contengono lo scritto devono essere conservate integre come documento del passato, anche questo può essere interessante, a volte molto interessante.
Molto spesso l'interno delle buste offerte dal mercato filatelico è purtroppo vuoto, se contiene ancora lo scritto è perché è stato trascurato dal commerciante che ne è entrato in possesso, la ragione é che spesse volte per risparmiare volume e peso della loro merce alcuni commercianti hanno avuto , e hanno, la pessima abitudine di vuotare le buste dagli scritti eliminandoli; separano così l'oggetto della comunicazione dall'oggetto che ne ha permesso il viaggio fino al destinatario, vale a dire ne hanno snaturato lo status comunicativo.
E' vero che il foglio interno era solo carta scritta senza segni postali e quasi sempre irrilevante da un punto di vista postale, ma portava una comunicazione che un personaggio quasi sempre scomparso ha inviato ad un altro anch'esso venuto a mancare; le corrispondenze quindi sono un frammento del passato che ci possono trasmettere sentimenti ed eventi anche se minimi: un ricordo di gente e di tempi che non esistono più e che ora rivivono per noi con il loro scritto e ci comunicano informazioni anche nascoste. Come? Con l'analisi dello scritto.
Leggendo la corrispondenza sorge spesso la domanda: che tipo era lo scrivente? Che carattere aveva? Béh anche questo può essere indagato con la "Grafologia", almeno così sostengono i cultori di questa disciplina. Un mio conoscente, cultore di "Grafologia", sostiene che tale disciplina interpreta le particolarità e le differenze, e come le impronte digitali che sono uniche di ogni individuo , così lo sono anche le tracce grafiche. L'amico sapendo della mia attività di collezionista di storia postale mi ha chiesto alcune riproduzioni di questi scritti, mi ha spiegato che gli occorrevano riproduzioni di almeno una quindicina di righe su un foglio intero di lettera e che avessero un tratto personale. Alla mia richiesta quale poteva essere la discriminante fra scritti anonimi e scritti con personalità si è offerto di darmi alcuni chiarimenti in merito.
Mi ha detto anche di scartare le lettere commerciali più antiche: le cosiddette prefilateliche sono scritte a penna ma spessissimo non sono adatte, perché la firma apposta é sicuramente del responsabile, mentre il testo é stato spesso vergato dallo scrivano, cioè da un professionista della scrittura, quindi eseguita con modalità impersonale legata alle regole commerciali e alla necessità di privilegiare la comunicazione aziendale
In effetti se ci si sofferma sugli scritti si rimane colpiti dalla differenza grafica con cui si sono vergati i documenti. Sorvoliamo sulla natura della traccia grafica lasciata da inchiostri di vario tipo con pennini di tipo diverso usati con la cannuccia oppure con la penna stilografica dai colori blu, rossi e qualche volta verdi, e se tracciati dopo gli anni Cinquanta anche con la penna a sfera di vari colori.
Quando sono molto antichi possono essere vergati in bella calligrafia e addirittura con la penna d'oca.
Il grafologo mi ha spiegato che se osserviamo le scritture relativamente moderne del Novecento noteremo che la grafia spesso è poco leggibile, dovuta ad un peculiare tratto personale perché lo scrivente ha maturato un suo codice di scrittura legato alla sua personalità, con caratteri diversi dalla scrittura insegnata ad un ragazzo, perciò disciplinata e tabulata dall'impostazione scolastica.
Sono queste "libertà" e invenzioni grafiche sviluppate dallo scrivente che unite all'impostazione della totalità dello scritto, ci rivelano il carattere di chi ha vergato la comunicazione. Mi ha spiegato che per una analisi grafologica innanzitutto si deve fissare l'attenzione sulla carta su cui è stato scritto il testo, vedere se il foglio è bianco o colorato oppure ornato da disegni, (anche questo ha importanza) poi si deve fissare l'attenzione sullo strumento usato: penna stilografica, biro o matita. E' importante anche il colore dell'inchiostro e la dimensione delle lettere e la pressione esercitata dallo scrivente . Importantissimi sono poi anche i margini del foglio lasciati liberi dallo scritto .
Lo sviluppo degli occhielli e delle aste dei caratteri che vanno sopra o sotto il rigo, l'inclinazione della scrittura e l'inclinazione del rigo, i trattini delle ti, la formazione delle emme, il modo di vergare la gi e tante altre particolarità, sono tutti elementi fondamentali per una analisi grafologica.
Inoltre, perché una lettera abbia un valore da un punto di vista grafologico, adatta quindi a determinare il carattere del mittente, deve essere vista anche nel suo insieme e tenendo conto anche delle norme di comportamento dettate dagli usi della società in cui è stata vergata.
Quanti segreti ci possono svelare gli scritti nascosti nelle buste, conserviamoli gelosamente!
Vi accludo dei saggi di scrittura che hanno interessato il grafologo mio conoscente, che ne ha messo in luce, a suo dire, alcuni tratti salienti del carattere dei mittenti.
( Gli scritti sono su fogli della stessa misura (A4) ed evidenziano la diversità di dimensione e di ordine.)
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1921 giovane donna - egocentrica, diffidente, permalosa. |
1924 giovane uomo - introverso,scrupoloso, affidabile. |
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1937 uomo maturo - estroverso, intelligente, equilibrato. |
1954 giovane uomo - intelligente, irascibile, scontroso. |
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