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Cefalà Diana (Sicilia) ovvero Gaflah: stazione di posta dell'anno mille
di Marino Bignami

 

 


In occasione di un recente viaggio turistico in Sicilia ho avuto occasione di visitare, nella località di Cefalà Diana presso Palermo, una antica struttura realizzata in pietra con un vasto locale con volta a botte adibito a terme.
A detta del responsabile, la costruzione fu utilizzata per molto tempo come "posta" cioè punto di sosta e di cambio cavalli dei corrieri e dei viaggiatori al tempo della dominazione araba e successivamente normanna. La struttura recentemente ristrutturata sorge in prossimità del ponte che scavalca un corso d'acqua. Attualmente nota come "terme arabe" è diventata una attrazione locale visitata da scolaresche e turisti. Sorge adiacente ad una roccia da cui sgorgava una fonte di acqua calda a temperatura costante che gli arabi trasformarono in luogo di sosta per i viaggiatori che si spostavano da e per Palermo. Attualmente l'acqua utilizzata non è termale, arriva dall'acquedotto ad uso dei turisti.

Dopo oltre un millennio e molte traversie la costruzione per molto tempo trascurata era sul punto di crollare anche per cedimento del terreno dovuto all'interruzione della sorgente a causa della perforazione di un pozzo di una località vicina.
Il responsabile della struttura, parente dell'amico con cui ero in viaggio, mi ha indicato dove presumibilmente erano locati i dormitori dei viaggiatori e le stalle dei cavalli. Le famose terme (o bagni) site nel cortile della struttura, hanno i muri esterni circondati da una antica scritta araba, scolpita su un cordone in arenaria corrosa dal tempo e quasi completamente scomparsa, che comincia con: “In nome di Dio clemente e misericordioso” almeno così assicurò la mia guida. In prossimità dei bagni sopra uno sperone roccioso sorge un castello quasi del tutto diroccato ad esclusione della torre merlata, mi è stato detto che era di costruzione Normanna eretto sopra i resti di un castello arabo che controllava la strada. Incuriosito ho fatto una piccola ricerca, inizialmente sui lavori di Giuseppe Marchese, noto esperto di cose siciliane, ma senza risultato perchè i suoi lavori si occupano di periodi posteriori. Ho trovato la risposta nella pubblicazione di un altro studioso di storia postale antica siciliana: Vincenzo Fardella de Quernfort nel suo libro "STUDI DI STORIA POSTALE DAL MEDIOEVO ALL'UNITA' D'ITALIA" da cui ho copiato una parte della carta con i nomi arabi delle "poste" organizzate dagli stessi durante la loro dominazione. La nostra posta sede delle "terme arabe" con il nome moderno di Cefalà Diana in arabo era denominato "Gaflah" e figura sull'itinerario postale arabo da Palermo (Balarmu) ad Agrigento (Gergent) nome, come è noto, molto simile a quello di Girgenti mantenuto fino a pochi anni fa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

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