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Conflitti, occupazione territoriale e censura postale... Tardiva

di Marino BIGNAMI

Con la nascita del servizio corrieri nel tardo Medioevo l'inviolabilità della corrispondenza è stato un principio ottenuto con la sigillatura dei messaggi da parte dei mittenti e sempre dichiarato, ma non sempre rispettato, da chi materialmente ne faceva il trasporto o ne controllava l'itinerario. In ogni caso se violazione ci fu nel periodo, questa era praticata al fine di spionaggio politico o commerciale non certo per la modifica del testo.
In tempi moderni nel regno di Sardegna prima, e successivamente dopo l'Unità d'Italia, l'inviolabilità della posta nel nostro Paese venne proclamata dal regolamento e rispettata.
Infine con la costituzione dell'U.P.U. nel 1897 l'inviolabilità divenne la norma per tutti gli aderenti all'Unione, la censura era ammessa e regolamentata dall'ente solamente durante le guerre dichiarate.
La convenzione U.P.U. non ammetteva la censura della corrispondenza di un paese che non fosse ufficialmente conquistato e militarmente occupato. Questo principio fece perdurare la censura postale anche per lungo tempo dopo la fine della guerra in alcune aree occupate dal nemico ed anche nei luoghi di controversie per la sovranità dei contendenti.
Il 27 Luglio 1929 a Ginevra, convocata dal governo svizzero, venne sottoscritta anche dall'Italia una convenzione mondiale per il miglioramento delle condizioni dei prigionieri di guerra, dei feriti e dei malati degli eserciti belligeranti, in essa erano previste e regolamentate anche le operazioni di censura militare sulla corrispondenza dei prigionieri.
La censura sistematica ufficiale della corrispondenza civile e militare è stata applicata legittimamente secondo le convenzioni U.P.U. solamente nei due conflitti mondiali, sia durante la Prima, sia durante la Seconda Guerra Mondiale; fu applicata perciò massicciamente nel secolo Ventesimo in deroga alle normative postali di pace.
Riferendoci alla Prima Guerra Mondiale, il 23 Maggio 1915, giorno prima dell'entrata in guerra contro l'Austria-Ungheria, con Regio Decreto, venne istituita la censura postale da attuarsi con opportune commissioni militari e civili su tutta la posta inviata, sia dai militari che dalla popolazione civile.
Erano escluse le corrispondenze diplomatiche e quelle di servizio degli uffici statali o militari.
Il sistema censorio dipendeva dal Servizio Informazioni del Comando Supremo Militare.
Dopo la fine del conflitto nelle zone che vennero destinate all'Italia come potenza vincitrice (le terre redente), la censura continuò fino al dicembre 1920 nelle zone settentrionali confinanti del Trentino-Alto Adige con l'Austria, e nelle zone dei confini orientali con la nuova nazione Jugoslava sulla linea stabilita dalla conferenza di pace di Versailles.
La continuazione delle censura nei territori conquistati era causata soprattutto da motivi commerciali, i nostri confinanti che avevano perso la guerra avevano una economia disastrata e una penosa carenza di generi alimentari.
In particolare le tensioni erano aggravate e causate sia dalle assegnazioni territoriali sul confine che coinvolgevano questioni etniche e lo spostamento massiccio di popolazioni, comprese le rivendicazioni territoriali su Fiume considerata dagli abitanti italiana e perciò oggetto di controversia.
Con la Jugoslavia ebbero anche carattere militare, infatti vennero chiuse per un periodo anche le frontiere impedendo le comunicazioni e i trasporti.
Benché l'U.P.U. vietasse la censura in assenza di conflitti militari (anche la convenzione di Ginevra non ammetteva la censura della corrispondenza di un paese che non fosse ufficialmente conquistato e militarmente occupato), questo dettato fra le due guerre mondiali non sempre venne rispettato dalle dittature, per esempio nel ventennio fascista era in funzione una censura mascherata applicata dal famigerato "Servizio Statistica" ed anche durante la guerra di Spagna (non dichiarata ma partecipata dall'Italia) venne applicata la censura.
Dopo l'8 Settembre i tedeschi, che censuravano la corrispondenza sia in entrata che in uscita dai confini italiani dei territori della R.S.I., commisero un abuso secondo i trattati internazionali: infatti censuravano massicciamente la corrispondenza civile ed anche quella indirizzata ai prigionieri italiani in mano degli Alleati o da questi spedita. L'abuso derivava dal fatto che il territorio italiano ufficialmente non era conquistato o occupato militarmente, ma anzi era addirittura alleato.
Riferendoci al secondo conflitto mondiale, la censura postale venne introdotta con due decreti simili: i numeri N° 2247 e 2248 del 12 ottobre 1939 (vedi ritaglio), ben prima perciò che l'Italia entrasse in guerra il 10 giugno 1940, vennero tenuti segreti e registrati il 15 giugno 1940 (evidentemente la decisione era presa da tempo ma si aspettava il momento opportuno per l'atto finale).
Anche in questo conflitto la censura perdurò oltre la fine ufficiale della guerra in Europa che fu il 2 maggio 1945, infatti la pratica censoria continuò anche dopo la caduta della R.S.I.; si trovano infatti corrispondenze censurate anche dopo il 25 aprile 1945 sia dirette all'interno sia per l'estero.

Nel nord Italia la censura cessò solo alla fine del 1945 con la fine della occupazione militare degli alleati e la restituzione del Nord alla sovranità italiana, mentre nella zona "calda" di Trieste rimasta sotto controllo alleato si protrasse ancora per molto tempo, prima come AMG.VG poi come AMG-FTT.
Si può rammentare che i territori orientali sono stati zone di confine contesi e di scontri politici sia nella prima che nella seconda guerra mondiale.
Nel periodo, il controllo censorio Alleato degli invii partenti dalla zona contestata dagli Jugoslavi (zona A sotto governo alleato) era ubicato a Udine se indirizzati al Nord Europa, a Venezia per le altre destinazioni, perché i Titini avevano escluso che tale controllo potesse essere effettuato sul suolo conteso di Trieste o del suo hinterland, mentre loro praticavano la censura in entrata e in uscita come "padroni" delle terre riconquistate della "Zona B".
Bisogna inoltre ricordare che la Germania, come nazione sconfitta, fu occupata e suddivisa in zone di influenza, la corrispondenza inviata nella Germania Ovest occupata dalle forze armate alleate continuò, come ci mostrano alcuni documenti censurati, fino al 1947!
Con la costruzione del muro a Berlino e la divisione fra Ovest ed Est dalla "cortina di ferro", sicuramente continuò anche il controllo delle comunicazioni, che cessò nel 1989 con il "crollo" del muro che divideva le due Germanie.

Presento una rassegna di documenti postali che hanno subito una censura tardiva, le immagini pur leggermente diverse sono state ridotte alle stesse dimensioni.

PRIMA GUERRA MONDIALE
7-2-1919
Parte da TIONE (Trento) per zona di guerra. Censura di reparto. Affrancata a tariffa piena perchè inviata tra militari. Il francobollo sovrastampato era specifico per il trentino.
PRIMA GUERRA MONDIALE
21-1-1919
Parte da TRIESTE per TORINO. Raccomandata censurata alla partenza. Il francobollo sovrastampato era specifico per la Venezia Giulia.
PRIMA GUERRA MONDIALE
25-5-20
Occupazione di Fiume - Notare la tariffa estero Cent. 75 vigente in Italia. La cartolina è stata censurata alla partenza.
GUERRA DI SPAGNA
23-5-1939
Parte da VERCELLI per MALAGA per via aerea, spedita dopo la fine del conflitto spagnolo avvenuto il 1° aprile 1939 è stata censurata in arrivo.

SECONDA GUERRA MONDIALE
Ritaglio da: "Rassegna delle poste e delle telecomunicazioni" del giugno 1940. Si legge che i decreti del 12 ottobre del 1939 sono stati pubblicati sulla "Gazzetta Ufficiale" il 15 giugno 1940
SECONDA GUERRA MONDIALE
31-7-1944
Prigioniero italiano in USA con corrispondenza censurata dalla SS a Monaco (i due piccoli ovali sulla punta dell'ala indicavano l'appartenenza alle SS)
SECONDA GUERRA MONDIALE
5-10-1945
Parte da TORINO per ALBONESE (Novara) è stata censurata in partenza durante il Governo Militare Alleato dell'Alta Italia.
SECONDA GUERRA MONDIALE
15-5-1946
Fronte e retro (sotto) di manoscritti. Parte da TRIESTE per ZURIGO (Svizzera) é stata censurata a Udine (come da accordi) durante il Governo Militare Alleato dell'Alta Italia. ......
SECONDA GUERRA MONDIALE
....La normativa prescriveva l'invio in busta aperta per il controllo postale, la normativa della censura invece imponeva che le lettere censurate fossero sigillate con nastro gommato e il nastro fosse colpito da bollo personale del censore a cavallo fra la busta ed il sigillo. Vinse la censura.
SECONDA GUERRA MONDIALE
16-12-46
ACCO indicava il passaggio dall'ufficio AMG deputato al controllo della posta che sarebbe stata censurata ad Udine o a Venezia.
SECONDA GUERRA MONDIALE
28-10-45
VUJNA_CENZURA,Vòjna Úprava Jugoslavenske (Nàrodne) Àrmije.
Amministrazione Militare dell'Esercito (Popolare) Iugoslavo, sigla ufficiale della Zona B di Trieste
SECONDA GUERRA MONDIALE
16-7-1945
FRANCIA MSY Censura ovale del Governo provvisorio, formato dopo la caduta del Governo di Vichy e durato fino alla fondazione della quarta repubblica francese il 20 gennaio del 1946.
SECONDA GUERRA MONDIALE
12-6-1946
Parte dalla Val d'Aosta dalla località "Porta Littoria" (nome che il regime fascista aveva dato a La Thuile per cancellare i nomi considerati di lingua straniera) per la zona inglese nella Germania conquistata.
SECONDA GUERRA MONDIALE
14-3-1947
Parte da Crema per la Baviera, zona amministrata dagli USA nella Germania conquistata e controllata.

 


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