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Introduzione
Gli Uffici Postali erano tenuti a registrare, su ogni corrispondenza da essi processata, alcune informazioni, tra cui nome dell'ufficio e data di partenza, tariffa, eventuale ufficio e data di transito, nome dell'ufficio e data di arrivo.
Altre informazioni potevano essere registrate sulla corrispondenza, per esempio il peso del plico o il numero di porti per calcolare la tariffa oppure il numero di registrazione per le assicurate, e così via.
Per questi scopi, gli Uffici Postali erano dotati di appositi timbri che, grazie a tamponi inchiostrati imprimevano una impronta sulla corrispondenza; le altre informazioni, di natura manoscritta, venivano registrate a penna o con matite, sovente colorate.
Il francobollo adesivo
A partire dalla metà del 1800, tutte le Amministrazioni Postali adottarono, con tempistiche diverse, il francobollo adesivo.
Grandi vantaggi, semplificazione ed impulso a crescita importante dei volumi di traffico postale, ma sorse un problema, forse non previsto inizialmente: il francobollo utilizzato poteva venire staccato, ripulito e riutilizzato, a meno che questo fatto non fosse impedito a priori, prima del consegna della corrispondenza medesima al destinatario.
Le Amministrazioni dovettero quindi inventarsi una modalità nuova che consentisse di fare fronte a questa esigenza.
Obliterazione del francobollo adesivo
Vennero introdotti nuovi tipi di annullo: scorrendo i cataloghi si incontrano, nelle Amministrazioni di tutti gli Antichi Stati italiani, gli annulli muti di varia foggia e natura: a rombi, a losanga, a griglia, a punti, a cerchi, a sigillo, a svolazzo, a ferro di cavallo e così via.
Alcuni vennero realizzati appositamente, altri vennero ottenuti dopo spianatura di esistenti timbri prefilatelici (è il caso dei muti a rombi, detti anche a mustaccioli).
Il motivo fondamentale che indusse alla decisione di introdurre gli annulli muti, fu la considerazione che il preesistente annullatore dell'ufficio, da solo, non potesse garantire sufficientemente il rischio di riutilizzo del francobollo adesivo in frode postale; si chiamarono muti perché non vi era in essi alcuna identificazione nominativa, e questi fatto consentì anche una veloce realizzazione e distribuzione nei vari Uffici di questi timbri annullatori.
Caratteristica comune degli annulli muti è la loro ampia e pesante copertura, in alcuni casi come la Sardegna, il muto a rombi aveva circa la stesse dimensione del francobollo (I emessone): questa caratteristica dell'annullo, non certo gradita dal collezionista, garantiva assolutamente la non riutilizzazione del francobollo che veniva ampiamente 'imbrattato.
Annullatori di Toscana
Missione compiuta, dunque? Mica tanto: dal materiale di storia postale del primo periodo filatelico (soprattutto di Toscana) risultano innumerevoli casi di obliterazione del francobollo con modalità diverse da quanto previsto.
Innanzi tutto si vede sovente ripetuto sul francobollo, quale annullatore, il timbro (solitamente di foggia circolare con o senza banderuola) dell'ufficio, oppure viene utilizzato uno de timbri accessori in dotazione prefilatelica PD, PP (raramente), PER CONSEGNA (assicurate).
l timbro PD nato in periodo prefilatelico, era forse uno dei più importanti fra tutti quelli in dotazione agli uffici perché consentiva un rapido controllo della corrispondenza durante le varie operazioni postali (in partenza, in transito e in arrivo) in quanto certificava in forma sintetica la corretta tariffa e l'assolvimento degli oneri del servizio.
Fino al 1850 venne utilizzato pochissimo, in quanto era molto frequente che fosse destinatario ad assolvere agli obblighi derivanti dal servizio, mentre, in periodo filatelico, tra i 1851 e 1863 ebbe un notevole impiego.
Questo timbro, accessorio, doveva essere posto sulla soprascritta per certificate la correttezza della tariffa e della affrancatura per corrispondenze indirizzate in Stati Esteri, ma esistono tantissimi casi di uso come annullatore dei francobolli, un uso giustificato forse dalla mancata disponibilità negli uffici di un appropriato annullo muto; un uso esteso, tollerato forse, ma che non risulta mai approvato dalla Amministrazione.
C'è da dire che la realizzazione dell'annullatore PD, venne commissionata dai singoli Uffici, esso si presenta infatti con le grafiche più disparate: stampatello diritto, stampatello inclinato, lettere grandi, lettere sottili, lettere ombreggiate, con 2 punti, con un punto, senza punti, con un punto a triangolo, in carella ovale, in cartella ottagonale, e così via.
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In questa lettera da Livorno ad Alessandria d'Egitto di può apprezzare il duplice uso del timbro PD: sulla soprascritta certifica la correttezza della tariffa e della affrancatura (4 porti da 13 crazie totale 52 crazie), il PD e' stato usato anche (impropriamente) come annullatore, e quindi viene cassato con una impronta di 5 sbarre di Livorno: interessante testimonianza in merito ad usi appropriati e impropri. |
I primi annullatori muti di Toscana (a rombi, a punti, a ragno, a sigillo ecc.,) che vennero soprattutto utilizzati nel primo periodo filatelico, furono affiancati dagli annullatori muti a sbarre; anche in questo caso c'è di tutto: le sbarre variano da tre a 11 con le fogge più assortite: sbarre strette, larghe, corte, lunghe, sottili, spesse, nere, rosse, azzurre e così via, anche in questo caso non si riuscì ad introdurre una modalità di annullamento omogenea nei vari uffici.
C'è da dire che l'Amministrazione Toscana si distingue veramente, nell'ambito degli antichi Stati Italiani, per la varietà (ed anche la fantasia e creatività) degli annulli obliteratori, con grande apprezzamento da parte dei collezionisti di Storia Postale.
Talvolta le sbarre, come erano state realizzate, non piacciono, oppure si deteriorano, e allora vengono segate più volte: è il caso di S. Sofia, che è diventata per questa ragione una grande rarità degli annullamenti di Toscana..(nelle immagini si può apprezzare l'evoluzione dell'annullatore).
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1^ stadio BARRE COMPLETE - 2^ Stadio SEGATO E TRASFORMATO IN 12 SETTORI - 3^ stadio SEGATO E TRSFORMATO IN 12 PICCOLI RETTANGOLI |
Gli annulli a penna
Se, per qualche motivo, non fosse stato disponibile (o non si voleva utilizzare) un annullatore a tampone, si ricorreva alla sempre disponibile penna: vengono così realizzati gli 'annulli a penna'.
Anche in questo caso, le fogge sono le più varie, dalla imitazione degli annulli a tampone, circolare, barre, croce, croce tipo ragno, tratti paralleli, nome in corsivo, segni grafici pura fantasia e così via che i Cataloghi, forse un po' sbrigativamente, indicano come 'annullo a penna' o 'annullo a tratti di penna'.
C'è da dire che questi annulli sono sicuramente rari, perché di solito sono di piccoli uffici periferici con problemi di dotazione materiali e sicuramente il periodo di annulli a penna è stato breve, come tutti i palliativi sono.
Si distingue per creatività, l'Ufficio d Marciana Marina, piccolo comune dell'isola d'Elba che ha creato il rarissimo muto a cerchi, utilizzato, in epoca Granducale, assieme al doppio cerchio grande.
Unico, di effetto ed anche un po' misterioso, che cosa vorranno dire le coppie di tre piccoli cerchi in verticale? Forse un richiamo ai tre insetti allineati sullo stemma della citta? Le ali di una farfalla? Un significato c'è di sicuro, ma, con ogni probabilità, resterà un mistero.
Ma la creatività di questo Ufficio non si ferma qui, dopo un utilizzo, in periodo Granducale di un annullo a 5 tratti corti, sottili, ecco una grande invenzione: l'annullo 'strisciato'.
Così lo descrive Alberto Diena::"L'annullamento si presenta come una linea curva caratteristica del sistema usato talora dall'ufficio di Marciana Marina che faceva rotolare il bollo sui francobolli per annullarli".
Questo annullo strisciato (o forse sarebbe piu' appropriato dire rotolato) può sembrare, a prima vista un escamotage temporaneo per sopperire alla non disponibilità di un obliteratore ufficiale, invece, come dimostrano i reperti di seguito illustrati, rimase in uso per oltre quattro anni, dal periodo Granducale fino alle emissioni del Regno di Italia!
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15 dicembre 1858 da Marciana Marina a San Jose' de Cucuta Grenadine, via Parigi e Londra. Affrancatura tricolore di 19 crazie piu' 15 centesimi per la consegna (convenzione del primo gennaio 1857: tariffa 19 crazie fino allo sbarco nei porti oltreatlantico)
Due impronte strisciate colpiscono i quattro francobolli.
Dal Granducato al Regno: ancora lo strisciato su una bicolore in tariffa di 15 centesimi verso Livorno, siamo al gennaio 1863, quasi due anni dopo la proclamazione del Regno d'Italia!
Rotolare il timbro invece che imprimerlo: per quale motivo? Forse che l'incisione del timbro non andava piu' bene? Oppure si usava il solo timbro a doppio cerchio grande per imprimere data e nome dell'ufficio sulla soprascritta e poi tenendolo inclinato, si faceva rotolar nulla affrancatura per obliterarlarla? C'è da dire che la fantasia non ha limiti, peraltro questa modalità durò anche parecchio tempo; i cataloghi, attualmente, la registrano fino all'impiego sui francobolli De La Rue, sotto la formulazione 'anche strisciato'.
Una linea curva caratteristica del sistema usato talora dall'ufficio di Marciana Marina che faceva rotolare il bollo sui francobolli per annullarli e' presente su una coppia perfetta del 10 cent. dentellato (n. 1): Questo annullo non e' però non attribuibile con certezza, in quanto manca il riscontro del doppio cerchio nominativo dell'ufficio.
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Conclusioni
L'introduzione del francobollo adesivo sulle corrispondenze rese necessario provvedere ad appropriati annullamenti (obliterazioni) per impedirne il successivo riutilizzo in frode postale. Gli annulli nominativi potevano essere facilmente manipolati, quindi vennero introdotti i cosiddetti annulli muti, delle fogge piu' varie.
Non tutti gli Uffici ne furono dotati e quindi gli addetti dovettero arrangiarsi in qualche modo: nacquero così gli annulli a penna di varie configurazioni grafiche: alcune di esse hanno generato affrancature di grande rarità.
© emilio calcagno aprile 2022
REF. Catalogo Sassone Annullamenti 2021
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