Alla fine della seconda guerra mondiale il servizio pacchi postali per l'interno venne attivato il 1° maggio 1946.
Per il servizio internazionale si dovette attendere ancora del tempo anche se dal 1945 era in attività il servizio dei pacchi dono che era stato regolato in modo speciale al di fuori del sistema postale internazionale. Alcuni enti in Italia erano incaricati di raccogliere le istanze dei bisognosi e fornivano loro delle cartoline per una richiesta personale a chi all'estero, specialmente dagli Stati Uniti, si era reso disponibile ad accontentare i bisognosi. Inizialmente erano pacchi standard con contenuti sopratutto alimentari ma in seguito alle migliorate condizioni generali italiane potevano essere richiesti anche altri prodotti, in specie medicinali con procedure evidentemente diverse.
La spedizione di questi pacchi dono era collettiva, erano imballati in casse ed erano esenti dai diritti doganali. In Italia degli enti benefici nazionali si occupavano della destinazione dei pacchi dono. Solo dopo, con una procedura speciale, erano consegnati al servizio postale nostrano incaricato della consegna; il destinatario era avvisato dalle poste italiane con una cartolina con tassa a carico da effettuarsi con francobolli doppi del servizio pacchi, e il destinatario, sempre pagando con lo stesso sistema, poteva richiederne la consegna a domicilio. Presento un paio di documenti postali che testimoniano un evento del 1949, quando alla fine della seconda guerra mondiale si scatenò una corsa all'accaparramento di prodotti medicinali per l'epoca a dir poco miracolosi. I medicinali in questione erano i prodotti usati dagli americani per combattere le infezioni dei loro soldati feriti in guerra e da noi sconosciuti: gli antibiotici. Usati per combattere efficacemente le infezioni delle decine di migliaia di soldati feriti, erano stati e lo erano ancora, oggetto di studi approfonditi per ottenere principi attivi sempre più a largo spettro di attività e sempre più potenti nell'azione contro le infezioni.
Quando anche gli italiani conobbero la nuova meraviglia, e il servizio pacchi (interrotto dal '43 ) venne riattivato per l'estero ed in particolare per gli USA, si attivarono molti importatori nostrani che si diedero da fare per entrare in possesso della nuova medicina da rivendere a caro prezzo. La nuova molecola antibiotica scoperta da poco era la dihydrostreptomicina che era incredibilmente attiva contro le infezioni ed era specifica ed essenziale per combattere efficacemente la malaria, che specialmente al Sud aveva conosciuto una recrudescenza con la mancata manutenzione delle zone paludose a causa del conflitto. Probabilmente la destinataria del pacco dono era bisognosa di cure ed attraverso tale servizio le erano arrivate le preziose fiale dell'antibiotico.
Il furto della dihydrostreptomicina (che di questo si tratta) è probabilmente legato a questa bramosia di ottenere il medicinale miracoloso ad ogni costo. L'evento in questione ha inizio alla dogana di Napoli Porto il giorno 30 marzo 1949 dove un impiegato doganale, un agente di finanza ed un ispettore doganale fanno la verifica del pacco dono sia del peso che del contenuto: il peso risulta di gr. 480 e il contenuto 10 fiale di dihydrostreptomicina da 1 grammo ciascuna.
Il pacco viene richiuso e doverosamente sigillato prosegue il suo viaggio a destino. Arrivato alla fine del viaggio a Bella (Nicastro) in Calabria, il pacco dono che è destinato alla signora Rocca Maria, risulta manomesso. La destinataria nella persona del fratello Rocca Osvaldo ne richiede la verifica perché il peso non corrisponde al dichiarato.
Come da regolamento viene fatta la ricognizione del contenuto con testimoni di cui viene steso verbale sul Mod N 13 e controfirmato dai presenti. Il pacco risulta contenere un pezzo di ferro al posto delle preziose fiale. Viene asportato il sigillo del sacco contenente il pacco "scondizionato" che è inviato assieme al foglio della ricognizione e della dichiarazione doganale alla direzione responsabile come giustificativo e per fare le ricerche del caso.
I documenti allegati sono grandi cm. 28 x 14 e sono stati ridotti. Al retro della dichiarazione doganale è manoscritta una sottrazione dal peso iniziale, quello finale e la differenza di peso.
Al retro della dichiarazione doganale é applicato un bollo a data in cartelle rettangolare poco visibile. - DIREZIONE POSTE E TELEGRAFI - CATANZARO
Sul sigillo si intravede il bollo a data dell'ufficio di Nicastro e l'indirizzo Poste Bella..
Segue trascrizione letterale dei documenti.
TESTO DELLA DICHIARAZIONE DOGANALE:
Addì 30.3.1949 Nell'ufficio di Napoli Porto i sottoscritti Imp. Battaglia, Ag. Liguori, Isp. Dog. Pellegrini. Avendo fatto ricognizione P. USA aereo 3145H cauz. 73 del 26.3.49 Per Maria Rocca Bella di Nicastro , dichiarato streptomicina contiene dieci flaconi di Dihydrostreptomicina da 1 gr. cascuno. Peso risc. Gr. 480.
Seguono firme illeggibili
TESTO DELLA RICOGNIZIONE E VERIFICA VERBALE N° 3 per irregolarità di servizio
Nell'ufficio di Bella di Nicastro Addì 18/3/49 ore 11,35 I sottoscritti Vescio Saverio gerente e De Fazio supplente, nell'eseguire la consegna dei pacchi dono provenienti dagli SUA. Hanno rilevato che il pacco dono N° 3145 H che doveva contenere N° 10 flaconi di streptomicina come da verbale num. 13 elevato il 30/3 ca. dall'ufficio di Napoli Porto, conteneva invece un pezzo di ferro vecchio Il pacco suddetto giunse scondizionato all'ufficio di Nicastro e da questi chiuso in sacco nuovo fu fatto proseguire per quest'ufficio ove alla presenza del Sig. Rocca Osvaldo fratello della destinataria, del supplente e del sottoscritto venne aperto. Il Rocca constatando che il peso non corrispondeva a quello dichiarato poiché da 480 grammi risultava di gr. 250 ne pretese la verifica che si rivelò come sopra. Il pacco è stato rifiutato. Si allega al presente il verbale redatto dall'ufficio di Napoli Porto e il colletto del sacco col quale venne ricevuto dall'ufficio di Nicastro. L'ufficio di Nicastro non ha verbalizzato.
Vescio Saverio Gerente
Carlo De Fazio supplente |