Gentilissimo Monticini,
avrei bisogno di una esperta lettura della tassazione di questa lettera
da Firenze a Narni per Orte che allego in fotocopia.
Colgo l'occasione per ringraziare dell'invio del notiziario che leggo
sempre con tanto interesse.
Cordiali saluti.
Luigi Loretoni
Ritengo che il 3 sia la tassa in crazie per la Toscana che insieme al diritto pontificio porta la tariffa a sette baiocchi.
Giovanni Guerri
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lettera interessante da Roma ad Orbetello, tassata 52 crazie. Il bollo "T C L " con il seguente manoscritto " = 5 = " non mi è chiaro. Nel libro di Paolo Vollmeier (I bolli postali toscani del periodo prefilatelico fino al 1851, pag.238) viene spiegato con "tassata con lire...", ma non sono convinto per niente. Alberto del Bianco crede che sia un bollo per una tassa locale Grosseto-Orbetello o simile. Guardando bene il catalogo ho visto che l'ufficio di Orbetello era l'unico ad introdurre un bollo del genere. Per quale motivo? La tassa pontificia è di 40 bajocchi, quindi 8 impostazioni. La Toscana scrive 1 oncia e 3/4, e la tassazione di 52 crazie corrisponderebbe. Sarei grato chi potesse far vedere altre lettere con questo bollo.
Thomas Mathà
risponde Giuseppe Pallini (ASPoT)
La risposta al quesito del sig. Thomas Mathà si trova nel “REGOLAMENTO PER L’UFFIZIO DI POSTA COMUNITATIVA DI ORBETELLO PROPOSTO DALLA MAGISTRATURA DELLA DETTA COMUNITA’ NELLA SEDUTA DEL 2 MARZO 1837 ED APPROVATO DALLA R.CAMERA DI SOPRINTENDENZA COMUNITATIVA DI GROSSETO CON MINISTERIALE DEL 13 APRILE SUCCESSIVO”, dove l’Articolo 5 dice testualmente: “Il Ministro della Posta di Orbetello esigerà inoltre a profitto della Comunità sopra tutte le Lettere provenienti dalla R.Posta di Grosseto, e tassate in quello, o qualunque altro Uffizio, a titolo di Soprattassa Comunitativa quando siano semplici s. 1.8 di più oltre l’importare della tassa Regia e quando siano di peso di un Oncia esigerà la Soprattassa di s. 3.4 e così di seguito.”
Questo regolamento ne sostituiva uno precedente, che era stato introdotto nel 1815 e che non sono riuscito finora a rintracciare.
La lettera della quale si richiede il parere al “Postalista”, è partita da Roma il 21 Novembre 1839 e, per la via di Siena, è arrivata a Grosseto il 25 Novembre. Qui il Distributore l’ha bollata al verso con il datario dell’uffizio ( 25 NOVEMBRE J839) , ne ha controllato il peso (un’oncia e tre quarti) e segnato la relativa tassa da pagare (52 crazie), inoltrandola poi a Orbetello. Il Ministro di quella Posta Comunitativa (all’epoca Federigo Marlin, succeduto nell’Aprile 1835 a Angiolo Mussi), in base al peso secondo il disposto del citato articolo 5, ha applicato la Tassa Comunitativa, espressa dal bollo T.C. £, con l’importo segnato in tre cifre, corrispondenti a lire, soldi e denari: se per il peso di un’oncia la Tassa Comunitativa era di 3 soldi e 4 denari, per tre quarti di oncia doveva essere di 2 soldi e 8 denari, quindi per un’oncia e tre quarti, come nel nostro caso, facevano in tutto 6 soldi. Se invece la cifra è un 5 si tratta sempre di soldi, ma il mio calcolo andrebbe rivisto. Sia come sia, il significato del bollo T.C. è senz’altro quello detto sopra.
La cifra 40 segnata al verso dovrebbe corrispondere alla tassazione pontificia di 40 baiocchi.
Dalla trasparenza dello scritto attraverso la carta mi pare che la lettera sia completa del testo: in tal caso risulterà che conteneva degli “inclusi”, vale a dire altri documenti che ne avevano aumentato il peso.
Ovviamente, quando nel 1840 a Orbetello viene istituito un Uffizio di Posta Regio (con la conferma del Marlin a Regio Distributore) il bollo T.C. non ha più ragione di esistere e sparisce di circolazione.
Accludo la riproduzione di una lettera del 19 Luglio1820, proveniente da Chiusi, transitata da Radicofani, Siena e Grosseto, dove è applicata la Tassa Comunitativa minima di un soldo e 8 denari, trattandosi di “lettera semplice”; il datario al verso l’ha messo Siena, perché nel 1820 Grosseto era ancora Uffizio Comunitativo ( sarà elevato a Regio nel 1831) e non aveva il datario.
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