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IL TIMBRO 'PD' un racconto di Amedeo Palmieri |
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Emilio Calcagno | ||
Le "divise uniformi" degli impiegati delle Poste Granducali - 1835 |
Il direttore del Bollettino Filatelico presenta un argomento piuttosto originale nella storia della Filatelia: un bollo, realizzato per uno specifico scopo, venne, per necessità usato anche per utilizzi di natura diversa (1). Con l'introduzione del francobollo adesivo, le amministrazioni Postali mantennero inizialmente i bolli del precedente periodo (cosiddetto prefilatelico) per continuare a testimoniare data e origine, transito ed arrivo; emerse però l'importante necessità di obliterare indelebilmente l'affrancatura, per impedire un fraudolento riutilizzo dei francobolli stessi. Per questa esigenza vennero forniti agli uffici postali i cosiddetti 'annulli muti' di varia foggia, che venivano impressi in diversi colori Non tutti gli uffici ne ebbero, però, la disponibilità nei tempi dovuti e quindi si dovettero per così dire, 'arrangiare': tratti di penna in varie fogge, ripetizione dell'annullo nominativo, uso di altri annulli preesistenti, come appunto il 'PD'. L'annullo 'PD' Porto Destino o 'Port Debourse' doveva essere impresso sulla soprascritta per testimoniare, nelle corrispondenze dirette all'estero, che la tassazione era stata assolta all'origine e nulla era dovuto dal destinatario. Esso faceva parte dei BOLLI DI FRANCATURA SULLE CORRISPONDENZE DIRETTE ALL'ESTERO, assieme al bollo PP (Porto Parziale, tassa pagata fino al confine) e Insufficiente o Francobollo Insufficiente. Nato come bollo accessorio da imprimere sulla soprascritta di corrispondenze per l'estero, il bollo PD venne invece utilizzato come annullatore di francobolli, sia Granducali, che di Governo Provvisorio e perfino di Sardegna. Realizzato in varie fogge: stampatello dritto, riquadrato, in ovale, stampatello inclinato, circolare, dal 1850 fino al periodo sardo-italiano, viene utilizzato in combinazione e con varie modalità (probabilmente anche non regolamentate), interessanti i casi di apposizione del timbro, poi cancellato col muto a sbarre. L'argomento è sviluppato in una serie di articoli del 1963: una lettura interessante di un tema monografico che può, dopo tutti questi anni, essere integrato con nuovi ritrovamenti e considerazioni. Una buona lettura!
NOTE: 1. Amedeo Palmieri, Bollettino Filatelico, 1963, nn. 669, 670, 671, 672, 673 Emilio Calcagno |
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