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Lettere del raggio limitrofo tra Lombardo Veneto e Pontificio | ||||||||||||||
Thomas Mathà (A.I.E.P.) | ||||||||||||||
La conoscenza della storia postale è fondamentale per la descrizione e la perizia delle lettere antiche: senza una solida conoscenza non si possono interpretare questi documenti. Ma è proprio questa l'attrazione che spinge i collezionisti a cercarli. Soprattutto per la corrispondenza transfrontaliera fino alla fine del XIX secolo, con l'assenza di trattati postali (bi- e multilaterali) e la mancanza di un trattamento uniforme delle lettere da parte delle diverse amministrazioni postali, questo aspetto viene spesso alla luce. Lo dimostra anche questa bella lettera del Regno Lombardo Veneto allo Stato Pontificio. L'amministrazione postale del Lombardo Veneto, che era sotto il dominio austriaco, disponeva di francobolli già dal 1° giugno 1850, cioè di carte-valori che in pratica permettevano il pagamento anticipato della tassa di trasporto, mentre lo Stato Pontificio non emise francobolli per i clienti del servizio postale fino al 1° gennaio 1852. È proprio in questo periodo di transizione, in cui un Paese aveva già i francobolli ma l'altro no, che si trovano esempi interessanti. Questa lettera proviene da Lendinara, una piccola città a ovest di Rovigo, ed era indirizzata alla vicina Ferrara (circa 30 km a sud). Fu imbucata all'ufficio postale di Lendinara il 30.7.1851 ed affrancata con una striscia orizzontale di tre francobolli da 10 centesimi della 1ª emissione.
L'ufficio postale di confine della vicina Rovigo aggiunse il timbro di transito Regno L°V° (Lombardo Veneto), segnalando così che questa lettera doveva essere trattata come lettera Lombardo-Veneta secondo il trattato postale del 1823 tra lo Stato Pontificio e l'Austria e doveva essere tassata di conseguenza. In realtà, lo Stato Pontificio applicava una tariffa molto più bassa per queste lettere rispetto a quelle provenienti dal resto dell'Austria, che recavano il timbro STATI EREDITARI AUSTRIACI. È importante sapere che l'Austria e lo Stato Pontificio basavano la tassazione delle lettere su pesi diversi nei loro regolamenti postali nazionali. Come già accennato, in Austria si trattava del Lotto di Vienna con 17,5 g., mentre lo Stato Pontificio all'epoca aveva ancora il peso molto basso di 6 denari o circa 7,1 g. (che corrispondeva a un foglio di lettera ordinario). Nel nostro caso, con un doppio peso austriaco, tra i 17,5 e i 35 g, nello Stato Pontificio non era il 2°, ma addirittura il 3° peso, e quindi la lettera era tassata 21 bajocchi.
In ogni caso, il bollo mostrato da Vollmeier non è quello come dimostra questa lettera (la R di Regno è diversa).
Solo quando entrambi gli Stati entrarono a far parte della Lega Postale Austro-Italica (1.10.1852), tali lettere divennero significativamente più economiche: i 30 centesimi sarebbero stati ora del tutto sufficienti e il destinatario non avrebbe dovuto pagare nulla (21 bajocchi equivalevano a circa 118 centesimi, quindi si può capire il risparmio). Thomas Mathà
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