Le "divise uniformi" degli impiegati
delle Poste Granducali - 1835 |
L’emergenza sanitaria da un lato, l’annunciata crisi economica dall’altro, sono queste le grandi paure che stanno disorientando e affliggendo il nostro paese in questi mesi; ma per capire, per vedere uno spiraglio di luce, a volte è sufficiente un semplice tuffo nel passato ed osservare che la storia immancabilmente si ripete.
DUE CENNI STORICI SULL’ESTATE DEL 1911
L’estate elbana del 1911 restò nella storia per le vicende legate al settore siderurgico. L’introduzione di nuove attrezzature fu la conseguenza di un taglio drastico dei posti di lavoro che diede vita a uno sciopero epocale e a una dura lotta tra operai e industriali, che coinvolse circa diecimila lavoratori fra l’Elba e Piombino. (Fig.1)
Fig. 1 - Una giornata di sciopero a Piombino nel 1911 |
Nonostante i numerosi scontri, durati mesi, la classe operaia non riuscì a ottenere margini di trattativa per il reintegro nei posti di lavoro, non vi fu alcun beneficio e il tutto si concluse con una pesante sconfitta e un drastico peggioramento delle condizioni lavorative della classe lavoratrice.
Anche la città di Livorno ricorderà con amarezza l’estate del 1911 per il diffondersi di una epidemia di colera. I primi segni del contagio si manifestarono nel mese di luglio, i casi aumentarono gradualmente con il passare del tempo e da pochi contagiati per giorno si registrò un apice di cinquantatré casi il 23 agosto.
L’ufficio di sanità di Livorno corse ai ripari per evitare il diffondersi della malattia: disinfezioni delle abitazioni, isolamento dei malati nel Lazzaretto di Collinaia, chiusura dei pozzi della città con relativa importazione d’acqua da altri comuni che veniva anche bollita prima del suo utilizzo; furono questi alcuni dei principali interventi per combattere la diffusione della malattia. Tutte queste precauzioni protettive contribuirono a far scendere il numero dei contagi che scomparirono completamente dal mese di settembre. A termine epidemia, la città di Livorno contò circa 375 casi di contagio con una mortalità di circa il 50%.
La lettera ritrovata (Fig.2 e 2 b) era partita da Portoferraio il 16 settembre 1911 con il piroscafo Elba ed era diretta a Quincinetto (TO), il suo contenuto mette in luce il particolare periodo storico prima descritto.
Fig. 2 - Lettera da Portoferraio del 16 settembre 1911 viaggiata con il Piroscafo Postale Elba. |
Fig. 2 b - Il contenuto della lettera |
Molto interessante il testo interno: “per riguardo al colera anno tirato via i ponti di sbarco anno chiuso i porti della città anno fatto un giorno pugni e bastonate anche i carabinieri e soldati tutta la città stavano al porto per non lasciare sbarcare e anche lo sciopero dura sempre gia sono 75 giorni e non ce ancora nessun principio di comodamento a far riguardo allo sciopero gli operai di notte anno fatto fondare un bastimento carico di minerale che stava fermo al porto si vedono più la punta degli alberi fuori dellacqua.” (fig.3)
Fig. 3 - particolare del testo |
Il documento è una vera e propria testimonianza della situazione socio-sanitaria che stava vivendo Portoferraio. I numerosi scioperi dei lavoratori sono infatti da imputare sia ai problemi legati alle vicende nella siderurgia dell'Isola d'Elba e di Piombino, ma soprattutto alla paura di un'eventuale epidemia di colera che poteva arrivare da Livorno con la conseguente necessità di vietare l’attracco dei bastimenti che potevano essere fonte di un probabile contagio.
Il colera è stato solo uno delle grandi epidemie del passato e come tutte ha lasciato il segno. Documenti come questo sono la vera testimonianza di quello che le persone hanno dovuto fronteggiare e delle grandi paure che hanno vissuto.
Ora è il nostro momento, tocca a noi uscire dal tunnel e, citando Joseph Addison, verrebbe da dire “Le cose più importanti per essere felici in questa vita sono l'avere qualcosa da fare, qualcosa da amare e qualcosa in cui sperare”, speriamo pertanto di riprendere in mano la nostra “vera” vita il prima possibile.
Un breve accenno anche alla nave che aveva trasportato la lettera nel suo viaggio fino al porto di Livorno: il PIROSCAFO ELBA era stato costruito nel 1862 nei cantieri Whigham Richardson a Newcastle, aveva una stazza lorda di 199 t, era lungo 41,73 metri e largo 5,67, poteva trasportare 164 passeggeri in estate e 64 in inverno.
Nel 1910 Carlo Allodi assunse, dal 1° luglio, l'esercizio delle linee dell'Arcipelago toscano per la durata di 15 anni, rilevando i piroscafi dalla Navigazione Generale Italiana, che eserciva le linee toscane. Tra questi c'era anche il piroscafo ELBA. La convenzione firmata prevedeva l’esercizio delle linee:
1. Livorno-Portoferraio e ritorno (settimanale),
2. Livorno-Gorgona-Capraia-Marciana Marina-Portoferraio e ritorno (bisettimanale),
3. Portoferraio-Piombino-Rio Marina-Portolongone-Marina di Campo-Pianosa e ritorno (bisettimanale),
4. Circolare: Portoferraio-Rio Marina-Portolongone- Marina di Campo-Marciana Marina-Portoferraio e ritorno (settimanale),
5. Portoferraio-Cavo-Piombino e ritorno (bigiornaliera),
6. Porto S.Stefano-Isola del Giglio e ritorno (giornaliera).
Il piroscafo, così come gli altri dell'armatore Allodi, svolgeva servizio postale ed era dotato di datario con il nome del piroscafo stesso.
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Dopo il fallimento di Allodi il piroscafo cambiò nome diventando ARGENTARIO. Nella cartolina è riprodotto il piroscafo con il nome di ARGENTARIO.
Le linee di navigazione previste dalla convenzione prevedevano collegamenti da Portoferraio a Livorno tre volte a settimana. Da qui il timore di ripercussioni all'Elba delle vicende sanitarie labroniche.
Orario delle partenze e degli arrivi dei piroscafi di linea (settembre 1911) |
Il nostro ringraziamento va ad Alberto Càroli per le immagini e le notizie relative al piroscafo Elba e delle linee dei collegamento da e per l'Isola d'Elba.
BIBLIOGRAFIA
Giancarlo Molinari,“Lo sciopero del 1911 all’ Elba e Piombino”, Lo Scoglio, pp. 25-31,
Il Risveglio socialista-anarchico, Anno X n.314, 9 settembre 1911,
L’ inaugurazione del corso dei disinfettatori (Livorno 1911)
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