storia postale

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Note sulla ricevuta di ritorno

di Marino BIGNAMI

Nel primo regolamento postale emesso nel 1861 dalle Regie Poste Italiane era prevista la normativa della ricevuta di ritorno o avviso di ricevimento. Era un servizio che su richiesta accompagnava inizialmente le sole raccomandate (il servizio delle assicurate fu creato nel 1863 quando entrò in vigore un nuovo regolamento), in seguito fu utilizzato anche come servizio accessorio alla spedizione dei pacchi e all'avviso di pagamento dei vaglia (questo documento non ha nulla a che vedere con la ricevuta della raccomandata rilasciata al mittente dall'ufficio postale).

Il modulo usato nei primi periodi era un foglio di carta pesante di colore marrone di grande dimensione (Mod. 24), successivamente fu ridotto più o meno alla metà e realizzato in colore giallo ed in carta leggera (Mod. 24 bis). Era affrancato a carico del mittente e dopo la firma del destinatario per ricevuta, restituito al portalettere che lo inviava al mittente in una busta raccomandata con cartellino rosa di servizio.



1867 - Mod 24 del tipo di grande dimensione della ricevuta di ritorno.
mm 270 x 170 affrancato con cent. 20.



Busta (Mod. 24 bis) usata nel 1905. Riporta "Poste d'Italia" quindi edita
prima della creazione dell'Amministrazione Poste e Telegrafi, fatta nel 1889
(con etichetta rosa di raccomandata di servizio).

In seguito, per praticità, si rinunciò alla busta e si restituì il foglio volante (spesso incollato alla raccomandata) che era stato staccato da un modulario madre-figlia (diventato nel frattempo di colore rosato e di carta leggera).
La ricevuta di ritorno venne spesso segnalata sul fronte busta con la sigla RR applicata a timbro o manualmente.
Il documento era completato con gli estremi dell'invio e con l'indirizzo del mittente a cui doveva ritornare; il modello, anche prima della fondazione U.P.U., fu stampato spesso bilingue italiano e francese (usabile anche per l'estero). Nel tempo vennero modificate le dimensioni dei moduli e le scritte per semplificazione d'uso e di invio; a volte fu stampato il formulario bilingue per uso sia interno che estero, altre volte solo in italiano. Inizialmente i moduli erano stampati a cura della direzione centrale, mentre in seguito se ne presero carico le direzioni regionali. Queste incaricarono tipografie private per la stampa, creando inevitabilmente una moltitudine di sottotipi, sia nelle dimensioni che nelle frasi stampate, che nei colori dei moduli.



Due esempi dei molti stampati in carta leggera usati a cavallo del Novecento, erano staccati da blocchetti madre-figlia e compilati solamente sul fronte. Inizialmente (come accennato) erano ritornati in busta aperta raccomandata di servizio, in seguito furono inviati tal quale, spesso con l'indirizzo del mittente vergato nello spazio in alto.

Nel 1923 entrarono in uso dei cartoncini formato cartolina postale (dell'epoca) compilati su due facciate che inizialmente erano di colore viola per l'interno Mod.23 I, e il Mod. 23 E bilingue per l'estero (di colore rosso e di maggiore dimensione ?). Con l'introduzione di questa novità di formato per l'interno (che si mantenne sostanzialmente simile fino ai nostri giorni) cambiò anche l'intestazione della "cartolina", non più solo come ricevuta di ritorno ma con la doppia definizione di "Ricevuta di ritorno o avviso di pagamento" perchè alle volte la corrispondenza di cui si richiedeva la ricevuta era inviata in contrassegno (la cifra richiesta al destinatario era riportata al retro della R.R.). Col tempo la dizione stampata sul fronte del modulo si trasformò in "Avviso di ricevimento o pagamento". Nella ricevuta di ritorno (o avviso di pagamento) il colore viola divenne in seguito rosa, colore che si mantenne fino in tempi recenti, ad esclusione di alcuni periodi inerenti la seconda guerra mondiale; in tali occasioni la carta rosa fu sostituita da carta grigia o beige.




Fronte e retro di R.R.di raccomandata del 24 maggio 1944 su frammento
di modulo postale utilizzato durante il governo militare alleato

Era consuetudine che per mancanza di moduli si utilizzassero materiali di fortuna: cartoncini, cartoline dell'industria privata, cartoline postali, mezzi biglietti postali ecc. I moduli cartolina erano forniti gratuitamente dalle poste se in numero esiguo oppure a pagamento per quantitativi importanti (in questo caso l'importo era trasformato in francobolli applicati e annullati sulla copertina dei blocchetti o su apposito modulo).



Fronte e retro del Mod 23 I emesso nel 1923, è uno dei primi stampati,
senza tiratura e stampatore, usato nel 1927 per l'interno.

Nel 1923 ebbe inizio anche il servizio notificazione atti giudiziari che adottò lo stesso tipo di cartolina di risposta ma di colore verde Mod.23 L, con modalità di affrancatura diversa. Infatti la R.R. normale viaggiava in posta ordinaria affrancata, mentre per questo servizio era prevista la tariffa "raccomandata aperta" con l'affrancatura applicata con le altre voci sulla busta raccomandata contenente il plico. Anche il servizio recapito autorizzato ebbe le sue ricevute di ritorno per le raccomandate consegnate in città, bisognava affrancare queste ricevute con la marca di recapito secondo le norme in vigore per le buste.



1929 - Fronte del Mod 23 L del servizio "Notificazione Atti Giudiziari",
tipo emesso nel 1923 per l'interno senza tiratura e stampatore.
E' stato restituito raccomandato in fermo posta all'ufficio di BAGGIO.




1926 - RR rispedita da Roma ma affrancata dal mittente anche con il servizio espresso.

I nuovi moduli formato cartolina postale furono stampati da tipografie private. Le tirature iniziali, fatte evidentemente come esperimento (anni 1923 - 24), non riportavano i dati necessari per un controllo: la data di stampa, il numero dell'ordine, la tiratura ed il nome dello stampatore. Successivamente questi dati vennero obbligatoriamente sempre impressi, si ebbero così tirature estremamente limitate ed altre (specie negli anni Cinquanta) in grande numero, dell'ordine di milioni. Si è notato che nel dopoguerra e precisamente dal 1948, anche il Poligrafico dello Stato contribuì alle forniture dei cartoncini R.R. e secondo le norme appose gli estremi della stamperia, la data di stampa, del numero dell'ordine e della quantità totale.



1938 - Fronte e retro di R.R. di recapito autorizzato per Roma, affrancato con marca dedicata da 10 Cent.




1928 - RR Mod. 23 I per l'interno usata arbitrariamente per l'estero, ritornata dall'Australia e affrancata tariffa lettere.



1938 - RR Mod. 23 E bilingue per l'estero, usata per l'interno.

Le ricevute R.R. potevano essere restituite (pagando il servizio) per espresso, per via aerea e in fermo posta. Per alcuni periodi è stato possibile ad alcuni uffici statali metterle a carico del destinatario similmente alle stesse raccomandate.

In caso di smarrimento del cartoncino R.R. (distacco dall'invio) l'ufficio postale destinatario ne emetteva un duplicato che pertanto non riportava nè affrancatura nè il bollo a data dell'ufficio mittente a cui si doveva ritornare per la restituzione.



1930 - Duplicato di R.R. da Reggio Emilia



1940 - Ricevuta di ritorno con tassa a carico

La tassazione per il servizio di ricevuta di ritorno è stata quasi sempre equiparata alla tariffa lettere, dal 1863 al 1865 è stata superiore, poi dal 1865 ha avuto la stessa tariffa lettere fino all' 1 Agosto 1951 (il servizio ebbe anche una tariffa differenziata per il distretto postale dal 1905 al 1920), per poi avere la tariffa cartoline postali fino in tempi recenti (1976).

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