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L’ufficio di posta di Colle Salvetti fino ai primi del ‘900 |
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Alberto Càroli e Roberto Monticini | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Le "divise uniformi" degli impiegati delle Poste Granducali - 1835 |
COLLE SALVETTI (Collis Salvecti) in Val di Tora. VilIaggio capoluogo di una moderna Comunità e pieve (SS. Quirico e Giulitta) anticamente nel pievanato di S. Jacopo a Vicarello, e nella Comunità di Fauglia, ora nella Giurisdizione e Governo di Livorno, Diocesi e Compartimento di Pisa. Il Colle Salvetti descritto da Emanuele Repetti è un capoluogo di Comunità creato con decreto del 1810. Nel 1833 Colle Salvetti conta una popolazione di 5.510 abitanti e questa realtà lo fa riconoscere come un centro piuttosto grande. Nel 1860, entra a far parte del Regno d'Italia con 6.666 residenti, la provincia è quella di Pisa; nel 1925, per volontà del gerarca fascista Costanzo Ciano, la provincia di Livorno estende ampiamente il territorio di sua competenza e, nell’occasione, anche Collesalvetti ne entra a far parte. Emanuele Repetti non cita l’esistenza di un servizio postale e anche la ricerca effettuata da Sergio Chieppi e Roberto Monticini, presso l’A.S. di Firenze, non ha prodotto documenti che testimoniassero la presenza di un procaccia o di un servizio postale comunitativo, indubbiamente necessario a quella numerosa popolazione residente. Al momento del passaggio della Toscana nel Regno d'Italia, Colle Salvetti non aveva ancora un ufficio postale. Ne troviamo successivamente traccia nel Bullettino n. 11 del 1863:
Con molta probabilità, l’apertura della Distribuzione di 2ª Classe, il 16 dicembre 1863, è da associare all’inaugurazione, 20 ottobre 1863, della linea ferroviaria Livorno-Collesalvetti, parte integrante della ferrovia Maremmana che arrivava fino a Follonica (GR).
Il 1º aprile 1874 fu aperto un raccordo ferroviario che univa Pisa a Collesalvetti, permettendo in tal modo ai treni che circolavano sulla ferrovia Maremmana, di risparmiare tempo potendo così evitare un “regresso” presso la stazione di Livorno. Di fatto, l'apertura del tronco Pisa-Collesalvetti declassò la tratta Livorno-Collesalvetti a linea secondaria dedicata quasi esclusivamente allo smistamento delle merci provenienti dal porto di Livorno. Nel dicembre 1863, l’ufficio postale di Colle Salvetti ha i suoi primi bolli da poter utilizzare tra cui un doppio cerchio con ornato, tipico della Toscana del periodo.
L’ufficio postale ha però vita breve, perché il 1° novembre 1864 viene sostituito da un servizio rurale. Probabilmente il movimento postale non assicurava introiti sufficienti a coprirne i costi. Il servizio era aggregato all’ufficio postale di Livorno che apponeva il datario e provvedeva ad annullare i francobolli, come risulta dalle lettere che mostriamo di seguito. La normativa disponeva anche che i bolli corsivi, quantomeno fino al 1870, restassero in dotazione all’ufficio dal quale dipendeva la collettoria o il servizio rurale. I bolli fecero parte delle dotazioni solo successivamente.
L’ufficio viene dotato di un “bollo a date”: un cerchio medio con ornato che riporta ancora “Colle Salvetti” e di una “stampiglia a punti con in mezzo il numero dell’ufficio”, nel nostro caso il 631, per obliterare i francobolli, oltre gli altri timbri accessori necessari come l’INSUFFICIENTE, presente sul plico successivo.
L'ufficio dal 1870 e ancora nell'elenco del 1886 è di 2ª classe e in quello del 1896 ha annesso il telegrafo, è nel circondario di Pisa con aggregate le collettorie di 1ª classe di Gabbro e di Vicarello.
Al cerchio grande datario subentrano i bolli detti tondo-riquadrati:
Il primo si conosce utilizzato nel 1892 (Il nuovo Gaggero, 2016), probabilmente dopo il 1900, l’ufficio riceverà un secondo tondo-riquadrato, leggermente differente. Le stellette più grandi e la maggior altezza delle lettere che formano la provincia, sono le due principali caratteristiche che lo distinguono.
Terminiamo questa ricerca facendo nostra una frase di Clemente Fedele: La storia postale deve essere sempre fatta con le fonti. Su questa proposizione non ci potranno mai essere dubbi. Chi le vuole surrogare con la fantasia, l'immaginazione o il sentito dire (che pure in certi casi diventa anch'esso fonte) è meglio che lasci perdere e si dedichi ad altro. Chi in passato ha avuto l’opportunità di visionare i Quaderni di Lodovico Josz vi ha trovato testimonianza di sei bolli corsivi di Colle Salvetti e ha ritenuto di attribuirli ad una collettoria, indicandone anche il giorno in cui li avrebbe ricevuti: il 16 ottobre 1886.
Tuttavia, se andiamo ad esaminare le impronte notiamo che non sono le stesse utilizzate dalla collettoria.
Ringraziamo Franco Moscadelli per averci offerto l’occasione di scrivere queste note sull’ufficio postale di Colle Salvetti e altresì ringraziamo Leonardo Amorini, Giovanni Guerri e Daniele Prudenzano per le immagini che ci hanno donato. E ancora: Filanci, Grossheim e Sortino per la ricostruzione delle vicende del servizio postale di Colle Salvetti. In mancanza di tutti questi contributi non sarebbe stato possibile documentare questo studio.
Vanni Alfani, Catalogo dei Bolli ed Annullamenti della Toscana 1700-1900, in proprio, settembre 2010; |
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