storia postale

 

 

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Lago di Garda trentino: il bollo RIVA VAPORE

Lago di Garda trentino: il bollo "IMP=REG=VAPORI"



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Lago di Garda trentino: i bolli dei battelli italiani

di Lorenzo Carra FRPSL, AIFSP (dal N.U. 2014 del C.C.N.F. Roveretano)

Proseguo in questa mia “terza puntata” a parlarvi delle impronte poste sulle lettere trasportate sul lago di Garda. Nel 2012 l’argomento è stato l’uso del bollo “RIVA VAPORE”, nel 2013 è stata la volta del “Imp=Reg=Vapori”. Questi due bolli sono stati sempre e solo riscontrati su francobolli austriaci (anche del Lombardo Veneto) in quanto inizialmente il lago di Garda fu un lago solamente austriaco (le sponde bresciane, veronesi e trentine appartenevano tutte all’impero di Francesco Giuseppe). Quando con la Seconda Guerra d’Indipendenza Italiana del 1859 la parte occidentale (Limone, Gargnano, Toscolano, Salò, Desenzano, Sirmione) divenne italiana continuò, almeno in parte, il regolare servizio postale sul lago di Garda gestito ancora dalla Imperial Regia Marina Austriaca. Essendo un servizio delle Poste Austriache i francobolli usati furono naturalmente quelli austriaci. Da quel tempo sul lago viaggiarono però anche battelli italiani che, non per servizio, portarono talvolta qualche lettera. In questo caso le lettere ebbero francobolli italiani. E’ quello che intendo ora mostrarvi.


Fig. 1. Una foto d’epoca del piroscafo Benaco II, varato a Salò nel 1862, radiato nel 1888.

Fig. 2. Il bollo in cartella del piroscafo Benaco II.

Fig. 3. 23 luglio 1864. Lettera con bollo ovale del commerciante “Michele Locatelli - Desenzano” diretta al collega “Carlo Gagliardi - Gargnano” con la quale lo informa che “col Piroscafo mi sono pervenute a dovere …6 Casse Limoni …che spedisco a Trieste….”. Francobollo da 15 centesimi (la tariffa di una lettera semplice) annullato dal bollo in cartella del piroscafo Benaco II.

Fig. 4. 28 marzo 1865 Altra lettera con bollo ovale del commerciante “Michele Locatelli - Desenzano”, che evidentemente era solito affidare la sua posta ai battelli del lago, diretta questa volta a “Angelo Leonessi & F.lio – Tremosine”. Il francobollo da 20 su 15 centesimi (la tariffa prevista dal 1° gennaio 1865 per la lettera semplice) è annullato dal bollo in cartella del piroscafo Benaco II.
Fig. 5. Il bollo tondo del piroscafo Benaco II.
Fig. 6. 15 maggio 1867. Lettera con bollo ovale del commerciante “Carlo Clivio - Desenzano” diretta al “Sig. Francesco Elena & figlio – Maderno”. Il francobollo da 20 centesimi (la tariffa di una lettera semplice) è annullato dal bollo tondo del piroscafo Benaco II.

Fig. 7. Lettera non datata diretta al “Sig. Carlo Maffizzolli . Toscolano” Il francobollo da 20 centesimi
(la tariffa di una lettera semplice) è annullato dal bollo tondo in verde del piroscafo Benaco II.




Fig. 8. Il piroscafo Sirmione (già Elvezia e Radetzki). Fu demolito nel 1897.

Fig. 9. Il bollo lineare del piroscafo Sermione (notare la diversa dicitura)
Fig. 10. Lettera datata “Riva 30 gennaio 1867” del commerciante “Pietro Michelini” diretta al collega “Sig. Luigi Donini – Peschiera” con la quale gli dà disposizioni per il trasferimento di “40 Marenghi”. La lettera è stata riscontrata il 31 d.(etto mese), come appare anche dallo scritto interno. Ha un francobollo da 5 ed uno da 20 su 15 centesimi annullati dal bollo lineare “Piros.fo Sermione”. Possibile applicazione (all’inverso) della tariffa della lettera di primo porto dalla 1° Sezione Italiana (Peschiera) alla 1° Zona Austriaca.(Riva).
Fig. 11. Interno lettera foto 10.
Fig. 12. 8 dicembre 1882. Busta delle Strade Ferrate dell’Alta Italia diretta “Al sig. Caval.re Gaiter di Garda” con bollo in cartella del piroscafo Benaco II con data inserita a mano e bollo tondo al retro. Entrambi i bolli sono in verde e testimoniano l’uso prolungato di questi bolli sul piroscafo.
Fig. 13. Bollo al retro della busta fig. 12
Fig. 14.
Fig. 15.
Fig. 16.

Gli esempi sopra riportati rappresentano la maggioranza dei bolli noti su lettera o busta. Roberto Garavelli a pag. 70 della sua pubblicazione Bolli postali di navigazione sui laghi italiani dal 1807 al 1946, ANCAI, Torino, 2002, elenca e riproduce anche un bollo “Piroscafo Benaco” lineare (Foto 14) e “Piros.fo Sermione" in cartella con data (Foto 15). Balbo Bertolani in Bolli ed annullamenti postali bresciani dal 1800 al 1810, Sirotti editore, Milano, 1977, oltre al lineare Piroscafo Benaco della foto 14, riporta anche un bollo Piros.fo Sermione (Foto 16) inquadrato in una cartella che fu poi probabilmente tolta e diede origine al bollo della foto 9.
La documentazione finora nota presenta, pur nella varietà dei bolli, elementi e caratteristiche comuni. I francobolli sono italiani e in genere hanno il valore necessario ad affrancare una lettera semplice: 15 o 20 centesimi secondo il periodo e poi il 5 centesimi. Questi francobolli sono annullati da bolli nominativi, talvolta anche con data, in dotazione, in questo caso, a battelli italiani. Non si tratta di bolli postali, ma provenienti da timbri che solitamente venivano usati per marcare moduli di bordo, in particolare quelli relativi al trasporto di merci. I pochi documenti completi ancora del loro testo ce ne danno conferma. E ciò è naturale visto che a bordo dei battelli italiani e in particolare del Benaco Secondo e del Sirmione, non vi era un regolare ed ufficiale servizio postale. Quando nel 1864 il neonato Regno d’Italia riordinò le varie società ed amministrazioni ferroviarie esistenti, affidò la gestione della rete in Italia settentrionale alla S.F.A.I.- Società per le Ferrovie dell’Alta Italia che, oltre a quelli su rotaia, ebbe anche i servizi di navigazione sul lago Maggiore e su quello di Garda. Diversamente a quanto era avvenuto da parte austriaca, la S.F.A.I. non ebbe in affidamento servizi postali e non vi furono quindi a bordo dei battelli italiani uffici postali. Il fatto che i bolli, soprattutto se annullatori, non siano bolli postali non va ad incidere sulla rarità ed interesse di questi documenti che in base a norme italiane, in particolar modo quella sulla privativa postale, dovevano ugualmente essere affrancati e quindi essere muniti di francobolli.

Le lettere sono scritte in genere da parte di commercianti benacensi e sono dirette ad altri commercianti del lago, persone note ed anche loro clienti abituali e ben conosciuti dai capitani e dal personale dei battelli. Non hanno bolli postali d’arrivo: per comodità, sicurezza e celerità sono state affidate agli addetti dei battelli, hanno viaggiato sul lago e sono state consegnate direttamente ai destinatari che erano solitamente presenti ai moli dei piccoli porti gardesani, dove l’arrivo del battello era un avvenimento che scandiva la giornata. Ricordo che dalla villa di mio zio Aler, che dalle alture di Toscolano offriva una magnifica vista su tutto il lago di Garda, il tempo ci era dato dal battello delle 8 che da Torri arrivava a Maderno, da quello delle 10 che da Desenzano andava a Riva e dalle loro andate e ritorno. Oggi le cose non sono più di tanto cambiate anche se la fretta e il mito della velocità hanno portato gli aliscafi a sfrecciare sul lago. Però i panorami e gli angoli del Garda si osservano e si ammirano meglio dai vecchi battelli, anche a ruota, riadattati per le tranquille e piacevoli gite turistiche con anche pranzo e cena a bordo.

Ringrazio Alessandro Arseni The Postal Gazette, Vincenzo Portulano e Roberto Garavelli per la documentazione gentilmente concessa e per le foto fornite.


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