La lettera, partita da Trapani, ha attirato la mia attenzione. Ne trascrivo il contenuto:
“Trapani 27 giugno 1860
Ebbi il piacere di dirigervi altra mia in data 10 ma nel dubbio non vi sia pervenuta replico la presente via di Toscana per dirvi che il Sig.Lello durante gli accaduti sconvolgimenti si era ritirato a Palermo per cui li tre caciotti che gli avevo rimesso da farvi recapitare li trovai a casa fracidi che dovetti gettarli; dispiaciuto pertanto che non abbiate potuto gustare li frutti di questa terra; cosa che farò l’anno venturo.
Ora pregovi far trovare l’unita a Sig. Caprilli sollecitandolo a farmi pervenire pronto riscontro anche se occorre per la via di Genova da dove si spediscono le lettere per la Sicilia e Cagliari e da colà a Palermo e qui diramate per tutta l’isola. ....
Giulio Drago “
A parte lo “sconvolgimento” , chiaramente di origine garibaldina, che fece scappare a Palermo il Sig . Lello e procurò danno alle “caciotte”, credo sia veramente interessante esaminare il percorso postale fatto dalla lettera.
Parte da Trapani il 27 giugno. Garibaldi con i “mille” è gia padrone di Palermo e le colonne di Bixio e Medici avanzano verso Messina e Catania.
Il Sig. Drago ha già spedito una lettera con la normale posta del Regno al sig. Giovanni Battista Collaretto di Napoli, ma è dubbioso che essa sia pervenuta al destinatario ed allora ne spedisce un’altra con una nave commerciale in partenza dal porto di Trapani,affidandola ai fratelli Grabau di Livorno che fungono quindi da forwarders.
Questi una volta arrivati a Livorno affrancano la lettera con 40 cent. e la impostano il 7 luglio per Napoli.
L’ufficiale postale la considera dapprima franca apponendovi il “P.D.”, ma poi si corregge annullandolo in quanto Napoli è ancora borbonica; tanto è vero che viene tassata in arrivo per 20 grana.
Il tempo occorrente per il percorso di una lettera da Trapani a Napoli era mediamente di due giorni, per la lettera in esame ne occorsero ben diciannove.
E’ inoltre molto interessante la raccomandazione del Sig. Drago che suggeriva di inviare la corrispondenza da Napoli diretta in Sicilia per la “ Via di Genova”.