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Il valore di una lettera |
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Roberto Monticini (Il Monitore della Toscana n. 30) | ||
Le "divise uniformi" degli impiegati delle Poste Granducali - 1835 |
PERCORSO: Storia postale di Toscana dal 18 marzo 1861 > questa pagina > Curtatone e Montanara e la P.M. toscana Leggi a piè di pagina la nota all'articolo di Martino La Selva. Gran parte della mia giornata è dedicata alla gestione di www.ilpostalista.it: mi è davvero difficile trovare il tempo per consultare i cataloghi d’asta, ma per buona sorte, ho amici formidabili e solidali che mi indicano la presenza di lotti che potrebbero interessarmi.
Tutti i giorni passano a stormi quei cani (3) e i Lucignanesi sfollano a più non posso nelle ore del passeggio per paura che sgancino, del resto non hanno tutti i torti, ho assistito io dalla finestra di sala quanto hanno sganciato a Foiano, credi fu tremendo, ho visto alzarsi nuvole enormi di fumo proprio vicinissime a noi. Per fortuna non ci furono che poche vittime. Noi ce ne stiamo in casa... La busta che contiene o comunque ha contenuto una lettera, se risulta “ufficializzata” perché completa dei bolli imposti: di partenza, di arrivo, di tariffa assolta, nonché con una data, che automaticamente la colloca nel periodo storico di riferimento, si qualifica come valido documento storico postale. Nella nostra “vicenda” la presenza del contenuto è stata determinante per la vendita ed il relativo acquisto dell’oggetto e la sua lettura si è rivelata, come spesso accade, una piacevole ed interessante sorpresa. Comunque qualunque sia il contenuto relazionato da una corrispondenza, esso la fa assurgere a valore di “testimonianza”, in quanto permette di entrare in relazione con il mittente, in empatia tale da condividerne gli stati d’animo e vivere la sua STORIA anche se solo per un breve attimo. Roberto Monticini NOTE 1) - La Repubblica Sociale Italiana esercitò la propria sovranità nella provincia di Arezzo per circa dodici mesi; Lucignano fu uno dei primi comuni del territorio aretino ad essere liberato: il 2 o il 3 luglio, secondo le Fonti, quindi di fatto la R.S.I. occupò quel territorio per poco più di nove mesi. Le corrispondenze di questo periodo sono molto scarse (dovute anche alle parziali aperture degli uffici pubblici), la maggior parte della popolazione si rifugiava fuori dalle città, cercando scampo e protezione nelle campagne o nelle alture boschive. Nota a piè di pagina di Martino La Selva Con rispetto di chi compila le didascalie della spettabile casa d'aste, l'uso non filatelico del francobollo aero-espresso da 2 lire in RSI è tutt'altro che "non comune". Più in dettaglio per quanti apprezzano e raccolgono gli usi isolati, si tratta certamente di un oggetto di difficile reperibilità. Il suo prezzo di aggiudicazione in asta, infatti, potrebbe in qualche modo testimoniare all'acquirente l'interesse dei colleghi collezionisti. Anch'io ero in sala durante quell'asta. Pur considerando che in RSI la posta con riscontro d'avvenuto trasporto aereo ad oggi risulta pressoché pochissima e quasi esclusivamente indirizzata all'estero (tralascerei la linea Venezia-Trieste-Zara perché non riscontro conferma del suo funzionamento), per il tuo oggetto si può ipotizzare la volontà del mittente ad aderire al servizio postale credendo che il mittente non conoscesse l'impossibilità dell'inoltro in via aerea. La lettera è stata, dunque, trasportata per via terrestre ed è improbabile che la mancanza dei mezzi (aerei, carburante, pezzi di ricambio...) a fine gennaio del 1944 non fossero ben note agli uffici postali. Ciò considerato, si può anche sostenere un uso emergenziale del valore, ossia 2 lire affrancate in eccesso in luogo delle prescritte 1,75 lire per il solo servizio espresso, al netto dell'invio in posta aerea, giustificabile dal perdurare della carenza di valori per ragioni belliche almeno fino al termine della primavera del 1944, ovvero fino all'ampia diffusione dei francobolli della serie "Monumenti distrutti". Sul fronte della busta, inoltre, qualcuno (presso l'ufficio postale accettante?) ha impresso la scritta "espresso", non aggiungendo altro circa il servizio aereo. Per quanto attiene alla prima impressione che ti ha fatto solo inizialmente dubitare della sua originalità, ad ulteriore garanzia di affidabilità aggiungo che l'oggetto faceva parte della collezione Zappalà, stimato collezionista, nonché giovane perito di storia postale. Quando qualche anno fa essa fu proposta in asta su una nota piattaforma in internet, anch'io provai ad aggiudicarmela ma mi attestai secondo.. o forse persino terzo! Bhè... pazienza! :) . Martino La Selva |
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