Umile com’era probabilmente Madre Teresa non avrebbe voluto una cerimonia così solenne per la sua canonizzazione. Per lei anche la stessa santità era un servizio. Oltre 120 mila persone da ogni angolo del mondo, 70 cardinali, 400 vescovi e più di 1700 sacerdoti, erano in piazza San Pietro mentre il Papa la iscriveva nell’albo dei Santi della Chiesa cattolica. Lei così piccola nel corpo, ma così grande nell’anima. Lei che si definiva: “una piccola matita nelle mani di Dio”. Lei che “ha fatto delle opere di misericordia, la guida della sua vita e la strada verso la santità”, come ha detto Francesco. Lei che oltre al servizio per gli ultimi, ha portato avanti un’ostinata battaglia in difesa della vita umana, guardando dritto negli occhi quei potenti della terra che volevano sopprimerla attraverso leggi a favore dell’aborto. Dopo la formula di canonizzazione, accolta da un applauso scrosciante, il Papa ha sottolineato nella sua appassionata omelia proprio questo aspetto, così ‘politicamente scorretto’ della Santa. Madre Teresa “ha fatto sentire la sua voce ai potenti della terra, perché riconoscessero le loro colpe dinanzi ai crimini della povertà creata da loro stessi”. In un secondo passaggio ha aggiunto: “Questa instancabile operatrice di misericordia ci aiuti a capire sempre più che l’unico nostro criterio di azione è l’amore gratuito, libero da ogni ideologia e da ogni vincolo e riversato verso tutti senza distinzione di lingua, cultura, razza o religione”.
Molto è stato scritto su questa Santa (anche su Flash).
La ricordiamo come l’abbiamo conosciuta a Torino nelle tre volte che è venuta: nel 1966, invitata per la «Quaresima di fraternità» iniziata da alcuni coraggiosi pionieri; nel 1976 visitò i malati della Piccola Casa della Divina Provvidenza (il Cottolengo), pregò nel Santuario della Consolata e parlò ai giovani. Tornò nel 1978 alla fine dell’ostensione della Sindone. Altre due volte fu invitata dal SERMIG (Servizio Missionario Giovanile) ed ha incontrato il suo fondatore all’Arsenale della Pace. Questi l’ha rivista a Roma e ha avuto la grande gioia di poterle parlare un’ultima volta prima che tornasse in India, dove morì poco dopo.
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Numerose sono le Amministrazioni Postali del Mondo che hanno stampato nel tempo francobolli commemorativi di questa suora straordinaria..
Per la sua stessa canonizzazione ci sono state emissioni dalle Poste del Vaticano (€ 0,95); dal Kosovo (€ 2,10); dallo SMOM (€ 3); dall’Albania (120 leke), che ha ripreso però solo il suo sari bianco a righe blu, illuminato da una luce proveniente dall’alto.
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