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9 crazie ADF AD viola bruno scurissimo su azzurro: una storia lunga otto anni |
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Le "divise uniformi" degli impiegati delle Poste Granducali - 1835 |
PERCORSO: le schede > Francobolli di Toscana > questa pagina
Ho iniziato ad occuparmi seriamente di francobolli toscani circa otto anni fa. Tra i molti esemplari che circolavano in rete, presso le varie case d'asta, commercianti di vario tipo e siti come ebay, uno in particolare attirò la mia attenzione, francobollo che riporto in figura 1. Veniva descritto come "angolo di foglio con riga di composizione completa". Quando mi trovai di fronte a questo oggetto, avevo già chiaro l'aspetto tipografico, le modalità di composizione del quadro di stampa dei francobolli toscani e della possibilità quindi che fosse visibile ai lati esterni degli esemplari di cornice, la riga di composizione. A patto ovviamente che il margine fosse sufficientemente ampio. Ho imparato successivamente che questa riga extra risulta dall'impronta lasciata dal listello di metallo posto all'esterno della composizione degli stereotipi, con la funzione di mantenere sollevata la carta laddove non si trovava un ulteriore cliché, in modo da non creare effetti sgradevoli nella stampa risultante. Sotto la pressione della morsa, la carta poteva infatti ripiegarsi sui lati, quasi ad avvolgere il cliché stesso, conferendo disomogeneità al trasferimento dell'inchiostro. L'impronta di questo listello metallico è quindi un elemento tipografico extra che poteva talvolta presentarsi, raramente in effetti, in quanto era norma eliminarlo durante la rifinitura del foglio nella fase post-stampa, tagliandolo via con le forbici. In rari casi la riga di composizione rimaneva, in tracce, parzialmente visibile o, molto raramente, visibile nella sua interezza. Mentre la riga di composizione si può rintracciare con relativa frequenza dei francobolli emessi dal Governo della Toscana, è molto più rara nei francobolli granducali su filigrana del primo tipo e praticamente mai riscontrata con certezza nei granducali su filigrana del secondo tipo.
Al tempo della comparsa in pubblico di questo 9 crazie, le righe di composizione che avevo visto in esemplari granducali erano tutte molto sottili, filiformi. L'ipotetica riga di composizione in alto al francobollo da 9 crazie era decisamente molto più spessa e marcata, più simile alla cornice esterna del francobollo che non ad una riga di composizione normalmente riscontrabile. Poteva quindi anche trattarsi di un "trucco", ovvero si poteva ipotizzare che quella che veniva dichiarata come riga di composizione in alto, non fosse altro che la parte inferiore di un esemplare che si trovava nella riga superiore, completata artificialmente e modificata ad arte, tanto da sembrare una riga continua e isolata. Sentivo di non avere abbastanza esperienza per poter valutare autonomamente, se mi stessi trovando di fronte ad un francobollo autentico in ogni sua parte, riga di composizione compresa o a un trucco. A quel tempo mi capitava di discorrere di francobolli con una persona considerata tra i massimi esperti di francobolli toscani ed ero solito condividere con lui le immagini dei pezzi che mi interessavano per discuterne assieme ed imparare. Accadde anche per questo francobollo da 9 crazie ed il commento dell'esperto fu del tipo "quella non può essere una riga di composizione, è troppo diversa da come appare normalmente, molto più sottile, filiforme. Potrebbe trattarsi di un trucco". L'esperto confermava in pieno il mio dubbio. Quindi esitai e mi mantenni alla larga da questo frammento. Con il passare del tempo il numero di francobolli che ho avuto modo di osservare e studiare è salito in modo letteralmente vertiginoso (attualmente il database di immagini che curo, conta svariate decine di migliaia di esemplari) e proporzionalmente sono cresciute le mie capacità di valutazione degli aspetti "tecnici" (non economici, aspetti questi di cui non mi interesso), dei francobolli toscani. Riguardo il giudizio dell'esperto con cui mi ero confrontato sull'autenticità della riga di composizione del francobollo da 9 crazie, ho imparato molto presto a soppesare accuratamente le sue osservazioni, non tanto per le capacità e le conoscenze, molto probabilmente di altissimo livello, quanto piuttosto per l'eccessiva parzialità nell'esprimere pareri tecnici sui francobolli, a seconda che questi siano di proprietà dell'esperto stesso o di altri collezionisti o commercianti. Ho verificato in più occasioni che i giudizi avevano il preciso intento di scoraggiare l'acquisto di materiale altrui, dirottando l'attenzione all'acquisto di materiale analogo ma di sua proprietà, con un modus operandi dal pattern tipico e decisamente caratteristico, dal quale metto in guardia ogni appassionato con cui mi capiti di discutere di filatelia. Ho imparato con il tempo che il mondo della filatelia è popolato anche di questi soggetti, difficili da definire, che appaiono come un misto tra collezionisti, commercianti, periti, consulenti, ma che in realtà non sono niente di tutto ciò, solo capaci di una gran quantità di inutili e assillanti chiacchiere. Si tratta spesso solamente di squallidi piazzisti, il cui unico intento è realizzare guadagni esentasse. Soggetti da imparare a riconoscere e da tenere sempre a debita distanza. Il sedicente esperto influenzò quindi il mio giudizio nel caso di questo francobollo da 9 crazie, come pure cercò di fare moltissime altre volte, senza fortunatamente più riuscirci. Il francobollo da 9 crazie però rimase al commerciante. Negli otto anni successivi, ho sempre tenuto d'occhio quel pezzo, perché in un modo o nell'altro mi ha sempre incuriosito, che fosse frutto di un trucco, cosa che poi non ho più creduto, o che fosse in tutto e per tutto autentico. Il francobollo è rimasto per tutto questo tempo invenduto, sempre presso lo stesso commerciante. Pochi giorni fa si è infine verificato un particolare allineamento degli astri, per cui il francobollo è finito rocambolescamente nelle mie mani. Dopo otto anni a mia disposizione per l'osservazione diretta, cosa che mi sono affrettato a fare e di cui riporto i risultati di seguito.
Si tratta di un francobollo del valore da 9 crazie, nell'affascinante colore viola bruno scurissimo su carta azzurrata, tinta conosciuta anche con il nome di 'prugna', per evidenti motivi. L'attrattività di questo tipo di francobollo da nove 9 crazie risiede nell'incredibile intensità del colore, dovuta non solo alle componenti cromatiche, ma anche alla particolare pastosità e viscosità dell'inchiostro, dall'ottimo effetto coprente del sottostante strato di carta, che risulta in un accattivante effetto di contrasto dello stesso con la nuance azzurra. Il termine che a mio avviso meglio descrive questo tipo di tonalità di colore così "dark", così tetro e misterioso è proprio "affascinante". Il francobollo fu annullato in molto molto leggero con un muto a losanghe in nero e tutt'oggi aderisce ad un frammento originale della missiva che affrancava. Il francobollo proviene indubbiamente dalla sedicesima colonna a destra del quadro di stampa, come deducibile dall'ampio margine destro dove non si intravede alcuna traccia di ulteriori esemplari su quel lato. Anche in basso il margine è ampio al punto da lasciar intravedere quasi completamente la cornice superiore del francobollo sottostante. A sinistra il margine è minimo, di poche frazioni di millimetro in basso, fino ad essere quasi assente alla sommità del francobollo.
In alto il margine è molto ampio e lascia ben visibile una riga orizzontale continua di spessore omogeneo, che va dall'estremità sinistra correndo per tutto il francobollo fino alla sua estremità destra. Lungo tutta la sua larghezza, oltre la riga in alto, è sempre visibile una porzione più o meno ampia di carta priva di stampa (margine bianco completo oltre la riga di composizione). L'analisi effettuata con l'ausilio di un microscopio, mostra che la riga orizzontale è del tutto continua e priva di alcun segno di manomissione, anomalia o intervento successivo alla produzione originale. L'inchiostrazione è identica a quella utilizzata per la stampa del francobollo, sia in termini di composizione cromatica, che di distribuzione del pigmento sul supporto cartaceo. Si distingue in modo inequivocabile l'impronta di pressione del sottile listello metallico che chiudeva il quadro di stampa, e le porzioni di inchiostro spinte ai lati dalla stessa pressione.
L'impronta del listello metallico esterno che chiudeva la composizione è chiaramente distinguibile nelle immagini di figura 2, ovvero la traccia chiara che corre al centro della riga stessa nella scansione superiore e la traccia scura visibile nella scansione in trasparenza in basso.
La distanza tra la riga orizzontale in alto ed il bordo superiore del francobollo (cornice esterna superiore o Segmento 3) è caratteristica e costante, almeno per quanto riguarda i francobolli granducali. Una serie di tre misure realizzate su scansioni a 2400 dpi forniscono i risultati che mostriamo nella figura 3 che segue, ovvero tra gli 1,14 mm e gli 1,21 mm, valori perfettamente compatibili con quelli riscontrati in altri esemplari.
Nella figura 4 che segue riportiamo quattro esempi di francobolli granducali su filigrana del primo tipo, dove è chiaramente visibile la riga di composizione in alto, assieme alle relative distanze con la cornice superiore del francobollo sottostante.
L'osservazione a forte ingrandimento lascia pensare ad una totale autenticità della riga di colore orizzontale superiore e quindi che la posizione del francobollo fosse veramente di angolo di foglio superiore destro. Per cercare ulteriore conferma di quanto osservato, possiamo provare a studiare la filigrana. Come dovrebbe apparire quindi la filigrana di un francobollo che provenga da quella posizione, la 16, del foglio? Nella figura 5 che segue riportiamo la porzione delle quattro tavole di riferimento relative alla filigrana del primo tipo, le S01, S02, S03 e S04, per la posizione 16, da cui si ipotizza provenisse il valore da 9 crazie. La caratteristica essenziale della filigrana che ci aspettiamo per un francobollo nella posizione 16 è sempre la stessa per ognuna delle quattro configurazioni, ovvero una riga orizzontale nella metà inferiore del francobollo.
Quando otto anni fa discutevo con l'esperto di francobolli toscani riguardo questo francobollo da 9 crazie, esperto che riteneva il francobollo un "trucco" a causa dell'inusuale spessore della riga di composizione, non mi fu consigliato di osservare la filigrana alla ricerca di ulteriori indizi per dedurre l'effettiva provenienza del francobollo dalla posizione d'angolo, molto probabilmente a causa dell'ignoranza dello stesso esperto riguardo l'argomento. Avendo la disponibilità materiale del francobollo, ho potuto finalmente realizzare una scansione in trasparenza, che riporto nell'immagine che segue, dove ho evidenziato i tratti della filigrana in azzurro.
Come atteso per una posizione d'angolo di foglio, la filigrana del francobollo da 9 crazie consiste in una singola linea orizzontale nella metà inferiore del francobollo stesso, del tutto compatibile con la posizione 16 del quadro di stampa. La figura 7 sottostante dove abbiamo sovrapposto in trasparenza il francobollo alla posizione 16 della tavola S03, dimostra la perfetta compatibilità della filigrana con detta posizione.
Ultimo aspetto che vogliamo discutere dell'esemplare in oggetto è il margine sinistro. Facciamo ciò solo a scopo di completezza della descrizione, per valutare a fondo come definire effettivamente il margine ed il francobollo nel suo insieme. Sempre con l'ausilio di un microscopio è facilmente verificabile che per quanto piccolo, il margine è presente anche nel punto apparentemente più critico, ovvero il francobollo è completamente integro in ogni sua parte e il taglio delle forbici sembra non aver asportato in alcun modo porzioni seppure minime dello stesso. Ciò può essere facilmente dedotto osservando in dettaglio l'immagine di figura 8.
La storia durata otto anni è giunta quindi ad una svolta, un pezzo che aveva attirato la mia attenzione agli inizi del mio percorso di conoscenza dei francobolli toscani, è arrivato nelle mie mani con un lieto finale. Finale lieto perché ho potuto verificare di persona, con i miei occhi, i miei strumenti e le conoscenze acquisite in anni di studio, che il francobollo è autentico in ogni minima parte ed è presente in tutta la sua interezza, potendo essere quindi considerato "perfetto". Tutti gli elementi sono al loro posto e sono congruenti: linea di composizione in alto, distanza attesa dal bordo superiore del francobollo e filigrana. Devo aggiungere che in otto anni di esperienza e decine di migliaia di francobolli esaminati, mi è capitato solamente due volte di osservare un esemplare da 9 crazie nella tonalità "prugna" che mostra la riga di composizione completa e in entrambi i casi questa è identica, dello stesso spessore di quella del francobollo discusso in questo articolo. Due sole volte in decine di migliaia di francobolli significa chiaramente grande rarità tipografica. Lo spessore inusualmente grande della riga di composizione, è molto probabilmente da ricondursi alla consistenza ed in generale alle caratteristiche fisiche del pigmento utilizzato come inchiostro per la stampa di questa particolare tonalità, che sembra tendere ad addensarsi in modo inconsueto. Chi ha potuto leggere questo articolo in anteprima ha osservato: "questo francobollo è risultato invenduto per otto anni, nessuno in otto anni ha voluto acquistarlo, è di fatto un fondo di magazzino". In effetti è proprio così. Posso solo dire che ogni pezzo ha bisogno del collezionista che sia in grado di apprezzarlo, che sappia riconoscerne le peculiarità, le caratteristiche uniche e le informazioni che questo porta e ne sia ovviamente interessato. Otto anni fa fui sviato da un sedicente esperto, probabilmente in malafede e indotto a dubitare dell'autenticità del pezzo, non cogliendo l'opportunità di acquisto. "Il margine sinistro poi è troppo piccolo, forse è addirittura da relegare ad una seconda scelta". Non sono mai stato un feticista dei grandi margini, un esaltato o maniaco dell'abbondanza e dell'esagerazione, un fanatico del lusso, dello spreco e dell'ostentazione volgare di oggetti in alcuni casi al limite del ridicolo. Sono piuttosto un fautore della giusta misura, della moderatezza, dell'equilibrio e della sobrietà, più interessato alla sostanza che all'apparenza, motivi per cui questo francobollo per me è perfetto.
Riferimenti 1. Sito di riferimento per la Filatelia Toscana: I Cinquecento Leoni di Toscana
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