La ricerca delle varietà sui francobolli degli antichi stati italiani oltre ad offrire l’emozione per la scoperta della rarità ha permesso in molti casi di approfondire le procedure adottate per la loro stampa. Escludendo le varietà di colore, le varietà di stampa si caratterizzano in generale per la presenza di vistosi difetti o ritocchi che offrono la certezza di essere stati prodotti dallo stesso cliché.
La realizzazione di un archivio fotografico di esemplari del 3 Lire di Toscana (Cronaca Filatelica 375, 2010) ha permesso di raggiungere recentemente la quota di 335 esemplari, numero ben superiore ai 240 del foglio. E’ stato quindi naturale pensare che molti di essi potessero provenire dallo stesso cliché e quindi presentare alcune comuni caratteristiche di stampa.
Comunque è opinione diffusa che la stamperia granducale F. Cambiagi e soci di Firenze non usasse effettuare ritocchi sui cliché difettosi visto che questi erano rimovibili e quindi sostituibili quando necessario. Una recente ricerca (Il Monitore della Toscana n°7/8 2008) ha messo in evidenza una serie di varietà e tra queste quella di un curioso cerchietto bianco, a destra sotto la croce dello stemma, sugli esemplari da 1, 5, 10, 20, 40 centesimi. In Figura 1 è riportata l’intera serie di questa varietà, avendo aggiunto agli esemplari riportati da quell’articolo, un esemplare da 80 centesimi ed anche uno dei due 3 lire contenuti nel su citato archivio fotografico.
Infatti dall’archivio degli esemplari del 3 lire, è stato possibile individuare ben 2 esemplari con la stessa varietà riportati in Figura 2, in bianco nero come dai certificati peritali reperiti, che ribadiscono l’originalità degli esemplari, l’esiguità dei margini senza accennare alla causa della varietà.
A questo punto bisogna ricordare brevemente il processo di stampa, ben descritto da Ferruccio Lucini sul Vaccari Magazine 24, 2000. Giuseppe Niderost (anche se non è del tutto certo) realizzò in acciaio il conio del francobollo del Governo di Toscana lasciando la zona del tassello riportante il valore. Per quest’ultimi i coni furono realizzati a parte. Dai coni originali si passò alla fusione di 240 o più cliché oltre ai tasselli con i valori in CENT. e LIRE IT. Per ogni valore venne quindi preparata la tavola assemblando cliché e tasselli, lasciando una maggiore spaziatura tra i 3 blocchi da 80 esemplari per facilitarne poi la separazione. La matrice-madre non veniva mai utilizzata per la stampa (salvo che per ottenere prove di stampa e colore) in quanto in caso di una sua rottura bisognava rifare la fusione dei cliché. Sui 4 lati della composizione veniva posto un filo di ottone per dare sostegno alla matrice-madre durante l’esecuzione delle lastre-stereotipo. Infatti per la riproduzione della matrice-madre fu usato il sistema della stereotipia, ottenuta con impronte di gesso della stessa matrice-madre. Sulle impronte di gesso veniva poi colata una lega metallica in modo da formare la lastra-stereotipo per la stampa. Per l’inchiostrazione della lastra veniva usato un rullo con due impugnature laterali. Una volta posta la quantità di inchiostro sul rullo si faceva scorrere questo due o tre volte su tutta la lastra per stenderlo uniformemente. Per ricevere bene la stampa la carta veniva poi inumidita e l’operazione richiedeva la presenza di due torchieri. Uno inchiostrava la lastra e l’altro posava il foglio sulla lastra, infine i due azionavano il torchio. Tale procedura manuale comportava una inchiostrazione più o meno intensa (e qui nascono le differenti tonalità di colore) e la stampa se non era eseguita da professionisti non dava i risultati desiderati.
In conclusione l’individuazione della stessa varietà su tutta la serie del Governo di Toscana fa ipotizzare che il difetto sia stato presente sulle tutte e sette le lastre-stereotipo ottenute da altrettante matrici-madre (di valore differente), con lo stesso cliché che riporta il difetto di fusione responsabile della stampa del cerchietto.
Infine per quanto riguarda il ritrovamento di ben due esemplari del 3 lire con la stesa varietà fa concludere per ora che almeno due fogli del 3 lire siano stati stampati e cioè 480 esemplari. Comunque sul vero numero dei 3 lire di Toscana emessi nel 1860 possiamo ancora fantasticare.
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