Negli anni Trenta del Novecento le società telefoniche crearono una integrazione fra il servizio telefonico ed il servizio telegrafico. Ne scaturirono tre servizi diversi: uno era la possibilità attraverso il telefono di mandare telegrammi, la seconda di trasmettere immediatamente al destinatario con il telefono il testo del messaggio telegrafico e la terza di far arrivare un messaggio telefonico a chi era sprovvisto di telefono.
Nel primo caso le società telefoniche accettavano la "dettatura" dei telegrammi che trascrivevano su apposito modulo Mod. 25 da consegnare all'ufficio telegrafico per l'inoltro, il costo totale dell'operazione era poi addebitato all'abbonato telefonico.
Il mittente successivamente avrebbe ricevuto per posta in franchigia, a conferma dell'avvenuto inoltro, la copia del Mod.25 inviato dall'ufficio telegrafico trasmittente (servizio Fono) .
Il secondo caso era la possibilità di comunicare immediatamente per telefono al destinatario il testo del telegramma se nell'indirizzo era riportata la sigla TF e il suo numero telefonico, (qualche volta per carenza di personale l'ufficio telegrafico, facendo uso della guida degli abbonati, telefonava ugualmente senza che fosse stato espressamente richiesto il servizio); il cartaceo sarebbe stato consegnato per posta ordinaria il giorno dopo (se il telegramma era di categoria urgente od urgentissima era telefonato immediatamente ed il cartaceo consegnato subito con fattorino telegrafico).
La terza era la possibilità, per gli abbonati del telefono, di inviare una comunicazione telefonica ad un destinatario sprovvisto di telefono; il messaggio riportato su cartaceo sarebbe stato recapitato per mezzo dei fattorini del servizio telegrafico usando un modulo del tutto simile ad un telegramma, ma caratterizzato da vistose righe per evitare confusioni (Servizio delle Commissioni Telefoniche) . Questa possibilità di trasmissione era accettata ad un costo superiore anche dai Posti Telefonici Pubblici che inoltravano il messaggio agli uffici telegrafici passando dalla sede telefonica centrale.
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1934 - Un servizio telegrafico svolto, sia in ricezione che in arrivo, con il telefono. Ricevuta inviata al mittente con gli estremi del telegramma telefonato. In basso a sinistra il timbro rosso (poco visibile) "Ricevuto per telefono" con data, ora e firma dell'operatore Pizzigoni. Nella prima riga l'indirizzo telefonico del destinatario: "Macherione Fono 30531 Roma"
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1936 - Servizio delle Commissioni Telefoniche: copia indirizzata al "Reggente Poste Stazione di Novara" comunicazione telefonica trasformata in ......telegramma
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Nel secondo Dopoguerra, dagli anni "50 il servizio Fono ebbe modalità diverse secondo le società concessionarie: i testi telefonati dall'abbonato STIPEL "Società Telefonica Interregionale Piemontese e Lombarda" erano ricevuti direttamente dall'ufficio telegrafico, che trascritto il testo su Mod. 25 Fono B lo inviava in trasmissione, successivamente la copia del Mod. 25 Fono B (da non confondere con il servizio Fonotel.) era inoltrato per posta in franchigia al mittente (il servizio telefonico addebitava poi il totale dell'operazione, come avviene ancora oggi). Le altre società telefoniche trascrivevano su loro moduli il testo da trasmettere che passavano al servizio telegrafico; l'ufficio telegrafico incollava tale modulo su supporto cartaceo Mod 30 (lo stesso usato dalle poste per consegnare i telegrammi) e lo inviava per posta al mittente in franchigia.
Anche la Italcable nello stesso periodo, aveva attivato la possibilità di telefonare il testo dei messaggi "LAMPO" e ricevere il testo dei telegrammi per mezzo del telefono e anch'essa inviava una copia ai mittenti, diversificata per i messaggi "lampo" (urgenti) dai normali.
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1946 - Copia di telegramma FONO richiesto alla "Società Telefonica Tirrena" (Roma) da un suo abbonato e inviatagli incollata su Mod 30 del 1944. in P.O. come ricevuta dal servizio classificato UGS (Urgentissimo)
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1972 - ELT - telegramma lettera per l'Europa (a tariffa ridotta). Esempio di come accelerare la consegna mettendo il numero telefonico. Il messaggio (rilevato dai bolli impressi) presentato alle ore 13 del 29.11 è stato ricevuto alle ore 18,03 dello stesso giorno (?) e telefonato il giorno dopo alle 13,22. La consegna del cartaceo è stato inviato per P.O. |
Una variante del servizio si ebbe negli anni "50 con la possibilità di usufruire del servizio "Fonotel". Era una modalità diretta a favorire chi era sprovvisto di telefono e aveva necessità di inviare telegrammi. All'epoca ricordiamo che i telefoni istallati dai privati erano poco diffusi e il servizio si svolgeva con operatori al centralino. Il servizio era basato sull'utilizzo della rete telefonica degli uffici postali senza terminale telegrafico o dei posti telefonici pubblici (solitamente erano rivendite di generi di monopolio) nelle località minori senza uffici postali.
Questo servizio "Fonotel" era diversificato tra messaggi in arrivo e messaggi in partenza.
Il servizio per i messaggi in partenza era a costo fisso fino ad un massimo di sedici parole che erano trascritte dal mittente su Mod.25 telegrafico ed affrancato con francobolli (il modulo usato, di colore azzurrino era lo stesso usato anche negli uffici postali, su cui erano scritti gli estremi del telegramma da inviare). Il costo del servizio "Fonotel" in partenza dalle località disagiate era soddisfatto con l'applicazione di francobolli sullo stesso Mod.25. che erano semiannullati e personalizzati con il nominativo lineare dell'ufficio postale o telefonico (muniti entrambi di francobolli), il testo era immediatamente telefonato ai centri telegrafici abilitati per il servizio di trasmissione; il modulo Mod.25 riportante la cifra pagata in francobolli, era poi inviato per posta alla stazione telegrafica che aveva effettuato la trasmissione per il controllo e l'annullo dei francobolli con bollo a data variabile del centro telegrafico.
Il servizio nella fase di ricezione (fatto per accelerare la consegna) invece non aveva limitazioni sul numero delle parole (poteva essere ricevuto anche come telegramma-lettera) perchè era stato trasmesso telefonicamente (e pagato) presso gli uffici telegrafici maggiori e riportato a destino sul Mod. 30 Fonotel (parte A). Questo modulo color senape simile al supporto dei telegrammi ma di minori dimensioni, era denominato FONOTELEGRAMMA dei "Telegrafi dello Stato" (non conosco moduli diversi da cui arguisco che fosse il solo possibile), e consegnato a cura del posto telefonico pubblico. Il servizio postale, se avesse dovuto inoltrarlo con la procedura consueta, avrebbe dovuto inviarlo telegraficamente all'ufficio postale con ricezione telegrafica più vicino alla destinazione e farlo poi proseguire per posta ordinaria (come si faceva agli albori del servizio telegrafico).
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Servizio FONOTEL "modulo partenza" da Villa Moscoso per destinazione Ladispoli
Presentato il 13/10 ore 17,30 e immediatamente telefonato, in arrivo se la località era munita di servizio telegrafico, veniva consegnato come telegramma.
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Servizio FONOTEL "modulo arrivo" per consegna (telegramma lettera) partito da Milano come servizio "Fono" (trasmesso per telefono al servizio telegrafico)
il 3/9 alle 15,12. Trasmesso il giorno dopo. In arrivo ricevuto e consegnato dal "posto telefonico pubblico" (vedi sigla PTP) di Borra (MO)
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Mi piace ricordare (anche se fuori tema) che negli anni "50 del Novecento (perciò prima della teleselezione automatica) nelle località di villeggiatura si andava nei posti telefonici pubblici a prenotare la telefonata per un certo orario e si attendeva la chiamata per parlare con i famigliari. Allo stesso modo era possibile prenotare una chiamata "Radiotelefonica" con alcune navi che solcavano i mari, per parlare con i viaggiatori.
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Anni "60 del secolo scorso; appuntamento "Radiotelefonico" prenotato da Milano per passeggera del Conte Biancamano, cabina 146 1^ Classe.
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