Questa cartolina "VINCEREMO" da 15 Cent. a tariffa distretto o per riduzione militare è stata inviata il 14 -11- 44 in periodo Luogotenenziale da Roma a Benevento con integrazione di valori dell'imperiale in uso all'epoca a 60 Cent.
L'invio venne fatto quando gli alleati, che avevano risalito l'Italia combattendo, si erano poi attestati su un fronte di guerra formato dal corso del fiume Arno, della città di Firenze e attraverso l'Appennino lungo una linea che arrivava fino alle coste romagnole all'altezza di Ravenna.
Sotto tale linea gli Angloamericani occupavano militarmente un territorio sotto la loro giurisdizione che era formato da: parte della Toscana, della parte sud dell'Emilia ed inoltre completamente dall'Umbria e dalle Marche.
Da un punto di vista postale in tale territorio gli Alleati consentivano l'invio di cartoline con un massimo di 25 parole, oppure lettere per i soli affari commerciali da inviare aperte; tutta la corrispondenza era censurata.
Il resto dello stivale a Sud della zona militarizzata era stato restituito in vari tempi all'amministrazione italiana, in particolare Roma era stata liberata il 4 giugno 1944 ed il governo Italiano vi si era subito insediato. Come promesso, il 15 luglio era stato nominato luogotenente il figlio Umberto dal Re Vittorio che era poi partito per l'Egitto. Il 20 luglio il luogotenente Umberto aveva annunciato che i territori di Campobasso, Foggia, Benevento e Avellino erano stati restituiti all'Italia ed ad ottobre anche il resto del Lazio e l'Abruzzo erano passati sotto amministrazione Luogotenenziale.
L'affrancatura della cartolina sopradescritta, mi ha incuriosito perchè nonostante riporti a stampa un messaggio di ripresa di una pubblicazione editoriale (quindi avrebbe potuto viaggiare come cedola di commissione libraria che nel periodo era a tariffa Cent. 10, oppure se classificata come stampa non periodica, ne sarebbero bastati 20), è invece affrancata come cartolina postale a tariffa interno. Perchè pagarono di più? Avendo necessità di molti invii uguali prepararono la corrispondenza in tipografia, perciò avrebbero potuto spendere meno usando un cartoncino da stampare e per la natura del testo affrancare con soli 10 Cent. in francobolli. La diversa soluzione potrebbe essere stata motivata, dato i tempi calamitosi, per la mancanza di carta e la possibilità di avere solo delle cartoline postali; in tal caso poichè la normativa postale vietava l'utilizzo delle cartoline postali di Stato per un uso diverso da quello stabilito, essere obbligati ad usare le cartoline con un messaggio a stampa ed affrancare secondo la tariffa cartolina.
La risposta a questa strana affrancatura l'ho trovata nel bel libro di Giuseppe Marchese "1945 Dalla guerra alla pace ", dove è riportato che nel periodo anche nei territori sotto giurisdizione italiana (e la cartolina è partita da Roma), era consentito comunicare postalmente ma con molte limitazioni; infatti era stato concesso, dopo l'interruzione bellica della posta, che dal 1°ottobre 1944 sarebbe stato possibile inviare solamente: lettere per l'interno e per il distretto, cartoline postali interno e distretto, cartoline 5 parole e cartoline firma e data e cartoline per i militari. Tutti gli altri servizi restavano sospesi per il conflitto. Quindi niente Stampe non periodiche, né cedole di commissione libraria, evidentemente l'annunciato invio di numeri di saggio era solo un'intenzione non potuta mantenere. E' stato giocoforza adeguarsi alla normativa.
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