6° Periodo dal 24 gennaio al 9 febbraio 1944.
Territorio a sud della linea del fuoco: A.M.G./ A.C.C. E REGNO DEL SUD
CON SEDE A BRINDISI.
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Lunedì 24 Gennaio 1944
Brindisi - Inizia i preparativi per il trasferimento del
Governo Italiano e della Allied Control Commission. (fusa con
A.M.G.). Le nuove sedi saranno Napoli e Salerno. Vengono ridefiniti i
compiti dell'A.C.C. e variata la suddivisione delle regioni con la
seguente numerazione:
Regione I - Sicilia
Regione II - Calabria, Lucania e, solo a livello consultivo,
Puglie
Regione III - Campania
Regione IV - Lazio e Umbria (della quale solo una piccola parte è
al momento sotto controllo Alleato)
Regione V - Abruzzi e Marche
Regione VI - Sardegna (fino ad oggi controllata da una missione
speciale),
Nel territorio sardo, infatti, entra oggi in vigore il Regio Decreto
Legge n.21 che, alle dirette dipendenze del Capo del Governo, istituisce
l’”Alto Commissariato per la Sardegna” che ha il compito di
sovrintendere e coordinare tutte le attività amministrative e statali
dell’Isola, nonché di vigilare sugli enti e gli istituti di diritto
pubblico e, in genere, su tutti quegli enti sottoposti a tutela e alla
vigilanza dello Stato e che godrà, altresì, del diritto a partecipare
alle sedute del Consiglio dei Ministri senza voto deliberativo e
limitatamente a materie riguardanti la Sardegna.
DAL DIARIO DI MACMILLAN - Algeri – “Giornata tranquilla. Ho
lavorato alle mie carte ecc. per tutta la mattina. Credo che dovremo
stare in Italia per una settimana o più. Credo prenderò con me qualche
collaboratore in più. E’ venuto a trovarmi Duff per parlare del problema
franco – italiano, ossia della possibilità di riaprire tra i due paesi
(Francia e Italia) alcuni rapporti commerciali proficui per entrambi.
Per esempio i francesi necessitano dello zolfo siciliano e potrebbero
usare il carbone sardo, mentre l’Italia necessita di fosfati e di
attrezzature minerarie corse per astrarre il carbone in Sardegna.
Le notizie sulla battaglia in corso si annunziano buone, anche se ne
conosciamo pochissimi particolari. Gli sbarchi sono andati benissimo al
di là di ogni aspettativa e il tempo si mantiene ancora buono. Certo, le
nostre speranze sono altissime, ma non dobbiamo sperare troppo:
l’esperienza ci ha insegnato che il momento critico viene due o tre
giorni dopo lo sbarco, quando ha inizio il contrattacco.
Alle tre e un quarto del pomeriggio, riunione del consiglio consultivo
alleato per l’Italia: ha presieduto Vyshinsky. La riunione aveva più
carne al fuoco di tutte le precedenti e si è dovuto trattare di molti
punti controversi che ci sono stati sottoposti dal comando supremo.
Massigli (rappresentante della Francia) ha presentato un documento
ufficiale che inizia con la richiesta dell’abdicazione del re e
procede chiedendo la consegna delle navi da guerra, delle navi
mercantili e degli aerei italiani ecc.; i francesi vogliono tutto questo
a riparazione dell’attacco italiano subito nel 1940! Ho mostrato tutta
la mia indignazione e Vyshinsky mi ha energicamente sostenuto. Quel
poveretto di Massigli mi ha poi confessato che quel singolare documento
era stato stilato per ordine del comitato francese: personalmente se ne
vergognava. Vyshinsky ha proposto che discutessimo il problema del re
“nella riunione successiva alla prossima. Il che speriamo debba avvenire
dopo la presa di Roma. Poiché il governo inglese (ed io concordo) vuole
per ora ad ogni costo conservare (in Italia) lo status quo, la proposta
mi è andata benissimo e mi sono detto d’accordo. Alle sei e mezzo, è
venuto il colonnello Maxwell con tante questioni da trattare riguardanti
l’Italia. I governi alleati hanno accettato interamente il nostro punto
di vista sul documento in cui si precisano modi e tempi del
“trasferimento” di poteri. Adesso ho la speranza che la cosa passi.
Veramente, si tratta di una grande marcia indietro, dopo tutta la mole
di carte che scrivono a Londra e a Washington. Ma là non si guarda mai
in faccia la realtà. Il vero problema è quello che il governo italiano
si assuma la responsabilità di provarsi (almeno) a governare, nelle
condizioni attuali, l’Italia meridionale, dipendendo da noi per derrate,
trasporti, carburante e indumenti. Se sarà sottoposto a pressioni troppo
forti Badoglio potrebbe non volerne più sapere e allora ci troveremmo in
un grave imbarazzo (…)”.
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L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD – Il generale Umberto Utili assume
oggi l’effettivo comando del 1° Gruppo Motorizzato italiano sostituendo
il generale Dapino.
Le varie formazioni del 1° Raggruppamento Motorizzato italiano
acquartierate nelle retrovie, nella zona di Sant’Agata dei Goti
(Benevento), continuano il periodo di riposo in attesa di quella
ristrutturazione e potenziamento che gli Alleati, prima sembravano
sollecitare ma ora ostacolano apertamente. Infatti, dopo le richieste di
personale italiano pervenute fin dall’11 gennaio, ancora oggi il comando
della V Armata dispone il trasferimento dell’intero 67° reggimento
fanteria alle dipendenze del II Corpo. Ormai è chiaro e inequivocabile
che non si tratta soltanto di provvedimenti che vanno sminuzzando la
compagine del 1° Raggruppamento,
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ma che sembra invece in atto da parte americana una vera e propria
smobilitazione dell’unità i cui reparti si può presumere finiranno per
essere utilizzati un po’ alla volta per lavori di manovalanza.
A questo punto dunque gli americani ci considerano come un inutile peso
quale unità combattente e desiderano soltanto sfruttare le nostre
possibilità unicamente come lavoratori.
Così, appena giunto a destinazione, il generale Utili si trova a
dover affrontare una situazione che appare drammatica e dirama oggi
il suo Ordine del Giorno ai reparti dipendenti:
“Nell’assumere oggi l’effettivo comando del 1° Raggruppamento porgo
ai miei soldati ed ai miei collaboratori di ogni grado il mio primo
caldo saluto e il fraterno saluto dei fanti, dei bersaglieri e dei
paracadutisti in approntamento nelle Puglie e che, ormai pronti
anch’essi a combattere, non attendono che gli automezzi per raggiungere
i camerati che li hanno preceduti.
Valorosi veterani del 1° Raggruppamento!
Sono fiero di essere stato destinato a comandarvi. Nell’ora più amara e
più difficile, quella dello smarrimento e dello sconforto, voi avete
dato l’esempio generoso dell’azione ed avete versato il vostro sangue,
che è sempre qualcosa di più prezioso delle chiacchere, nella santa
riscossa contro i tedeschi.
Onore ai vostri Caduti, onore ai vostri feriti, ma onore anche al più
umile di voi.
Nella battaglia che si è accesa da due giorni, Roma risplende fulgida in
fondo, come una gemma, ed è la nostra meta.
Guardate a Roma, ragazzi, con gli occhi dello spirito.
Guardate alle vostre famiglie lontane, straziate ed oppresse, quelli di
voi che, come me, l’hanno al di là.
Ragazzi, in piedi: perché questa è l’aurora di un giorno migliore.”
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Chiesto
e ottenuto tramite gli ufficiali di collegamento italiani un colloquio
col comandante della V Armata e col suo capo di Stato Maggiore, nel
pomeriggio Utili parte per Caserta accompagnato dal tenente colonnello
Lombardi. L’impatto con il capo di S. M. della V Armata generale Alfred
Gruenther (nella foto), non è dei più incoraggianti. Poi, con il
generale Clark le cose sembrano mettersi per il meglio. Clark ascolta le
richieste di Utili che chiede un tempo ragionevole per poter raccogliere
e rendere omogeneo il Raggruppamento e perciò occorre affrettare il
trasporto degli uomini che si trovano in Puglia e la restituzione di
quelle aliquote del vecchio Raggruppamento che sono state impiegate
fuori di esso. Il comandante della V Armata sembra ben impressionato
dall’esposizione di Utili; la sua risposta è breve ma eloquente:
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“Generale, la comprendo ed apprezzo la sua esposizione. I suoi
soldati combatteranno con noi e sono certo che combatteranno bene. Darò
gli ordini per quanto mi chiede. Lei attenda serenamente a mettersi la
sua gente alla mano; mi dirà lei stesso quando sarà pronto”.
Il generale Utili sembra essere fermamente convinto nell’idea che il
Raggruppamento Italiano è prossimo a poter essere nuovamente impiegato
in azione malgrado le povere condizioni delle sue armi e il suo
equipaggiamento.
STORIA POSTALE del 24 gennaio
Lettera semplice, con mittente di Campobasso, destinazione Taranto,
impostata oggi a Bari,
probabilmente da persona che vi si era recata. Fu censurata dalla
Commissione
Provinciale di Censura 3R di Bari. Infrequente uso del 0,50 Imperiale
con l’effige reale.
Martedì 25 Gennaio 1944
La Commissione Alleata di Controllo si insedia oggi a Napoli.
Taranto - Si tiene un congresso di ex combattenti delle
federazioni delle quattro provincie. I delegati, presenti anche di
Benevento e Avellino, rappresentano trecentomila iscritti.
Puntoni commenta: “A Taranto si è tenuto il congresso
straordinario dei combattenti. A quanto si dice la riunione si è svolta
e conclusa in maniera assolutamente favorevole alla Monarchia e al
Sovrano. Di ciò però non si ha traccia nell’ordine del giorno che è
stato votato, perché qualcuno per evitare le reazioni degli avversari ha
preferito, con considerevole dose di pusillanimità, far passare sotto
silenzio gli indirizzi di devozione al Re e nascondere la verità”.
DAL DIARIO DI MACMILLAN - Da Algeri a Napoli – Caserta – “Alle
dieci sono partito in aereo. Abbiamo usato il nostro apparecchio e vi
sono saliti in molti, compresi cinque russi, tre americani e sette
inglesi. Ho ritenuto prudente chiedere a Vyshinsky se non sia per caso
possibile al consiglio stare in Italia nella presente situazione e lui
si è detto subito d’accordo. Ho anche portato con me un mio gruppo di
collaboratori che intendo lasciare in Italia. Si tratta di Aubrey
Halford, un segretario – un piccoletto che sa scrivere a macchina e
parla l’italiano, ma non ha altre grandi doti – e due addetti alla
codificazione in cifra.
Questi mi consentiranno di fare in Italia quello che ho sempre fatto ad
Algeri: spedire e ricevere telegrammi del Foreign Office in cifra e non
passando per i canali di comunicazione militari, dove tutto è alla mercé
di tutti e di qualcun altro ancora. Siamo arrivati a Napoli alle tre e
un quarto, dopo un bel volo senza sballottamenti di sorta. Siamo tutti
alloggiati all’Hotel Parco (dove siamo stati la scorsa settimana), fatta
eccezione per me e John Wyndham: noi due siamo presso il quartier
generale avanzato, nell’immenso palazzo di Caserta (…). Ho preso con me
anche il mio sergente dei granatieri (Leyland) che ad Algeri ci ha fatto
da maggiordomo: è bravissimo e ci rende tutto più confortevole, perché è
un buon cameriere e ci fa quasi da balia. (Ora che, come è evidente, sto
“andando a pezzi”, il mio personale si cura moltissimo del mio
benessere). L’unico fastidio è che da Napoli a Caserta ci vuole un’ora
buona di automobile. Eppure, devo spostarmi, per lavorare. Dall’una
all’altra destinazione e la cosa finirà per stancarmi. La strada è
accidentata e piena di buche, e poiché è la grande arteria che dal porto
di Napoli arriva al fronte, ti puoi immaginare quanto sia intenso,
giorno e notte, il traffico che vi si svolge.
Dalle quattro alle cinque e mezzo ho parlato all’albergo con Harold
Caccia e Reber. Alle cinque e tre quarti in auto con il generale
MacFarlane a Caserta per incontrare il generale Alexander, che però al
nostro arrivo era ancora fuori sede e non è poi ritornato se non verso
le nove e un quarto. Abbiamo cenato nella piccola mensa ufficiali che
sta all’esterno del palazzo. Siamo riusciti a fare il nostro lavoro e
cioè ottenere la firma ai documenti ufficiali che stabiliscono il
trasferimento di territori al governo italiano.
Alex era stanco, ma allegro. Il tempo ultimamente non è più stato tanto
bello. Vento fortissimo, che ha reso difficile sbarcare il materiale di
scorta e le altre cose di cui c’è bisogno. Per fare comodamente il loro
lavoro i mezzi da sbarco avrebbero bisogno di un vento che soffi da
terra. Infatti se soffia dal mare spinge le navi avanti e man mano che
queste si alleggeriscono a causa dello scarico di quanto trasportano, si
profila il rischio di straorzare e cioè di piantarsi nella sabbia e così
non essere più utilizzabili. Veramente stupisce quello che riescono a
fare. Esiste solo un minuscolo porto ad Anzio (per buona sorte rimasto
indenne) e tutto viene portato a braccia sulla spiaggia, sia che si
tratti di trasbordare cose da grosse “Liberty” o da regolari mezzi da
sbarco. Chiaramente ho potuto discutere di varie questioni inerenti alla
ristrutturazione della Commissione di Controllo a del Governo Militare
mentre attendevo Alex. Credo che in merito il generale Mason MacFarlane
riuscirà a far bene. E’ una gran fortuna per me che Murphy sia ora in
licenza in America. Chi ne fa le veci è molto intelligente, ma molto
inesperto; quindi, mi è stato veramente facile assumere il controllo
della situazione e combinare ogni cosa con Mason MacFarlane. I generali
Wilson e Alexander sono, direi, del tutto disposti ad accettare
qualunque cosa su cui io e MacFarlane ci siamo messi d’accordo”.
Mercoledì 26 Gennaio 1944
ATTIVITA’ DEI PARTITI DELL’OPPOSIZIONE AL SUD - A Bari il
prof. Omodeo (crociano e azionista) chiede l’istituzione di un
Tribunale del Popolo per poter condannare a morte Vittorio Emanuele III°
e suo figlio Umberto… Non contento li invita, dai microfoni di Radio
Bari, a suicidarsi.
Benedetto Croce e Sforza partono da Sorrento (NA) alle 9 di
mattina per recarsi a Bari e partecipare al congresso dei partiti. Vi
giungeranno alle 17,30 dopo una breve sosta a Trani.
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Si parla dell’occupazione di Velletri da
parte di truppe alleate sbarcate sulla spiaggia di Nettuno. Non c’è però
alcuna notizia ufficiale che confermi queste voci”.
Giovedì 27 Gennaio 1944
ATTIVITA’ POLITICA DEI PARTITI DELL’OPPOSIZIONE AL SUD - Alla
vigilia del congresso dei partiti a Bari, Badoglio scrive a Roosvelt e
gli dice che se l’Italia, che sta combattendo lo stesso comune nemico
fosse dichiarata “alleata”, egli e tutti gli americani avrebbero
l’eterna gratitudine degli italiani di Italia e degli USA.
RESTITUZIONE DI TERRITORI ALL’AMMINISTRAZIONE ITALIANA - Le
autorità alleate dichiarano formalmente che l’Italia viene riconosciuta
territorio “liberato” e annunciano che le provincie a sud .di quelle di
Salerno e Potenza, queste comprese, passeranno all’amministrazione del
governo Badoglio dal 10 febbraio.
DAL DIARIO DI PUNTONI - “La notizia della presa di Velletri, di
Littoria e di Aprilia non è vera; sembra anzi che i tedeschi, dopo il
primo momento di sorpresa, abbiano organizzato una difesa tenace e
strettissima. In qualche punto, anzi, le truppe germaniche sono passate
al contrattacco. Il Maresciallo Badoglio è partito in aereo per Napoli
dove s’incontrerà con Mac Farlane e con un confidente del Presidente
Roosvelt”.
DAL DIARIO DI MACMILLAN -
Caserta – “Qui ci si alza presto, verso le sette e mezzo e si fa
la prima colazione alle otto. Dopo, ho scritto alcuni dispacci: non
abbiamo uno stenografo e questa è una seccatura; non mi è stato
possibile avere qui la signorina Campbell mentre mi ero abituato a fare
fin troppo assegnamento su di lei. Tuttavia, alle undici il lavoro era
terminato e sono andato a trovare l’ammiraglio sir John Cunningham con
cui abbiamo parlato del congresso di Bari. E’ chiaro che la mia
decisione è di non interferire con il congresso dei sei partiti
(italiani) e ho telegrafato al gabinetto in questo senso. Proprio mentre
lasciavo Algeri per l’Italia, mi era giunto un assurdo dispaccio: il
gabinetto voleva che il congresso fosse rimandato. Ho capito che
l’allarmismo del gabinetto derivava da una segnalazione dell’ammiraglio
McGrigor (che sta a Taranto) inviata al comando supremo del Mediterraneo
e, purtroppo, ritrasmessa all’ammiragliato. Quel prode ammiraglio che
sta a Taranto si è messo in testa che il congresso dei sei partiti
italiani avrebbe potuto indurre la marina italiana all’ammutinamento o
all’affondamento delle navi. Ma non risulta poi chiaro se gli uomini
della marina italiana avrebbero adottato simili misure perché erano
filomonarchici e intendevano protestare contro le posizioni emerse
durante il congresso; oppure perché erano filorepubblicani e intendevano
manifestare il proprio favore per la causa della repubblica. Il fatto è
che la segnalazione dell’ammiraglio McGrigor ha messo in subbuglio
Londra e ha provocato un dispaccio del tutto assurdo inviatomi poi dai
miei colleghi. Il congresso in questione doveva tenersi a Napoli. Le
autorità militari hanno rifiutato per ora il permesso, suggerendo che
poteva tenersi a Bari alla fine di gennaio. Sarà una riunione a cui
saranno ammesse solo certe persone e sono sicuro che sarà una cosa
noiosissima. Aprirà i lavori Croce, con uno di quei suoi discorsi
patetici e parlerà per un’ora e mezzo. Penso che durante i lavori, non
ci saranno grossi incidenti. Credo di avere detto a sir John (McGrigor)
che, pur non avendo nulla da opporre alla possibilità di un
ammutinamento della flotta italiana, tuttavia non credo che il fatto
potrebbe essere una conseguenza del congresso di Bari; penserei
piuttosto alla naturale inclinazione di tutte le flotte ad ammutinarsi.
Mi è sembrato persuaso dalle mie ragioni.
A mezzogiorno, il Consiglio Consultivo, cioè tutti i suoi membri con
relativi collaboratori, sono stati fatti venire a Caserta da Napoli. Li
ha ricevuti il generale Wilson e per circa tre quarti d’ora ha loro
esposto la presente situazione militare e politica. Il tutto è avvenuto
in forma di domanda – risposta. Il generale se l’è cavata benissimo e
Vyshinsky si è dimostrato naturalmente compiaciuto e lusingato. Poi alla
mensa del generale abbiamo consumato la colazione (eravamo dodici in
tutto). Dopo colazione, finalmente un po’ di vacanza vera. Non ho
lavorato fino alle cinque (…) e ho fatto una bella passeggiata nel
recinto di questo fantastico palazzo: Il palazzo vero e proprio
(costruito nel 1760) è, a mio avviso, più grande di quello di
Versailles. Ci sono quattro grandi cortili e tremila o più stanze. Il
giardino si alza sul pendio di una collina ed è tutto adornato di
fontane, statue, corsi d’acqua. Lo stagno viene usato dal generale Mark
Wayne Clark (il quartier generale della quinta armata per il momento è
alloggiato qui) per far scendere un aereo Moth provvisto di
galleggianti. La cascata (chiaramente il modello di quella di Bachelor
Duke a Chatsworth), i dirupi artificiali, il pendio della collina e poi
il caldo sole di oggi hanno contribuito a farmi passare un piacevole
pomeriggio (…)”.
Venerdì 28 Gennaio 1944
ATTIVITA’ DEI PARTITI DELL’OPPOSIZIONE AL SUD - Bari – Al teatro
Piccinni si tiene il primo congresso dei Partiti antifascista e dei
Comitati di Liberazione Nazionale di Bari, Brindisi, Lecce, Taranto,
Foggia e Avellino, presenti i rappresentanti di Napoli, della Calabria,
della Sicilia e della Sardegna. E’ la prima grande assise democratica
dei partiti antifascisti e si svolge nella parte d’Italia amministrata
dal governo Badoglio. Ci sono Benedetto Croce, Carlo Sforza, Vincenzo
Arangio Ruiz, Alberto Cianca, Antonio Segni, Mario Berlinguer, Tito
Zaniboni, Velio Spano, Fausto Gullo, Michele Cifarelli, Giulio Rodinò,
Adolfo Omodeo, Mario Palermo, Silvio Gava, Giovanni Cassandro, Francesco
Cerabona, Angelo Jervolino, Oreste Lizzadri arrivato avventurosamente da
Roma, Tommaso Fiore.
Il governo Badoglio non aveva concesso si tenesse, come richiesto dai
partiti stessi, a Napoli il 20 gennaio. Le strade attorno al teatro sono
state chiuse da cordoni di truppe. Gli accessi sono sorvegliati da
carabinieri, polizia inglese, indiana e americana. Nella notte si sono
uditi colpi d’arma da fuoco. Gruppi di jugoslavi, che si sono
qualificati per realisti serbi, hanno aggredito dei civili italiani.
Lo svolgimento del congresso, in un’atmosfera di stato d’assedio,
avviene nella ricorrenza del 20° anniversario della morte di Matteotti,
i delegati sono 120. Vi partecipa anche Oreste Lizzadri latore
dell’ordine del giorno antimonarchico emesso il 16 ottobre 1943 dal CCLN
di Roma. Frammisti alla folla dei delegati sono presenti ufficiali
del SIM italiano e dei servizi di controspionaggio alleati. Il permesso
per la riunione è stato strappato a fatica. Gli Alleati, che ancora non
hanno capito che i CLN pretendono di essere la più autentica
rappresentanza del Paese e ambiscono al suo governo, guardano ad essi
con diffidenza a stento trattenuta. Tramite l’ACC (Allied Control
Commission) avevano richiesto a Badoglio se il congresso si poteva
tenere ed avevano ricevuta una risposta affermativa chiaramente ad
“obtorto collo”. Badoglio e il re, che avvertono chiaramente il
pericolo, sono molto agitati e ne hanno ben d’onde. Per giustificare
tale stato d’animo basta citare come esempio un brano del discorso
pronunciato dal delegato Tommaso Fiore:
“Signori, signori di Brindisi, larve semoventi cui si aggrappa
disperatamente il re fascista. Cosa fate? Ma voi non avete anima, non
avete fiato da infondere nella vita della Nazione; non è vero che questa
è tutta corrotta, è tutta fradicia: soltanto la sovrastruttura, soltanto
gli innumerevoli castelletti degli uffici governativi e parastatali sono
guasti. L’anima popolare è salva, è pura. Voi siete il fascismo.
Sgombrate, ombre vuote di Brindisi. Noi siamo il popolo d’Italia.
Rappresentiamo tutto il popolo d’Italia, nessuno potrà impedirci di
riunirci dove e quando vogliamo. Siamo il nuovo governo, la democrazia,
l’avvenire d’Europa. Tali ci ha salutati il parlamento inglese, tali ci
vogliono in America e in Russia, tali ci impone di essere la nostra
coscienza. Noi siamo quello scoglio contro il quale il fascismo si è
rotto le unghie”.
I lavori vengono aperti da Michele Cifarelli. Sforza e Zaniboni vengono
chiamati alla presidenza. Viene formata la “giunta esecutiva” base della
futura opposizione e raggiunto un compromesso con un documento che
considera “presupposto innegabile della ricostruzione morale e
materiale italiana l’abdicazione immediata del re, responsabile delle
sciagure del Paese”.
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Parte per il fronte un nuovo reparto
italiano, il battaglione “Nembo”. Le truppe organizzano una
manifestazione di simpatia all’indirizzo del Sovrano.
A Bari si è inaugurato il congresso antifascista che, per la maniera in
cui è stato organizzato, si risolverà in una manifestazione
antimonarchica, violenta e velenosa. Il congresso pretende di essere il
portavoce del pensiero di tutti gli italiani e come pretesa, data la
situazione, non c’è male. Qualunque cosa venga decisa a Bari, il Sovrano
si atterrà alla linea già espressa agli alleati attraverso il promemoria
consegnato a Mac Farlane. Il Re aveva chiesto che il promemoria venisse
pubblicato ma gli alleati sono stati sordi al desiderio di Sua Maestà.
Badoglio è tornato da Napoli. Sembra che sia stato stabilito il
passaggio della Sicilia e delle provincie della Calabria, della Lucania,
di Salerno e di Benevento all’amministrazione italiana a decorrere dal
10 febbraio prossimo. Prima di tale data il governo dovrebbe trasferirsi
nella nuova sede di Salerno.
DAL DIARIO DI MACMILLAN - Napoli – “(…) Alle due del pomeriggio
sono tornato in auto a Napoli per partecipare alle tre ad una seduta
(informale) del consiglio consultivo: abbiamo sentito relazioni di Lord
Stansgate e di Grady della divisione economica, sull’opera da loro fin
qui compiuta. Tutto è andato bene e penso che i russi siano rimasti
impressionati della bontà delle riforme attuate. Dalle quattro e mezzo
alle sei, colloquio con il generale MacFarlane su varie questioni e in
particolare sugli strumenti legali con cui attuare il trasferimento di
territori al governo italiano e sul problema dei prigionieri di guerra
(1). Sono stato di ritorno a Caserta verso le sette e ho cenato
con molto gusto insieme al generale Alexander.(…)”.
……………….
(1) Gli alleati, a questa data, detengono circa 450.000
prigionieri di guerra italiani, la maggior parte dei quali viene
impegnata in lavori agricoli. In base alla convenzione di Ginevra del
1929 non possono essere obbligati a compiere nessun lavoro che sia
direttamente connesso con l’attività bellica. Fino a che lo status
giuridico dell’Italia rimarrà di cobelligeranza, essi rimarranno sotto
il profilo giuridico dei prigionieri di guerra, anche se disposti a
servire la causa degli alleati, cosa che, nonostante i molti
incoraggiamenti, faranno in pochi.
Sabato 29 Gennaio 1944
ATTIVITA’ DEI PARTITI DELL’OPPOSIZIONE AL SUD - Congresso di Bari
- L’unitaria votazione di un ordine del giorno conclude i lavori; in
esso si riconosce di non immediata soluzione la questione istituzionale
ma con il soprastante presupposto, la costituzione di un governo
rappresentativo di tutte le forze antifasciste e la convocazione di
un’assemblea costituente dopo la cessazione delle ostilità.
L’eco di questa mozione è immediata. In alcuni centri della Puglia e
della Basilicata vengono occupati i municipi, assemblee popolari
dichiarano di riconoscere quale unica autorità legittima la Giunta
eletta dal Congresso.
Il bilancio sul Congresso, nel giudizio degli storici, è stato
largamente contraddittorio: diviso tra l’apprezzamento per quella che
venne definita la “prima assemblea democratica nell’Europa liberata dal
nazifascismo” e le perplessità per un congresso paralizzato dalla
questione istituzionale. Lo stesso Togliatti lo giudicò un “grande
comizio antimonarchico”, che aveva portato lo scontro tra le forze
antifasciste e il governo vicino al punto di rottura.
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Seconda e ultima giornata del congresso
di Bari. In chiusura parla Sforza; il suo discorso è violento e pieno di
insulti all’indirizzo del Re. Con un ordine del giorno votato dai
congressisti viene chiesta l’immediata abdicazione di Vittorio Emanuele
III. Gli alleati danno ampia diffusione al discorso del conte Sforza
e i giornali e la radio riportano lunghe e dettagliate cronache del
congresso. Il colpo sembra che sia arrivato a segno e il governo come al
solito non prende alcuna iniziativa per reagire e attenuare gli effetti
di questa propaganda a tinte sovversive”.
DAL DIARIO DI MACMILLAN - In provincia di Napoli –
“Giornata memorabile. Alexander mi ha preso con sé tutto il giorno sulla
sua auto scoperta (una Ford V8 cui è stato tolto il tettuccio). E’
un’auto ormai celebre, di un colore adatto al deserto, che ha percorso
tutta la strada da El Alamein ed ora reca la decorazione dell’Africa
Star. Siamo andati a vedere il corpo d’armata francese (dove abbiamo
trovato come comandante il generale Juin e il generale Giraud che era
venuto in visita), poi al secondo corpo d’armata americano (qui tanti
miei vecchi amici, tra cui cito in blocco la prima divisione americana)
e poi ancora in diversi punti della linea del fronte. Siamo saliti su
un’altura da cui si poteva osservare la battaglia per la conquista di
Montecassino. Il generale Alex, come al solito, era calmo, distaccato e
affascinante. E’ nel suo stile dare ai suoi comandanti subalterni non
proprio degli ordini, ma dei suggerimenti sempre così perspicui e lucidi
che convincono della loro giustezza. E’ un modo di fare quanto mai
interessante (e di un’efficacia somma). (…)”.
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STORIA POSTALE del 29 gennaio
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Ricevuta di ritorno di atto giudiziario da Vittoria (RG). Censurata.
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Domenica 30 Gennaio 1944
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Il congresso antifascista di Bari che ha
avuto inizio il mattino del 28 gennaio si è chiuso nel pomeriggio di
ieri 29. Sforza ha parlato come se lo muovesse soltanto un cocente
rancore nei confronti del Sovrano. I congressisti hanno chiesto
l’abdicazione del Re per dare la possibilità al Paese – dicono – di
crearsi un governo forte, capace di ottenere dagli alleati ciò che non è
in grado di ottenere l’attuale ministero. Motivo fondamentale
dell’ordine del giorno, dichiarano i firmatari, è la resurrezione
dell’Italia e la sua completa defascistizzazione.
A leggere i resoconti pubblicati del giornale di Bari si sarebbe indotti
a credere che il congresso rispecchi davvero le idee e i propositi della
maggioranza degli italiani che reclamerebbero mutamenti radicali nella
compagine che dirige il Paese.
La verità è ben diversa se si tiene conto di come vanno le cose in
questo pezzo d’Italia che soltanto in apparenza ha ritrovato la libertà
poiché in effetti è controllato e soggiogato alla stessa stregua di
quella parte che è controllata dai tedeschi. Gli alleati, ma soprattutto
gli inglesi, nella loro azione perseguono un fine molto chiaro;
servendosi di uomini che possono stare alla pari dei vari Buffarini e
Farinacci vogliono annientare questo Paese perché non possa più
risorgere al rango di grande potenza. Come prima cosa ci sarebbe da
domandarsi chi sono i famosi congressisti di Bari e cosa davvero
rappresenti il loro voto. Ciò che meraviglia è che essi, eletti da
piccoli consessi politici o addirittura autoinvestitisi di una
rappresentanza che non hanno mai avuta, pretendono di parlare in nome
dell’intero Paese. Dicono di esprimere la volontà dei prigionieri, degli
italiani del Nord, della massa dei militari e perfino di coloro che in
bande armate, al comando di ufficiali di fede monarchica, cooperano con
gli alleati nelle operazioni di disturbo contro i tedeschi!
Di fronte a questo stato di cose a Sua Maestà non resta che agire subito
e con energia prendendo una posizione netta nei confronti degli alleati.
Due sono le ipotesi: o gli angloamericani si schierano apertamente
contro la Corona e allora al Re non resterebbe che abdicare subito
lasciando agli alleati la piena responsabilità delle conseguenze di tale
passo, o il comando alleato riconosce l’importanza dell’istituto
monarchico e in questo caso dovrà uscire dall’equivoco e appoggiare il
Sovrano ritenendo definitive le sue decisioni contenute nel promemoria
consegnato a Mac Farlane. Tutto ciò dovrà comportare un più valido
appoggio al governo per la sua opera di contro propaganda e di
riorganizzazione delle Forze armate.
Nel discorso di Sforza e nell’ordine del giorno votato a conclusione del
congresso s’è parlato fino alla noia di abdicazione del Re ma non si è
fatto alcun cenno alla successione del Principe. E’ evidente, e questo è
il pensiero dell’ambiente che vive attorno al Sovrano, che la
successione del Principe è soltanto un tranello per arrivare più
rapidamente alla creazione di una repubblica. Lo sbandamento,
nell’opinione pubblica, cresce di giorno in giorno. Oggi si dice
addirittura che Sua Maestà abbia già abdicato”.
Lunedì 31 Gennaio 1944
AMMINISTRAZIONE MILITARE ALLEATA - Continua l'amministrazione
militare Alleata in tutto il territorio della Sicilia. Nel gennaio la
A.C.C. e la A.M.G. (che comprendeva i vari Governi Militari Regionali)
venivano inserite in quadro di scambi e consultazioni che avrebbero
consentito una migliore efficienza dei rispettivi apparati.
PER IL RIMPATRIO DI TOGLIATTI - La Commissione Alleata di
Controllo, tramite il comando superiore di Algeri, approva la domanda di
rimpatrio di Togliatti.
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Alle 10 il Sovrano riceve per la firma i
membri del governo De Courten, Jung, Cuomo e De Sanctis. Alle 11 concede
udienza al Maresciallo Badoglio che è accompagnato da De Cuorten e dal
sottosegretario Reale. Durante il colloquio viene deciso di presentare
al capo della missione alleata una nota di protesta per l’azione dei
partiti antigovernativi e per l’atteggiamento degli occupanti i quali
non concedono alcun appoggio al governo che si trova moralmente
disarmato di fronte ai suoi avversari. Nella nota si fa cenno, fra
l’altro, alla necessità di portare al più presto il governo a Roma per
evitare che nella Capitale i partiti di opposizione formino un Gabinetto
per proprio conto. La protesta governativa sarà consegnate agli alleati
il giorno 2 febbraio da De Courten e da Reale.
Viene a trovarmi il generale Pieche il quale insiste per persuadermi
della necessità che il Re abdichi. “Soltanto così”, dice Pieche,
“si potrà salvare la Monarchia…”
Martedì 1 Febbraio 1944
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Alle 12 vado a colazione sul piroscafo
“Turba” dove il generale Ambrosio ha impiantato la sua mensa. Ci sono
anche i generale Gazzera e Guasco. Inevitabilmente si viene a parlare
della situazione politica e del congresso di Bari. Tanto Gazzera che
Guasco si lamentano della debolezza del governo cui attribuiscono, in
massima parte, la responsabilità di quanto sta accadendo. Preso di mira
è pure il sottosegretario Reale che con le sue dichiarazioni ufficiali
ha contribuito a seminare lo sgomento anche fra i più accesi sostenitori
del Re. Alla fine della colazione viene l’ammiraglio Granafei il quale
si associa alle lamentele dei presenti”.
STORIA POSTALE del 1 febbraio
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La riproduzione di questa ricevuta mostra l’uso di un valore imperiale
con il volto del re come marca da bollo a San Cipirello (PA), in
Sicilia, dove l’uso postale di tali valori non era permesso nemmeno
per le marche da bollo.
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Mercoledì 2 Febbraio 1944
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Partiamo alle 8,30 per Taranto. Sua
Maestà visita l’ospedale “Acanfora” in cui sono ricoverati un centinaio
di militari, fra cui 12 ufficiali, recuperati in Albania e trasportati
in Italia dal cacciatorpediniere “Ardimentoso”. La sistemazione dei
malati è infelice e indecorosa. Il Sovrano deplora apertamente questo
stato di cose e mi dà ordine di avvertirne il generale Orlando perché
provveda subito.
Mentre ripartiamo da Taranto scoppiano tumulti in città e i dimostranti,
provenienti dall’arsenale, invadono la Prefettura; il prefetto rimane
ferito.
Il comandante della colonna volontari di Bari mi manda una lettera per
avvertirmi che alcune persone, e fa i nomi, stanno tramando un attentato
contro il Re. Ne informo subito i carabinieri e il Ministero
dell’Interno”.
Taranto – A mezzogiorno, gli operai, usciti dai cantieri navali
Toso e San Giorgio, vanno davanti alla Prefettura e chiedono che una
loro delegazione venga ricevuta dal Prefetto per sollecitare la
distribuzione di generi alimentari. Il Prefetto rifiuta di riceverla, ma
è costretto a rinchiudersi nel suo studio mentre il palazzo viene
invaso. Le autorità decidono di far intervenire i marinai delle navi
italiane alla fonda nel porto; ma questi rifiutano di marciare contro
gli scioperanti. E’ la prima manifestazione per il pane nell’Italia
liberata (1).
…………
(1) Nei giorni seguenti altre manifestazioni si verificheranno
a Canosa, a Spinazzola e a Crotone dove una folla di donne si darà al
saccheggio di depositi militari alleati.
STORIA POSTALE del 2 febbraio
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Giovedì 3 Febbraio 1944
DAL REGNO DEL SUD
Inizia il trasferimento del governo da Brindisi. 390 persone che
si sistemeranno parte a Salerno e parte a Napoli.
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Cartolina postale Vinceremo da Celle Bulgheria (SA) a Normanno (CS) dove
giunse in data non individuabile per mancanza del bollo di arrivo. Rara
censura della Commissione Provinciale di Censura di Cosenza doppio
cerchio con numero centrale al centro. Se ne conoscono le varianti 1. 2
e 3.
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DAL DIARIO DI PUNTONI - “Alle 10 il Sovrano riceve il
sottosegretario Orlando. Alla fine dell’udienza chiedo al generale
Orlando una compagnia di granatieri per la guardia alla villa di Ravello
dove Sua Maestà ha deciso di sistemarsi come sua nuova sede. Il giorno 8
il Capo del Governo si trasferirà a Salerno; il giorno 10 passeranno
all’amministrazione italiana le provincie occupate, compresa quella di
Salerno”.
ALLEATI - La preoccupazione di Churchill è, e resta, quella della
soggezione dell’Italia vinta mediante un governo ubbidiente. Una
politica di stile colonialistico che ribadisce nelle sue lettere a
Roosvelt. Ricordando le difficoltà avute col CLN francese (costituito il
3 giugno 1943 ad Algeri), teme che i partiti antifascisti italiani siano
“un’altra e peggiorata versione del Comitato degaullista”, scrive oggi,
fra l’altro: “…i gruppi politici (sono) privi di base reale nel Paese”
e, ancora “Questi gruppi quando abbiano dato vita a un governo,
riterrebbero indispensabile, per guadagnare credito presso l’opinione
pubblica interna, di tutelare gli interessi italiani più energicamente
di quanto osino fare il re e Badoglio”.
DAL DIARIO SETTIMANALE DEL MINISTRO DELLA GUERRA AMERICANO STIMSON
- “In Italia, le truppe angloamericane della V Armata del generale
Clark impegnate nella testa di sbarco di Anzio, a sud di Roma, si sono
spinte verso l’interno in direzione della via Appia fino ad una
importante linea ferroviaria che partendo da Roma va verso il fronte di
Cassino. I combattimenti attuali si svolgono nei pressi dei villaggi di
Campoleone e Cisterna.
A sud, sul fronte di Cassino, truppe americane e francesi hanno fatto
lenti progressi attraverso le montagne, mentre le truppe britanniche
respingono violenti contrattacchi germanici. Sull’Adriatico le truppe
canadesi hanno riportato successi malgrado l’ostinata resistenza
avversaria.
Dall’inizio della campagna italiana nel settembre scorso, i reparti
americani della V Armata del generale Clark (in Sicilia gli americani
avevano partecipato con la VII Armata di Patton) hanno avuto 3384 morti,
14879 feriti, e 5114 dispersi, un totale di 23407. Queste cifre
comprendono sia le perdite sofferte sul fronte meridionale, sia quelle
delle attuali operazioni a sud di Roma.”
L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD - Mentre in un clima abbastanza
ottimistico, il generale Utili continua a dedicarsi ai piani di
riorganizzazione del 1° Raggruppamento, improvvisamente questa mattina,
giunge un ordine assolutamente inspiegabile. E’ la richiesta, cruda e
categorica, di mettere subito a disposizione 650 uomini da impiegare
come lavoratori. Utili stenta a credere in ciò che legge, il generale
Clark soltanto 10 giorni fa (il 24 gennaio) lo aveva rassicurato
personalmente sulle sue intenzioni. Dopo avere sospeso l’esecuzione
dell’ordine, Utili ottiene un colloquio con il capo ufficio operazioni
della V Armata e si reca a Presenzano accompagnato dal tenente
colonnello Lombardi e dal capitano Cicogna che farà da interprete.
Dopo lunghe e burrascose discussioni Utili, grazie alla sua ostinata
determinazione, riesce ad avere partita vinta. Il generale americano gli
comunica che l’ordine sarà ritirato, poi, fissando il generale italiano
con intenzione, soggiunge che le truppe del Raggruppamento dovranno
rientrare presto in linea.
Venerdì 4 Febbraio 1944
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Alle 17 il Re riceve Giannantoni ex
sottocapo di Stato Maggiore della milizia; alle 17,30 Guido Pazzi ex
sottosegretario e alle 18 la medaglia d’oro ingegner Bottini. L’udienza
di Pazzi è stata fissata da Acquarone. Dopo il colloquio con Sua Maestà,
Pazzi viene a trovarmi. Lo avverto subito che se ha intenzione di
parlarmi di politica perde il suo tempo poiché non sono io ma il
ministro della Real Casa incaricato di trattare questi affari. Pazzi
risponde che è venuto soltanto per salutarmi e che è stato spinto a
farmi visita anche dal fatto che a suo tempo fu allievo di mio padre.
Comincia a parlarmi della lunga conversazione avuta con il Sovrano e mi
confessa la sua aspirazione: vorrebbe convincere il Re ad abdicare in
favore del Principe e dice di essere convinto che questa abdicazione
permetterebbe di formare un solido governo di sinistra poiché verso il
partito socialista si orienta ormai la massa degli italiani. “Nella
mia qualità di leader del partito”, aggiunge, “io mi adopererei
per convogliare gli elementi migliori verso l’idea monarchica in maniera
da formare anche in Italia una Monarchia socialista, sul tipo di quelle
belga e svedese. Ho bisogno del suo aiuto per convincere il Re a
compiere questo passo. Io del resto gliene ho già parlato”.
Gli rispondo molto evasivamente sostenendo che bisogna agire con estrema
cautela perché la soluzione da lui prospettata potrebbe essere invece il
primo passo verso la fine dell’istituto monarchico. Pazzi ribatte che
tutto dovrebbe essere preparato d’accordo con gli alleati i quali
dovrebbero garantire il massimo appoggio al nuovo Capo dello Stato. L’ex
sottosegretario se ne va dopo un’ora di colloquio.
Uscendo dalla mia stanza incontro Acquarone. Pazzi aveva detto anche al
ministro della Real Casa di aver parlato con Sua Maestà della questione
dell’abdicazione e di aver trovato il Sovrano quasi d’accordo. Acquarone
è furibondo poiché si era adoperato perché Pazzi fosse ricevuto a
condizione, però, che non toccasse questo tasto con il Re. Il ministro
va subito dal Sovrano e il Sovrano gli dice che il discorso di Pazzi è
stato molto oscuro e tortuoso e che non ha affatto capito che il
visitatore gli proponesse l’abdicazione come rimedio dell’attuale stato
di cose. Vado anch’io dal Re e mi ripete press’a poco quanto ha già
detto ad Acquarone. “Ho sentito la frase – nuovo Capo dello Stato –
pronunciata da Pazzi”, dice Sua Maestà, “ma non ho compreso a
cosa volesse alludere”.
Sabato 5 Febbraio 1944
DAL REGNO DEL SUD - Parte il secondo e ultimo scaglione dei
componenti del governo in trasferimento da Brindisi (e anche Lecce,
Taranto e Bari). Per il materiale vengono usati 29 carri merci che
partono dalle quattro città.
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Alle 16 viene da me il colonnello dei
carabinieri Della Chiesa, Capo di Stato Maggiore del generale Pieche. Mi
parla della sicurezza del Sovrano e discutiamo insieme i provvedimenti
da prendere per i vari servizi di guardia. “I carabinieri”, dice Della
Chiesa, “si trovano a mal partito poiché devono disimpegnare le loro
mansioni di tutore dell’ordine in condizioni estremamente precarie: Gli
alleati ci hanno proibito l’uso delle armi nelle questioni di ordine
pubblico e i disordini diventano sempre più frequenti. Ne è responsabile
un comitato d’azione nominato dal congresso di Bari il quale, con
l’appoggio indiretto degli alleati mira a creare situazioni che
dimostrino l’incapacità del governo e l’avversione delle masse
all’attuale regime. Fra l’altro, ho informato il ministro della Guerra
del trattamento riservato agli arrestati; il generale Bellomo è stato
rinchiuso in campo di concentramento e gettato sotto una tende insieme
con un soldato semplice”.
Alle 17 Sua Maestà riceve il capitano di vascello Ellery Stone
sottocapo della missione alleata, che ha sostituito il generale Taylor.
L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD - Giunge oggi l’ordine del comando
della V Armata che stabilisce il passaggio del 1° Raggruppamento alle
dipendenze del Corpo di spedizione francese (C.E.F.) a partire dalle ore
12 di oggi stesso. Alla stessa ora, secondo gli ordini ricevuti, Utili
si presenta al quartier generale del CEF a Venafro. Viene prima
introdotto all’Ufficio Operazioni dove viene intrattenuto fino a quando
non viene avvisato che sta arrivando il generale Juin e al quale,
uscendo sul pendio in terra battuta, il generale Utili va incontro per i
convenevoli di rito. Juin apostrofa il generale italiano, l’amara
rampogna del passato (1) trabocca in un fiotto di concitate
parole. Utili sostiene l’urto immobile ed in silenzio, poi il vecchio
soldato francese scuote il capo e batte con violenza per terra la punta
del bastone, e gli tende la sinistra (l’altra mano è offesa da una
vecchia mutilazione): “Ora non parliamone più” gli dice sorridendo,
“siamo soltanto soldati, che combattono per la propria patria contro lo
stesso nemico”.
Per l’impiego il Raggruppamento sarà alle dipendenze della 2^ Divisione
marocchina (D.I.M.) comandata dal generale Dody dal quale, nel
pomeriggio, il generale Utili viene accompagnato dal generale Guillaume
a Colli del Volturno. I risultati del colloquio sono concretizzati dal
comando del Raggruppamento con il foglio 174 che stabilisce in data
odierna l’ordine di movimento per tutti i reparti, ad eccezione
dell’artiglieria che si muoverà domani.
…………
(1) Per l’aggressione italiana nel giugno 1940 nel momento in
cui la Francia stava crollando di fronte alla strapotenza tedesca.
Domenica 6 Febbraio 1944
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L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD -
Il 1° Raggruppamento Motorizzato si trasferisce da Sant’Agata dei
Goti nella zona Maddaloni – Caserta – Caiazzo – Dragoni – Alife –
Venafro – Zona sud di Monteaquila, in attesa di prendere posizione
aggregati al Corpo di Spedizione Francese (2^ Divisione Marocchina del
generale francese Dody).
Nella foto il generale Utili, comandante del 1° Raggruppamento a
Scapoli con il tenente colonnello Luigi Lombardi.
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Il trasferimento non
avviene in modo del tutto tranquillo. Al momento della partenza si sono
dovuti registrare nei reparti alcuni casi di assenze arbitrarie. In base
ai primi rapidi controlli sono risultati mancanti all’appello circa 200
uomini, appartenenti per lo più ai vecchi reparti del Raggruppamento.
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Alle 10,30 il Sovrano riceve De Courten
che l’informa dei colloqui avuti con Mac Farlane in occasione della
consegna della famosa nota di protesta. Sembra che Mac Farlane abbia
trovato giuste le richieste avanzate dal Re.
Alle 10,50 va da Sua Maestà il Duca d’Aosta che si trova di
passaggio a Brindisi. Nel frattempo io parlo con l’ammiraglio Mariano,
primo aiutante di campo del Duca, il quale mi mette al corrente della
torbida situazione politica di Taranto e si dice preoccupato per le
ripercussioni che potrebbero avere eventuali nuovi disordini adesso che
la Prefetture è tenuta, in qualità di reggente, dall’ammiraglio
Fioravanzo comandante del dipartimento marittimo. “Le masse”,
dice Mariano, “sono sobillate dal comitato d’azione formatosi dopo il
congresso di Bari. Si tratta di 12.000 operai che pretendono oltre a
miglioramenti salariali, provvedimenti di carattere politico addirittura
inattuabili. O il governo agisce con fermezza o si salterà nel buio”.
La situazione militare non migliora. Per il momento gli alleati hanno
perduto l’iniziativa su tutto il fronte e sono minacciati da energici
contrattacchi tedeschi sia nella testa di sbarco di Nettuno che nel
settore di Cassino. La riconquista di Roma è uscita anche dai sogni”.
STORIA POSTALE del 6 febbraio
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Lettera espressa da Sassari a Cagliari. Uso di soli valori della
Imperiale con il volto del re. |
Lunedì 7 Febbraio 1944
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Nella zona di Nettuno gli angloamericani
hanno ricevuto una dura lezione e si trovano in crisi. Forti nevicate
sugli Appennini ostacolano le operazioni”.
DAL DIARIO DI MACMILLAN - Algeri – “Mattina un po’ convulsa. Il
dipartimento di Stato è improvvisamente impazzito ed ha inviato a
Reinhardt le istruzioni più strampalate (Reinhardt fa le veci di Murphy).
Per buona sorte, è un tipo assennato e fedele, provvisto di buona dose
di coraggio. Così mi reca questi telegrammi prima di fare qualsiasi
mossa.
Il dipartimento di Stato (ora che il generale Wilson ha preso il posto
di Eisenhower ci darà maggiori fastidi: quest’ultimo aveva infatti
dietro le spalle la possente protezione del dipartimento della Guerra)
ha detto a Reinhardt di dire a Massigli che è d’accordo con la nota
francese e che pensa si debba subito “rimuovere” il re per formare un
governo nuovo (un governo a base meramente rivoluzionaria e
sprovvisto di ogni crisma di legalità), e di dire la stessa cosa a
Sforza. Sarebbe difficile immaginare un atto diplomatico più rozzo e più
sciocco. I francesi si affretteranno a voler far conoscere subito in
tutto il mondo questo passo del dipartimento di Stato, facendo
naturalmente risaltare il fatto che sono d’accordo con Washington e in
disaccordo con Londra, che cerchiamo di portare – dopo il solito tira e
molla tipico degli italiani – ad un compromesso. Sforza subito si
gonfierà di superbia e vorrà alzare il prezzo del suo consenso.
Sono riuscito per fortuna a persuadere Reinhardt a non eseguire nessuna
delle istruzioni ricevute, ma a cercare di guadagnare tempo
consultandosi con Reber; intanto avrei telegrafato al Foreign Office e
avrei fatto in modo che Wilson trattasse direttamente della cosa con
Roosvelt e così facesse mutare le istruzioni per Reihardt. (…).
Tra le quattro e le sei, colloqui con Reinhardt, con il generale Wilson.
La situazione italiana si sta facendo molto ingarbugliata, ma confido di
far ritornare un po’ alla ragione il dipartimento di Stato. (…)”.
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L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD - Nella cartina la odierna
dislocazione del 1° raggruppamento Motorizzato.
Il generale Utili, a seguito delle assenze arbitrarie che si sono
registrate al momento della partenza dalla zona di Sant’Agata dei Goti,
vista la gravità dell’episodio, si è recato a Napoli per chiedere al
generale Basso del Comando delle Forze armate della Campania, immediate
ed esemplari misure per rintracciare e punire i colpevoli. Questi,
compreso della situazione, invia nella zona di Sant’Agata il colonnello
comandante dei Carabinieri ed un notevole rinforzo dell’Arma per
indagare ed individuare i disertori del Raggruppamento.
Martedì 8 Febbraio 1944
L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD - Nella foto: il ministro della
guerra Casati commenta la situazione delle truppe italiane con il
generale Utili.
Il fenomeno delle “assenze arbitrarie” è stato particolarmente grave nel
Battaglione bersaglieri cui appartenevano i due terzi degli assenti
(circa 130 uomini), per lo più allievi ufficiali, ma tutte le unità ne
sono risultate intaccate, soltanto i paracadutisti ne sono rimasti
immuni. I rigorosi rastrellamenti effettuati dai carabinieri portano
all’arresto di 24 militari.
In mattinata avviene il passaggio ufficiale alle dipendenze del Corpo di
Spedizione Francese (CEF), quando giunge dal |
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comando della
Divisione Marocchina l’ordine di operazione n. 1 con il quale si
comunica che il Raggruppamento è messo a disposizione per l’impiego del
generale di Brigata Guillaume comandante il Gruppo nord della 2^
Divisione marocchina.
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Insieme con il Gabinetto, Badoglio parte
per la nuova sede che è fra Sorrento e Salerno. Sua Maestà ha deciso di
trasferirsi a Ravello il giorno 14”.
Mercoledì 9 Febbraio 1944
DEI PARTITI DELL’OPPOSIZIONE - La Giunta Permanente Esecutiva del
CLN, di fronte alla reazione del re e del governo verso la notifica dei
risultati del Congresso di Bari, che ammesso il ritorno della monarchia
al patto nazionale statutario avrebbe dovuto avere come corretto esito
costituzionale l’abdicazione del re e le dimissioni del governo di
fronte alla sfiducia dei rappresentanti del Paese, giunge oggi fino
al punto di dichiarare Vittorio Emanuele III° “ribelle alla volontà
della Nazione”, e di fatto a preannunciarne la decadenza, poiché
nello stesso tempo notifica e fa obbligo a tutti gli organi civili e
militari dello stato di non parteggiare per la ribellione del re e dei
suoi complici.
DEL GOVERNO MILITARE ALLEATO
Nella riproduzione del manifesto si può leggere:
GOVERNO MILITARE ALLEATO DEL TERRITORIO OCCUPATO
ORDINE GENERALE N.18 (Italia)
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VISTO,
nell’adempimento della politica già delle Forze Alleate, è la volontà
delle Nazioni Unite che gli Ebrei in tutte le parti del territorio
italiano liberato dall’invasore tedesco siano reintegrati nei loro pieni
diritti civili e politici, e,
VISTO il Decreto pubblicato oggi dal Governo Italiano nella
Gazzetta Ufficiale, per la reintegrazione nei pieni diritti civili e
politici dei cittadini italiani e stranieri di razza Ebraica che
trovansi in territorio non occupato,
QUINDI in modo che il decreto suddetto venga messo in vigore in
tutto il territorio occupato della penisola italiana e dell’Isola della
Sicilia ed isole dipendenti,
ORA QUINDI, Io, SIR MASON MAC FARLANE , K.C.B., D.S.O., M.C.
Tenente-Generale, Capo Ufficiale degli Affari Civili, ordino che il R.
Decreto – Legge del 20 gennaio 1944 N° 25, che segue, avrà esecuzione
con piena forza di legge a cominciare dalla data apposta all’ordine
stesso, in tutto il territorio della penisola italiana e dell’Isola
della Sicilia e Isole dipendenti. 9 febbraio 1944
|
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In data odierna, il
generale Alexander, a Napoli, avalla i provvedimenti che
consentono alla compagine governativa italiana di trasferirsi
a Salerno, che diverrà così la seconda capitale del piccolo Regno
del Sud.
L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD - Sempre a proposito delle diserzioni
dal Raggruppamento verificatesi all’atto della partenza da Sant’Agata
dei Goti, è stato convocato anche il Tribunale Militare Straordinario
che riunitosi in quella località condanna i 24 militari arrestati a poco
più di tre anni di reclusione. L’entità delle pene non corrisponde alle
aspettative del Comando del Raggruppamento che in una situazione
difficile come quella attuale avrebbe voluto almeno qualche esempio di
giusta severità.
Utili non aveva dubbi di dove gli assenti si fossero andati a cacciare.
La popolazione aveva accolto con tenera sollecitudine i reduci di Monte
Lungo e li aveva ammessi fiduciosamente nell’intimità delle loro case.
Durante la permanenza nella zona si erano intrecciate relazioni molto
cordiali che, se da un lato avevano confortato e rasserenato i soldati,
dall’altro non avevano certo rinvigorito gli spiriti combattivi;
l’indole affettuosa e indulgente delle popolazioni meridionali aveva
simpatizzato con le loro passate sofferenze e con la loro ripugnanza ad
affrontarne delle nuove. Soprattutto gli allievi ufficiali erano i
beniamini e non è stato difficile scovarne la maggior parte nei dintorni
di Bucciano, di Airola e di Sant’Agata (1).
Il comando del Raggruppamento assume la responsabilità del settore
complessivo alle 12.
Intanto si sta formando lo schieramento dell’unità che fin da ieri ha
assunto il comando del settore assegnatogli. Oggi, in serata (alle 20),
il XXIX bersaglieri entra il linea dando il cambio all’11° Tabor.
…………
(1) Dei due tribunali militari straordinari convocati uno
condanna il primo gruppo (i 24) a due anni e qualche mese di reclusione
(essi verranno avviati a scontare la pena in un carcere militare ed il
Pubblico Ministero si appellerà alla sentenza). L’altro tribunale sarà
più severo e per l’identico reato eleverà la pena a circa quattro anni;
questa volta si appelleranno i difensori mentre i condannati chiederanno
ed otterranno la sospensione di pena rientrando al XXIX Battaglione e
comportandosi assai onorevolmente. Nonostante tutto, la rapidità del
giudizio e il fatto stesso che si sia concluso con delle condanne, se
pur lievi, farà cadere la speranza, o la convinzione, della impunità
assoluta radicata in molti dei disertori, cosicché 38 di essi
rientreranno spontaneamente.
STORIA POSTALE del 9 febbraio
Rara lettera in
franchigia da Niscemi (CL) al Comitato Internazionale della Croce Rossa
a Ginevra. La lettera, con all’interno comunicazioni a prigionieri di
guerrain mano tedesca, fu inserita insieme ad altre, dirette allo stesso
indirizzo, in un dispaccio speciale. Censurata dagli Alleati, presenta,
oltre alla fascetta OPENED BY EXAMINER, uno dei primi bolli ACS (Allied
Censorship Service) in cartella usati quasi esclusivamente su
corrispondenza diretta all’Estero. |
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