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Itinerario Palermo-Messina per la via delle marine

di Giuseppe MARCHESE (Bollettino prefilatelico n. 47)

Fino al 1819 la corsa da Palermo a Messina per le vie delle marine collega solo le località siciliane, in quanto i collegamenti con Napoli e gli altri Stati italiani, nonché con l'Europa continentale venivano giudicati troppo importanti per essere affidati ai privati.

Infatti si deve ricordare che fino al 1786 le poste in Sicilia erano gestite totalmente da un privato, e che dopo quella data e fino al 1819 le corse principali venivano affittate e i Corrieri ordinari erano dipendenti dagli "affittatori" delle corse.

In questo periodo la corrispondenza diretta nel continente e quella diretta in Sicilia veniva affidata a dei Corrieri straordinari che trasportavano a staffetta la posta.

Con la ristrutturazione delle poste del 1819 e la gestione diretta degli itinerari principali venne soppressa la "staffettiglia" concentrando la posta per la Sicilia e quella per il continente in un unico corriere ordinario.

La corsa in esame assunse quindi una importanza primaria nei collegamenti, importanza che mantenne fino al 1838 quando l'apertura della strada rotabile da Palermo a Messina via montagne capovolse l'importanza a favore del percorso per le montagne, i cui Corrieri portavano le valigie delle lettere per il continente.

Il percorso di questa corsa è lungo miglia 172.

 

I - L'itinerario

Nel 1786 il percorso è il seguente:

I TERMINE.

II ROCCELLA, Gulisano.

III CEFALÙ Gratteri, Lascari, Isnello.

IV CASTELBUONO (Ove vi è il fondaco chiamato il Finale) e colà si lasciano le lettere a quel Cappellano.

V TUSA, o sia CASTELLO DI TUSA. Nella Marina ritrovasi il detto castello, ove il Corriero lascia le lettere di Tusa, Santo Mauro, Castelluzzo e Pettineo.

VI MOTTA DI AFFERMO. Nella Marina, o nello scaro di Torremuzza si consegnano le lettere al Postiglione.

VII S. STEFANO DI CAMASTRA, Mistretta, Raitano.

VIII CARONIA. Nella marina e nel Fondaco di essa ritrovasi il postiglione a cui si consegnano le lettere.

IX S. FRATELLO. Nella Marina, e nel Fondaco dell'Acque Dolci si consegnano le lettere a quel distributore.

X SANT'AGATA. Nella marina e nel Fondaco di Sant'Agata si consegnano le lettere di detta, e di Militello al Postiglione.

XI S. MARCO. Il Corriero lascia le lettere di detta di S. Marco e dei postiglioni di essa nella Marina al Fondaco di Torrenuova, ove si ritrovano il Luogotenente e Distributore. Alcara V.D., Crapi, Longe, Galati, Mirto, Frazzanò.

XII NASO, Ucria, Santissimo Salvatore, Tortorici, Castania, Sinagra, Martini, Ficarra.

XIII PIRAINO. Nella Marina al fondaco di Scinà si ritrovano il Luogotenente, e Distributore, ai quali si consegnano le lettere di essa, e di detti Postiglioni Capo d'Orlando, Brolo, S. Angelo.

XIV PATTI Raccuglia, Librizzi, Sorrentini, Samperi sopra Patti, Montalbano Montagna Reale.

XV OLIVERI Tripi, Scala di Tinnaro.

XVI FURNARI. Nella Marina al Fondaco di prestipaolo, si consegnano le lettere di essa, e dei Postiglioni al Distributore, e Luogotenente. Casalnuovo, Nopra, Mazzarà, Falcone.

XVII BARCELLONA Castroreale con li casali che sono Centineo, Rodi, Milici, Porto Salvo, Nasari, S. Antonio, Acqua della Ficarra, S. Giacomo, Gala, S. Paolo Protonotaro, Bascia, Lando Catalamira, S. Michele, Moaris, S. Venera, Cannistra.

XVIII PUZZO DI GOTTO S. Lucia, Mirij.

XIX S PIETRO DI SPATAFORA Cundrò, Gualtieri.

XX MELAZZO Soccorso, Isola di Lipari.

XXI MONFORTE. Le lettere di essa, e dei postiglioni, si consegnano al postiglione nella casina di essa alla Marina. Spatafora, Venetico, S. Martino, Samperi di Monforte.

XXII ROMETTA. Le lettere di essa si consegnano nella marina a fondaco Nuovo al postiglione.

XXIII ROCCA. Le lettere di essa si consegnano al Fondaco della Rocca al Postiglione. Valdina.

XXIV SAPONARA. Le lettere di essa si consegnano nel Fondaco delle Tavole al Postiglione.

XXV BAVUSO, E CASTELNUOVO. Le lettere si consegnano al Fondaco di Bavuso al Postiglione. Gibiso, Calvaruso.

(Le località scritte in maiuscolo sono sede di fermata e di prelievo e scarico della corrispondenza sia per quella località che per le altre segnate in lettere minuscole).

Come si noterà il postiglione "consegna" le lettere in località prefissate lontano dai paesi quando questi non sono situati lungo il percorso del Corriere.

La scelta dei fondaci come luogo di "recapito" del mazzo delle lettere deriva dal fatto che non si vuol far perdere tempo al Corriero con deviazioni non necessarie; inoltre la mancanza di strade e l'insicurezza dei luoghi non consigliano di allontanarsi troppo dal tracciato stradale. Secondo questo principio il percorso litoraneo si avvale dell'uso di lasciare le lettere o nella città per cui si passa ovvero nei Fondaci se le città non si trovano lungo il tragitto o comportano una deviazione. D'altra parte non esistono ancora uffici postali nelle località di fermata perciò molto naturalmente le lettere vengono scaricate in luoghi il più facilmente raggiungibili.

Con la riforma del 1819 le "Officine di posta", ovvero i luoghi che tocca il Corriere sono i seguenti: Palermo, Ficarazzi, S. Flavia, Trabia, Termini, Cefalù, Tusa, S. Stefano, S. Agata, Torrenova, Brolo, Giojusa, Patti, Olivieri, Barcellona, Puzzo (o Pizzo) di Gotto, Merj, S. Pier di Monforte, Milazzo (o Melazzo), Spadafora, Bauso (o Bavuso), Messina.

L'anno appresso, nel 1820, "per salvaguardare la celerità e l'esattezza del servizio postale" le fermate di Ficarazzi, S. Flavia, Trabia, Giojusa, Merj, S. Pier di Spadafora (S. Pier di Monforte), vengono abolite e le relative officine postali chiuse, assieme ad altre, così che il Corriero nel suo itinerario tocchi: Palermo, Termini, Cefalù, S. Stefano di Camastra, Torrenova o S. Marco, Brolo, Patti, Barcellona, Spadafora, Messina.

La più importante innovazione in questo decreto è la soppressione dell'officina di Milazzo dal cammino principale. In seguito le lettere per Milazzo saranno appoggiate all'officina di Barcellona e quindi trasmesse a Milazzo con cammino traverso.

Questo itinerario resta in vigore fino alla riorganizzazione del servizio postale effettuato nell'agosto nel 1838. Dal 20.8.1838 l'itinerario è il seguente: Palermo, S. Flavia, Termini, Cefalù, S. Stefano, Torrenova, Brolo, Patti, Barcellona, Spadafora, Messina. Tale organizzazione resta inalterata fino al 1860 (1).

 

2 - Periodicità ed orari

Nel 1786 il viaggio dei corriero di Messina per le marine inizia da Palermo il Venerdì la notte e termina il Mercoledì di mattina della settimana successiva.

Il viaggio tra andata e ritorno ha perciò la durata di 12 giorni.

Nel 1801 si avanza la proposta di iniziare un'altra corsa infrasettimanale, ma la Giunta delle poste esprime parere negativo.

Il 4.6.1804 si giunge alla frequenza bisettimanale. Le partenze avvengono da Palermo il lunedì e giovedì alle ore 5 d'Italia.

Un altro cambiamento negli orari avviene il 3.5.1813 quando le partenze vengono spostate all'una pomeridiana di Spagna nei giorni di lunedì e giovedì.

Con la riforma dei servizi postali effettuata nel 1819 la corsa resta immutata nei giorni e nelle ore di partenza.

Con questa riforma l'Amministrazione postale organizza in proprio le corse dei cammini principali.

A distanza di due anni, con decreto del 20 Febbraio 1822 vi è una modifica nella corsa per le marine.

L'ora di partenza dei corrieri viene portata alle ore 22 del giovedì e lunedì da Palermo e da Messina e l'arrivo il mercoledì e sabato alle ore 21 sempre per tutte e due le località.

Il percorso viene quindi effettuato in 47 ore, con un risparmio di tempo rispetto alla corsa del 1819, di circa 10 ore.

Ciò è possibile per l'apertura di alcuni tronchi stradali (da Palermo a Termini e da Messina a Barcellona) che permette un più celere percorso dei Corrieri.

Nel 1838, alla vigilia di un'altra cospicua riorganizzazione delle poste non si può fare di meglio che giungere a una percorrenza di 46 ore, e si deve tenere conto che nel 1838 diversi tratti di strada rendono più agevole il percorso del Corriere ordinario.

Nel 1839 la corsa si effettua in 44 ore con partenza da Palermo e da Messina il mercoledì e domenica alle ore 22.

L'1.1.1843 altro piccolo cambiamento con partenze da Palermo martedì alle ore 22 e sabato alle ore 24 e da Messina giovedì alle ore 16 e sabato alle ore 22.

Un ulteriore cambiamento avviene il 10.3.1851 con partenze da Palermo alle ore 24, mentre rimangono immutati gli orari di partenza da Messina.

Dal 4 ottobre 1852 per evitare gli inconvenienti derivanti dalla soppressione del servizio dei piroscafi postali e volendo far coincidere l'arrivo della valigia delle lettere provenienti per la via delle Calabrie col proseguimento per Palermo, le partenze del Corriere di Messina per le marine viene spostato al giovedì e lunedì, ferme restando le partenze nei soliti giorni di martedì e sabato per Messina (2).

Naturalmente dobbiamo guardare a questi orari con molta approssimazione poiché è fuor di dubbio che gli orari erano fatti in modo da non tenere conto degli inconvenienti che puntualmente ad ogni corsa di verificavano.

Le cause di ritardo erano le più diverse, a cominciare dagli incontri con i "fuoriusciti" che infestavano le campagne, gli azzoppamenti di cavalli, i fiumi in piena, le chiavi delle valigie che non si trovavano, eccetera, eccetera.

Non mancavano i ritardi per motivi burocratici. Ecco una raccomandazione, a mo' di esempio, che l'Intendente di Palermo indirizzata ai sindaci della valel il 7.3.1838: "perché lo arrivo della corrispondenza ufficiale tra Palermo e Messina, e di lì in Napoli non sia menomamente ritardato, e si eseguano al tempo stesso tutte le regolamentarie disposizioni in vigore per questo ramo di servizio, credo necessario ordinare, che tutte le autorità dimoranti tra Palermo e Messina siano più solleciti nell'agevolare il cammino senza perdita di tempo del corriere latore della corrispondenza. In quanto poi alle autorità dimoranti in Palermo prescrivo loro che la rispettiva corrispondenza sia recata all'Officio della Regia Posta non più tardi delle 4 p.m...." (3).

A ciò si deve aggiungere le altre cause di ritardo dovute a inagibilità delle strade che spesso obbligavano a guadare i fiumi o a lunghi giri per attraversare un ponte crollato.

Insomma si ritiene che nessuna corsa era immune da cospicui ritardi valutabili in media di mezze giornate o giornate intere, tanto che questi ritardi erano ormai diventati prassi costante.

 

3 - Le strade

L'itinerario da Palermo a Messina per le vie delle marine ha "sofferto" una discriminante politica che l'ha visto soccombente rispetto al tragitto verso Catania.

Infatti se la via per le marine veniva considerata un mezzo rapido per collegare la Capitale dell'isola con Napoli e l'Italia la via per le montagne era considerata un'espressione della priorità del collegamento tra le due più importanti parti dell'isola, visto come rafforzamento di una politica che privilegiasse le scelte interne dell'isola.

E infatti non vi sarebbe nessun altro motivo così forte nel far privilegiare la scelta delle vie delle montagne come percorso viario principale, quando si sa che non sussistevano fondati motivi economici e commerciali, tali da imporre una scelta prioritaria se non motivi politici che coincidevano con i famosi motivi dei baroni di privilegiare le strade che si dirigessero verso i loro caricatoi del versante orientale.

La scelta del percorso interno suscitò all'epoca polemiche ma ciò non toglie che con la costruzione della strada rotabile la via litoranea perse gran parte della sua importanza.

Nel famoso piano approvato dal Parlamento siciliano nel 1778 la strada consolare di Messina per le marine era prevista con un tracciato comune a quello per le montagne fino all'Acqua dei Corsari, poi Ficarazzi, Trabia, S. Flavia, Termini, Cefalù, S. Stefano di Camastra, Caronia, S. Marco, Brolo, Patti, Oliveri, Furnari, Barcellona, Pozzo di Gotto, Rometta, Messina (4).

Un intreccio di interessi vari impediva che al tracciato viario si desse una ben chiara fisionomia. Il viceré Caracciolo amaramente annotava "che qui non chiamano utili che le cose di vantaggio ai gran signori".

Dice Orazio Cancila ne "il problema stradale fino all'unificazione", che i baroni "non si curavano affatto del bene del Regno", convinti "che sia cosa distinta dal bene di loro medesimi".

Contemporaneamente - prosegue sempre il Cancila - il messinese Carmelo Guerra denunciava l'inutilità della Palermo-Messina marine, dato che i paesi costieri erano ben collegati dalla "piccola navigazione" (5).

Con queste premesse è consequenziale che nel 1789 fosse stato costruito soltanto il tronco Palermo-Termini Imerese, mentre per il successivo tronco Termini-Cefalù si attendevano i fondi necessari, con il percorso già tracciato.

Nel 1813 la situazione era rimasta sostanzialmente la stessa.

Un grosso problema di reperimento di fondi e di scelte tecnico politiche sul tracciato bloccava il proseguimento dei lavori. Dopo il 1820 la Sovrintendenza delle Strade e dei Ponti decise di completare la Palermo-Messina per le montagne e la Palermo-Trapani concentrando gli sforzi e le risorse su questi due tracciati.

Nel 1838 erano stati costruiti, spesso a cura dei comuni interessati, un tratto della Termini-Cefalù, fino a Fiumetorto con una diramazione per Cerda; il tratto da Messina al Fiume Salicà, presso Barcellona (6).

Nel 1850 era stato costruito il tratto da Messina a Spadafora per una lunghezza di miglia 17, mentre era ancora da costruirsi il tratto da Fiume Torto a Gioiosa per una lunghezza di 87 miglia (7).

Di lì a poco si decise di appaltare la Cefalù-Finale e la Gioiosa-Finale.

La Palermo-Messina litoranea non verrà completata che dopo l'unificazione, dato che nel 1860 restava ancora da costruirsi il tratto Finale-Acquedolci.

 

4 - Mezzi e personale

Per tutto il primo periodo che va dal 1786 al 1813 il mezzo per superare le difficoltà del percorso è il mulo; in seguito quando la rete viaria assume un aspetto meno pionieristico ci si affida anche al cavallo per sfruttare la maggiore velocità di questo animale.

Nel 1813 viene sperimentato, nel tratto stradale da Palermo a Termini, il trasporto dei Corrieri sopra cariaggi sia all'andata che ai ritorno.

Un sistema di appuntamenti peraltro non compatibile con l'orario molto approssimativo, stabilisce che i Corrieri del tragitto Messina marine e quelli di Catania si ritrovino in Termini e da qui si dirigano assieme verso Palermo sopra cariaggio (8).

Riguardo al personale e principalmente al famoso "Corriero" questi nel primo periodo che va dal 1786 al 1819 è un salariato dell'arrendatore delle Poste ed ha il compito tutt'altro che facile di percorrere per intero la corsa Palermo-Messina, consumare una breve sosta e poi ripartire in senso contrario raccogliendo e distribuendo la posta nel suo cammino.

Ma ciò non era affatto agevole dato che il viaggio durava quasi 12 giorni tra andata e ritorno, e gli inconvenienti "bastanti" a mettere a dura prova la più forte tempra.

Così come l'idealizzata figura del "pony express" che galoppa ventre a terra per le praterie del Kansas, anche il nostro indigeno Corriero ha avuto un ruolo importante nello sviluppo delle comunicazioni postali e una sua rivalutazione avrebbe il senso di una giusta riparazione, anche se molto postuma.

Dato che il viaggio era notevolmente faticoso i Corrieri escogitavano il sistema del mezzo cammino, col quale sistema affidavano ad altri la prosecuzione del viaggio.

Non è chiaro come e in quali circostanze avveniva il forzato cambio del corriere non previsto dal regolamento, ma già nell'avviso per l'arredamento delle regie Poste del 1813, all'art. III si stabiliva che: "... saranno assolutamente vietati i così detti mezzi cammini, ma dovranno le rispettive corse delle Poste cominciarsi e finirsi dallo stesso Corriere".

In questo primo periodo postale (1786-1819) non esistevano uffici postali, per cui il "Luogotenente" o il "Distributore" o tutte e due dovevano prestare la loro opera a tempo, con un compenso che veniva direttamente dalle lettere distribuite.

È evidente che una tale incombenza non poteva essere considerata come mezzo di sostentamento primario, per ciò la "distribuzione" delle lettere avveniva, nei piccoli paesi, nei ritagli di tempo in casa del Luogotenente o del Distributore quando questi ne avevano voglia.

Vi è un senso di provvisorietà in tutto questo (lettere lasciate al fondaco; Corrieri e Postiglioni che devono lasciare e prendere la posta traversa di paese in paese; Distributori che lasciano il loro mestiere per dare la posta ed esigere il porto, Luogotenenti che usufruivano della carica per i privilegi che dava) che ci fanno capire come il servizio postale sul finire del XVIII secolo e l'inizio del XIX non sia conforme a quei criteri di efficienza e sicurezza che spesso pretendiamo, a torto, avessero.

Dal 1819 l'organizzazione postale si fa più complessa ed articolata; si aprono le Officine Postali in numerosi paesi, si rafforza l'organico dei Corrieri e si crea un organismo burocratico centrale, a Palermo.

Di questo periodo che va dal 1819 al 1838 non ci rimangono molte tracce dell'attività dell'Amministrazione postale circa i percorsi e il personale impiegato.

Maggiore fortuna si ha con la riforma del 1839, specie per la puntigliosa e precisa ricostruzione del servizio postale fatta dall'Ispettore generale Paolo Dalbono, uno dei pochi funzionari capaci che l'amministrazione postale borbonica inviò in Sicilia.

La corsa da Palermo a Messina viene eseguita da quattro corrieri all'andata e quattro al ritorno, effettuando il percorso in 42 ore. Sono previste 10 fermate e tre cambi di cavalcatura, una a Termini e poi a S. Stefano e infine a S. Agata Militello (9).

 

5 - I rilievi

Da una serie di dati non diretti, ma concomitanti, si giunge alla conclusione che nel primo periodo di osservazione (1786-1819) non vi siano stati rilievi di cavalli entro il tragitto Palermo Messina per le marine, per il Corriero così detto Ordinario.

Ciò si basa su due argomenti fondamentali.

Primo la durata dei percorso; secondo il divieto - racchiuso nelle clausole di affitto delle corse - per il Corriere di effettuare il così detto mezzo cammino.

Anche in seguito l'individuazione dei rilievi non è effettiva limitandosi ad indicare le officine di posta toccate dal corriere: Termini, Cefalù, S. Stefano di Camastra, Torrenova o S. Marco, Brolo, Patti, Barcellona, Spadafora.

Neanche dall'itinerario per il regno delle due Sicilie di Giuseppe Francioni Vespoli, edito a Napoli nel 1830, si può giungere ad una effettiva identificazione.

In detto volume il Vespoli elenca alcune Officine postali e la distanza in poste le une dalle altre; è altamente probabile che si tratti di rilievi dove i viaggiatori possano effettuare la cambiatura dei cavalli. L'elenco è il seguente:

da Palermo a

S. Flavia poste 1 e mezzo

Termini poste 1 e mezzo

Cefalù poste 3

S. Stefano C. poste 3

Torrenova poste 3

Brolo poste 2

Patti poste 1 e mezzo

Barcellona poste 2 e un quarto

Spadafora poste 2

Messina poste 1 e tre quarti

Per un totale di 21 poste e mezzo pari a miglia 172.

Rispetto alla tabella delle Poste del 1822 vi è in più la fermata di S. Flavia.

All'inizio del 1838 finalmente la prima notizia certa. In una circolare dell'Intendente di Palermo ai Sindaci della Valle del 3.5.1838 (10) vengono menzionati i rilievi di posta di Termini, S. Stefano C. e S. Agata.

Il primo luglio 1839 avviene la riorganizzazione generale delle Corse delle Poste in Sicilia.

Per ovviare ai tanti inconvenienti e ritardi vengono aumentati i rilievi dove si cambiano a cavalli da sella, in: Termini, Cefalù, S. Stefano, Torrenova, Patti, Barcellona.

Ogni rilievo dispone, nel 1839, di due cavalli da sella (11).

E probabile che dopo il 1839 vi sia un ulteriore aggiustamento o ampliamenti dei rilievi.

 

6 - Le poste traverse

Fino al 1819 il sistema del "viaggio del Corriero" non prevedeva corse di posta traversa, ma solo corse di posta interna che le varie "Università dovevano a loro spese inviare nei luoghi stabiliti dall'Amministrazione postale per prendere e lasciare le lettere provenienti dal cammino principale.

Con la riforma del Dicembre 1819 vengono istituite 4 corse di posta traversa così distinte:

Prima corsa:

Da S. Stefano in Mistretta e viceversa il martedì e venerdì. Il percorso dura tre ore. Le partenze da S. Stefano avvengono alle ore 11 antimeridiane, un'ora dopo l'arrivo del Corriero Palermo-Messina.

Il ritorno era previsto alle 12 pomeridiane da Mistretta e l'arrivo a S. Stefano alle 3 antim., sei ore prima dell'arrivo del Corriero proveniente da Messina per Palermo.

Seconda corsa:

Da Barcellona a Castroreale il martedì e venerdì e da Castroreale a Barcellona il mercoledì e sabato. L'inizio della corsa da Barcellona alle ore 10 1/2 antim. e l'arrivo all'una pomerid.

Il ritorno alle 7 antim. in modo da arrivare a Barcellona alle 9 1/2 antim. in tempo per raggiungere il Corriero discendente da Messina per Palermo.

Terza corsa:

Da Torrenova in Naso e viceversa il martedì e venerdì. La corsa inizia da Torrenova alle 6 pomer. per arrivare alle 9 pomer. Il percorso all'inverso alle 10 pomer. per arrivare a Torrenova all'una antim. di mercoledì, un'ora prima del passaggio del Corriero Messina-Palermo sulla corsa principale.

Quarta corsa:

Da Brolo in Naso e viceversa il martedì e venerdì. La partenza da Brolo alle 12 antim. e l'arrivo a Naso alle 3 pomer. Il ritorno da Naso alle 5 pomer. e l'arrivo a Brolo alle ore 8 pomer. due ore prima del tragitto dell'ordinario Messina-Palermo e di quello Palermo-Messina.

E probabile che questi orari siano stati ritoccati nel 1822 con la modifica dell'orario principale Palermo-Messina.

Nel 1822 alle quattro esistenti si aggiunge un'altra corsa traversa.

Quinta corsa:

Da Barcellona a Melazzo con periodicità bisettimanale.

Nel luglio 1838 avviene una profonda trasformazione nei cammini di posta; quelli di corsa traversa sul percorso via Messina marine diventano i seguenti:

- da Termini a Polizzi e Caltavuturo

- da S. Stefano a Mistretta

- da Brolo a Naso

- da Barcellona a Castroreale

- da Barcellona a Melazzo.

L'anno dopo avviene la sistemazione definitiva delle corse di cammino traverso, così come quelle principali in genere, per cui ai precedenti collegamenti si aggiunge:

- da Cefalù a Petralia Soprana. Inoltre il postiglione di Termini non passa più per Polizzi.

Lo stato delle corse traverse viene reso più dettagliatamente con lo specchio a parte dell'anno 1839.

Dal 4 ottobre 1852 per uno spostamento avvenuto nelle partenze del Corriero da Messina vengono spostati anche i giorni di partenza dei postiglioni da Mistretta a S. Stefano, dalla domenica al martedì. Analogo spostamento al postiglione da Castroreale a Barcellona dal sabato al lunedì.

La corsa Palermo-Messina per le marine ha anche l'incombenza di trasportare la posta diretta alle isole Eolie (Lipari, Vulcano, Stromboli, Panarea, Salina, Filicudi, Alicudi).

Il trasporto della corrispondenza avviene da Milazzo con mezzi estranei all'amministrazione postale quali le "barche" militari e quelle di commercio.

Lo scambio avveniva con una cassettina munita di lucchetto con duplice chiave, una a disposizione del cancelliere comunale di Lipari (dopo la chiusura dell'Ufficio postale di quella località) e l'altra a disposizione, e dell'Ufficiale Postale di Milazzo.

Ogni qualvolta avveniva il collegamento, molto irregolare e saltuario, il cancelliere rimandava la cassettina con le lettere in partenza, quelle indistribuite e il denaro riscosso per conto dell'Amministrazione postale.

Le cose non cambiarono con il passare dei tempi e i collegamenti tra Milazzo e le isole Eolie rimasero affidate a barche di commercio fino al 1860.
















 

 

Note

(1) Vedasi le cartine allegate.

(2) ASP, Giornale dell'Intendenza borbonica di Messina, anno 1852, pagg. 143-4.

(3) BCP, Giornale dell'Intendenza borbonica di Palermo, anno 1838, pag. 35.

(4) Divisione in tratti delle strade consolari indicate dal Parlamento del 1778, pubblicata a cura della Direzione Generale delle Strade e Ponti in Palermo 17.10.1818; in BCP Giornale dell'Intendenza borbonica di Palermo, anno 1818, pagg. 155-9.

(5) Storia della Sicilia, vol. VIII. Il problema stradale fino all'unificazione. Palermo 1978, pagg. 67-83.

(6) ASP, Giornale dell'Intendenza borbonica di Messina, anno 1850, pag. 69.

(7) ASP, Giornale dell'Intendenza borbonica di Messina, anno 1852, pagg. 61-2.

(8) "Sarà obbligato il fittuario generale o i particolari fittajuoli far giungere a cavallo, come per il passato, da tutti i luoghi del Regno i rispettivi Corrieri fino al punto in cui cominciano le strade rotabili, che conducono a Palermo. Ivi pervenuti, termineranno sopra cariaggi la loro corsa fino a questa Capitale. Ed all'incontro partiranno i detti Corrieri da Palermo sopra cariaggi, ed arrivati al punto in cui finiscono le strade rotabili, proseguiranno a cavallo le loro corse.

... Nella buona stagione i Corrieri di ritorno da Messina per le vie delle marine, e da Catania dovranno ritrovarsi in Termini il venerdì e il lunedì mattina al far del giorno. Alla detta ora partiranno da Termini tutte e due riuniti in un solo cariaggio per condursi in Palermo". ASP, Avviso per l'affitto delle corse per le Poste. Palermo 15 Marzo 1813. Real Segreteria Incartamenti, busta 1741.

(9) Ecco il testo di una circolare dall'Intendente ai Sindaci della provincia di Palermo: "La corsa da Palermo a Messina per via delle marine sarà eseguita da quattro Corrieri proseguendo l'attuale cammino...". BCP, Giornale dell'intendenza borbonica di Palermo, anno 1838, pagg. 76/7.

(10) "... la carrozza fino a Termini, ed i cavalli da Termini in poi che si partiranno in tre rilievi, cioè uno da Termini a S. Stefano, altro da S. Stefano a S. Agata ed altro da S. Agata a Messina, e così al ritorno...". BCP, Giornale dell'Intendenza borbonica di Palermo, anno 1838, pagg. 76/7.

(11) Stato Generale delle Regie Poste, Palermo 1839.

 
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