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ancora sul Mod. 23-A
a Franco Naricini risponde Marino Bignami
vedi anche: Mod- 23-A chi l'ha visto?

Gentile IL POSTALISTA

sono un neofita del collezionismo di storia postale, molto curioso e spesso confuso, ho seguito con molto interesse l'articolo sul modello 23- A poichè tra le cose che ho acquistato ho trovato 2 di questi modelli 23-A edizione 1928 viaggiati nel luglio 1941,le chiedo: questa edizione del 1928 si può ritenere comune? aggiungo che pesata elettronicamente risulta circa un grammo comprensiva del francobollo! avendone 2 ho fatto anche la riprova del peso ottenendo lo stesso risultato... quando lei parla(cito testualmente... il formulario stampato è assolutamente uguale ai soliti modelli di R.R. da staccare dai blocchetti in possesso degli addetti postali che erano in uso negli anni Trenta ed ormai in disuso (a volte con o senza l'anno di emissione e l'anno fascista), con la sola differenza che erano definiti a stampa "Ricevuta di Ritorno" e non "Avviso di Ricevimento) sta parlando di questa edizione 23-A ?
Grato anticipatamente per il tempo che vorrà dedicare a questa mia la ringrazio facendole anche i complimenti per il sito che non esito definire magico!!!
cordiali saluti

Franco Naricini

ecco l'immagine del modello 23-A in questione


 

Grazie Signor Naricini,
la sua curiosità e l'aver inviato l'immagine di questo documento mi ha permesso di completare l'identificazione del fantomatico Mod. 23-A.
Per prima cosa cerco, se ho ben capito, di soddisfare la sua richiesta: no con quella frase mi riferivo al cambiamento di definizione che le poste hanno effettuato nel periodo nei riguardi di tutti i modelli delle ricevute di ritorno. Inoltre faccio rilevare che il 1928 è coinciso con il cambio di stemma dello stato con lo stemma del fascio accanto allo stemma Savoia (in seguito i due stemmi furono fusi insieme)
Il suo modello 23-A edizione 1928 evidenzia che quanto avevo ipotizzato nella risposta data al Sig. Gianni Vitale era una ipotesi errata benché plausibile; infatti nel 1928 la
supposta procedura per diminuire il peso sarebbe stata sicuramente troppo in anticipo perchè la nostra L.A.T.I. venne fondata una decina di anni dopo.
Il suo modello proveniente da un blocchetto è stato usato, a mio avviso,in modo errato perché non é stato diviso tra madre (che doveva rimanere al mittente come promemoria ) e figlia che doveva essere allegata all'invio (nel citato regolamento come Matrice e Ricevuta).
Invece come si evince dal bollo a data che é stato impresso a destinazione prima della rispedizione, il detto Mod. 23-A è stato utilizzato intiero sfogliando il blocchetto.

L'ipotesi formulata in risposta alla domanda di Vitale evidentemente non poteva convivere con il suo documento ed ho spulciato nuovamente le istruzioni postali del 1908. Mi sono accorto che, complice una pagina sbiadita, mi era sfuggito l'ultimo capitolo di dette istruzioni.
Le istruzioni chiariscono (non sempre seguite dagli addetti postali) che l'uso dei Mod. 23-A in nostro possesso è stato probabilmente appropriato per tutti i moduli, sia per quello presentato da Gianni Vitale, per il mio ed anche il per il suo. Infatti tutti e tre i moduli (mi sembra di capire) hanno come mittenti enti e società.
Il primo inviato dal Comune di FALCONARA ad un privato, il secondo dal consorzio CINAL (?) per l'INA di Milano ed il suo dalla I.R.C.A. di Sant' Elpidio a Mare.
Come si può leggere dal regolamento che riproduco, i presenti moduli 23-A erano riservati agli utenti che inviavano un grande numero di raccomandate con R.R. (quindi plausibilmente Enti o banche e società) e spettava a loro compilarli prima della presentazione alla posta per l'invio.


“ISTRUZIONI PER IL SERVIZIO DELLE CORRISPONDENZE POSTALI - 1908

Uso delle ricevute di ritorno mod. 23-A.

Art. 258 - Le ricevute di ritorno modo 23-A servono solamente per oggetti diretti all' interno del Regno e debbono essere adoperate dalle Banche, dalle Ditte o dai privati che annualmente impostino non meno di 500 oggetti con ricevuta di ritorno.
Tali stampati debbono essere predisposti dai mittenti, tanto nella matrice, che nella ricevuta. A questo scopo gli uffici postali debbono somministrare loro, gratuitamente, una provvista di stampati corrispondente alla media del consumo di un mese.

Art. 259 - Le Banche, le Ditte, ecc., debbono imprimere su ciascuna ricevuta il proprio bollo ad umido ed assegnarle il numero d'ordine progressivo annuale (1° gennaio-31 dicembre).
Il numero d'ordine deve apporsi tanto sulla matrice quanto sulla ricevuta propriamente detta. Debbono pure apporre con bollo ben chiaro l'indicazione dell'ufficio cui le ricevute debbono essere restituite (per es., Roma succ. n. 14 - Torino centro – Napoli succ. n. 3, e simili).

Art. 260 - Le corrispondenze debbono essere presentate all'ufficio postale con ]e rispettive ricevute legate con filo-spago in croce; può essere consentita altra forma di accoppiamento, purché resti scoperto il francobollo da annullarsi e purchè la verificazione della ricevuta e l'annullamento del francobollo possano farsi senza disgiungere i due oggetti.
Sulle note mod. 32 i mittenti debbono indicare, accanto a ciascun oggetto, il numero d'ordine assegnato a ciascuna ricevuta a norma dell'articolo precedente.

Art. 261 - L'impiegato che accetta gli oggetti deve verificare ad una ad una le ricevute di ritorno per accertarsi che si trovino in perfetta regola, aggiungervi le indicazioni di servizio ed annullare il francobollo rappresentante la tassa di ricevuta di ritorno.
Per ciascuna Banca, Ditta, ecc., l'ufficio di impostazione deve tenere uno speciale registro mod. 28 per inscrivervi, all'atto dell'accettazione delle corrispondenze, le singole ricevute di ritorno col rispettivo numero d'ordine progressivo annuale e per notare poi la data in cui pervengono in restituzione dagli uffici corrispondenti.
La consegna ai mittenti delle ricevute giunte in restituzione dagli uffici destinatari si effettua descrivendole ad una ad una, secondo il rispettivo numero d'ordine progressivo, su di un registro mod. 34 e ritirando una ricevuta complessiva.”


Confido che con l'apporto dato dal suo contributo, sia stato finalmente chiarito il mistero del modulo postale 23-A.

Con simpatia Marino Bignami

 

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