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la storia postale |
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le domande dei lettori | |||||||||||||||
Siamo in guerra: è permesso ? di Giorgio Landmans Sto tentando di riorganizzare oggetti di Storia postale che negli anni avevo acquistato in blocchi. E così capita che ogni tanto io abbia ad imbattermi in qualche problema da risolvere. Non sempre la mia esperienza e la mia biblioteca di storia e di storia postale mi vengono in aiuto. Poi oggi ci ripenso. si tratta di zona di guerra e ai soldati combattenti non vuoi dare la possibilità – una specie di respiro – quella di poter scrivere a parenti e amici? Non fatemi pensare all’ oggi dove i francobolli, quando applicati su lettera in partenza e regolarmente immessi in una casella postale, vengono annullati con una bella strisciata di biro...anche alla faccia della propaganda alla filatelia ... il 5 settembre 2014 sono state aggiunte queste nuove immagini da Giorgio Landmans:
la risposta di Riccardo BODO: La questione riguarda l'uso legittimo in franchigia di cartoline per militari di fattura del tutto privata e differenti dai tipi ''ufficiali''. In effetti, come ricorda il catalogo ''Interitalia'', dal 19 -6 -1915 una circolare ministeriale (la n. 1575) ammise all'uso in franchigia qualsiasi tipo di cartolina purche' munito di timbri della posta militare. Questa possibilita' rimase in vigore sino al 20 agosto 1916 quando la franchigia torno' ad essere concessa alle sole cartoline ''ufficiali'' (quelle appunto repertoriate anche nei cataloghi di interi postali). Si tratto' quindi di una decisione a livello nazionale dettata da uno stato di necessita' (situazione drammatica ben ricordata dallo stesso Landmans). Naturalmente queste cartoline militari ''private'' non possono essere considerate interi postali ma hanno rilevanza storico postale e collezionistica (tanto da essere anch'esse catalogate in apposite pubblicazioni).
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