Le mie conoscenze circa l’argomento della spedizione degli oggetti postali denominati “Incisioni foniche” sono limitate. Una notizia interessante l’ho appresa leggendo il libro di Franco Filanci “Posta e francobollo, una storia da collezione”; in esso si riporta che l’Argentina, nel 1939, aveva introdotto un servizio speciale che prevedeva l’invio di messaggi incisi su disco e registrati in apposite cabine collocate nelle Poste centrali delle città più importanti. Aveva emesso anche speciali francobolli il cui valore copriva sia la tassa d’incisione sia l’affrancatura del plico spedito tramite buste speciali contenenti anche una puntina di grammofono in omaggio. Il servizio, denominato Fonopost, venne introdotto nel servizio internazionale dall’11° Congresso UPU di Buenos Aires su proposta appunto dell’Argentina. Il volume segnala che questo servizio fu adottato solo dalla Germania, dall’aprile del 1941 al dicembre del 1944, per la trasmissione delle notizie dei militari feriti alle famiglie. Gli altri paesi ammisero unicamente l’invio per posta di “dischi incisi” con tariffe proprie o assimilate a quelle di altri oggetti postali.
In Italia, come riporta il fascicolo 10 della Rassegna delle Poste e dei Telegrafi del 1939, la Biblioteca Nazionale per i ciechi con sede a Milano venne autorizzata, dal 1°dicembre, a spedire per conto dell’Unione Italiana dei ciechi con sede a Firenze, album contenenti dischi fonografici ad uso dei ciechi, i cosiddetti “Libri Parlanti”. Gli invii avvenivano tramite pieghi fino ad un peso di 5 Kg. con tariffa speciale di 5 cent. per ogni Kg., limitatamente alle spedizioni dalla Biblioteca suddetta ai ciechi ed alla successiva restituzione. In periodo di Repubblica questi dischi fonografici, uniti successivamente alle incisioni su nastro, di cui era mittente o destinatario un Istituto per ciechi ufficialmente riconosciuto o una persona non vedente, continuarono ad essere assimilati alle carte punteggiate ad uso dei ciechi ed a seguire la loro tariffazione, purché confezionati in modo verificabile.
Per quanto riguarda le incisioni foniche in genere, le prime notizie di cui dispongo sono contenute nella “Raccolta delle disposizioni riguardanti gli oggetti di corrispondenza da e per l’estero (Secondo la convenzione U.P.U. di Ottawa 1957)” pubblicata nel 1960. Il servizio degli invii denominati “phonopost”, costituiti da dischi fonografici, nastri o fili con registrazioni sonore, secondo le Convenzioni U.P.U., è di attuazione facoltativa. Esso non esiste nel servizio postale italiano come categoria a sé stante con una propria tariffa. In partenza gli invii del genere sono considerati come lettere e soggetti alla relativa tassa. Gli invii “phonopost” provenienti dall’estero debbono avere regolare corso. Essi devono essere contenuti in scatola o busta non chiusa, altrimenti vanno sopratassati come lettere……. È consentito inserire, opportunamente protette, delle puntine che possono servire alla riproduzione delle registrazioni.
A parziale modifica di queste normative, nel novembre 1961 (1), si stabilisce che i dischi fonografici del commercio (riconoscibili dal fatto che recano le indicazioni della marca di fabbrica, del nome dell’orchestra o del cantante, del titolo del brano inciso, del numero di catalogo ecc.) possono essere accettati a destinazione dell’estero, in via provvisoria e fino a quando non sarà attuato il servizio dei pacchetti postali, come “campioni senza valore”. I dischi diversi da quelli del commercio dovranno continuare ad essere accettati come lettere, per l’impossibilità di stabilire se rechino la registrazione di comunicazioni attuali e personali.
Nel regime interno la voce “Incisioni foniche su dischi, nastri o filo” viene istituita con decorrenza 1° gennaio 1966 (2); la tariffa propria è di L.15 ogni 50 grammi o frazione in più cioè analoga a quella delle stampe non periodiche. Le incisioni non devono contenere né comunicazioni attuali e personali né un linguaggio convenzionale. Nel periodo successivo, dal 16/08/1967 al 24/03/1975, la tariffa passa a L. 25, con lo stesso scaglione di peso. Dal 25/03/1975 tale voce viene unificata con quelle dei “Campioni di merci” e dei “Pacchetti postali” a tariffazione più elevata.
La busta con disco che vi presento, è stata spedita aperta dalla casa farmaceutica Rhenania da Milano l’8/02/1962, indirizzata ad un medico di Torino. Contiene un disco di plastica della Fonit-Cetra con incisa su una facciata una canzone di uno sconosciuto cantante e sull’altra la pubblicità di un prodotto farmaceutico riportata anche sull’etichetta del disco. L’invio è affrancato con 10 lire della Michelangiolesca, tariffa corrispondente alle stampe del primo scaglione di peso. Non esisteva ancora nel tariffario la voce a sé stante delle “Incisioni foniche”, ma questa busta permette di supporre che questi oggetti commerciali in quel periodo fossero stati compresi fra le stampe non periodiche.
Si ricorda che nei primi anni 80 viene contemplata la possibilità di includere in riviste a larga diffusione (spedite alla tariffa ridotta delle stampe periodiche in abbonamento postale) dischi di plastica flessibili inseriti a scopo promozionale con il trattamento tariffario degli inserti pubblicitari.
A voi l’invito a colmare le lacune circa la spedizione di questi particolari oggetti postali.
Note:
(1) Bollettino del Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni n.32 – 1961 – Parte II §351
(2) D.P.R. n.1414 del 15 dicembre 1965 pubblicato nella G.U. n.324 del 30 dicembre 1965 |