Tra le mie aggiunte alla ristampa (2006) del volumetto di Billig e Stiedl sui Falsi di Sicilia vi era anche una biografia di Erasmo Oneglia (1).
Il 1896 fu l’anno decisivo che piazzò saldamente Oneglia tra i falsari famosi. Nel 1875 Luigi Brün, un capitano d’industria e proprietario di una grossa fonderia torinese, aveva acquistato migliaia di quintali di rottami dalla Zecca Italiana che a quell’epoca operava ancora nella capitale piemontese. Durante la lavorazione gli operai rinvenirono, fra l’altro, sei conii originali in acciaio dei francobolli del Regno di Napoli emessi nel 1858—tutta la serie meno il 2 grana — e due lastre in acciaio, aventi ciascuna 200 riproduzioni del 10 e 50 grana. Inoltre, fu rinvenuto un quantitativo assai più modesto di materiale simile per la stampa dei francobolli di Parma. [2]
Emilio Diena scrisse che nel 1896 Brün decise di vendere questo materiale offrendolo ad Oneglia che ebbe modo d’averlo in suo possesso per un certo periodo durante le trattative. A insaputa di Brün, il cartolaio non esitò a ricavarne ristampe dei sei valori di Napoli usando i conii suddetti. Oneglia ristampò anche pochissimi fogli di 200 esemplari del 50 grana, ma la lastra era decisamente malconcia e il tentativo fu presto abortito. [2]
Ciò non di meno i risultati delle ristampe ottenute dai conii erano abbastanza soddisfacenti e in breve tempo le ristampe affiorarono su tutti i maggiori mercati europei. Nel gennaio 1897 il Ministro delle Poste e Telegrafi autorizzò un’inchiesta rapida e nel giro di pochi giorni ricevette i dettagli della tresca. Tramite un intermediario il Ministero acquistò il materiale da Brün per poi affidarlo al Museo Postale Italiano a Roma.
Le ristampe Oneglia della serie napoletana (precisamente databili al 1896) hanno avuto accoglienze favorevoli dai cataloghi. Il Sassone le illustra ed elenca ma con la data sbagliata (1898), descrivendole poi come “ristampe private” senza neppure citare il nome dell’Oneglia. Inoltre la nota a pie’ di pagina contiene altre inesattezze, compresa una presunta (e non documentata) tiratura di 200 foglietti ristampati per ciascun valore. [3]
NOTE
1. SICILIA 1859: I FALSI - di Otto Stiedl e Fritz Billig, prima edizione trilingue (Tedesco Inglese Italiano) del Dr. Giorgio Migliavacca. Falsi e originali sono tutti illustrati. Trattandosi di una ristampa si e cercato di migliorare le illustrazioni aggiungendone di nuove e migliorando quelle vecchie. 80 pagine grande formato. Di grande importanza il capitolo sui falsi di ERASMO ONEGLIA e la rivista della attribuzioni erronee a Fournier, e un errata corrige onde porre le ristampe di Palermo degli anni 30 nella esatta prospettiva. Uno dei falsi Sperati e anche discusso in dettaglio, e vi e in prima assoluta una sezione dedicata ai timbri ferro di cavallo falsi.
2. Diena, Emilio. I francobolli del Regno di Napoli, Milano 1932 p. 188-190—p. 264-266
3. Sassone Antichi Stati Italiani, Roma 2001, p. 160
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