Durante la seconda guerra mondiale, nel tormentato periodo seguito allo sbarco alleato in Sicilia, con il cambio di fronte di Casa Savoia al Sud e della nascita della RSI al Nord, si ebbero intensissime variazioni dei valori usati nelle affrancature, anche se con poche varianti nelle tariffe.
Pur con le drammatiche carenze di francobolli dovute a cambi di regime e per gli eventi bellici, i più diffusi e usati furono i francobolli della serie Imperiale, e fra questi, un valore che ebbe notevoli cambiamenti e tirature: fu il valore viola da una lira con l'effige di Giulio Cesare Imperatore, senza ombra di dubbio uno dei più usati quando ci furono gli aumenti tariffari.
Quando nell'ottobre del 1944 il governo del Regno d'Italia, che inizialmente era stato relegato in alcune province pugliesi, potè ritornare a Roma e da qui governare ciò che era stato restituito dagli Alleati al controllo dei Savoia, si sentì la necessità di approntare dei francobolli per far fronte alle richieste pressanti dei cittadini che volevano riallacciare i rapporti interrotti dall'avanzare del fronte.
Dopo l'aumento delle tariffe dell'ottobre del 1944 il francobollo della lira imperiale divenne un taglio adatto e molto usato. Questo avvenne soprattutto per motivi di urgenza: si convenne infatti di approntare la stampa di alcuni valori facendo ricorso alle vecchie incisioni dell'imperiale modificate nelle scritte e nei valori e togliendo innanzitutto i fascetti laterali simbolo del passato regime. Per la realizzazione ci si dovette arrangiare utilizzando le attrezzature più vecchie rimaste a Roma, perchè le più moderne, in previsione dell'invasione, erano state spostate al Nord e finite poi in ambito R.S.I.. Inoltre il poligrafico ufficialmente era rimasto anche senza carta filigranata ma per fortuna, alcuni previdenti funzionari, per non farle sequestrare dai tedeschi, avevano fatto nascondere alcune bobine di carta del poligrafico in Vaticano.
La stampa delle nuove tirature dei francobolli si iniziò con tale carta che aveva la filigrana a corona, poi, nonostante l'estrema difficoltà dovuta alle distruzioni della guerra, si riuscì a far approntare della carta senza filigrana ed infine, dopo qualche tempo, con la nuova carta filigrana a ruota che venne utilizzata successivamente anche in Repubblica.
Nel breve volgere di tempo perciò, con le vignette della vecchia serie imperiale a cui erano stati tolti i fascetti, al poligrafico romano furono stampate tre tirature dell'imperiale utilizzando la carta con caratteristiche diverse e con alcune differenze nei valori e nel colore.
Anche al Nord, nel territorio della neonata Repubblica Sociale per l'urgenza iniziale di avere valori per l'affrancatura con le tariffe rimaste invariate, si erano sovrastampati i francobolli della serie imperiale con l'effige reale (che erano anche tra i più diffusi: cent. 25,30,75 e Lira 1,25) , mentre il valore della lira Giulio Cesare era stato poco usato entro i confini nazionali (era stato approntato nel 1942 per le tariffe ridotte da usare nella corrispondenza per la Germania e nei territori sotto controllo tedesco). Dopo la fine del conflitto però la scarsità dei francobolli adatti (per la messa fuori corso dei francobolli R.S.I.) si fece sentire anche al Nord, per cui l'amministrazione alleata (che per tutto il 1945 controllò e governò il Nord Italia) non volendo utilizzare le rimanenze con i simboli del caduto regime fascista, ordinò alla tipografia del poligrafico, che era stata allestita presso la De Agostini di Novara, la stampa di francobolli per le necessità impellenti della popolazione.
Anche al Nord, per motivi di urgenza, si stamparono i vecchi valori dell'imperiale. Per l'occasione vennero scelti e approntati valori che soddisfacessero le necessità di affrancatura del momento, escludendo i valori con l'effige reale che non era molto amata al Nord. I valori scelti furono tre: da 15 cent. e 35 cent. ambedue con l'Italia Turrita ed il valore da una lira con l'immagine di Giulio Cesare. Anche al Nord si ebbero francobolli di questo valore con caratteristiche diverse, con e senza fascetti stampati tutti con la carta residua senza filigrana della cessata RSI. (Il valore con fascetti quindi era del tutto simile alla tiratura del regno ma con alcuni ritocchi nell'immagine).
Quindi per puntualizzare: in totale si ebbero cinque francobolli da una lira Giulio Cesare appartenenti a cinque serie diverse in uso più o meno contemporaneo e non sempre facilmente classificabili se applicati su busta. Su questo valore come esempio presento una parte di una piccola ricerca che ho effettuato e un suggerimento per favorire il riconoscimento e una attribuzione certa del valore da una lira Giulio Cesare attraverso l'attribuzione del tipo di filigrana. L'operazione può essere effettuata senza il distacco dei francobolli applicati sui documenti postali, con l'osservazione a luce riflessa radente degli stessi.
Presento tre esempi di affrancatura eseguita nel territorio del Nord con date successive alla fine del conflitto e dopo l'aumento delle tariffe per l'interno che erano state elevate a due lire. Tale tariffa fu applicata nel periodo dal 1° luglio 1946 al 31 gennaio 1947. Per l'esatta classificazione delle coppie di affrancatura, mi sono servito come accennato della luce radente che ho cercato anche di fotografare. Le immagini non sono ideali ma danno l'idea di ciò che si può vedere. E' un tecnica non sempre favorevole con francobolli senza filigrana, ma utile quando si tratta di confermarne la presenza e distinguere se è corona o ruota; con un poco di attenzione è possibile avvalersene.
1) Primaluna (Como) in data 27 luglio 1945. Coppia di francobolli del Regno con filigrana corona usati in uso tardivo.
(vedi sotto conferma della presenza della filigrana )
2) Pavia 2 Ottobre 1945. Coppia di francobolli, a sinistra tiratura di Roma con filigrana ruota e a destra tiratura del Regno con filigrana corona.
(sotto conferma dei tipi di filigrana)
3) Milano 19 gennaio 1946.
Coppia di francobolli tiratura di Roma con filigrana ruota.
(sotto conferma del tipo di filigrana)
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