Osservazioni su una corrispondenza del 1886
Quanti piccoli delitti postali restano impuniti! Infatti il malvezzo
incosciente di molti commercianti (e di alcuni collezionisti) di
asportare dalle buste il contenuto cartaceo per diminuire il volume
e il peso della corrispondenza in loro possesso, non solo è
sbagliato: è un delitto. Una corrispondenza è fatta di contenitore e
di contenuto, insieme danno maggior valore al tutto. Esorto gli
appassionati di Storia Postale a conservare nella loro intierezza la
corrispondenza, gli scritti rappresentano testimonianze del passato
che completano e arricchiscono l'oggetto. La busta o l'involucro che
riporta l'indirizzo e i segni postali sono il mezzo tecnico che ha
fatto arrivare a destino la corrispondenza, ma è la lettera con il
contenuto epistolare la vera ragione dell'invio.
Questa esortazione serve forse per giustificare il mio operare di
collezionista. Confesso che agli incontri commerciali o nei
mercatini mi piace frugare anche nelle cassette che contengono
materiale alla rinfusa di poco prezzo con oggetti scartati
innumerevoli volte, alla ricerca non degli oggetti visti dal solo
punto di vista strettamente postale ma degli scritti contenuti nelle
buste. La vetusta corrispondenza a volte svela frammenti di storia
minuta del nostro passato; ne é un esempio la lettera che allego: é
affrancata per due porti e ha i francobolli malconci (forse per
questo é stata scartata più volte da chi ha rovistato prima di me).
Ha attirato la mia attenzione perché conteneva un corposo scritto
che poi si è rivelato anche molto interessante, sia per lo stile in
cui è vergata la missiva, sia per le notizie che trasmette. Usando
una moderna definizione, si potrebbe definire un resoconto
giornalistico fatto da un inviato speciale per un evento a livello
nazionale della durata di quattro giorni . Lo scritto rappresenta un
piccolo tesoro di notizie, di abitudini, di atmosfera; l'evento
descritto sono i festeggiamenti organizzati a Genova per
l'inaugurazione del monumento al Re che ha realizzato l'Unità
d'Italia: Vittorio Emanuele II morto a Roma il 9 gennaio 1878. La
statua bronzea rappresenta il Re a cavallo su un piedestallo in
granito, è stata eretta nella centralissima Piazza Corvetto,
confinante con l'ampio parco della "Spianata dell'Acquasola". Il
monumento equestre, che anche oggi si può ammirare, è opera dello
scultore milanese Francesco Barzaghi. Alla cerimonia di
inaugurazione erano presenti il Re Umberto I e sua moglie (e cugina)
la Regina Margherita.
Dalla lettera apprendiamo che le luci sfavillanti per le luminarie
erano realizzate con lumini a grasso mentre la piazza della stazione
ferroviaria Principe era illuminata con la nuova tecnologia
elettrica. L'autrice descrive meravigliata la realizzazione di
"un'immensa margherita che sembrava proprio vera", fatta con luci
dai colori sfavillanti dei lumini in tre colori, sicuramente un
preciso omaggio alla Regina che era molto amata dal popolo. Infatti
anche a Roma, da una iniziale diffidenza, si era guadagnata
lentamente col suo comportamento anche la simpatia della ostile
nobiltà romana, organizzando feste che il Papa aveva vietato dopo
Porta Pia. Amante delle toilette sfarzose e dei gioielli, Margherita
amava soprattutto perle e diamanti che l'autrice nota e sottolinea
con ammirazione tutta femminile.
Ho trovato coinvolgente la lettura e ho rivissuto le vivide immagini
create dall'autrice, che suppongo giovane ed entusiasta per uno
spettacolo che resterà unico nella sua vita. Per questo l'ho
segnalata a "Il Postalista" per condividere con gli appassionati
della nostra materia il piacere della lettura di un evento del
passato e per stimolare i collezionisti a rendere note le loro
scoperte, grandi o piccole che siano. La lettera è scritta in
caratteri minuti e sbiaditi e mostra tutta la sua età, tant'è che
per interpretare esattamente le parole qualche volta ho dovuto usare
la lente. Ho trascritto esattamente il testo anche con i piccoli
errori e le sviste fatte dall'autrice.
Buona lettura! (49 KB)
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