4° Periodo dal 23 settembre al 25 novembre 1943.
Territorio a sud della linea del fuoco: A.M.G.O.T. E MISSIONE MILITARE
ALLEATA (poi A.M.G. E A.C.C.) E REGNO DEL SUD CON VITTORIO EMANUELE III°
E BADOGLIO A BRINDISI.
Prima parte (dal 24 al 29 settembre)
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Venerdì 24 settembre 1943
Dal diario di Macmillan - Tunisi – “(…) Cerchiamo di indurre il
re d’Italia a pronunciare un messaggio – radio. E’ troppo vecchio per
farlo parlare direttamente al microfono e poi…vogliamo essere sicuri
prima del discorso. Adesso abbiamo fatto in modo di fargli fare una
registrazione a Brindisi e le bobine dovrebbero arrivare qui in aereo
oggi o domani. La situazione sta diventando intollerabile.
L’ambasciatore italiano a Madrid e quello a Lisbona, senza ordini del
re, non intendono consegnare le navi da guerra e le navi mercantili
italiane che sono ancorate in porti spagnoli o portoghesi. (ma abbiamo
già avuto da Badoglio lettere Autografe inoltrate per aereo a Madrid e a
Lisbona). Quel bel tipo di Samuel Hoare continua ad inviare telegrammi
concepiti nel suo stile assurdamente pomposo. (…)”.
Brindisi - Il Re si reca a bordo dell'incrociatore Scipione
l'Africano per incidere il suo discorso che viene trasmesso agli
italiani tramite le radio di Algeri, di Bari e quelle americana e
inglese. Ecco il testo:
“Italiani, nella speranza di evitare più gravi offese a Roma, città
eterna, centro e culla della cristianità ed intangibile capitale della
Patria, mi sono trasferito in questo libero lembo dell’Italia
peninsulare, con mio figlio e gli altri principi che mi hanno potuto
raggiungere. Mi è accanto il mio governo, presieduto dal Maresciallo
Badoglio, sono con me le nostre valorose truppe che con rinnovato
entusiasmo combattono per scacciare dal sacro suolo della Patria la
furia devastatrice dell’inumano nemico della nostra razza e della nostra
civiltà.
Ogni giorno mi raggiungono, chiamati dalla voce dell’onore e fedeli al
giuramento a me prestato, quanti riescono a sottrarsi al tradimento del
nemico ed alle lusinghe dei rinnegatori della Patria; l’eroica aviazione
è qui riunita e non ha mai interrotto il suo cammino di onore e di
gloria; la nostra flotta, dopo la prova di cosciente fedeltà e di
disciplina voluta dall’armistizio, solca nuovamente il mare della Patria
portando alto come sempre il tricolore.
Da qui, dove batte il cuore della Nazione, io parlo a voi italiani che
in un paese occupato o sparsi per il mondo seguite con appassionata
ansia il travaglio della Patria. Sono profondamente amareggiato per
quanto una esigua minoranza di persone nate in Italia tenta di tramare
ai danni della nostra terra, Madre e culla comune, istituendo una
illegittima parvenza di governo attorno ad un passato regime che volontà
di popolo e libera decisione degli stessi suoi dirigenti ha
definitivamente condannato.
…………………….e conclude:
Facciamo che la Patria viva e risorga; ogni nostro sentimento, ogni
nostro pensiero, ogni nostro sforzo sia teso a questo compito sacro.
Seguitemi: il vostro Re è oggi, come ieri, come sempre con voi,
indissolubilmente legato al destino della nostra Patria immortale”.
Cosa poteva dire, un Re, “trasferito armi e
bagagli”, se non:
“Italiani, nella speranza di evitare più gravi offese a Roma, città
eterna, centro e culla della cristianità ed intangibile capitale della
Patria, mi sono trasferito in questo libero lembo dell’Italia
peninsulare, con mio figlio e gli altri principi che mi hanno potuto
raggiungere”
e “sono con me le nostre valorose truppe che con rinnovato entusiasmo
combattono per scacciare dal sacro suolo della Patria la furia
devastatrice dell’inumano nemico della nostra razza e della nostra
civiltà”
“valorose truppe” impegnate dagli Alleati in lavori di facchinaggio e,
senza citare direttamente l’ex alleato tedesco, “dell’inumano nemico
della nostra razza e della nostra civiltà”.
Molti italiani sia al Nord che al Sud non potevano condividere il modo
di guardare al passato del loro Re e cercarono di mostrare tutta la loro
contrarietà anche nell’evitare l’uso della sua effigie sui francobolli o
il suo stemma nei bolli comunali o stampigliati sulle buste della posta
ufficiale. Naturalmente questo avveniva più al Nord, ma anche al Sud.
Sui rapporti degli Alleati con l’Italia di Badoglio - Churchill si
affretta a richiamare l’attenzione di Roosvelt sul suggerimento di
Stalin e segnala alla Casa Bianca che Macmillan si è dichiarato
fiducioso di ottenere entro pochi giorni la firma di Badoglio allo
strumento “lungo” di resa, mentre più a lungo si attenderà, maggior
mercanteggiamento si avrà: Inoltre dietro il suggerimento di Eisenhower,
il preambolo dello strumento è stato reso meno duro. Churchill vuole ad
ogni costo la firma dell’armistizio lungo.
A questo punto occorre ricordare che il testo
italiano integrale dell'armistizio (o strumento) corto, firmato a
Cassibile il 3 settembre, era costituito da 11 clausole e da una
dodicesima che recitava:
12) Altre condizioni di natura politica, economica e finanziaria
che l'Italia sarà tenuta ad eseguire verranno in seguito fatte
conoscere.
Le condizioni del presente armistizio non saranno rese pubbliche, salvo
consenso del Comandante in Capo Alleato. Il testo inglese sarà
considerato quello ufficiale.
Era stata una firma “al buio” e ora gli Alleati, che hanno preparato “le
altre condizioni”, ne richiedono la firma. Lo strumento lungo si compone
di ben 44 clausole che indicano le condizioni aggiuntive
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Storia
Postale del 24 settembre 1943 |
Cartolina Vinceremo inviata da Mesagne alla PM 92 dislocata a
Francavilla Fontana (BR). La posta nel Regno del Sud continuò a
funzionare regolarmente. In effetti non vi erano stati traumi
particolari, i tedeschi si stavano ritirando verso nord incalzati
solamente dall’esercito italiano, rimasto integro nella zona. Gli
inglesi dell’VIII^ Armata, sbarcati a Taranto si stavano organizzando
senza preoccuparsi di acquisire territorio. Sapevano che i tedeschi
dovevano raggiungere la zona di resistenza all’altezza di Salerno.
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Sabato 25 Settembre 1943
A Bari sulla Gazzetta del Mezzogiorno si legge che
viene proiettato sugli schermi il film americano "Spie dell'aria".
Si tratta della prima pellicola d'oltre Atlantico che gli italiani hanno
modo di vedere da quando erano state proibite dal Minculpop (Ministero
della Cultura Popolare). E' invece veramente curiosa la manchette che
ricorda: "Domani si chiude la vendita dei biglietti della Lotteria di
Merano. Acquistateli subito. Potreste diventare milionari". Il
Premio Lotteria di Merano si corre al nord, occupato dai tedeschi, e
pertanto la pubblicazione di tale pubblicità avviene solo per il
rispetto contrattuale del giornale nei confronti della committenza.
Dal diario del generale Puntoni, primo aiutante di campo del Re -
“Eisenhower invita Badoglio a Malta per la firma del “lungo armistizio”.
Come al solito, il Maresciallo prende tutto alla leggera e il timore di
sua Maestà è che alla presenza degli Alleati il Capo del Governo non
sappia reagire con la dovuta energia per la difesa degli interessi del
Paese e della Monarchia, interessi che in fin dei conti si identificano.
Acquarone convince il Sovrano a parlare con Mac Farlane e con Badoglio
prima del convegno, per mettere i chiaro alcuni punti e per evitare di
peggiorare la nostra situazione che è anche troppo tragica”.
Puntoni era una persona saggia che aveva una
visione realistica della vera situazione italiana.
Mac Farlane chiede a Vittorio Emanuele III di abbandonare i titoli di
Imperatore d’Etiopia e di Re di Albania impiegati nel suo primo
proclama al Paese da Brindisi. Il re risponde che è disposto ad
accettare di sottoscrivere i suoi atti come Re d’Italia ma rifiuta di
abbandonare definitivamente gli altri titoli senza un atto del
Parlamento costituzionalmente eletto e convocato.
Anche in questo caso, occorre ricordare che sia
l’Albania che tutti gli altri possedimenti in Africa, li avevamo ormai
perduti.
Roosvelt, messo di fronte alla duplice pressione di Churchill
e di Stalin è costretto ad arrendersi e recedere dalla sua decisione
di procrastinare nel tempo la firma dell’armistizio lungo. Oggi informa
Churchill che aderisce al suo pensiero per una firma “ottenuta
sollecitamente”.
Oggi stesso vengono così perfezionate le direttive congiunte dei capi
dell’esecutivo alleato impartite il 23 settembre dal generale Eisenhower.
In conclusione si prevede per l’Italia: Badoglio dovrà firmare il lungo
armistizio e dichiarare guerra alla Germania; in cambio all’Italia sarà
concesso lo status di cobelligerante (ma non di alleata) delle Nazioni
Unite.
Questa soluzione è il frutto di un faticoso compromesso fra posizioni
alquanto diverse. Infatti, come si è visto, mentre gli americani
vorrebbero che l’Italia dichiarasse guerra alla Germania ma non sono
interessati strettamente alla firma dell’armistizio lungo, gli inglesi
considerano quest’ultimo come obiettivo irrinunciabile, mentre sono
disposti a lasciare libertà a Badoglio circa la dichiarazione di guerra.
Quanto ai russi, la loro posizione riunisce i due punti: l’Unione
Sovietica infatti, da un lato appoggia la posizione britannica in merito
alla firma dell’armistizio, dall’altro si dichiara disposta ad accettare
che l’Italia combatta al fianco delle tre potenze, concordando in ciò
con gli Stati Uniti.
Riguardo alla partecipazione italiana alle operazioni, le direttive
impartite dei capi dell’esecutivo alleato, lasciano a Eisenhower
la decisione se favorirle o meno, sulla base della necessità militare,
mediante l’alleggerimento delle condizioni di armistizio. Eisenhower è
autorizzato in ogni caso a incoraggiare in tutti i modi possibili, l’uso
vigoroso (sic), sotto la propria direzione delle forze armate italiane
contro la Germania.
STORIA POSTALE del 25 settembre 1943
A Catania vengono posti in vendita i valori da 25, 30 e 50 centesimi e
da 1 lira della serie A.M.G.O.T.
Domenica 26 Settembre 1943
Roosvelt, dopo la sua comunicazione di adesione a Churchill ad
una sollecita firma dell’armistizio lungo, sembra ora quasi ritenerla
urgente. Probabilmente la odierna lunga nota, a firma Molotov,
oltre a rendere maggiormente edotto il governo americano della posizione
di Mosca nei confronti dell’Italia, ne ha sollecitato ancora
l’intervento. Il documento in questione esordisce con l’affermazione che
il Governo sovietico ritiene indispensabile affrettare la firma
dell’armistizio lungo considerato particolarmente necessario data la
situazione esistente in Italia. Gli Alleati dovrebbero essere
interessati alla piena esecuzione delle condizioni dettagliate
dell’armistizio. Pertanto il Governo sovietico non vede il motivo di
dare istruzioni per attenuare le condizioni dell’armistizio corto come
proposta da Roosvelt, d’altra parte, ogni modifica delle clausole
approvate dai Governi alleati potrebbe avere luogo solo di comune
intesa. Il Cremlino è inoltre contrario alla istituzione della
Commissione proposta da Roosvelt secondo le idee precedentemente
avanzate da Eisenhower dal momento che già l’art 37 dell’armistizio
lungo prevede una commissione politico militare (Art. 37.- Verrà
nominata una Commissione di Controllo che rappresenterà le Nazioni
Unite, incaricata di regolare ed eseguire il presente atto in base agli
ordini e alle direttive generali del Comandante Supremo delle Forze
Alleate).
Mosca è invece favorevole a che l’Italia combatta la Germania
unitamente agli Stati Uniti, alla Gran Bretagna ed all’Unione Sovietica
e conviene sul diritto inalienabile del popolo italiano di decidere la
forma del proprio governo.
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In questa situazione, l’ultima cosa che è restata da fare a Roosvelt è
quella di chiedere di mantenere, almeno temporaneamente, segreto il
testo dell’armistizio lungo (Churchill consentirà che sia Roosvelt ad
informare del suo desiderio Stalin, il quale non tarderà ad approvare la
proposta americana).
Nella foto Badoglio a colloquio con i generali Mac Farlane e Taylor
(a destra).
Così Roosvelt istruisce Eisenhower che su tali basi impartisce gli
ordini relativi al generale Mason Mac Farlane per la convocazione del
previsto incontro con Badoglio che viene fissato per il 29 settembre a
Malta.
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Mac Farlane ha oggi
un colloquio con Vittorio Emanuele durante il quale il re espone il
suo punto di vista sull'imminente convegno Badoglio – Eisenhower. Oggi
stesso prima di questo incontro, il re, ha detto a Badoglio di non
approvare i progetti del Quartier Generale di Algeri ed ha avuto un
vivace scambio di idee in proposito col maresciallo. Al capo della
Missione alleata, il sovrano, dice subito di essere contrario ad una
immediata dichiarazione di guerra alla Germania. Egli solo, dice
Vittorio Emanuele, può dichiarare la guerra ed unicamente se un governo
propriamente costituito ne appoggia tale dichiarazione. Lui non si sente
di dichiarare la guerra fintantoché non sarà ritornato a Roma e non avrà
formato un nuovo governo, altrimenti la guerra sarebbe incostituzionale.
Inoltre, è contrario a consentire che il popolo decida sulla forma di
governo desiderata. “Sarebbe molto pericoloso – egli dice –
lasciare senza riserve, nelle mani del popolo italiano, la scelta del
governo dopo la guerra”.
Vittorio Emanuele aveva convissuto e condiviso per
troppo tempo un regime dittatoriale.
Il re vuole anche sapere se gli Alleati hanno intenzione di insistere
sul nome di Badoglio quale capo del governo per l’intera durata della
guerra. Quando Mac Farlane gli risponde di ritenere di sì, Vittorio
Emanuele sottolinea allora che, in tal caso, sarà assai difficile
formare un governo rappresentativo antifascista. Il sovrano esprime
anche il desiderio che le truppe italiane siano tra le prime ad entrare
in Roma. In conclusione del colloquio, Mac Farlane fa presente al re
che, qualora egli intenda insistere su tali punti, dovrà impartire
appropriate istruzioni a Badoglio affinché li sollevi durante la
prevista conferenza con Eisenhower. Il contenuto di questo colloquio
aiuta a capire meglio le origini della lettera che il 21 settembre il re
ha scritto a Roosvelt ed a Re Giorgio VI per chiedere lo status di
alleato.
L’embrione del 1° Raggruppamento Motorizzato - L’atto di nascita
della piccola unità italiana “da combattimento” è un ordine diramato
oggi al comando del LI Corpo d’armata (generale De Stafanis) cui sarà
affidato l’incarico di costituirla. Le difficoltà, ai fini
dell’approntamento, sono particolarmente gravi. Il materiale di
armamento e di equipaggiamento dovrà essere esclusivamente italiano. Lo
si dovrà recuperare nell'Italia meridionale, senza potere attingere, per
divieto degli Alleati, alla Sicilia o alla Sardegna. Dalla Sardegna non
è possibile nemmeno prelevare uomini malgrado che le grandi unità
(quattro divisioni), che alla data dell’armistizio vi erano dislocate,
si siano conservate in disciplina agli ordini delle autorità del Regno
del Sud. Troppo difficile, hanno detto gli Alleati, sarebbe trasportarle
ora sul continente. Il naviglio mercantile disponibile ha altri compiti.
Mentre la Marina italiana ha subito ripreso a navigare, in piena
parità, accanto alle navi alleate, alle forze italiane di terra, rimaste
organicamente efficienti nelle quattro province del sud (e in Sardegna),
si chiede un tipo di collaborazione non certo entusiasmante. Si devono
fornire reparti ausiliari per attività varie: difesa contraerea e
costiera; servizi di guardia; protezione contro sabotaggi e sicurezza
interna; rifornimenti alle truppe in linea; mano d’opera specializzata e
non specializzata. La prospettiva è facilmente comprensibile: Si tratta
di attività comunque necessarie. Affidandole agli italiani, gli Alleati
possono recuperare un eguale numero di loro soldati che andranno a
incrementare le unità combattenti. D’altra parte è anche evidente
l’intenzione di evitare, per il dopo, che l’Italia possa rivendicare le
benemerenze di una partecipazione attiva alla guerra sul fronte di
combattimento.
Pressati dalle insistenze italiane, gli Alleati hanno finito per
consentire che venga predisposta una “piccola” unità che potrà entrare
in linea non appena approntata: dovrà essere integralmente motorizzata.
Ritenere indispensabile la motorizzazione di questo contingente italiano
è legato alla ottimistica previsione di una rapida avanzata anglo –
americana nella penisola. Dato il numero limitatissimo di automezzi
recuperabili nell’Italia liberata – e dato che gli anglo–americani hanno
escluso di poter mettere a disposizione automezzi – questa pregiudiziale
della integrale motorizzazione risulta determinante nel fare contenere
il quadro della nuova unità entro limiti ridottissimi. Essenzialmente un
reggimento di fanteria e un reggimento di artiglieria. In ogni caso,
la concessione di un Raggruppamento motorizzato di 5000 uomini in luogo
di un Corpo d’Armata, mostra come da parte alleata non si intenda
lasciare agli italiani la scelta delle forme della partecipazione alle
operazioni.
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Nella foto: un giovanissimo Frank Sinatra che canta per le
truppe americane in Italia |
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Storia
Postale del 26 settembre 1943
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Lettera semplice da Taranto a Copertino (LE) . Bollo errato 1945 anziché
1943, ma bollo di arrivo regolare a Copertino, sul retro, 29 settembre
1943,
L’uso dei valori della serie Propaganda di Guerra è veramente
infrequente, specialmente al Sud.
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Lunedì 27 Settembre 1943
Sui rapporti degli Alleati con l’Italia di Badoglio - Per la
messa a punto dell'incontro che avrà Badoglio con Eisenhower a Malta, si
incontrano a Brindisi i rappresentanti alleati Mac Millan, Murphy e
Bedell Smith, latore del testo dell’armistizio lungo, con i delegati
italiani Badoglio, Ambrosio e Acquarone.
Bedell Smith e i due ministri politici sono stati inviati a
Brindisi al fine di rendere meno aspra la reazione di Badoglio allorché
sarà fermamente invitato da Eisenhower a sottoscrivere l’armistizio
lungo e predisporlo ad accettare anche la richiesta di dichiarazione di
guerra alla Germania quale premessa alla cobelligeranza. Il testo
dovrebbe essere noto a Badoglio: era stato portato in Italia dal
generale Giacomo Zanussi. Ma nessuno sembra ricordarlo.
Sembra incredibile ma in effetti le clausole del
“long armistice” erano state consegnate a Zanussi ad Algeri.
Anche qui occorre fare un passo indietro e ricordare che il 31 agosto il
generale Castellano, designato per la firma dell’armistizio, partì da
Centocelle con il velivolo personale di Badoglio, per recarsi in
Sicilia. L’aereo, giunto sul cielo di Ustica venne scortato da alcuni
Spitfire sino alla base alleata di Termini Imerese. Da qui un
aereo americano portò l’emissari del governo italiano nei pressi di
Cassibile. Gli Alleati avevanoo trasferito provvisoriamente il quartier
generale del generale Alexander sotto una tenda nell'uliveto "Le
Vignazze" della fattoria Grande, fondo San Michele, contrada di Santa
Teresa Longarini (SR). Ad attendere Castellano c’era una nutrita
delegazione alleata: il generale Bedell Smith, che rappresenta
direttamente Eisenhower, il generale Strong, il commodoro
Royer M. Dick, capo di Stato Maggiore di Alexander, e i consiglieri
politici Macmillan e Murphy, che avevano portato con se da Algeri
il generale Zanussi e il suo interprete, console Franco
Montanari. Anche loro coinvolti nella difficile ricerca di una
soluzione armistiziale.
Così Castellano e Zanussi si trovarono faccia a faccia. Essendo
state le trattative portate avanti nel massimo segreto, i due erano
completamenta ignari della rispettiva presenza.
“E tu, cosa sei venuto a fare qui?” esclamò Castellano.
“Poiché arrivi da Roma, dovresti saperlo quanto me!”, replicò
Zanussi. “Dimmi piuttosto se il governo ha accettato o respinto
l’armistizio”.
“Lo ha accettato si e lo ha accettato no!”, si sfogò Castellano.
Sorse anche il problema dei due diversi documenti d’armistizio:
“l’armistizio lungo”, in possesso di Zanussi, e
“l’armistizio corto”, l’unico noto a Badoglio, Ambrosio e Guariglia.
Sull’argomento naque un violento diverbio fra i due generali, i due ne
parlarono in termini equivoci in quanto Castellano, che ignorava
l’esistenza del secondo documento, credeva che le allusioni del suo
interlocutore si riferissero all’armistizio corto. Comunque Zanussi ne
avrebbe scritto sommariamente in una lettera da lui indirizzata il 29
agosto al generale Carboni il quale, sulla base della sola descrizione,
probabilmente, non capì nemmeno la differenza fra i due documenti.
Anche se sembra impossibile…
Castellano, dopo aver ascoltato tutte le richieste degli Alleati, senza
prendere decisioni in merito, chiese di rientrare a Roma per poter
consultare ancora il suo Governo. Gli fu ribadito che i termini per
l’accettazione delle condizioni erano definitivi e i limiti di tempo già
scaduti, ma che, visto quanto era emerso da quanto discusso in giornata,
gli Alleati erano disposti ad attendere fino alla mezzanotte del 1°
settembre. Prima di questa scadenza si attendevano una netta
accettazione o un preciso rifiuto.
In tarda serata Castellano, giunto nella Capitale, si recò a riferire ad
Ambrosio. Badoglio era già andato a letto. Anche Zanussi rientrò in
Italia con Castellano.
Zanussi, il giorno successivo, consegnò i termini dell’armistizio lungo
anche al generale Roatta, suo superiore.
Nessuno poi sembrava conoscerlo.
Tornando ad oggi, 27 settembre,
Mac Farlane consegna a Badoglio due copie dell’armistizio lungo
ricordandogli che esso contiene quelle condizioni addizionali menzionate
nell’articolo 12 dello strumento sottoscritto da Castellano a Cassibile.
La firma dell'armistizio lungo costituisce il tema principale
dell’incontro di dopodomani. Il preambolo, rispetto alla versione
portata il 1° settembre a Roma da Zanussi, è stato modificato, ma gli
Alleati richiedono ugualmente la firma del documento per due ragioni
fondamentali: soddisfare l’opinione pubblica alleata ed evitare ogni
possibilità di futuri malintesi. I rappresentanti alleati fanno presente
a Badoglio che Eisenhower ha il potere di modificare l’applicazione
delle condizioni come riterrà più opportuno, che riconoscono già che il
corso degli eventi ha reso inattuabili alcune clausole, ma che, in ogni
caso, applicheranno le condizioni nel loro complesso nello spirito della
dichiarazione fatta a Quebec dal Roosvelt e da Churchill.
Bedell Smith solleva poi gli altri punti all’ordine del giorno:
la imminente conferenza di Malta ed il programma per l’Italia delineato
dal presidente Roosvelt nelle sue direttive del 23 settembre che il
generale Mac Farlane ha discusso ieri con il re. In favore della
dichiarazione di guerra alla Germania, Badoglio dimostra di apprezzare
gli argomenti di Bedell Smith, vale a dire: l’acquisto da parte dei
soldati italiani di uno regolare status e la preparazione delle opinioni
pubbliche alleate alle future modifiche delle condizioni di armistizio.
Bedell Smith fa anche presente che tali modifiche potrebbero comprendere
mutamenti nel governo militare alleato e la restituzione
dell’amministrazione della Sicilia al governo Badoglio. Badoglio è
disposto ad accettare lo status di cobelligerante.
Circa l’allargamento del governo, Badoglio dichiara di ritenere che
questo potrebbe avere luogo dopo il ritorno a Roma del re, ma è
contrario ad un impegno specifico che dia al popolo italiano il diritto
di scegliere dopo la guerra la forma istituzionale. Tutt’al più i capi
italiani potrebbero impegnarsi soltanto a “tenere libere elezioni dopo
la guerra”. Il maresciallo non pensa che il re e il suo governo debbano
di propria volontà lasciare aperta la questione istituzionale, egli
dubita che il popolo italiano sia adatto ad una forma repubblicana di
governo. A suo avviso, la monarchia è necessaria per mantenere la
stabilità e l’unità dell’Italia.
In conclusione dell’incontro, Badoglio accetta di esporre e
discutere tutte le condizioni con il re e di incontrarsi ancora con gli
Alleati domani mattina.
Sull’incontro, Murphy stende il seguente rapporto:
“Mac Millan ed io abbiamo accompagnato il generale Smith e il generale
Mac Farlane in visita al Maresciallo Badoglio alle 5 del pomeriggio.
D’accordo con il comandante in capo, generale Eisenhower, e per suo
ordine, il generale Mac Farlane ha presentato al Maresciallo Badoglio
due copie dei paragrafi del lungo armistizio. Egli ha richiamato
l’attenzione del Maresciallo sul fatto che l’armistizio militare si
riferisce, all’articolo 12, alle condizioni politiche, economiche e
finanziarie che saranno imposte e stabilisce che la firma delle presenti
clausole dell’armistizio lungo, le quali includono tutte quelle
condizioni, sarà l’argomento principale dell’ordine del giorno
dell’incontro a Malta previsto per il 29 settembre”.
Badoglio incontra il re alle 19. Vengono analizzati tutti
gli argomenti che potranno essere trattati fra il Maresciallo ed
Eisenhower. Viene affrontato anche quello relativo ad una nostra
eventuale dichiarazione di guerra alla Germania. Vittorio Emanuele
autorizza il maresciallo a sottoscrivere l’armistizio lungo, ma non muta
la sua posizione negativa circa la dichiarazione di guerra.
A San Pietro Vernotico (BR), sulla statale fra Brindisi e Lecce,
si insedia il comando del neonato 1° Raggruppamento Motorizzato
Italiano che rappresenta la nuova forza combattente della King's
Italy. Il suo maggior nucleo è rappresentato dal 67° reggimento fanteria
Legnano che si trovava nella zona l'8 settembre. Gli alleati devono però
ancora autorizzarne la formazione ufficiale.
Dal Diario del Ministro della Guerra americano Stimson -
Ecco quanto Stimson scrive nel suo diario settimanale:
"La campagna alleata in Italia continua a progredire favorevolmente.
Circa un terzo della penisola italiana è ora sotto il controllo alleato.
Il più importante successo della settimana fu la conquista
dell'importante base aerea dell'Asse a Foggia ad opera delle truppe
dell'VIII^ Armata britannica. Qui i tedeschi avevano la loro più superba
base mediterranea: dodici, o più, grandi aerodromi si trovano nelle
immediate vicinanze di questa città ed erano pure qui dislocati i grandi
depositi aeronautici tedeschi, con officine per riparazioni e magazzini
di parti di ricambio.
Questa base sarà di grande vantaggio strategico per gli Alleati. Non
appena questa dozzina di aeroporti sarà stata riparata, potremo
utilizzarli per bombardieri medi e pesanti e per caccia. L'uso di questi
campi farà entrare le zone sud orientali e le grandi industrie della
Germania e dell'Austria sotto il raggio di azione dei bombardieri, zone
fin qui totalmente risparmiate dagli attacchi aerei. Questi campi
permetteranno inoltre un continuo appoggio aereo alle nostre truppe di
terra avanzanti verso il nord della penisola italiana. Essi daranno
anche la possibilità di portare efficace aiuto alle forze dei patrioti
che hanno combattuto così bene e così a lungo nei Balcani".
Dal Diario di Macmillan - Algeri/Tunisi/Brindisi – “(…) Siamo
arrivati a Tunisi verso le dieci. John Wyndham mi è venuto a prendere
(con l’auto che tengo a Tunisi) e siamo andati subito al quartier
generale di Eisenhower per un primo colloquio.
Dobbiamo preparare tutto per un incontro ad alto livello che dovrebbe
aver luogo il più presto possibile a Malta tra gli italiani (Badoglio
ecc.) e il generale Eisenhower e gli altri capi militari alleati:
L’obiettivo è quello di sistemare il maggior numero di questioni
possibile, e in particolari la firma delle clausole complete
dell’armistizio (che tengo nella mia borsa rossa insieme ai telegrammi
che in merito mi sono stati mandati quando il 3 settembre si è avuta in
Sicilia la firma del testo breve dell’armistizio). Non sarà un obiettivo
troppo facile da conseguire, perché il testo lungo (ossia quello
formulato in clausole non sommarie) reca l’espressione “resa
incondizionata”, che in precedenza ci siamo sempre studiati di omettere.
Sono partito da Tunisi a mezzogiorno e sono arrivato a Brindisi senza
incidenti verso le tre e mezzo. Il tempo in Africa è mutato, dopo il
violento temporale di domenica. In Italia fa ancora molto caldo e c’è
afa.
Andati all’albergo vi abbiamo trovato il generale Mason – MacFarlane.
Brindisi è molto mutata da quando Murphy ed io l’abbiamo “conquistata”
una settimana o due fa. Allora non si vedevano in giro né marinai, né
soldati (c’erano solo gli italiani). L’albergo era gestito ancora dai
suoi proprietari e abbiamo trovato ben poco da mangiare (ma il vino era
eccellente). Ora, invece, banchine e porto sono formicolanti di navi
alleate che sbarcano in gran numero uomini e munizioni; le strade sono
affollate da nostri soldati. L’Albergo Internazionale è stato requisito
dalla Missione Militare (e vi si consumazioni alleate) e c’è già in
funzione un organismo che per ora conta pochissime persone. E’
straordinario come tutto questo sia stato fatto tanto alla svelta!
Ho visto che la stampa inglese si lamenta perché, a suo parere,
procediamo troppo adagio! Vorrei che i nostri critici venissero qui.
Alle cinque del pomeriggio siamo andati da Badoglio.
Abbiamo pranzato all’albergo. Qui si vive male, perché non c’è
praticamente acqua. I tedeschi hanno interrotto il grande acquedotto
della Puglia da cui dipende il rifornimento idrico dell’Italia
meridionale. E intanto arrivano sempre più soldati e in tutte le città
si accresce la folla dei profughi. La situazione igienica va male e ben
presto si farà critico il problema sanitario. Per fortuna sono già
all’opera eccellenti squadre di esperti e gli uomini del genio sperano
di riparare ogni guato nel giro di due settimane!
Qui imperversano nuvole di zanzare. Porto con me sempre una zanzariera e
così spero di non prendermi la malaria (…)”.
Bombardamenti Alleati - L'occupazione di Foggia, avvenuta oggi,
era uno dei fondamentali obbiettivi degli alleati data l'importanza dei
limitrofi aeroporti dai quali saranno possibili missioni aeree di
bombardieri pesanti dirette sulla Germania senza scalo
Nella cartina i raggi di azione di cui dispongono gli Alleati in
Europa dopo la conquista
degli aeroporti nella zona di Foggia.
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Nella foto La stazione ferroviaria di Foggia al momento
dell’occupazione. |
Storia Postale del 27 settembre 1943
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Scritta da Lagonegro (PZ)
il 10 settembre avrebbe dovuto essere smistata al Minisrero della Marina
per l’inoltro alla nave Orsa che, il 9 settembre, si trovava alle
Baleari a Port Mahon dove fu trattenuta dalle autorità spagnole. La
cartolina, naturalmente, non era stata inoltrata (il Ministero della
Marina era a Roma) ed era probabilmente in giacenza all’Ufficio Postale
di Lagonegro, località che fu raggiunta e occupata dalle forze Alleate
il 17 settembre. Solo il 27, alla probabile apertura dell’uffico
postale, ne fu autorizzato l’inoltro, ma a Taranto dove si trovava la
nuova sede del Ministero della Marina del Regno del Sud. In regolare
tariffa ridotta per militari, fu censurata in partenza con il bollo
ottagonale della VIII Armata britannica e, in arrivo, dalla Marina
italiana con il bollo 11 D (1) di Taranto. Raro documento storico
postale. |
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Martedì 28 Settembre 43
Per un Esercito Italiano del Sud - Mattino - Badoglio, parla in
località Agro di San Giorgio Jonico, ai primi ufficiali del nuovo
esercito nato dall’armistizio. Il discorso è improvvisato. Ecco alcuni
passaggi della versione stenografica, non emendata in alcun punto:
“Signori Ufficiali,
non vi deve meravigliare se mi presento a voi in questo abito borghese;
sono necessità del momento, ma io sono sempre il maresciallo Badoglio.
Il vostro generale del Sabotino, di Vittorio Veneto, di Addis Abeba.
(…….)
S.M. il Re mi chiamò subito per assumere il governo. Voi sapete se alla
mia età e con le mie condizioni avevo bisogno ancora di gloria; ma fu
una necessità per salvare fin dove era possibile questo nostro povero
disgraziato Paese. Io non vi dirò tutto quello che ho potuto vedere in
questo breve periodo di governo; però avendo voluto sondare molti rami,
vi dirò solo pochi fatti salienti.
L’AGIP, quella famosa agenzia di petroli che voi conoscete quale organo
parastatale, aveva un deficit di 90 milioni di lire e non si sono
trovati nemmeno i documenti contabili. L’AGIP costava allo Stato un
miliardo e 700 milioni. L’OND un miliardo e 200 milioni. Il ministero
della Cultura Popolare, che era diventato un vero e proprio lupanaro,
aveva alle sue dipendenze un numero indefinito di signore romane con
stipendi che talvolta
oscillavano dalle otto alle diecimila lire mensili e con incarico…lascio
intendere a voi. Ma vi dirò di più: quelle signore non si prendevano
nemmeno il fastidio di andare a riscuotere il loro stipendio perché
bastava che mandassero le loro persone di servizio per farlo. Ecco
perché noi ci siamo trovati in guerra ancora con il fucile 1891! Il
ministero delle Finanze ha riferito che noi avevamo un deficit di 650
miliardi e mentre avremmo dovuto avere in circolazione 14 o 15 miliardi
di carta ne avevamo in circolazione 150 miliardi. I ministeri avevano
nel proprio bilancio una voce chiamate “spese riservate” e delle quali
non dovevano dare alcun conto.
Tutto il supero delle spese dei bilanci non si doveva conoscere, veniva
trasportato nella voce “spese riservate”. Non vi dirò quante decine di
miliardi venivano così a disperdersi senza che fosse necessario darne
alcuna giustificazione.
Non esistevano documenti né documentazioni contabili. Non abbiamo
trovato alcuna contabilità di queste spese. Ma ora basta con questi
discorsi e usciamo da questo fango!
(……)
La Germania, Signori Ufficiali, è stata sempre la nostra nemica e
d’altronde noi non abbiamo combattuto contro di essa al Piave? I
tedeschi ci volevano offendere nel nostro onore di ufficiali, volevano a
difesa dell’Italia imporci un comandante tedesco, senza alcuna
consultazione dei generali del nostro Stato Maggiore; essi volevano
imporci il comando unico di quel famoso generale Rommel che è stato
fonte di tutte le nostre disgrazie nella nostra Africa!
Se avessimo accettato, avremmo passato un mondo di guai. Io mi sono
ribellato ed eccomi qui tra voi e col nostro popolo, il quale ha
risposto all’unanimità.
In questo momento si combatte dovunque contro i tedeschi; a Torino e
a Milano gli operai hanno impugnato le armi e combattono a fianco dei
nostri soldati contro i tedeschi e contro i fascisti. La IV Armata al
completo combatte vittoriosamente contro di essi.
Asserzione spudoratamente falsa. Quella che sarà
la vera resistenza è appena allo stato embrionale e ovviamente in
clandestinità.
Noi dobbiamo cacciare questi ladroni e assassini. Si, ladroni! L’altro
giorno a San Severo hanno svaligiato la Banca Nazionale asportando tutti
i valori e i titoli della Stato compreso tutti quelli depositati dai
privati. Io sono un vecchio, ho raggiunto i miei 72 anni e non credevo
di finire i miei giorni vedendo cadere la Patria in questo disastro.
Adesso è stato formato un governo in Alta Italia cosiddetto “Governo
Nazionale Fascista Repubblicano”, agli ordini dei tedeschi; ma non
crediate che Mussolini sia con loro e si arrischi di venire in Italia.
Egli è al sicuro, lontano, in Germania. Ma vi giuro che noi li
cacceremo e li raggiungeremo ovunque. Io vi prego di trasfondere nei
nostri soldati questo sentimento che deve vedere le nostre truppe alla
rivincita e alla Vittoria!
Viva il Re!”
Mussolini era invece già rientrato in Italia e, il
27, aveva già tenuto il suo primo Consiglio dei Ministri alla Rocca
delle Caminate.
Storia Postale del 28 settembre 1943
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Cartolina postale Vinceremo inviata da Samassi (CA) ad Ales (per
Escovades)
La posta all’interno della Sardegna non dovrebbe aver subito sospensioni
a causa di operazioni militari in corso. Presidiata da quattro divisioni
italiane rimaste integre, la Sardegna è stata lentamente evacuata dalle
forze tedesche che si erano trasferite parte in Corsica a parte in
Italia.
La Sardegna, come la Sicilia, fa parte del Regno del Sud anche se i
collegamenti tra l’isola e il continente sono estremamente ridotti e
affidati a infrequenti collegamenti aerei.
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Mercoledì 29 Settembre 43
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Badoglio, che si preoccupa della eventuale
divulgazione di questo documento che dimostra, con la pesantezza dei
suoi contenuti, quanto sia stata affrettata la decisione di firmare
quello dell'armistizio corto con l'articolo 12 così sospensivo,
ottiene da Eisenhower la formale promessa, che il testo venga reso noto
agli Italiani a guerra conclusa.
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Ha oggi luogo l'incontro fra Badoglio e Eisenhower per la firma
dell'armistizio lungo (Long Armistice). Il rito avviene a bordo della
corazzata Nelson alla fonda nel porto di Malta.
L'armistizio lungo si compone di ben 44 clausole che indicano le
condizioni aggiuntive che gli Alleati fanno ora conoscere ai termini
dell'articolo 12 dell'atto di capitolazione (Armistizio corto) firmato
26 giorni fa. Le clausole sono la specificazione degli undici articoli
di cui si componeva lo strumento della capitolazione dell'Italia
firmato, appunto, il 3 settembre.
Queste condizioni aggiuntive hanno carattere tecnico ma risultano ancor
più restrittive di quanto il governo Badoglio si attendeva dalla
interpretazione di quelle di cui era composto il documento
dell'armistizio corto. Non contemplano alcun impegno sia da una parte
che dall'altra circa il futuro assetto politico, militare, economico e
territoriale dell'Italia ma esaminano i vari diritti che i governi
Alleati, a seguito della resa dell'Italia, intendono riservarsi per
tutta la durata dell'armistizio, ossia fino alla firma del trattato di
pace, nel territorio italiano.
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Storia Postale del 29 settembre 1943
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La cartolina postale
riprodotta scritta il 9 settembre a Fortino, località vicina a Lagonegro
(SA), partirà soltanto il 29 quando la località, raggiunta dagli Alleati
il 17, si trova ormai sotto la loro amministrazione militare.
Indirizzata ad un marinaio della R. Torpediniera Orsa sarà censurata
dalla censura della 8^ Armata e dirottata a Taranto dove, da Roma, si è
trasferito il Ministero della Marina. La torpediniera Orsa, al momento
dell’armistizio, si trovava a Port Mahon nelle Baleari dove rimase
bloccata per un lungo periodo
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