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I segreti della Cappella Sistina | ||||||||||||||
di Angelo SIRO (da Filatelia Religiosa Flash) | |||||||||||||||
(prima parte - vai alla seconda parte>>>) La Cappella Sistina è considerata uno dei gioielli più belli e preziosi del Rinascimento
Italiano. La Cappella
La costruzione della Sistina, voluta dal Papa
Sisto IV, Francesco Della Rovere (1414-1484),
è nata già come “atto ostile” agli ebrei, in
quanto rispecchia esattamente le
caratteristiche del Sacro Tempio di
Gerusalemme, costruito da Salomone nel 930
a.C., descritto dal Profeta Samuele (I Re 6,2).
Michelangelo Michelagnolo Buonarroti nacque il 6 marzo 1474 a Caprese, nei pressi di Arezzo, visse gli anni della fanciullezza in conflitto con la famiglia e a tredici anni andò a Firenze come apprendista della bottega del Ghirlandaio. Firenze, all’epoca di Cosimo e Lorenzo il Magnifico dei Medici, era il vero centro del mondo per tutto ciò che riguardava la cultura, le idee, l’arte. Lorenzo si accorse presto della eccezionale bravura del giovane Michelangelo e lo volle accogliere nel suo palazzo e farlo studiare con i suoi figli (tra cui Giovanni, dapprima cardinale a 13 anni poi papa Leone X ). Ebbe come maestri i più grandi filosofi del tempo: Pico della Mirandola e Marsilio Ficino, nonché i più sapienti cultori ebrei che, espulsi da tutta Europa, erano ospiti graditi alla corte dei Medici. Questa profonda conoscenza ed accettazione della cultura ebraica influenzerà chiaramente tutta la sua opera. Il Papato Nel XV secolo il papato visse uno dei periodi peggiori della propria storia. Anche dalla lettura dello cronaca da parte Vaticana (Storia dei Papi di mons. Castiglioni, Prefetto della Biblioteca Ambrosiana del 1965) emerge un quadro desolante (ricchi casati in conflitto tra loro, cardinali eletti giovanissimi a 13-17 anni, figli e nipoti di papi, diventati a loro volta papi, voti acquistati con ricche prebende, simonia…, libertinaggio, omosessualità. Il paganesimo in quel secolo era salito al livello più alto nella società e nella chiesa; il disprezzo della vita umana, l’adulterio; di figli bastardi e illegittimi sono piene le corti principesche e il papato assumeva l’aspetto di un temuto e potente principato ecclesiastico… (papa Alessandro VI Borgia - nipote del papa Callisto III - eletto nel 1492, “come sacerdote fu l’antitesi dell’ideale cristiano”…, Pio III, nipote di Pio II morì nel 1503, dopo 26 giorni di pontificato lasciando “il posto” al nipote di Sisto IV, Giulio II della Rovere; il papa Sisto IV aveva nominato ben sei nipoti cardinale). Evidentemente in questo contesto non poteva non emergere un Savonarola,
bruciato poi al rogo o un Lutero e il diffondersi del protestantesimo, i Lanzichenecchi e il
“Sacco di Roma” … Giulio II il Papa della Sistina Nel 1503 Giuliano Della Rovere, divenuto papa Giulio II, diede ordine al Bramante di demolire
la vecchia basilica e ricostruirne una enorme degna del nuovo papa e dell’impero cristiano e a
Michelangelo di scolpire le statue per il sepolcro dello zio Sisto IV. Nella Cappella col naso all’insù Numerose sono le tesi sull’interpretazione degli affreschi, la versione “ufficiale” è che i pannelli intendono illustrare le origini dell’uomo, la sua caduta, la riconciliazione con Dio e la promessa di futura redenzione… però questa interpretazione “devota” mal si concilia con il fatto che delle trecento figure nessuna è “cristiana”, numerosi sono gli “sberleffi” nascosti nei personaggi dipinti, molte scene non rispecchiano la tradizione iconografica cattolica. Zaccaria Seguendo l’itinerario originale (ora l’ingresso è stato mutato) sopra la sedia del pontefice c’è il profeta Zaccaria, (con il volto di Giulio II) uno dei meno conosciuti di Israele, al posto previsto di Gesù! Perché Zaccaria era il profeta che ammoniva i corrotti sacerdoti del Tempio e preannunciava che sarebbe stato dato alle fiamme. Inoltre uno dei due putti abbracciati alle spalle del profeta fa un gestaccio con la mano (infila il pollice tra l’indice e il medio facendo il gesto dei “fichi”, l’equivalente dell’epoca al nostro dito medio retto…). Vele e lunette I grandi pannelli della striscia centrale sono circondati da giganteschi nudi di giovani, con coppie di piccoli putti anche loro nudi che sembrano scolpiti nella pietra e che alcuni vollero far ricoprire con vesti! Nelle vele e nelle lunette sono stati dipinti “gli antenati” di
Gesù. Vi sono dipinte varie scenette di famiglie ebree
aggraziate, premurose e belle, in contrasto con la caricatura
corrente di ebrei tristi e stanchi, costretti ad un doloroso
esilio. Nei costumi pregiati sono evidenziate le varie etnie
ebraiche, a dimostrazione che l’intenzione non era di
rappresentare un popolo punito e sofferente ma civile e degno
di rispetto e
cittadinanza (all’epoca iniziavano i ghetti). Una compagnia anomala I personaggi “più importanti” come dimensioni che in modo imponente occupano gli spazi
dedicati agli apostoli tutt’intorno all’affresco sono sette profeti ebrei e cinque sacerdotesse
pagane: un gruppo unico nell’arte sacra cristiana! Tutti i personaggi (escluso Giona) hanno in
mano un libro o un rotolo a dimostrazione che erano degli amanti della cultura a differenza di
Giulio II che volle farsi fare una statua con in mano la spada! Le sibille: Delfina,
Eritrea e Libica, hanno
tutte in comune, oltre
che specifici significati
per la loro presenza,
caratteristiche sessuali
molto ambigue (corpi
mascolini di adolescenti);
Persica invece in un corpo possente ha un viso vecchio e
nell’affresco della sibilla Cumana, che secondo le credenze
dell’epoca avrebbe previsto anche l’ascesa al trono di Giulio
II, Michelangelo la dipinge con un volto decrepito, vestita
dei colori blu e oro dei Della Rovere mentre i due
“angioletti” sono rappresentati con lo stesso gesto scurrile
di “fare i fichi”, come con Zaccaria. Ezechiele che garantì agli ebrei sofferenti che avrebbero alla fine riconquistato Gerusalemme. Daniele dipinto come un giovane di grande bellezza e intelligenza, è il simbolo di una futura redenzione per ebrei e cristiani. L’affresco di Geremia ha più aspetti simbolici: il suo volto angosciato ha lo sguardo fisso sul
posto che di solito era occupato dal baldacchino papale. Geremia era il profeta inviato da Dio
per avvisare il clero corrotto del secondo tempio che il loro oro e bronzo sarebbero stati
saccheggiati e l’edificio distrutto se non avessero contrastato il degrado morale imperante. L’ultimo profeta dipinto sopra l’altare è Giona, un profeta
minore. Giona è un po’ l’immagine del Michelangelo, il profeta
involontario che ha
dovuto accettare un
incarico di
malavoglia. Molte sono le curiose affinità con il
pittore. Sono brani di Giona che vengono letti da tutti
gli ebrei del mondo nel Giorno dell’Espiazione, il giorno
in cui Dio “scrive” il suo verdetto su ciascuno di noi. la seconda parte sarà pubblicata il 16 agosto
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