Torna alla storia postale

pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori

la storia postale

le domande dei lettori

Siamo in guerra: è permesso ? di Giorgio Landmans

risponde: Riccardo Bodo

Sto tentando di riorganizzare oggetti di Storia postale che negli anni avevo acquistato in blocchi. E così capita che ogni tanto io abbia ad imbattermi in qualche problema da risolvere. Non sempre la mia esperienza e la mia biblioteca di storia e di storia postale mi vengono in aiuto.
Ieri mi sono imbattuto in una cartolina con prestampato tanto di disegno di bandiera italiana riportante ancora al centro il simbolo Reale.
L’ esplicita dicitura di CARTOLINA POSTALE ITALIANA in franchigia mi fa pensare allora essere questa una cartolina emessa regolarmente dalle Poste italiane ma, dopo ricerca, non la trovo catalogata tra gli interi postali del Sintoni.
La cartolina è regolarmente viaggiata, mi dico, perché non affrancata se non cartolina speciale di origine ufficiale di franchigia per le Forze Armate?
Perchè forse dimenticata da quel catalogo? Impossibile che un esperto specializzato in materia possa aver dimenticato una cosa come questa ma d’ altronde io non posso di certo pensare che sono di fronte ad un “unicum”, un caso isolato, un caso sfuggito alla attenzione del responsabile operatore postale addetto all’ inoltro.
Si tratta di una cartolina effettivamente emessa dalle Poste? No, mi conferma il competente in materia . E allora, io penso, se stampata da privato perché non è regolarmente affrancata o tassata? Forse l ‘ufficiale postale incaricato si guardò bene dal tassare questo documento?

Poi oggi ci ripenso. si tratta di zona di guerra e ai soldati combattenti non vuoi dare la possibilità – una specie di respiro – quella di poter scrivere a parenti e amici?
E se – mettiamo il caso - in quei giorni e luoghi di guerra le cartoline in franchigia regolari che dovevano essere fornite dalla posta centrale non fossero regolarmente giunte in zona, non può essere che un certo Comandante benpensante non abbia pensato a farne stampare privatamente?
Forse fu proprio così che avvenne. Forse queste pseudo-cartoline in franchigia furono distribuite ad ogni corpo che avrebbe dovuto applicare (come controllo e benestare) il proprio contrassegno con timbro del Corpo in viola (come quello qui esistente ora illeggibile, ma ben intuibile)?
La mia è solo una ipotesi ma non posso interpellare chi ha vissuto quei momenti, così mi devo accontentare. E io non amo e non credo alle sedute spiritiche.

Non fatemi pensare all’ oggi dove i francobolli, quando applicati su lettera in partenza e regolarmente immessi in una casella postale, vengono annullati con una bella strisciata di biro...anche alla faccia della propaganda alla filatelia ...

il 5 settembre 2014 sono state aggiunte queste nuove immagini da Giorgio Landmans:


la risposta di Riccardo BODO:

La questione riguarda l'uso legittimo in franchigia di cartoline per militari di fattura del tutto privata e differenti dai tipi ''ufficiali''. In effetti, come ricorda il catalogo ''Interitalia'', dal 19 -6 -1915 una circolare ministeriale (la n. 1575) ammise all'uso in franchigia qualsiasi tipo di cartolina purche' munito di timbri della posta militare. Questa possibilita' rimase in vigore sino al 20 agosto 1916 quando la franchigia torno' ad essere concessa alle sole cartoline ''ufficiali'' (quelle appunto repertoriate anche nei cataloghi di interi postali). Si tratto' quindi di una decisione a livello nazionale dettata da uno stato di necessita' (situazione drammatica ben ricordata dallo stesso Landmans). Naturalmente queste cartoline militari ''private'' non possono essere considerate interi postali ma hanno rilevanza storico postale e collezionistica (tanto da essere anch'esse catalogate in apposite pubblicazioni).


pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori