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VATICANO: PATTI NON RISPETTATI E FRANCOBOLLI SCIALBI

Danilo Bogoni (da Gabriel n. 248)

Torniamo ancora sul famoso (o famigerato) francobollo della GMG di Lisbona, rimasto in vendita lo spazio di un mattino, sul quale il Vaticano vorrebbe far scendere la damnatio memorie. Come non fosse mai stato emesso.

E invece l’emissione c’è stata, regolarissima. Con una scorrettezza (eufemismo) imperdonabile, Poste Vaticane-Filatelia non lo ha inserito nel libro dell’anno e la Commercializzazione non lo ha fornito agli abbonati con i quali si era ed è impegnata a fornire tutte le emissioni dell’anno.

C’è davvero da restare basiti per questo comportamento che non rispetta i patti. Circa, poi, i temi e le immagini delle più recenti produzioni, va rilevato che continuano ad essere scarsamente comunicativi. Troppo clericali le scelte tematiche dalle quali sono pressoché del tutto assenti le raccomandazioni di papa Francesco per una Chiesa aperta “che guarda con misericordia l’umanità”. Per lo più si tratta di celebrazioni autoreferenziali che non sempre riescono a dialogare con chi si trova fuori dalla cerchia clericale.

Le immagini, poi, sono solitamente prese da opere già esistenti e realizzate per altri scopi, non sempre adatte alla riduzione in formato francobollo. E’ questo il caso del “Sogno di san Giovanni Bosco” (visto che il Santo, al pari di tanti altri suoi colleghi, di sogni ne fece parecchi, è auspicabile che non si prosegua su questa strada celebrativa), ma anche quello del card. Ercole Consolavi. Chi era costui? Un cardinale, certo, ma cosa ha fatto di tanto particolare da meritare un francobollo?

L’immagine, anche in questo caso presa da un’opera preesistente, non lo dice. L’impressione è che sia venuta a mancare la necessaria ricerca di temi e di immagini, affidando l’esecuzione utilizzando l’opera di artisti preparati (bei tempi, quelli di Corrado Mezzana), e che su tutto prevalga la fretta più che la ricerca.

d.b.

NdR:



Nel web è venduto ad oltre 1.000 euro.