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DA RECAPITARSI AL DESTINATARIO…. ovunque si trovi |
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di Francesco Maria AMATO | |||||||||||||||
Qualche tempo fa, ebbi modo di leggere alcuni articoli di Beppe Ermentini (1) e Roberto Sciaky (2) relativi all’espressione latina Ibi Vel Ubi riportata su alcune lettere viaggiate in Italia e in Eritrea tra il 1866 e il 1885. L’argomento, ripreso successivamente anche da Djana Isufaj (3) dalle colonne de L’Informazione del Collezionista, ha suscitato in me un particolare interesse, e dopo un’attenta ricerca condotta su diversi documenti conservati presso il mio archivio, sono riuscito a individuare tracce di tali segnature anche su buste regolarmente viaggiate nel periodo Risorgimentale compreso tra il 1848 e il 1866. E’ naturale che in tempi di guerra, non sia sempre facile conoscere con esattezza i recapiti e le dislocazioni dei reparti in quanto soggetti a continui spostamenti. Riporto, a tale riguardo, due missive che, entrambe inoltrate dalla Repubblica Veneta, evidenziano, in modo assolutamente inequivocabile, l’esistenza di simili imprevedibili realtà.
Il secondo documento riguarda una lettera del 7 giugno da Venezia a Padova. Pervenuta a destinazione in pari data, anche questa volta, verificata l’assenza del destinatario, una volta vergato l’indirizzo con tratti di penna, la missiva venne fatta proseguire con nuova destinazione Vicenza (fig. 2).
A conferma di quanto giustamente ebbe ad asserire la Isufaj nel suo scritto:
Prive del fascino latino, ma non per questo meno interessanti e gradevoli, la necessità di reperire il destinatario viene anche evidenziata con indicazioni in lingua italiana del tipo: per dove si trova o più semplicemente dove si trova, come riportato, ad esempio, sul fronte della missiva inoltrata, il 25 marzo 1849 da Roma con destinazione Alatri e quindi Velletri (fig. 5).
Un caso del tutto anomalo, ma che più di ogni altro rende ben chiara l’importanza di tali annotazioni, è invece dato dalla successiva lettera, che, seguendo i continui spostamenti del destinatario, ancora una volta nella persona dell’Intendente Pontificio Gualterio, venne a questi recapitata ben quattro mesi dopo il suo inoltro. Ecco in sintesi gli spostamenti della missiva. Spedita da Vicenza per Bologna il 4 luglio 1848, dopo essere giunta a destinazione con grandissimo ritardo il 27 ottobre, come dal bollo datario a doppio cerchio in colore nero al verso, avendo il destinatario lasciata la città, venne fatta proseguire per Venezia, sua nuova probabile sede. Raggiunta la città veneta, il 2 novembre la lettera, non potendo essere ancora consegnata, venne instradata lungo la direttrice postale per Roma, ove il 27 novembre, potè essere finalmente recapitata nelle mani del Marchese Gualterio (fig. 6).
Come ultimo documento riporto l’accorata richiesta scritta dal mittente sul fronte della missiva spedita il 7 aprile 1848 da Terni per Ancona, ove giunse il giorno 9 successivo, come verificabile dal bollo datario in stampatello diritto sul retro della stessa. Per essere sicuro che la lettera fosse consegnata alla persona indicata nell’indirizzo anche nel caso in cui lo stesso fosse partito da quella località, il mittente, anziché riportare le consuete annotazioni sopra commentate, ritenne opportuno scrivere: Nel caso sia partito si prega la gentilezza del Sig. Direttore inoltrarla inanzi, ed anche a Bologna (fig. 7).
Note bibliografiche | |||||||||||||||
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