il tramonto di un regno









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il tramonto di un regno


di Giancarlo MAGNONI


7° Periodo: dal 10 febbraio 1944 al 10 maggio 1944.
Territorio a sud della linea del fuoco: A.M.G./ A.C.C. E REGNO DEL SUD CON SEDE A SALERNO E NAPOLI.

Prima parte (dal 10 al 16 febbraio)

 

Giovedì 10 febbraio 1944

DAL REGNO DEL SUD - Vengono trasferite al Governo Italiano la Sicilia, la Sardegna e i territori a sud dei confini settentrionali delle province di Salerno, Potenza e Bari. Passano così all'amministrazione italiana, oltre alle suddette tre, anche Cosenza, Catanzaro, Matera, Reggio Calabria nonché quelle siciliane e sarde. Sono escluse le isole di Lampedusa, Pantelleria e Linosa. Restano comunque funzionari delle A.C.C. con il compito di controllare che l'attività dell'amministrazione italiana sia conforme alle clausole dell'armistizio.
Il Governo tiene la prima riunione salernitana. Il provvedimento di restituzione delle suddette province, avallato ieri da Alexander, rappresenta la concretizzazione di promesse fatte da tempo dagli Alleati, ma anche la conclusione dei lavori di una Commissione speciale istituita a tale scopo, nella quale hanno lavorato, in particolare, per gli italiani, Guido Jung e Ugo Forti: un piccolo successo della politica di Badoglio che il governo si preoccupa subito di pubblicizzare sulla stampa (1).
 


 

…………
(1) A proposito della stampa, in un passo della minuta poi caduta nell’originale, Badoglio sottolineava la necessità che il governo avesse sotto controllo “almeno un giornale a Napoli, uno in Sicilia e uno in Sardegna” (oltre all’EIAR).


DAL DIARIO DI PUNTONI - “Notizie gravi dal fronte. Si delinea il pericolo che gli alleati siano costretti a reinbarcarsi nella zona di Nettuno”.

BOMBARDAMENTI ALLEATI - Una violenta incursione su Castel Gandolfo provoca oltre 500 vittime. Il Pontefice invia una protesta alle Nazioni Unite.

L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD - Il generale di Brigata Guilaume del CEF giunge oggi al comando tattico del Raggruppamento dove tiene un rapporto agli ufficiali italiani esprimendo la sua profonda soddisfazione di avere alle dipendenze truppe italiane e inneggiando alla piena fratellanza delle armi delle due nazioni latine. Intanto, in giornata, il Comando della 2^ Divisione marocchina invia l’ordine di operazione n.46 che annuncia un’imminente azione prevista per il giorno “j”, nell’ambito della quale al Raggruppamento spettano compiti prevalentemente difensivi consistenti nel (…) “difendere la linea attualmente occupata e continuare la pressione verso nord, mentre il gruppo sud svolgerà azione offensiva”; per la circostanza vengono a mancare però al Raggruppamento ben tre dei quattro gruppi dell’11° artiglieria, esattamente il I, il II e il III, che agiranno alle dipendenze dell’unità francese.

LINEA GUSTAV - Al sorgere del giorno i paracadutisti del 3° Battaglione, appena giunti nella loro nuova zona di giurisdizione, danno l’assalto al pendio orientale di Monte Calvario (Quota 593) e, colti di sorpresa gli ignari avamposti americani, li cacciano ancora una volta con un vero colpo di mano.
Un consiglio di guerra riunisce presso il Comando di Clark i generali del settore di Cassino. Tuker, comandante la 4^ divisione indiana, e Freyberg ottengono l’autorizzazione ad includere l’abbazia nella zona che essi intendono sottoporre al bombardamento che preluderà all’assalto.

IL TIMES RIFERISCE: “Gli americani sono ancora fermi a poche centinaia di metri dal monastero. I loro cannoni sono cauti nel far fuoco per non colpirlo. Il comando dell’Armata è memore non solo dell’importanza storica del complesso architettonico, ma anche dei preziosi manoscritti e dei tesori dell’arte che ritiene siano stati evacuati dall’università, dalla biblioteca e dai musei di Napoli e qui accantonati. I tedeschi speculano su questo comportamento alleato, e i nostri uomini possono vedere antenne radio impiantate sui tetti e cannocchiali alle finestre”.

TESTA DI SBARCO DI ANZIO - Anche la 114^ div. tedesca Jager, proveniente dalla Jugoslavia, completa oggi i suoi organici e così il semicerchio difensivo che si oppone al VI Corpo USA si è fatto difficilmente superabile. Stanno affluendo ancora uomini della 29^ div. panzer grenedieren, di un reggimento Lehr costituito da tre battaglioni, del gruppo da battaglia della 16^ div. SS panzer grenedieren nonché dei 1027° e del 1028° reggimenti panzer grenedieren (due battaglioni ciascuno) dalla Germania. La 65^ divisione di fanteria tedesca e un forte Kampfgruppe, al comando del generale Graesel, respingono, decimandola, la 1^ divisione fanteria inglese, al di là della linea Carroceto – Carano. Tuttavia le unità tedesche sono altrettanto provate e Mackensen deve lasciar loro prendere fiato, ma anche oggi riescono a registrare un altro successo: con il contrattacco iniziato ieri, la 1^ divisione paracadutisti e il LXXVI Corpo d’armata Panzer sloggiano i britannici della 1^ divisione del generale Penney da Carroceto e dalla stazione di ricerche agricole di Aprilia.
A tarda sera, Penney scrive una lettera a Lucas:

“La 1^ divisione ha bisogno di aiuto. E’ stata logorata da una difesa disperata e dal continuo contatto col nemico…Un periodo di riposo e l’opera di ricostituzione e riorganizzazione sono indispensabili. Il processo di ripresa è stato iniziato, ma a mio parere una effettiva stabilizzazione può essere raggiunta soltanto mediante una forte controffensiva…Niente di quanto sopra va interpretato come critica o disfattismo”.
Il “processo di ripresa” si riferisce al fatto che Lucas ha già mandato un reparto corazzato e un raggruppamento di artiglieria e fanteria della 45^ divisione americana a soccorrere il settore in crisi. E’ stato anche deciso di lanciare un contrattacco.



Venerdì 11 febbraio 1944

ALLEATI - Alla preoccupazione di Churchill per un’Italia vinta mediante un governo ubbidiente (con Badoglio e il re), Roosvelt, rispondendo alle veementi richieste del premier (lettera del 3 febbraio), accorda una “…ultima proroga a quei due vecchi signori…”.

DAL DIARIO DI PUNTONI - “Alle ore 0,01 passano all’amministrazione italiana le provincie già occupate insieme con la Sicilia e la Sardegna. L’importanza di questo provvedimento non va sopravalutata perché le limitazioni che ci vengono imposte sono forse superiori alle concessioni che ci sono state fatte.

DAL REGNO DEL SUD - Con il trasferimento definitivo del governo Badoglio a Salerno i sottosegretari vengono nominati ministri. Ecco come oggi è costituito il nuovo governo:

Presidenza del Consiglio: Badoglio maresciallo d’Italia Pietro, capo del governo e primo ministro; sottosegretario Philipson dott Dino (1).
Affari esteri: Badoglio maresciallo d’Italia Pietro.
Interno: Reale avv. Vito (2).
Africa italiana: Gabba sen. gen. Melchiade (3).
Grazia e giustizia: De Santis dott. Giuseppe (4).
Finanze: Jung Guido.
Guerra: Orlando gen. Taddeo.
Marina: De Courten conte amm. Raffaele.
Marina mercantile: Barone amm. Pietro.
Aeronautica: Sandalli gen. Renato.
Educazione nazionale: Cuomo prof. Giovanni.
Lavori pubblici: De Caro avv. Raffaele.
Agricoltura e foreste: Lucifero avv. Falcone.
Comunicazioni (Ferrovie, motorizzazione civile e trasporti in concessione): Di Raimondo gen. Giovanni.
Comunicazioni (Poste e telegrafi): Fano ing. Mario.
Corporazioni: Corbino prof. Epicarpo.

In Sardegna si insedia oggi a Cagliari il nuovo Alto Commissario (5): il generale di squadra aerea Pinna.

Con il ritorno all’amministrazione italiana delle province a sud di Napoli, Salerno diventa la nuova capitale dell’Italia libera e quella stessa mattina Badoglio vi fa ingresso in automobile, entra in municipio, si affaccia al balcone e raccoglie gli applausi della folla.
…………
(1) Già in carica dal 1° febbraio.
(2) Che sarà sostituito dal prof. Pietro Capasso dal 24 febbraio 1944.
(3) Che sarà sostituito ad interim da Badoglio dal 24 febbraio 1944.
(4) Che sarà sostituito dall’avvocato Ettore Casati dal 15 febbraio 1944.
(5) L’Alto Commissariato per la Sardegna è stato istituito con R.D.L. n.21 il 24 gennaio 1944. Per l’adempimento delle sue funzioni gli fu affiancata una Giunta composta da sei membri di nomina del Capo del Governo, sentito il Consiglio dei Ministri (Decreto 22.9.44 n.232).

LINEA GUSTAV - La prima battaglia di Cassino, iniziata il 17 gennaio, rappresenta anche il primo vero attacco in forze degli Alleati alla linea Gustav. Un attacco che si conclude proprio oggi,11 febbraio, con perdite umane anche gravi e la conquista di una ridottissima porzione di territorio. Lo sbarco ad Anzio, realizzato allo scopo di prendere alle spalle le divisioni tedesche schierate sulla linea Gustav, finirà per cristallizzarsi su una testa di ponte sulla quale le divisioni Alleate rimarranno inchiodate fino alla grande offensiva di primavera che porterà alla conquista di Roma.

IL TIMES RIFERISCE: “Mitraglieri tedeschi sono stati visti risalire lungo la strada che porta all’abbazia di Montecassino; uomini della V Armata, che procedevano a tastoni su per i pendii, hanno visto mitragliatrici tedesche lungo le mura dell’abbazia.
Durante tutti i pesantissimi bombardamenti di Cassino, è stata posta in atto la più scrupolosa attenzione per non colpire il monastero. Esso è situato sulla cima di una rupe di 1600 piedi di quota sulla sinistra della città, dalla quale si domina tutta la valle”.

TESTA DI SBARCO DI ANZIO - Gli americani della 45^ divisione scattano all’attacco delle posizioni perdute dalla 1^ divisione britannica di Aprilia e di Carroceto. Stanno però imperversando, fin da ieri, raffiche di pioggia e vento che li privano del sostegno dell’aviazione.
Il comando del VI Corpo invia a Peter Tompkins, agente dell’OSS infiltrato a Roma, il seguente messaggio: “Saremo a Roma entro un mese stop. Continuate nel vostro lavoro Stop. Siamo tutti orgogliosi di voi”. Per Tompkins il messaggio rivela che il pericolo del prossimo massiccio attacco tedesco alla testa di ponte non è stato compreso fino in fondo.


Storia Postale dell’11 febbraio

 


 


Ricevuta di ritorno affrancata con un Lupa di Bari con filigrana, bollata a Adelfia (BA).
 



Sabato 12 febbraio 1944

DAL DIARIO DI PUNTONI - “La gazzetta del Mezzogiorno pubblica oggi un articolo contro il Re che sembra scritto con il veleno. Non è possibile rispondere perché l’unico giornale monarchico esistente, è stato sospeso per un mese dagli alleati”.

LINEA GUSTAV - Esauritasi la prima battaglia di Cassino, il Corpo neozelandese del generale Sir Bernard Freyberg sostituisce sul fronte di Cassino il II° Corpo USA: il settore della 34^ div., a nord di Cassino, passa alla 4^ divisione indiana del generale Tuker, mentre a sud di Cassino la 2^ divisione neozelandese dà il cambio alla 36^ divisione americana. Il generale Freyberg fa subito sapere che, prima di qualsiasi altro attacco contro Montecassino, l’Abbazia deve essere bombardata.

IL GENERALE MARK CLARK ALLA V^ ARMATA: “Uomini della V^ Armata stanno combattendo con valore importanti battaglie su due fronti. Il 22 gennaio nostre truppe sciamarono sulle spiagge di Anzio, immediatamente a sud di Roma; rapidamente hanno occupato una vasta zona sul fianco e sul retro dello schieramento tedesco e hanno stabilito una salda testa di sbarco. Il buon esito dell’operazione ha costretto il nemico a ritirare un consistente numero di truppe dal fronte di Cassino e da quello del Garigliano.
Il prossimo passo consisterà in operazioni che consentiranno alle nostre due forze di stringersi la mano nella vittoriosa marcia verso Roma e il Nord”.

TESTA DI SBARCO DI ANZIO - Si esaurisce, anche per il perdurare del maltempo, l’attacco della 45^ divisione per riconquistare le posizioni perdute e i reparti si ritrovano al punto dove erano partiti. Gli inglesi criticano Lucas: “Il contrattacco, di nuovo tardivo e condotto con forze insufficienti, non poteva che avere l’esito di tutti gli altri suoi attacchi”.



Domenica 13 febbraio 1944

DALL’ABBAZIA DI MONTECASSINO - Il generale Alexander autorizza Clark ad effettuare il bombardamento di Montecassino.

ALLEATI - Continua la preoccupazione di Churchill per un’Italia vinta mediante un governo ubbidiente (con Badoglio e il re). Egli diffida dei partiti antifascisti costituitisi in Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) che vogliono costituire un governo “legale” in quanto veramente democratico e di popolo. In proposito, oggi scrive ancora a Roosvelt rincarando quanto aveva asserito nella sua precedente del 3 febbraio: “…questo governo (re - Badoglio) si atterrà alle nostre istruzioni assai più di qualunque altro che potessimo eventualmente costituire…un nuovo governo italiano dovrà guadagnarsi la stima del popolo italiano, cercando di resistere alle nostre richieste: con ogni probabilità cercherà di sollevare obiezioni circa i termini dell’armistizio”.

TESTA DI SBARCO DI ANZIO - Fronte abbastanza statico ma i tedeschi si stanno preparando per una grande offensiva. Il bollettino odierno del comando tedesco risulta chiaro: “La XIV Armata attaccherà il 16 febbraio…L’intera operazione, così come la data e l’ora dell’attacco, deve considerarsi segretissima. Si proibisce agli ufficiali dell’Alto Comando che si trovano qui con compiti consultivi di comunicare con il loro quartier generale per telefono”.



Lunedì 14 febbraio 1944

 

DALL’ABBAZIA DI MONTECASSINO - Nell’imminenza del bombardamento di Montecassino, gli Alleati fanno arretrare le proprie truppe dalla zona.

Il generale americano Eaker (nella prima foto) comandante in capo delle forze aeree alleate del Mediterraneo, e il tenente generale Jacob L. Devers (nella foto di profilo) salgono a bordo di un aereo da collegamento L5 Courier e vanno a sorvolare lo sperone di Montecassino. Quello che Eaker vede, e lo descriverà in seguito, è un’antenna radio che, a suo avviso, è usata dai soldati che occupano un osservatorio.


 

Alle 13 una batteria di obici americani da 105 mm. In postazione nella valle del Liri sparò 25 granate cariche di manifestini nel cielo di Montecassino. Il messaggio stampato in italiano e in inglese dice:

Amici italiani,
ATTENZIONE

Noi abbiamo sinora cercato in tutti i modi di evitare il bombardamento del monastero di Montecassino. I tedeschi hanno saputo trarre vantaggio da ciò. Ma ora il combattimento si è ancora più stretto attorno al Sacro Recinto. E’ venuto il tempo in cui a malincuore siamo costretti a puntare le nostre armi contro il Monastero stesso.
Noi vi avvertiamo perché voi abbiate la possibilità di porvi in salvo. Il nostro avvertimento è urgente: lasciate il Monastero. Andatevene subito. Rispettate questo avviso. Esso è stato fatto a vostro vantaggio.

La Quinta Armata
Alle due del pomeriggio Dom Matronola porta uno dei volantini all’abate Diamare. I civili si affollano dietro i monaci chiedendo disperatamente consiglio sul da farsi, andavano avanti e indietro, spaventati e indecisi. I monaci, alla fine, consigliano che ciascuno faccia quello che gli sembrava meglio. Nessuno però sa quale può essere questo “meglio”.

IL RE CON LA FAMIGLIA SI TRASFERISCE DA BRINDISI A RAVELLO (SA) dove si stabilisce a villa Episcopio messagli a disposizione dal duca Riccardo Di Sangro. La villa si trova al n° 16 di S. Giovanni del Toro.

DAL DIARIO DI PUNTONI - “Alle 6 parte per Ravello la colonna reale formata da cinque vetture. Arriviamo a destinazione alle 16,30. I Sovrani prendono alloggio nella villa dei marchesi Di Sangro. Acquarone e io ci sistemiamo in una villa poco distante da quella delle Loro Maestà.
Ravello è stata scelta dagli alleati come posto di ristoro e di riposo per ufficiali e soldati reduci dal fronte. Più che riposarsi, però, i militari angloamericani qui a Ravello gozzovigliano giorno e notte. I pochi alberghi esistenti sono stati occupati e di sera non si vedono in giro che militari ubriachi, in compagnia di donne di tutte le specie”.

BOMBARDAMENTI ALLEATI - Battaglia aerea nel cielo di Verona. Un aereo tedesco precipita e cade davanti a Castelvecchio. Bombe alleate cadono anche sui quartieri Trieste e Nomentano a Roma.

FRONTE ITALIANO - Limitata attività di pattuglie in tutti i settori.

L’AGENZIA DI NOTIZIE TEDESCA RIFERISCE: “La situazione sul fronte italiano è stata dominata, negli ultimi 24 giorni, dalla battaglia per Cassino, battaglia che sta continuando con estrema asprezza. Al suo confronto, i combattimenti in altri settori, anche nella testa di sbarco di Nettuno, risultano insignificanti. Unità americane, formanti un consistente raggruppamento di forze appoggiato da un eccezionale spiegamento di materiali, hanno montato domenica mattina un attacco contro la città di Cassino, attacco che è ancora in corso stamani”.

IL TIMES RIFERISCE: “Sul fronte principale della V Armata la battaglia per Cassino prosegue il suo accanito corso. Tre chilometri a ovest della città gli americani hanno conquistato un’altura di circa 450 metri di quota e hanno respinto un forte contrattacco con cui il nemico tentava di riconquistarla.
Su Montecassino, noto fra i soldati come la collina dell’abbazia, sovrastante la città, la resistenza del nemico è ancora estremamente tenace. Oggi è stata divulgata la notizia che le autorità vaticane hanno chiesto che il monastero sulla sommità della collina, culla dell’ordine dei Benedettini, sia risparmiato. Gli Alleati hanno accondisceso alla richiesta nel limite del possibile, ma i tedeschi stanno sfruttando il monastero come fortezza; i suoi grandi fabbricati e i suoi massicci muri costituiscono una parte importante delle loro difese che dominano la sottostante strada per Roma. Il monastero non è sino a questo momento un bersaglio dei cannoni o degli aerei alleati”.
 


Storia Postale del 14 febbraio

 

 

 

Piego comunale da Licata a Monreale con il timbro ACS ai suoi primissimi usi. Forse il primo uso noto.
 

 

Martedì 15 febbraio 1944

DALL’ABBAZIA DI MONTECASSINO
Alle 8,30 del mattino i monaci si riuniscono nel loro rifugio sotto l’ala nord est del monastero, dove hanno allestito una cappella provvisoria. Poi si trasferiscono nella stanza dell'abate Diamare per continuare le loro devozioni ed è allora che avvertono sopra di loro una improvvisa tremenda esplosione. Sono le 9,28 e ha avuto inizio il bombardamento del Monastero con una prima ondata di 144 fortezze volanti la maggior parte delle quali porta 12 bombe dirompenti da 250 chilogrammi. Non tutte le fortezze volanti centrano il bersaglio. Alcune cadono a cinque chilometri dall’obbiettivo, proprio in mezzo ai veicoli alle spalle del generale Eaker che con il suo amico Devers stava assistendo agli effetti del bombardamento.
Anche Clark prova l’emozione dell’imprecisione dei bombardieri americani. Il comandante della V Armata è rimasto a Presenzano, al suo posto di comando. La località, che si trova a 27 chilometri da Montecassino, si trova sul percorso dei bombardieri e sedici bombe cadono a pochi metri di distanza dal rimorchio nel quale Clark sta lavorando. Dodici bombe cadono anche fra le truppe della divisione indiana i cui reparti, che si trovano sul costone di Montecassino, sono i più vicini all’obbiettivo di qualsiasi altro soldato alleato. Ventiquattro uomini rimangono feriti.
 

 

Le esplosioni scuotono porte e finestre del castello di Castelmassimo nel quale von Senger ha piazzato il suo comando. Sembra che Senger abbia detto: “Che idioti! Hanno finito per farlo. Tutti i nostri sforzi sono stati inutili”.

La notizia giunge al comando di Kesselring alle 10,30. Il capo di stato maggiore, maggiore generale Siegfried Westphal chiede per telefono: “Ci sono stati danni, per noi, dal punto di vista militare?”. Il suo omologo della X Armata gli risponde: “No, perché noi non eravamo all’interno dell’abbazia”.

Alle 11,15 i monaci pensano che il bombardamento sia finito e possono constatare che tutti i membri della loro piccola comunità sono incolumi. L’abate Diamare, accompagnato da Matronola, va a vedere cosa è rimasto del suo Monastero. Il tetto della basilica è scomparso mentre la facciata è ancora in piedi. I civili si stanno aggirando smarriti nei chiostri. Molti sono feriti e parecchi altri sono rimasti sepolti sotto le macerie. Alcuni sono fuggiti durante le ondate del bombardamento. L’abate, vista la distruzione all’esterno, decide di tornare al rifugio dove nel frattempo si sono ammucchiati anche tre coloni con le loro famiglie.

Alle 10,57 partono da Decimomannu, in Sardegna, i primi 22 Marauder B26 che trasportano ognuno quattro bombe da 500 chilogrammi. In questa seconda incursione vengono impiegati complessivamente 86 Marauder. Il carico viene sganciato fra le 13,26 e le 13,33. In tutta la mattina fra le 9,28 e le 13,33 239 bombardieri, fra pesanti e medi, hanno sganciato 453 tonnellate e mezzo di bombe (di cui 66,5 di incendiarie). Durante questa seconda incursione dom Matronole e l’abate Diamare si accucciano in un angolo della stanza del rifugio per schivare le schegge di pietra e di metallo che entrano dalla finestra. La porta della stanza è rimasta ostruita dalla caduta delle pietre ma dom Matronola riesce a trovare una via d’uscita. A questo punto i monaci abbandonano tutti il loro rifugio con le valigie che hanno preparato la sera prima. Emergendo dalle stanze sotterranee scoprono una scena di devastazione assai più grave del precedente bombardamento. Il monastero è ormai irriconoscibile. Numerosi profughi sono rimasti uccisi o feriti, ma ci sono ancora centinaia di uomini, donne e bambini nascosti fra le macerie e nei passaggi sotterranei rimasti intatti. Cinque monaci, la metà di quelli che in ottobre avevano deciso di rimanere con il loro abate, dichiarano che a questo punto non se la sentono più di restare fra le macerie della loro casa e che hanno deciso di tentare la fuga.

Mentre è certo che nessuno dei monaci è rimasto ucciso o ferito, non verrà mai accertato quanti fra le mille – duemila persone accorse a Montecassino sono rimaste uccise. La valutazione più accurata, fatta da uno storico locale, è che vi siano stati 230 morti nell’abbazia e che, di questi, metà circa abbiano perso la vita nel bombardamento. Non esiste prova che le bombe cadute abbiano invece ucciso un solo tedesco.

Il monastero durante le fasi del bombardamento alleato:

Alle 14,30 il tenente Marks, dal suo osservatorio sul monte Trocchio, dichiara di avere visto duecento civili abbandonare l’abbazia.

Dopo il violentissimo bombardamento, dell’abbazia non restano che rovine fumanti, ma gli Alleati non ne ottengono alcun vantaggio: il 3° reggimento paracadutisti del colonnello Heillmann, infatti (un’unità scelta della 1^ divisione paracadutisti del generale Heidrich), occupa la posizione e vi piazza la propria artiglieria trasformando le rovine in una specie di fortezza. Da qui i reparti tedeschi possono ora, non visti, controllare ogni minimo movimento dell’avversario.

LINEA GUSTAV - Durante la notte (alle 22) la 4^ Divisione indiana effettua il suo attacco con il Royal Sussex, battaglione metropolitano della sua 7^ brigata (ogni brigata comprende due battaglioni indiani e uno metropolitano) a quota 593, monte Calvario, la vetta del costone che porta al monastero ma deve ritirarsi e tornare alle posizioni di partenza, perdendo 64 uomini. E’ stato un combattimento che ricorda i più orribili della guerra di trincea 1914 – 18, condotto alla bomba a mano e alla baionetta. Le posizioni di questa divisione sono state anche raggiunte da alcune bombe alleate lanciate durante l’attacco al monastero. Gli alleati non hanno evidentemente studiato un coordinamento tra il bombardamento aereo sul Monastero e le successive operazioni terrestri.

TESTA DI SBARCO DI ANZIO - La posizione del generale Lucas, accusato di attendismo, si aggrava oggi con la relazione che Alexander rimette al Ministero della Guerra britannico: “Sono deluso dal comandante del VI corpo d’armata. E’ inerte, e gli fanno difetto l’energia e l’entusiasmo necessari per assolvere il suo compito. A quanto sembra, gli avvenimenti lo hanno sopraffatto. Quello di cui abbiamo bisogno è un uomo audace e deciso come George Patton, assistito da uno stato maggiore capace. Oppure si sostituisca l’intero vertice del VI Corpo con un comandante e uno stato maggiore inglesi. La seconda soluzione ha un aspetto decisamente drastico, e mi piacerebbe sapere da Eisenhower quali reazioni, secondo lui, susciterebbe”. Poi, rivolgendosi a Clark: “Ormai, la situazione è grave. Potremmo essere ributtati in mare. Sarebbe un grosso guaio per entrambi, e tu verresti certamente rimosso dal comando”.
 


Storia Postale del 15 febbraio

 

 


Cartolina postale VINCEREMO usata in Sicilia senza il valore AMGOT applicato sopra al valore stampigliato e pertanto da tassare come infatti segnala la T visibile sotto il timbro Verificato per Censura. Non si rilevano però tracce di segnatasse qualora asportati.

 

 


Mercoledì 16 febbraio 1944

DALL’ABBAZIA DI MONTECASSINO - Alle prime luci del giorno tutti i civili superstiti fuggono dalle rovine del Monastero. Sono rimaste al massimo 40 persone: i sei monaci, le tre famiglie di coloni, i feriti gravi e alcuni bambini orfani.
Nel pomeriggio i bombardieri alleati tornano su Montecassino per sganciare una piccola parte delle bombe di ieri. Quarantotto bombardieri sganciano 24 tonnellate di bombe. I monaci non riescono nemmeno a distinguere la differenza fra queste bombe e i proiettili di artiglieria che per tutta la giornata batteranno il monastero.

Nelle foto una desolante visione degli effetti del bombardamento della Abbazia e dei suoi dintorni.

 

 

IL TIMES RIFERISCE:
“La decisione del Comando alleato di bombardare l’abbazia, attentamente deliberata e adottata con riluttanza, ha avuto il via per l’esecuzione…Dalle ore 9,15, aerei del tipo fortezze volanti, Mitchell e Marauder, in successive passate di uno squadrone alla volta effettuate ogni 20 minuti, hanno sganciato sull’abbazia bombe ad alto esplosivo….Al bombardamento aereo dell’abbazia, durato due ore, si accompagnò il fuoco di tutte le artiglierie alleate concentrato sulle postazioni tedesche in Cassino, attorno alla città e più indietro nella valle del Liri. Il rombo dei cannoni, vicino e lontano, fu incessante. Granate scoppiarono in Cassino e sui

pendii sovrastanti la città; altre caddero sui costoni molto dietro l’abbazia”.

SEMPRE OGGI IL TIMES RIFERISCE ANCORA: “Per porre in risalto la riluttanza con cui il Comando alleato ha ordinato il bombardamento dell’abbazia benedettina di Montecassino, il presidente Roosevelt, nella sua conferenza stampa di oggi, ha letto due ordini diramati dal generale Eisenhower lo scorso 29 dicembre riguardante la protezione dei monumenti storici.
Il primo ordine diceva che tali monumenti dell’Italia dovevano essere rispettati tanto quanto la guerra poteva permetterlo, ma se i comandanti devono scegliere tra la distruzione di un famoso edificio e il sacrificio di uomini, allora le vite valgono infinitamente di più e gli edifici possono essere sacrificati. Nulla può ergersi di fronte all’argomento della necessità militare, ma ciò non deve essere confuso con la convenienza militare e anche personale, non si vuole che il termine “necessità militare” mascheri negligenza o indifferenza.
Il secondo ordine prevedeva: che i monumenti storici fossero contraddistinti chiaramente con un segno convenzionale e se necessario vigilati da guardie; che fosse vietata l’occupazione di edifici storici da parte dei militari, anche se di secondaria importanza, nel caso in cui fossero disponibili altri alloggiamenti”.

DAL DIARIO DI PUNTONI - “Alle 16,30 il Sovrano riceve il generale Mac Farlane e lo trattiene a colloquio per circa un’ora. Dopo l’udienza gli offre un tè, presente la Regina. Alla fine dell’udienza e del tè vedo Sua Maestà. Mi sembra soddisfatto. Dice di essere riuscito a convincere il capo della missione alleata della fondatezza delle sue idee e dei suoi propositi. Mac Farlane avrebbe dichiarato inoltre di considerare conveniente lo spostamento del Re da Ravello e non si sarebbe dichiarato contrario ad un eventuale trasferimento a Napoli”.

BOMBARDAMENTI ALLEATI - Massicce incursioni colpiscono la periferia di Roma nell’intento di tagliare la strada a tutti i possibili rifornimenti ai contingenti tedeschi impegnati sia sulla Gustav che contro la testa di sbarco di Anzio. Colpito anche il quartiere Ostiense.

LINEA GUSTAV - Inizia la seconda battaglia di Cassino che viene combattuta dal Corpo d’Armata neozelandese (2^ div. fanteria) con l’aiuto della 78^ div. britannica spostatasi dal settore adriatico (VIII Armata) e che aveva già dato il cambio alla 36^ div. USA (il 6 febbraio) nel settore della statale 6 (Casilina). Alle 23,20 la divisione indiana riprende l’attacco alla Quota 593 senza successo, rispetto alla notte precedente. Il Royal Sussex ha attaccato con forze superiori subendo però il doppio delle perdite (130) in parte dovute anche ai tiri della stessa artiglieria alleata.

TESTA DI SBARCO DI ANZIO - I tedeschi sferrano il loro massiccio attacco L’operazione Fischfang che per ordine di Hitler, entro tre giorni, dovrebbe gettare in pasto ai pesci gli angloamericani. Le truppe tedesche a difesa hanno completato oggi il definivo schieramento con l’arrivo degli ultimi contingenti di cui al 10 febbraio e sferrano un violento attacco frontale sulla dirittura di Campoleone, costringendo gli alleati a ripiegare sulla linea che tenevano il 29 gennaio. Alle 6 del mattino, più di 450 cannoni tedeschi scatenano un tiro di sbarramento sulla zona a sud di Aprilia. Trenta minuti dopo due divisioni, la 3^ Panzergrenedieren e la 715^ di fanteria partono all’assalto delle posizioni tenute dagli uomini della 3^ e della 45^ divisione, con l’aiuto di 700 apparecchi della Luftwaffe. Carri armati tedeschi in gruppi da quattro a otto sparano da distanza ravvicinata per poi tornare indietro per ricaricare le munizioni. Queste forze riescono a compiere uno sfondamento attorno a Campoverde per una larghezza di quattro chilometri e creando un cuneo profondo ben sei chilometri: ne mancano ancora cinque per giungere nella località Tre Cancelli, da cui diventa possibile sparare direttamente su Nettuno. Il momento è difficile per gli Alleati anche perché i rinforzi americani e la 56^ divisione britannica, appena giunti dal fronte di Cassino per sostituire la valorosa 1^ divisione, si sono trovati così immediatamente impegnati nel vivo della battaglia. Un cuneo assai pericoloso si apre nello schieramento angloamericano che è costretto ad arretrare in tal punto verso il perimetro iniziale della testa di sbarco. Superiori di numero (nove divisioni contro sei, centomila soldati alleati sono circondati da centoventicinquemila soldati tedeschi), i tedeschi tentano invano di forzare l’ultima linea difensiva anglo americana appoggiata sui paesi di Padiglione, Campomorto, La Ferriera e Conca.

I plotoni del battaglione paracadutisti italiani (della RSI) “Nembo” che hanno raggiunto il fronte, attaccano le avanguardie del reggimento inglese Gordon Highlanders catturandone il comando.

L’aviazione alleata, per sostenere il VI corpo d’Armata, effettua oggi 468 incursioni, bombardieri leggeri e medi si occupano del fronte più vicino; quelli più pesanti attaccano le linee di comunicazione e rifornimento in arrivo da Roma.
 

 

 

 

 

 

 

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