5° Periodo: dal 26 novembre 1943 al 22 gennaio 1944.
Territorio a sud della linea del fuoco: A.M.G./ A.C.C. E REGNO DEL SUD
CON SEDE A BRINDISI.
Seconda parte (dal 7 dicembre 1943 al 20 dicembre 1943)
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Martedì 7 dicembre 1943
L’Esercito Italiano del Sud - Nella notte sull’8 gli uomini del
1° Raggruppamento Motorizzato raggiungono le posizioni di attacco contro
il rilievo di Monte Lungo che sbarra la depressione di Mignano.
L’operazione “Raincoat” aveva aperto la strada al Garigliano per una
distanza di venti miglia dal mare, ma le alture di Monte Lungo e Monte
Sammucro che controllavano la stretta di Mignano e l’ingresso della
valle del Liri, erano ancora in mano del nemico. La stretta valle
compresa fra queste due montagne era molto ben difesa, con San Pietro
Infine ai piedi del Sammucro come centro di resistenza. Perché un
attacco contro San Pietro avesse successo occorreva che Monte Lungo e
quota 1205, la sommità del Sammucro, fossero conquistati. Parte di
questa pericolosa azione militare doveve essere il campo di prova per
quella rappresentanza del nuovo risorto esercito italiano a fianco dei
nuovi Alleati. Si trattava di un vero e proprio test che necessitava di
successo per acquisire quella fiducia che, i nostri ex nemici, memori
del disfacimento del nostro esercito, non riponevano nei nostri uomini.
Come i Tedeschi avevano un atteggiamento sospettoso nei confronti del
ricostruendo Esercito Italiano del Nord, anche gli Alleati provavano
quella stessa sensazione. Non si fidavano.
Mercoledì 8 dicembre 1943
L’Esercito Italiano del Sud - I 1700 italiani del 1°
Raggruppamento Motorizzato subiscono il battesimo del fuoco assalendo la
linea Reinhardt sul Monte Lungo, ostacolo per l'accesso della valle del
Liri. La zona era difesa dagli uomini della Hermann Goering. Sembrava
dovesse trattarsi soltanto di un "velo di fuoco" formato da un
battaglione di Panzergrenatieren a tutela del grosso della divisione che
si stava sganciando per attestarsi sulla linea Gustav (Cassino), ed era
gravata dalla nebbia che ostacolava i tiri dell'artiglieria che doveva
appoggiare l'attacco che avrebbe dovuto avvenire contemporaneamente a
quello di Monte Sammucro (a nord - est) da parte degli alleati.
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Nelle foto gli uomini del 1° Raggruppamento Motorizzato Italiano
all’attacco del Montelungo.
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In maggiore dettaglio la cartina con le posizioni di partenza e gli
sviluppi dell’attacco a Monte Lungo.
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Era stato anche detto che
Monte Maggiore (a sud - ovest), in posizione più elevata, era già in
possesso del 142° Reggimento americano (36^ div.). Monte Lungo si trova
fra la Casilina e la ferrovia Napoli - Roma.
Il 1° Raggruppamento con i fanti del I battaglione in primo scaglione
cominciarono ad avanzare verso quota 253. Sulla sinistra era schierata
la 2^ compagnia bersaglieri, che procedeva a cavallo della ferrovia. Gli
uomini del Raggruppamento, riuscirono a superare le prime resistenze ma
poi, facendosi sotto, vennero accolti da un intenso fuoco di armi
automatiche non solo di fronte ma anche sulla sinistra dove l’unità si
riteneva coperta. La sorpresa dei soldati italiani fu tale da fargli
credere di essere, per errore, sotto il fuoco degli americani. I
tedeschi lanciarono anche un contrattacco che, alla fine della giornata,
riportò gli italiani alle linee di partenza. In 3 ore il Raggruppamento
dovè registrare la perdita di 79 morti (fra cui 4 ufficiali), 190 feriti
e numerosi dispersi, parte dei quali approfittando delle tenebre
riuscirono a raggiungere le linee di partenza.
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Sembra incredibile come non fosse possibile
avere un dato certo sulle perdite subite dagli italiani in quella
sfortunata azione. Da un primo esame le perdite del Raggruppamento
sembravano ammontare a circa 500 fra morti, feriti e dispersi. Le cifre
reali, dalla consultazione di testi diversi, risultano fortemente
contrastanti. Umberto di Savoia, parlandone con Puntoni, accenna a 400
morti; dal testo consultato per le precedenti informazioni, i morti
sarebbero stati 79 e i feriti 190; dal volume edito dallo Stato Maggiore
Esercito – Ufficio Storico – autore Giuseppe Conti, si rilevano: 47
morti, 102 feriti, 151 dispersi.
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La ritirata delle truppe
italiane venne protetta dalle artiglierie del 141° (36^ divisione
americana) inviate per la circostanza su Monte Rotondo e dagli obici del
194° e del 155° artiglieria campale che battevano la sommità di Monte
Lungo e in particolare le posizioni di quota 343 per scoraggiare i
tedeschi dall’approfittare del successo.
Dal Diario di Puntoni - “L’offensiva alleata si va spegnendo. La
speranza di “Roma liberata” svanisce nella nebbia dei desideri
irraggiungibili. Tutto ciò aggrava la posizione del Sovrano contro il
quale continua una intensa offensiva da parte dei vecchi uomini politici
italiani. Il nostro raggruppamento motorizzato è entrato in azione con
la Quinta armata americana nella zona di Cassino. L’obiettivo era
Montelungo. Me ne parla S.A.R. il Principe di Piemonte che ha assistito
all’operazione. “Ufficiali e truppa si sono comportati benissimo” dice
il Principe, “ma purtroppo il compito che è stato assegnato ai nostri
uomini era sproporzionato alle loro forze. La mancanza di cooperazione
delle truppe americane sulla sinistra e di quelle inglesi sulla destra,
ha impedito che la posizione, conquistata di slancio, si potesse
mantenere. Le perdite sono state gravi; abbiamo avuto 400 caduti!”
Del governo Badoglio - Il problema dei sempre difficili rapporti
con le opposizioni emerge in particolare oggi, quando Badoglio, durante
il Consiglio dei ministri, riferisce di avere ricevuto una lettera di
Sforza, datata 26 settembre, nella quale l’ex ministro di Giolitti, pur
ribadendo le sue critiche alla monarchia, confermava la propria lealtà
al governo per realizzare la liberazione del paese. In contrasto con
tale dichiarazione, secondo Badoglio, Sforza ha invece portato avanti,
dopo il suo ritorno dagli Stati Uniti, un’azione costante contro il
governo, giovandosi fra l’altro dell’appoggio di Benedetto Croce. Per
rispondere a questa condotta, definita ambigua, Badoglio propone la
pubblicazione e la radiodiffusione della lettera di Sforza. Una
decisione volta, evidentemente, a screditare un possibile concorrente.
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Giovedì 9 dicembre 1943
Dal Diario del Ministro Americano della Guerra Harry Lewis Stimson
(nella foto)
Ecco la parte del diario settimanale di Stimson nella quale commenta le
azioni militari in Italia e, in particolare della zona dove avevano
operato i nostri soldati del 1° Raggruppamento Motorizzato, che non
degna di alcuna citazione:
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"... Sul fronte della V
Armata, aspri combattimenti sono in corso mentre le truppe americane e
britanniche del generale Clark stanno lentamente avanzando da cresta a
cresta attraverso le montagne. In un punto, le nostre truppe sono a 6
miglia dalla città chiave di Cassino, alla testa della valle sulla
strada Cassino - Frosinone, una delle molte strade che conducono a Roma.
Le truppe germaniche che fronteggiano le nostre due armate sono state
fortemente rinforzate da unità della riserva tattica. Notevoli perdite
sono state sostenute da ambo le parti negli ultimi scontri, ma un
calcolo esatto del numero non ci è ancora pervenuto. I rapporti sulle
perdite, finora ricevuti al Ministero, informano che dal principio della
campagna italiana i reparti americani della V^ Armata hanno perduto 1929
morti, 7809 feriti e 2780 dispersi, un totale di 12158 unità. Le perdite
tra le truppe britanniche della V^ Armata sono alquanto più basse.
Il generale Clark segnala con speciale citazione il comportamento del
450° battaglione antiaereo che fu la prima unità combattente di negri a
raggiungere l'Italia. Questo battaglione, composto di soldati negri
d'America bene addestrati, ha meritato un riconoscimento ufficiale per
il suo coraggio e per la sua capacità.".
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L’Esercito Italiano del Sud
Il generale Clark si intrattiene con il generale Dapino comandante
il 1° Raggruppamento Motorizzato
dicendogli che: "Quest'azione dimostra la determinazione dei soldati
italiani a liberare il loro Paese dalla dominazione tedesca,
determinazione che può ben servire come esempio ai popoli oppressi
d'Europa".
Nella foto il generale Eisenhower con il generale Dapino, di spalle,
e il generale Clark a sinistra ,
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In realtà si tratta di pura retorica, gli
alleati seguitano a dare una minima importanza alla partecipazione
italiana nelle azioni di guerra,
Venerdì 10 dicembre 1943
L’Esercito Italiano del Sud
Il fallimento dell’azione sul Monte Lungo, secondo il generale Dapino,
viene individuato attraverso una serie di cause che si sintetizzano
così:
1) le posizioni di Monte Maggiore non erano completamente in mano
alleata al momento dell’attacco italiano al Monte Lungo;
2) l’attacco del 143° reggimento americano non ha avuto successo nella
conquista di San Pietro Infine e del Monte Sammucro (sulla destra di
Monte Lungo);
3) Monte Lungo non era difeso da un velo di fuoco, ma da forze
consistenti e ben organizzate;
4) l’artiglieria è stata meno efficace del previsto;
5) i reparti del Raggruppamento sono stati portati in linea, per motivi
di sicurezza, soltanto il giorno prima dell’azione, senza concedere loro
il necessario periodo di orientamento;
6) per questo stesso motivo non hanno avuto il tempo di raccogliere
informazioni di prima mano e di vagliare l’esattezza di quelle che sono
state loro fornite.
L’esito negativo della prova diveniva in queste condizioni pressoché
inevitabile. Dapino riconosce tuttavia che vi sono state anche da parte
italiana alcune carenze che attribuisce in parte al collasso provocato
in alcuni dalla sorte toccata al I° battaglione fanteria, ma in parte
anche alla deficienza dei quadri, particolarmente avvertita nel II*
battaglione del 67° fanteria nel quale si è registrato un rilevante
fenomeno di sbandamento.
Da parte loro gli americani tendono generalmente a individuare le cause
del fallimento nei limiti soggettivi delle truppe italiane e negli
errori commessi dai comandi del Raggruppamento piuttosto che nelle pur
riconosciute difficoltà oggettive presentate dall’azione. E’
un’impostazione che si può cogliere già dal messaggio inviato oggi al
generale Dapino dal generale Walker comandante della 36^ divisione che,
dopo avere elogiato le truppe italiane “per l’entusiasmo, lo spirito e
il magnifico coraggio che hanno dimostrato”, così conclude:
“Sono certo che le vostre truppe, come le nostre, integreranno il
loro entusiasmo con una maggiore esperienza per portare a termine
l’opera di distruzione del nostro comune nemico”.
Attorno a San Pietro Infine e al Monte Sammucro, l’attività militare si
è notevolmente ridotta. Gli americani si consolidano.
STORIA POSTALE del 10 dicembre
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In data odierna riprende anche il servizio postale, interrotto dal 22 o
23 settembre, ma per la sola città di Napoli. Sono ammesse cartoline con
non più di 25 parole, fatture ed esposti in busta aperta. La tariffa è
stata stabilita in centesimi 50 invariabili per qualsiasi tipo di
affrancatura. Nella sottostante riproduzione la First Day Cover della
serie completa e una cartolina postale, chiaramente filatelica, con i
valori che saranno più usati: il 0,20 e il 0,50.
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A Napoli il Governo Militare Alleato ha fatto sovrastampare tre
valori della serie Imperiale (il 20, il 35 ed il 50 centesimi) con la
dicitura Governo Militare Alleato che da oggi vengono venduti agli
sportelli delle Poste. I tre valori dovevano servire a comporre la
tariffa di 0,50, per la lettera con l’uso singolo del 0,50, con il 0,20
per il valore aggiuntivo alla cartolina Vinceremo da 0,30 e il 0,35 per
quello aggiuntivo alla cartolina Vinceremo da 0,15.
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Sabato 11 dicembre 1943
La persecuzione degli ebrei in italia - Arriva ad Auschwitz il
convoglio con i 600 ebrei di Milano e Verona. Vengono immessi nel campo
61 uomini e 35 donne. Torneranno solo 3 uomini.
L’Esercito Italiano del Sud - Dopo il fallito attacco al Monte
Lungo, la situazione del 1° Raggruppamento Motorizzato italiano è
oltremodo critica. Difficoltà di natura psicologica e materiale si
intrecciano strettamente rendendo problematica addirittura la permanenza
in linea della provata unità italiana. Particolarmente preoccupanti
risultano le perdite umane alle quali non si è potuto riparare per
mancanza di complementi adatti. A peggiorare la situazione l’unità sta
subendo un ulteriore stillicidio di perdite prodotte dai mortai tedeschi
che possono colpire tutto lo schieramento italiano salvo, dal tiro di
artiglieria sullo schieramento dei gruppi, dalle frequenti azioni di
pattuglia, dal mitragliamento degli aerei tedeschi.
Del problema sono state informate le autorità militari italiane. Ne è
stato messo al corrente anche il comando della 36^ divisione il cui
comandante generale Walker si reca proprio oggi a rendersi conto di
persona delle condizioni dell’unità italiana alle sue dipendenze.
In questa atmosfera un po’ deprimente si sta preparando il ritorno in
linea.
Domenica 12 dicembre 1943
Dal Diario di Macmillan - Algeri – “ (…) Ora sono sempre più
immerso nelle cose italiane e non so proprio come fare ad occuparmene
stando così lontano, fruendo di mezzi di comunicazione pietosi e (almeno
per ora) senza aver modo di ottenere informazioni confidenziali da
Harold Caccia che sta a Brindisi. Infatti, non c’è modo di telegrafare
se non per il tramite dei servizi dell’esercito; e questo fa sì che il
testo dei dispacci sia esposto alla vista di troppi occhi. Se almeno
venisse Duff e gli potessi cedere le questioni francesi, tutto mi
sarebbe più facile. Ma Duff non può venire perché ancora non siamo
riusciti a trovargli una villa tutta per lui. Gli ho detto di inviare
qui il suo segretario e di lasciare fare a lui. Il fatto è che i
militari non intendono cedere le loro residenze e fino a quando il
quartier generale alleato non se ne andrà da Algeri, io sono costretto a
tenermi la mia villa. Siamo proprio in un perfetto impasse”.
I “poveri” massimi esponenti della Missione
Alleata di Controllo dei Paesi occupati nel Mediterraneo, senza villa
come potevano trasferirsi senza una villa a disposizione.
Lunedì 13 dicembre 1943
Dal Diario di Puntoni - “Nel pomeriggio Bari subisce un secondo
bombardamento ad opera di velivoli tedeschi. I danni sono minori della
volta precedente. Nel salire sulla terrazza della palazzina per
assistere all’incursione, Sua Maestà la Regina è caduta lungo la scala a
chiocciola e si è slogata un piede”.
L’Esercito Italiano del Sud - In base all’odierno ordine di
operazioni n. 40 della 36^ divisione americana, il Raggruppamento
italiano dovrà attaccare “a giorno fatto, il mattino del 16, su ordine
della Divisione, per prendere e tenere quota 343 e rastrellare le
pendici del Monte Lungo ad ovest dell’ordinata 109”.
Strategie Alleate per la Campagna d’Italia - Ammaestrato
dall’esperienza dell’8 dicembre e ormai consapevole della reale
difficoltà dell’azione, il generale Walker (36^ divisione) prepara oggi
un piano d’attacco su larga scala, coordinato e progressivo contro i tre
obiettivi immediati: San Pietro Infine, Monte Lungo e San Vittore.
L’azione si aprirà con l’attacco alle pendici del Monte Sammucro, un
miglio a occidente della quota 1205 il cui possesso ben poco ha giovato
agli americani. Una volta conquistato il triangolo costituito dalle
quote 816, 730 e 687, Walker farà circondare San Pietro cercando di
tagliare ai tedeschi la via della ritirata da Monte Lungo. Inoltre così
avrà truppe in buona posizione per un’avanzata verso San Vittore. Questi
compiti sono affidati al I battaglione del 143° fanteria e al 504°
paracadutisti che attaccheranno nella notte sul 15.
Storia Postale del 13 dicembre
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Una carttolina postale Vinceremo da 0,30 inviata da Taranto a Bari
Martedì 14 dicembre 1943
Dall’Unione Sovietica - Togliatti, trasferitosi a Mosca fin dal 1926, ha
vanamente atteso una risposta dal Comitato Consultivo Alleato a una sua
richiesta di poter rientrare in Italia. Invia un telegramma, in data
odierna, a Badoglio con la stessa richiesta.
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Dalla King’s Italy - Il filosofo Benedetto Croce (nella foto)
dichiara da Radio Napoli:
"L'abdicazione doveva sorgere, ed era aspettata da più mesi, spontanea
nella coscienza del Re, per effetto della sua sensibilità morale, ed
essere attuata senza attesa di altrui giudizio".
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Dal Diario di Puntoni - “Sulla Gazzetta del Mezzogiorno esce una
nota del conte Sforza in risposta alla pubblicazione di una sua lettera
in cui accennava alla possibilità di collaborare con il governo
Badoglio. Tutto ciò serve a rendere più confusa la situazione poiché
ormai non si sa più a chi credere: c’è da pensare però che quanto
asserisce Sforza sia vero e del resto lo conferma il contenuto della
lettera che Badoglio scrisse al Re in data 24 ottobre. Allo stato
attuale delle cose non restano che due soluzioni: o il Maresciallo
smentisce in maniera precisa e secca o non lo fa e allora dovrebbe
lasciare il governo. La smentita certamente non ci sarà e di dimissioni,
con l’aria che tira, non è neppure il caso di parlare. L’unica domanda
che ci si può porre è se Badoglio agisca e sbagli in buona fede o se
invece miri al suo interesse personale ignorando del tutto gli interessi
della dinastia”.
L’Esercito Italiano del Sud - A proposito dell’ordine di
operazioni n. 40, che stabilisce l’ordine di attacco al Raggruppamento
per il 16, oggi, il comando della 142° fanteria (36^ divisione),
precisa: il I Raggruppamento Motorizzato italiano darà il cambio a
questo reggimento su ordine del generale Comandante la divisione (Walker)
dopo che il 142° fanteria avrà finito di spezzare ogni resistenza nel
suo settore.
Storia Postale del 14 dicembre
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Lettera raccomandata da Molfetta (BA) a Bari con etichetta di
raccomanadazione di Bari e timbro Molfetta. Nell’affrancatura di
emergenza la presenza del 0,50 pacchi sembra denotare la carenza del
corrispondente valore della Imperiale che, guarda caso, mostrerebbe il
volto del Re. Non sarà che l’ufficiale postale che ha affrancato questa
lettera (o il mittente) aveva qualche antipatia per il “suo” Re? |
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Mercoledì 15 dicembre 1943
Dal Diario di Puntoni - “Contrariamente a quanto avrebbe dovuto fare in
base alle direttive impartitegli dal Sovrano, il Capo del Governo ha
trattato direttamente con la Missione Alleata circa i provvedimenti da
prendere nell’eventualità di una prossima liberazione di Roma:
formazione di un governo e incarico a un generale perché prenda le
redini della città nel difficile momento del trapasso dei poteri. Sembra
che nel formulare le sue proposte, Badoglio non abbia fatto alcun
accenno al Re e al suo preciso desiderio di rientrare subito nella
Capitale per formare immediatamente un nuovo Gabinetto. Pare inoltre che
per prolungare la sua “vita” di Capo del Governo abbia acconsentito a
rimettere ogni decisione in proposito agli Alleati. Per ordine del
Sovrano, il duca Acquarone comincia a muoversi nel tentativo di porre
rimedio a questa strana faccenda”.
L’Esercito Italiano del Sud - Sulla base delle direttive ricevute
negli ultimi due giorni da parte del Comando della 36^ divisione, Dapino
emana oggi l’ordine di operazioni n. 4 che prevede:
“Il Raggruppamento Motorizzato inquadrato a sinistra con il 142°
fanteria americano e a destra con il 141° fanteria americano, riprenderà
l’attacco su Monte Lungo”.
Giovedì 16 dicembre 1943
Dalla King’s Italy - Sono le 11,45 quando il Re riceve il capo
della Commissione Alleata di Controllo generale Joyce alla presenza del
Maresciallo Badoglio. Vittorio Emanuele vuole precisare alcuni punti che
il generale Joyce, ascoltatili, accoglie favorevolmente dichiarando
inoltre la sua disponibilità a sostenerli. Ecco le richieste del Re:
1) Conferma del generale Sorice e dell'eccellenza Motta nel loro
incarico di provvedere all'ordine in Roma al momento del trapasso dei
poteri;
2) Formare un nuovo Governo immediatamente dopo la liberazione di
Roma;
3) Entrare in Roma insieme alle truppe liberatrici;
4) Potersi incontrare con Eisenhower non appena possibile.
Dal Diario di Puntoni - “Alle 17 viene da me Pippo Naldi e mi fa
leggere il rapporto di un suo confidente distaccato a Napoli. Dalla
relazione dell’osservatore incaricato da Naldi di studiare la situazione
politica locale, risulterebbe che anche l’onorevole De Nicola avrebbe
preso posizione per l’abdicazione del Re, con la variante che sarebbe
favorevole alla successione del Principe di Piemonte. Verso tale
soluzione si orienterebbero anche Sforza, Croce e gli altri. Insisto
perché Naldi mi consegni il rapporto; me lo dà ma senza l’ultima parte
sicché non mi è possibile sapere chi l’ha compilato. Ne faccio una copia
e la consegna al Re. Sua Maestà non mi pare troppo convinto di quanto
legge poiché gli sembra strano, dice, che De Nicola che si professa suo
“sincero e leale sostenitore” abbia potuto improvvisamente cambiare idea
e schierarsi con i suoi più tenaci avversari. “Se però i partiti di
opposizione”, dice il Re, “dovessero orientarsi davvero verso una
regolare successione del Principe di Piemonte, la faccenda cambierebbe
aspetto e sarei disposto a prenderla in esame…”. Mi persuado che Sua
Maestà è stanco e che se fosse per lui abdicherebbe subito:
Alle 18 ricevo l’onorevole Philipson il quale, con l’incarico di
segretario di Badoglio, è andato in Calabria per esaminare la situazione
politica di Catanzaro e Cosenza. “La maggioranza”, dice, “è
favorevole al Re. Da parte di due ex – deputati estremisti, l’onorevole
Mancini socialista massimalista e l’ing. Enrico Russo comunista, ho
ottenuto la promessa di collaborazione al governo”. Mi mostra poi
una lettera autografa di Badoglio che dovrà consegnare al colonnello
americano Jium per incarico del gabinetto. Nella lettera il Maresciallo
chiede agli alleati di impedire il congresso che Sforza ha organizzato
per i giorni 20,21 e 22 dicembre”.
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L’Esercito
Italiano del Sud - Scatta l’ordine per l’entrata in azione del 1°
Raggruppamento Motorizzato italiano. Alle 7,40 il comando tattico
dell’unità comunica al comandante del 67° reggimento fanteria che il II/142°
americano ha occupato le quote 141 e 351 su Monte Lungo e ha disposto
che il reggimento di fanteria e il LI battaglione bersaglieri si tengano
pronti a iniziare l’attacco decisivo per la conquista di Monte Lungo
secondo i piani prestabiliti. |
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Alle 8,30 inizia il tiro di preparazione dei 12 mortai da 81 del 67°
fanteria e di un gruppo da 75/18 che si rivela subito molto preciso.
L’attacco delle fanterie ha inizio alle 9,15. Partono il II battaglione
fanteria e una compagnia della LI bersaglieri.
I tedeschi, storditi dal tiro dell’artiglieria, minacciati a tergo
dall’azione del 142° fanteria americano, non offrono, questa volta, una
resistenza tenace. Alle 10,20 la quota senza numero è conquistata e alle
12,30 le prime pattuglie del II/67° giungono sulla quota 343 mentre più
a nord i bersaglieri prendono contatto sul costone di Monte Lungo col
142° reggimento americano.
Questa volta tutti gli obiettivi assegnati sono stati raggiunti dal
Raggruppamento.
Le perdite si sono rivelate relativamente contenute: 10 morti, 30 feriti
e 8 dispersi
In maggiore dettaglio la cartina con le posizioni di partenza e gli
sviluppi dell’attacco a Monte Lungo.
Storia Postale del 16 dicembre
Due documenti postali partiti oggi: una cartolina “fermo posta” (0,30 +
020) da Taranto a Martina Franca con valori pacchi in affrancatura di
emergenza e uso valori gemelli da 0,05 e una raccomandata da Altamura
(BA) a Bari sempre con valori pacchi in affrancatura di emergenza.
Sembra che continuino a mancare gli 0,50 Imperiale con l’effige reale.
Venerdì 17 dicembre 1943
Dalla King’s Italy - Badoglio scrive al capo dell’ACC, ammiraglio
Joyce, per comunicare l’intenzione dell’Italia di aderire alla Carta
atlantica e l’approvazione della relativa risoluzione da parte del
Consiglio dei ministri. La richiesta non avrà però risposta, tanto che
il 22 luglio 1944 Bonomi la reitererà al segretario di Stato, Hull.
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Dopo avere assicurato a Badoglio, quanto meno, appoggio al di fuori del
governo, Sforza (nella foto) attacca oggi duramente il Maresciallo in
una lettera al segretario di Stato aggiunto statunitense Berle. Gli fa
carico di “dire il contrario di ciò che aveva confidato a me”,
cioè di mentire; di voltafaccia dinastico; di essere “incapace di
creare un esercito”; di essere “stanco e scoraggiato senza che
gli sia rimasta alcuna forza morale”; di essere autore “di errori
tragicomici”; addirittura (andando oltre il limite della
credibilità) di voler creare col re un esercito neofascista “per
uccidere noi”, cioè gli antifascisti.
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L’Esercito Italiano del Sud - Il generale Clark invia un
telegramma di congratulazioni al comando del 1° Raggruppamento per la
conquista di Monte Lungo:
“Desidero congratularmi con gli ufficiali ed i soldati al vostro comando
per il successo riportato nel loro attacco di ieri su Monte Lungo e su
quota 343. Questa azione dimostra la determinazione dei soldati italiani
a liberare il loro paese dalla dominazione tedesca, determinazione che
può ben servire come esempio ai popoli oppressi d’Europa”.
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Storia Postale del 17 dicembre
Una cartolina commerciale da Lecce (SUD) a Monteroni di Lecce.
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Sabato 18 dicembre 1943
L’Esercito Italiano del Sud - Oggi, due giorni dopo il vittorioso
secondo combattimento su Monte Lungo, il comando del II Corpo d’Armata
(V Armata americana), dispone che il 1° Raggruppamento Motorizzato
italiano si ritiri nella zona Venafro – Ceppagna in riserva per un
necessario periodo di riposo “considerate le perdite subite per la
conquista di Monte Lungo e la necessità di ricostruzione, ed
addestramento dei reparti. Un provvedimento quanto mai opportuno che
giunge oltremodo gradito agli stanchi effettivi del Raggruppamento.
Storia Postale del 18 dicembre
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Raccomandata doppio porto regolarmente affrancata 2, 25 da Monopoli (BA)
a Bari affrancata in emergenza con valori pacchi da 0,50 che sembrano
voler sempre sostituire gli 0,50 Imperiale con l’effige reale. |
Due documenti postali timbrati in data odierna. Entrambi mostrano la
presenza di valori emessi a Napoli il 10 dicembre dal Governo Militare
Alleato.
La cartolina postale 0,15 Vinceremo, da Napoli a Pozzuoli, è stata
affrancata 0,50 nel rispetto della tariffa unica di 0,50 in vigore a
Napoli nel periodo con l’uso del raro 0,35 Governo Militare Alleato come
valore aggiunto.
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Domenica 19 dicembre 43
Dalla King’s Italy - Viene sedata una rivolta a Montesano dove si
contano 8 morti e 10 feriti e 50 persone sono state arrestate. Anche a
Nardò, in provincia di Lecce, si verifica una specie di insurrezione
popolare a causa di un affare di donne. Il tutto scaturisce da una lite
fra i giovanotti locali e alpini di stanza nella località e poi dilaga
in una zuffa che coinvolge la popolazione e i soldati che hanno chiesto
rinforzi. Sembra che i soldati abbiano gridato "Viva Mussolini" e
"Abbasso l'esercito". Non si avranno risultati noti dell'inchiesta
successivamente ordinata.
L’Esercito Italiano del Sud - Malgrado la decisione di mandare il
1° Raggruppamento in zona di riposo, gli americani sembrano avere
intenzione di riportare presto in linea l’unità italiana. Oggi, quando
ancora il Raggruppamento non ha cominciato le operazioni di
trasferimento, il generale Dapino e il suo Capo di Stato Maggiore
partecipano a una riunione presso il comando del II Corpo d’Armata
americano: presenti i comandanti dei reparti dipendenti della Grande
Unità americana, vengono esposti e discussi i piani delle prossime
operazioni.
Storia Postale del 19 dicembre
Da oggi i civili siciliani possono inviare messaggi in Africa
Settentrionale e Orientale, Australia, Americhe, India, Inghilterra e
Spagna.
Lunedì 20 dicembre 1943
Attività dei partiti dell’opposizione al sud - I sei partiti
insediati a Napoli (Comunista, Socialista, Democratico Cristiano,
D'Azione, Democratico del Lavoro e Liberale), che si sono accordati per
cooperare ed hanno formato il CLN (Comitato di Liberazione Nazionale),
chiedono alle autorità Alleate l'autorizzazione a tenere un congresso.
Le riunioni politiche sono però vietate nel territorio dell'AMG (Allied
Military Gouvernament) e la richiesta viene respinta. Il congresso sarà
successivamente autorizzato a Bari.
Dal Diario di Macmillan - Algeri – “Mattinata del tutto
tranquilla trascorsa facendo lavoro d’ufficio. Ho salutato Murphy, che
torna in America in licenza per un mese. (…).
(…) Alle quattro e mezzo, riunione per parlare di cose italiane.
Presenti: il generale Holmes, il colonnello Maxwell, Roger, G. Frederick
Reinhardt (che fa le veci di Muphy), Halford e io. Ci troviamo in
terribile pasticcio. Non possiamo spostare la Commissione da Brindisi
perché non riusciamo a trovare, per la commissione e per il governo
italiano, una sede adatta nella zona di Napoli. Stiamo ancora cercando,
ma gli unici edifici possibili sono (strano!) proprietà del Vaticano e,
quindi, non ci è consentito requisirli. Siamo costretti a pregare
l’arcivescovo di chiedere il permesso del Papa. Come ti puoi immaginare,
la procedura da seguire è incredibilmente complicata e presenta mille
occasioni per menare il can per l’aia e per procrastinare tutto. Inoltre
la situazione alimentare sta facendosi molto allarmante, mentre la
situazione politica sta degenerando. Napoli è inquieta. Come vorrei che
le nostre forze avanzassero e raggiungessero Roma! Ma temo che anche il
brutto tempo ci sia contrario e così tutto è rimandato. L’Italia è un
territorio irto di difficoltà per chi ci deve combattere. (…)”.
L’Esercito Italiano del Sud - Ha luogo a Santo Spirito (Bari),
presso la sede del Comando del XV Gruppo d’Armate, una riunione cui
prendono parte per gli anglo – americani, Eisenhower e Alexander coi
rispettivi Capi di Stato Maggiore, Bedell Smith e Richardson, il
generale Joyce, capo della ACC, il generale Taylor, Capo di Stato
Maggiore della stessa e il generale Robertson, comandante lo scaglione
amministrativo avanzato del Comando in Capo alleato.
Per la parte italiana sono presenti Badoglio, in qualità di Capo del
Governo, e il Capo di Sato Maggiore Generale, maresciallo Messe. Si
tratta della più importante riunione fra italiani e angloamericani dal
convegno di Malta. La presenza di Badoglio dimostra la volontà italiana
di spostare sul piano politico la discussione delle questioni militari
più spinose, secondo il suggerimento del generale Utili, a suo tempo
raccolto da Roatta e ora fatto proprio da Messe. Badoglio ha ricevuto il
18 una lettera di Messe nella quale vi era ripetuto, a beneficio del
capo del Governo, quanto scritto lo stesso giorno al generale Taylor
circa la situazione di disarmo morale e materiale nella quale le
richieste della ACC rischiano di far precipitare l’Esercito italiano.
Il primo passo compiuto a Santo Spirito, ancor prima di passare a
trattare i singoli problemi, è quello di porre sul tappeto la richiesta
di una più ampia partecipazione italiana alle operazioni avvenire che
dagli americani viene accettata come questione di principio.
Strategie Alleate per la Campagna d’italia - Poiché alla data
odierna la V Armata non ha raggiunto l’obiettivo previsto dalla sua
missione: la linea Ferentino – Capistrano, Alexander rimanda lo sbarco
di Anzio, porto troppo lontano dal fronte principale. Anche i mezzi da
sbarco non sono ancora sufficienti.
STORIA POSTALE del 20 dicembre
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Uno stranissimo documento postale. Si tratta di una raccomandata doppio
porto (timbro R°n anziché l’etichetta) inviata da Caserta (allora in
provincia di Napoli) il 20 dicembre per Roma! Roma però si trova al di
là della linea del fronte, in RSI, e quindi non raggiungibile per
regolare corso postale.
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Da una attenta analisi
sembra da escludersi una falsificazione perché sul retro è visibile il
timbro di arrivo in data 22 dicembre. Anche l’ipotesi che si tratti di
un documento del 1942 (vista anche la presenza del Rossini piuttosto
raro nel 1943) sembra debba scartarsi per la presenza di ben tre diversi
timbri tutti chiaramente del 1943 che, secondo questa ipotesi,
dovrebbero essere tutti sbagliati. Un mistero che non avrà soluzione. |
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