7° Periodo: dal 10 febbraio 1944 al
10 maggio 1944.
Territorio a sud della linea del fuoco: A.M.G./ A.C.C. E REGNO DEL SUD
CON SEDE A SALERNO E NAPOLI.
Prima parte (dal 10 al 16 febbraio)
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Giovedì 10 febbraio 1944
DAL REGNO DEL SUD - Vengono trasferite al Governo Italiano
la Sicilia, la Sardegna e i territori a sud dei confini settentrionali
delle province di Salerno, Potenza e Bari. Passano così
all'amministrazione italiana, oltre alle suddette tre, anche Cosenza,
Catanzaro, Matera, Reggio Calabria nonché quelle siciliane e sarde. Sono
escluse le isole di Lampedusa, Pantelleria e Linosa. Restano comunque
funzionari delle A.C.C. con il compito di controllare che l'attività
dell'amministrazione italiana sia conforme alle clausole
dell'armistizio.
Il Governo tiene la prima riunione salernitana. Il provvedimento di
restituzione delle suddette province, avallato ieri da Alexander,
rappresenta la concretizzazione di promesse fatte da tempo dagli
Alleati, ma anche la conclusione dei lavori di una Commissione speciale
istituita a tale scopo, nella quale hanno lavorato, in particolare, per
gli italiani, Guido Jung e Ugo Forti: un piccolo successo della politica
di Badoglio che il governo si preoccupa subito di pubblicizzare sulla
stampa (1).
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(1) A proposito della stampa, in un passo della minuta poi caduta
nell’originale, Badoglio sottolineava la necessità che il governo avesse
sotto controllo “almeno un giornale a Napoli, uno in Sicilia e uno in
Sardegna” (oltre all’EIAR).
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Notizie gravi dal fronte. Si delinea il
pericolo che gli alleati siano costretti a reinbarcarsi nella zona di
Nettuno”.
BOMBARDAMENTI ALLEATI - Una violenta incursione su Castel
Gandolfo provoca oltre 500 vittime. Il Pontefice invia una protesta
alle Nazioni Unite.
L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD - Il generale di Brigata Guilaume del
CEF giunge oggi al comando tattico del Raggruppamento dove tiene un
rapporto agli ufficiali italiani esprimendo la sua profonda
soddisfazione di avere alle dipendenze truppe italiane e inneggiando
alla piena fratellanza delle armi delle due nazioni latine. Intanto, in
giornata, il Comando della 2^ Divisione marocchina invia l’ordine di
operazione n.46 che annuncia un’imminente azione prevista per il giorno
“j”, nell’ambito della quale al Raggruppamento spettano compiti
prevalentemente difensivi consistenti nel (…) “difendere la linea
attualmente occupata e continuare la pressione verso nord, mentre il
gruppo sud svolgerà azione offensiva”; per la circostanza vengono a
mancare però al Raggruppamento ben tre dei quattro gruppi dell’11°
artiglieria, esattamente il I, il II e il III, che agiranno alle
dipendenze dell’unità francese.
LINEA GUSTAV - Al sorgere del giorno i paracadutisti del 3°
Battaglione, appena giunti nella loro nuova zona di giurisdizione, danno
l’assalto al pendio orientale di Monte Calvario (Quota 593) e, colti di
sorpresa gli ignari avamposti americani, li cacciano ancora una volta
con un vero colpo di mano.
Un consiglio di guerra riunisce presso il Comando di Clark i generali
del settore di Cassino. Tuker, comandante la 4^ divisione indiana, e
Freyberg ottengono l’autorizzazione ad includere l’abbazia nella zona
che essi intendono sottoporre al bombardamento che preluderà
all’assalto.
IL TIMES RIFERISCE: “Gli americani sono ancora fermi a poche
centinaia di metri dal monastero. I loro cannoni sono cauti nel far
fuoco per non colpirlo. Il comando dell’Armata è memore non solo
dell’importanza storica del complesso architettonico, ma anche dei
preziosi manoscritti e dei tesori dell’arte che ritiene siano stati
evacuati dall’università, dalla biblioteca e dai musei di Napoli e qui
accantonati. I tedeschi speculano su questo comportamento alleato, e i
nostri uomini possono vedere antenne radio impiantate sui tetti e
cannocchiali alle finestre”.
TESTA DI SBARCO DI ANZIO - Anche la 114^ div. tedesca Jager,
proveniente dalla Jugoslavia, completa oggi i suoi organici e così il
semicerchio difensivo che si oppone al VI Corpo USA si è fatto
difficilmente superabile. Stanno affluendo ancora uomini della 29^ div.
panzer grenedieren, di un reggimento Lehr costituito da tre battaglioni,
del gruppo da battaglia della 16^ div. SS panzer grenedieren nonché dei
1027° e del 1028° reggimenti panzer grenedieren (due battaglioni
ciascuno) dalla Germania. La 65^ divisione di fanteria tedesca e un
forte Kampfgruppe, al comando del generale Graesel, respingono,
decimandola, la 1^ divisione fanteria inglese, al di là della linea
Carroceto – Carano. Tuttavia le unità tedesche sono altrettanto provate
e Mackensen deve lasciar loro prendere fiato, ma anche oggi riescono a
registrare un altro successo: con il contrattacco iniziato ieri, la 1^
divisione paracadutisti e il LXXVI Corpo d’armata Panzer sloggiano i
britannici della 1^ divisione del generale Penney da Carroceto e dalla
stazione di ricerche agricole di Aprilia.
A tarda sera, Penney scrive una lettera a Lucas:
“La 1^ divisione ha bisogno di aiuto. E’ stata logorata da una difesa
disperata e dal continuo contatto col nemico…Un periodo di riposo e
l’opera di ricostituzione e riorganizzazione sono indispensabili. Il
processo di ripresa è stato iniziato, ma a mio parere una effettiva
stabilizzazione può essere raggiunta soltanto mediante una forte
controffensiva…Niente di quanto sopra va interpretato come critica o
disfattismo”.
Il “processo di ripresa” si riferisce al fatto che Lucas ha già mandato
un reparto corazzato e un raggruppamento di artiglieria e fanteria della
45^ divisione americana a soccorrere il settore in crisi. E’ stato anche
deciso di lanciare un contrattacco.
Venerdì 11 febbraio 1944
ALLEATI - Alla preoccupazione di Churchill per un’Italia vinta
mediante un governo ubbidiente (con Badoglio e il re), Roosvelt,
rispondendo alle veementi richieste del premier (lettera del 3
febbraio), accorda una “…ultima proroga a quei due vecchi signori…”.
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Alle ore 0,01 passano
all’amministrazione italiana le provincie già occupate insieme con la
Sicilia e la Sardegna. L’importanza di questo provvedimento non va
sopravalutata perché le limitazioni che ci vengono imposte sono forse
superiori alle concessioni che ci sono state fatte.
DAL REGNO DEL SUD - Con il trasferimento definitivo del governo
Badoglio a Salerno i sottosegretari vengono nominati ministri. Ecco come
oggi è costituito il nuovo governo:
Presidenza del Consiglio: Badoglio maresciallo d’Italia Pietro,
capo del governo e primo ministro; sottosegretario Philipson dott Dino
(1).
Affari esteri: Badoglio maresciallo d’Italia Pietro.
Interno: Reale avv. Vito (2).
Africa italiana: Gabba sen. gen. Melchiade (3).
Grazia e giustizia: De Santis dott. Giuseppe (4).
Finanze: Jung Guido.
Guerra: Orlando gen. Taddeo.
Marina: De Courten conte amm. Raffaele.
Marina mercantile: Barone amm. Pietro.
Aeronautica: Sandalli gen. Renato.
Educazione nazionale: Cuomo prof. Giovanni.
Lavori pubblici: De Caro avv. Raffaele.
Agricoltura e foreste: Lucifero avv. Falcone.
Comunicazioni (Ferrovie, motorizzazione civile e trasporti in
concessione): Di Raimondo gen. Giovanni.
Comunicazioni (Poste e telegrafi): Fano ing. Mario.
Corporazioni: Corbino prof. Epicarpo.
In Sardegna si insedia oggi a Cagliari il nuovo Alto Commissario (5): il
generale di squadra aerea Pinna.
Con il ritorno all’amministrazione italiana delle province a sud di
Napoli, Salerno diventa la nuova capitale dell’Italia libera e
quella stessa mattina Badoglio vi fa ingresso in automobile, entra in
municipio, si affaccia al balcone e raccoglie gli applausi della folla.
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(1) Già in carica dal 1° febbraio.
(2) Che sarà sostituito dal prof. Pietro Capasso dal 24 febbraio
1944.
(3) Che sarà sostituito ad interim da Badoglio dal 24 febbraio 1944.
(4) Che sarà sostituito dall’avvocato Ettore Casati dal 15 febbraio
1944.
(5) L’Alto Commissariato per la Sardegna è stato istituito con R.D.L.
n.21 il 24 gennaio 1944. Per l’adempimento delle sue funzioni gli fu
affiancata una Giunta composta da sei membri di nomina del Capo del
Governo, sentito il Consiglio dei Ministri (Decreto 22.9.44 n.232).
LINEA GUSTAV - La prima battaglia di Cassino, iniziata il 17
gennaio, rappresenta anche il primo vero attacco in forze degli Alleati
alla linea Gustav. Un attacco che si conclude proprio oggi,11 febbraio,
con perdite umane anche gravi e la conquista di una ridottissima
porzione di territorio. Lo sbarco ad Anzio, realizzato allo scopo di
prendere alle spalle le divisioni tedesche schierate sulla linea Gustav,
finirà per cristallizzarsi su una testa di ponte sulla quale le
divisioni Alleate rimarranno inchiodate fino alla grande offensiva di
primavera che porterà alla conquista di Roma.
IL TIMES RIFERISCE: “Mitraglieri tedeschi sono stati visti
risalire lungo la strada che porta all’abbazia di Montecassino; uomini
della V Armata, che procedevano a tastoni su per i pendii, hanno visto
mitragliatrici tedesche lungo le mura dell’abbazia.
Durante tutti i pesantissimi bombardamenti di Cassino, è stata posta in
atto la più scrupolosa attenzione per non colpire il monastero. Esso è
situato sulla cima di una rupe di 1600 piedi di quota sulla sinistra
della città, dalla quale si domina tutta la valle”.
TESTA DI SBARCO DI ANZIO - Gli americani della 45^ divisione
scattano all’attacco delle posizioni perdute dalla 1^ divisione
britannica di Aprilia e di Carroceto. Stanno però imperversando, fin da
ieri, raffiche di pioggia e vento che li privano del sostegno
dell’aviazione.
Il comando del VI Corpo invia a Peter Tompkins, agente dell’OSS
infiltrato a Roma, il seguente messaggio: “Saremo a Roma entro un mese
stop. Continuate nel vostro lavoro Stop. Siamo tutti orgogliosi di voi”.
Per Tompkins il messaggio rivela che il pericolo del prossimo massiccio
attacco tedesco alla testa di ponte non è stato compreso fino in fondo.
Storia Postale dell’11 febbraio
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Ricevuta di ritorno affrancata con un Lupa di Bari con filigrana,
bollata a Adelfia (BA).
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Sabato 12 febbraio 1944
DAL DIARIO DI PUNTONI - “La gazzetta del Mezzogiorno
pubblica oggi un articolo contro il Re che sembra scritto con il veleno.
Non è possibile rispondere perché l’unico giornale monarchico esistente,
è stato sospeso per un mese dagli alleati”.
LINEA GUSTAV - Esauritasi la prima battaglia di Cassino, il Corpo
neozelandese del generale Sir Bernard Freyberg sostituisce sul fronte di
Cassino il II° Corpo USA: il settore della 34^ div., a nord di Cassino,
passa alla 4^ divisione indiana del generale Tuker, mentre a sud di
Cassino la 2^ divisione neozelandese dà il cambio alla 36^ divisione
americana. Il generale Freyberg fa subito sapere che, prima di qualsiasi
altro attacco contro Montecassino, l’Abbazia deve essere bombardata.
IL GENERALE MARK CLARK ALLA V^ ARMATA: “Uomini della V^ Armata
stanno combattendo con valore importanti battaglie su due fronti. Il 22
gennaio nostre truppe sciamarono sulle spiagge di Anzio, immediatamente
a sud di Roma; rapidamente hanno occupato una vasta zona sul fianco e
sul retro dello schieramento tedesco e hanno stabilito una salda testa
di sbarco. Il buon esito dell’operazione ha costretto il nemico a
ritirare un consistente numero di truppe dal fronte di Cassino e da
quello del Garigliano.
Il prossimo passo consisterà in operazioni che consentiranno alle nostre
due forze di stringersi la mano nella vittoriosa marcia verso Roma e il
Nord”.
TESTA DI SBARCO DI ANZIO - Si esaurisce, anche per il perdurare
del maltempo, l’attacco della 45^ divisione per riconquistare le
posizioni perdute e i reparti si ritrovano al punto dove erano partiti.
Gli inglesi criticano Lucas: “Il contrattacco, di nuovo tardivo e
condotto con forze insufficienti, non poteva che avere l’esito di tutti
gli altri suoi attacchi”.
Domenica 13 febbraio 1944
DALL’ABBAZIA DI MONTECASSINO - Il generale Alexander autorizza
Clark ad effettuare il bombardamento di Montecassino.
ALLEATI - Continua la preoccupazione di Churchill per un’Italia
vinta mediante un governo ubbidiente (con Badoglio e il re). Egli
diffida dei partiti antifascisti costituitisi in Comitato di Liberazione
Nazionale (CLN) che vogliono costituire un governo “legale” in quanto
veramente democratico e di popolo. In proposito, oggi scrive ancora a
Roosvelt rincarando quanto aveva asserito nella sua precedente del 3
febbraio: “…questo governo (re - Badoglio) si atterrà alle nostre
istruzioni assai più di qualunque altro che potessimo eventualmente
costituire…un nuovo governo italiano dovrà guadagnarsi la stima del
popolo italiano, cercando di resistere alle nostre richieste: con ogni
probabilità cercherà di sollevare obiezioni circa i termini
dell’armistizio”.
TESTA DI SBARCO DI ANZIO - Fronte abbastanza statico ma i
tedeschi si stanno preparando per una grande offensiva. Il bollettino
odierno del comando tedesco risulta chiaro: “La XIV Armata attaccherà il
16 febbraio…L’intera operazione, così come la data e l’ora dell’attacco,
deve considerarsi segretissima. Si proibisce agli ufficiali dell’Alto
Comando che si trovano qui con compiti consultivi di comunicare con il
loro quartier generale per telefono”.
Lunedì 14 febbraio 1944
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DALL’ABBAZIA DI MONTECASSINO - Nell’imminenza del bombardamento
di Montecassino, gli Alleati fanno arretrare le proprie truppe dalla
zona.
Il generale americano Eaker (nella prima foto) comandante in capo
delle forze aeree alleate del Mediterraneo, e il tenente generale
Jacob L. Devers (nella foto di profilo) salgono a bordo di un aereo
da collegamento L5 Courier e vanno a sorvolare lo sperone di
Montecassino. Quello che Eaker vede, e lo descriverà in seguito, è
un’antenna radio che, a suo avviso, è usata dai soldati che occupano un
osservatorio. |
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Alle 13 una batteria di
obici americani da 105 mm. In postazione nella valle del Liri sparò 25
granate cariche di manifestini nel cielo di Montecassino. Il messaggio
stampato in italiano e in inglese dice:
Amici italiani,
ATTENZIONE
Noi abbiamo sinora cercato in tutti i modi di evitare il
bombardamento del monastero di Montecassino. I tedeschi hanno saputo
trarre vantaggio da ciò. Ma ora il combattimento si è ancora più stretto
attorno al Sacro Recinto. E’ venuto il tempo in cui a malincuore siamo
costretti a puntare le nostre armi contro il Monastero stesso.
Noi vi avvertiamo perché voi abbiate la possibilità di porvi in salvo.
Il nostro avvertimento è urgente: lasciate il Monastero. Andatevene
subito. Rispettate questo avviso. Esso è stato fatto a vostro vantaggio.
La Quinta Armata
Alle due del pomeriggio Dom Matronola porta uno dei volantini all’abate
Diamare. I civili si affollano dietro i monaci chiedendo disperatamente
consiglio sul da farsi, andavano avanti e indietro, spaventati e
indecisi. I monaci, alla fine, consigliano che ciascuno faccia quello
che gli sembrava meglio. Nessuno però sa quale può essere questo
“meglio”.
IL RE CON LA FAMIGLIA SI TRASFERISCE DA BRINDISI A RAVELLO (SA)
dove si stabilisce a villa Episcopio messagli a disposizione dal duca
Riccardo Di Sangro. La villa si trova al n° 16 di S. Giovanni del Toro.
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Alle 6 parte per Ravello la colonna
reale formata da cinque vetture. Arriviamo a destinazione alle 16,30. I
Sovrani prendono alloggio nella villa dei marchesi Di Sangro. Acquarone
e io ci sistemiamo in una villa poco distante da quella delle Loro
Maestà.
Ravello è stata scelta dagli alleati come posto di ristoro e di riposo
per ufficiali e soldati reduci dal fronte. Più che riposarsi, però, i
militari angloamericani qui a Ravello gozzovigliano giorno e notte. I
pochi alberghi esistenti sono stati occupati e di sera non si vedono in
giro che militari ubriachi, in compagnia di donne di tutte le specie”.
BOMBARDAMENTI ALLEATI - Battaglia aerea nel cielo di Verona. Un
aereo tedesco precipita e cade davanti a Castelvecchio. Bombe alleate
cadono anche sui quartieri Trieste e Nomentano a Roma.
FRONTE ITALIANO - Limitata attività di pattuglie in tutti i
settori.
L’AGENZIA DI NOTIZIE TEDESCA RIFERISCE: “La situazione sul fronte
italiano è stata dominata, negli ultimi 24 giorni, dalla battaglia per
Cassino, battaglia che sta continuando con estrema asprezza. Al suo
confronto, i combattimenti in altri settori, anche nella testa di sbarco
di Nettuno, risultano insignificanti. Unità americane, formanti un
consistente raggruppamento di forze appoggiato da un eccezionale
spiegamento di materiali, hanno montato domenica mattina un attacco
contro la città di Cassino, attacco che è ancora in corso stamani”.
IL TIMES RIFERISCE: “Sul fronte principale della V Armata la
battaglia per Cassino prosegue il suo accanito corso. Tre chilometri a
ovest della città gli americani hanno conquistato un’altura di circa 450
metri di quota e hanno respinto un forte contrattacco con cui il nemico
tentava di riconquistarla.
Su Montecassino, noto fra i soldati come la collina dell’abbazia,
sovrastante la città, la resistenza del nemico è ancora estremamente
tenace. Oggi è stata divulgata la notizia che le autorità vaticane hanno
chiesto che il monastero sulla sommità della collina, culla dell’ordine
dei Benedettini, sia risparmiato. Gli Alleati hanno accondisceso alla
richiesta nel limite del possibile, ma i tedeschi stanno sfruttando il
monastero come fortezza; i suoi grandi fabbricati e i suoi massicci muri
costituiscono una parte importante delle loro difese che dominano la
sottostante strada per Roma. Il monastero non è sino a questo momento un
bersaglio dei cannoni o degli aerei alleati”.
Storia Postale del 14 febbraio
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Piego comunale da Licata a Monreale con il timbro ACS ai suoi primissimi
usi. Forse il primo uso noto.
Martedì 15 febbraio 1944
DALL’ABBAZIA DI MONTECASSINO –
Alle 8,30 del mattino i monaci si riuniscono nel loro rifugio
sotto l’ala nord est del monastero, dove hanno allestito una cappella
provvisoria. Poi si trasferiscono nella stanza dell'abate Diamare per
continuare le loro devozioni ed è allora che avvertono sopra di loro una
improvvisa tremenda esplosione. Sono le 9,28 e ha avuto inizio
il bombardamento del Monastero con una prima ondata di 144 fortezze
volanti la maggior parte delle quali porta 12 bombe dirompenti da 250
chilogrammi. Non tutte le fortezze volanti centrano il bersaglio. Alcune
cadono a cinque chilometri dall’obbiettivo, proprio in mezzo ai veicoli
alle spalle del generale Eaker che con il suo amico Devers stava
assistendo agli effetti del bombardamento.
Anche Clark prova l’emozione dell’imprecisione dei bombardieri
americani. Il comandante della V Armata è rimasto a Presenzano, al suo
posto di comando. La località, che si trova a 27 chilometri da
Montecassino, si trova sul percorso dei bombardieri e sedici bombe
cadono a pochi metri di distanza dal rimorchio nel quale Clark sta
lavorando. Dodici bombe cadono anche fra le truppe della divisione
indiana i cui reparti, che si trovano sul costone di Montecassino, sono
i più vicini all’obbiettivo di qualsiasi altro soldato alleato.
Ventiquattro uomini rimangono feriti.
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Le esplosioni
scuotono porte e finestre del castello di Castelmassimo nel quale von
Senger ha piazzato il suo comando. Sembra che Senger abbia detto:
“Che idioti! Hanno finito per farlo. Tutti i nostri sforzi sono stati
inutili”.
La notizia giunge al comando di Kesselring alle 10,30. Il capo di stato
maggiore, maggiore generale Siegfried Westphal chiede per telefono:
“Ci sono stati danni, per noi, dal punto di vista militare?”. Il suo
omologo della X Armata gli risponde: “No, perché noi non eravamo
all’interno dell’abbazia”.
Alle 11,15 i monaci pensano che il bombardamento sia finito e
possono constatare che tutti i membri della loro piccola comunità sono
incolumi. L’abate Diamare, accompagnato da Matronola, va a vedere cosa è
rimasto del suo Monastero. Il tetto della basilica è scomparso mentre la
facciata è ancora in piedi. I civili si stanno aggirando smarriti nei
chiostri. Molti sono feriti e parecchi altri sono rimasti sepolti sotto
le macerie. Alcuni sono fuggiti durante le ondate del bombardamento.
L’abate, vista la distruzione all’esterno, decide di tornare al rifugio
dove nel frattempo si sono ammucchiati anche tre coloni con le loro
famiglie.
Alle 10,57 partono da Decimomannu, in Sardegna, i primi 22
Marauder B26 che trasportano ognuno quattro bombe da 500 chilogrammi. In
questa seconda incursione vengono impiegati complessivamente 86 Marauder.
Il carico viene sganciato fra le 13,26 e le 13,33. In tutta la
mattina fra le 9,28 e le 13,33 239 bombardieri, fra pesanti e medi,
hanno sganciato 453 tonnellate e mezzo di bombe (di cui 66,5 di
incendiarie). Durante questa seconda incursione dom Matronole e l’abate
Diamare si accucciano in un angolo della stanza del rifugio per schivare
le schegge di pietra e di metallo che entrano dalla finestra. La porta
della stanza è rimasta ostruita dalla caduta delle pietre ma dom
Matronola riesce a trovare una via d’uscita. A questo punto i monaci
abbandonano tutti il loro rifugio con le valigie che hanno preparato la
sera prima. Emergendo dalle stanze sotterranee scoprono una scena di
devastazione assai più grave del precedente bombardamento. Il monastero
è ormai irriconoscibile. Numerosi profughi sono rimasti uccisi o feriti,
ma ci sono ancora centinaia di uomini, donne e bambini nascosti fra le
macerie e nei passaggi sotterranei rimasti intatti. Cinque monaci, la
metà di quelli che in ottobre avevano deciso di rimanere con il loro
abate, dichiarano che a questo punto non se la sentono più di restare
fra le macerie della loro casa e che hanno deciso di tentare la fuga.
Mentre è certo che nessuno dei monaci è rimasto ucciso o ferito, non
verrà mai accertato quanti fra le mille – duemila persone accorse a
Montecassino sono rimaste uccise. La valutazione più accurata, fatta da
uno storico locale, è che vi siano stati 230 morti nell’abbazia e che,
di questi, metà circa abbiano perso la vita nel bombardamento. Non
esiste prova che le bombe cadute abbiano invece ucciso un solo tedesco.
Il monastero durante le fasi del bombardamento alleato:
Alle 14,30 il tenente Marks, dal suo osservatorio sul monte
Trocchio, dichiara di avere visto duecento civili abbandonare l’abbazia.
Dopo il violentissimo bombardamento, dell’abbazia non restano che rovine
fumanti, ma gli Alleati non ne ottengono alcun vantaggio: il 3°
reggimento paracadutisti del colonnello Heillmann, infatti (un’unità
scelta della 1^ divisione paracadutisti del generale Heidrich), occupa
la posizione e vi piazza la propria artiglieria trasformando le rovine
in una specie di fortezza. Da qui i reparti tedeschi possono ora, non
visti, controllare ogni minimo movimento dell’avversario.
LINEA GUSTAV - Durante la notte (alle 22) la 4^ Divisione indiana
effettua il suo attacco con il Royal Sussex, battaglione metropolitano
della sua 7^ brigata (ogni brigata comprende due battaglioni indiani e
uno metropolitano) a quota 593, monte Calvario, la vetta del costone che
porta al monastero ma deve ritirarsi e tornare alle posizioni di
partenza, perdendo 64 uomini. E’ stato un combattimento che ricorda i
più orribili della guerra di trincea 1914 – 18, condotto alla bomba a
mano e alla baionetta. Le posizioni di questa divisione sono state anche
raggiunte da alcune bombe alleate lanciate durante l’attacco al
monastero. Gli alleati non hanno evidentemente studiato un coordinamento
tra il bombardamento aereo sul Monastero e le successive operazioni
terrestri.
TESTA DI SBARCO DI ANZIO - La posizione del generale Lucas,
accusato di attendismo, si aggrava oggi con la relazione che Alexander
rimette al Ministero della Guerra britannico: “Sono deluso dal
comandante del VI corpo d’armata. E’ inerte, e gli fanno difetto
l’energia e l’entusiasmo necessari per assolvere il suo compito. A
quanto sembra, gli avvenimenti lo hanno sopraffatto. Quello di cui
abbiamo bisogno è un uomo audace e deciso come George Patton, assistito
da uno stato maggiore capace. Oppure si sostituisca l’intero vertice del
VI Corpo con un comandante e uno stato maggiore inglesi. La seconda
soluzione ha un aspetto decisamente drastico, e mi piacerebbe sapere da
Eisenhower quali reazioni, secondo lui, susciterebbe”. Poi, rivolgendosi
a Clark: “Ormai, la situazione è grave. Potremmo essere ributtati in
mare. Sarebbe un grosso guaio per entrambi, e tu verresti certamente
rimosso dal comando”.
Storia Postale del 15 febbraio
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Cartolina postale VINCEREMO usata in Sicilia senza il valore AMGOT
applicato sopra al valore stampigliato e pertanto da tassare come
infatti segnala la T visibile sotto il timbro Verificato per Censura.
Non si rilevano però tracce di segnatasse qualora asportati.
Mercoledì 16 febbraio 1944
DALL’ABBAZIA DI MONTECASSINO - Alle prime luci del giorno tutti i
civili superstiti fuggono dalle rovine del Monastero. Sono rimaste al
massimo 40 persone: i sei monaci, le tre famiglie di coloni, i feriti
gravi e alcuni bambini orfani.
Nel pomeriggio i bombardieri alleati tornano su Montecassino per
sganciare una piccola parte delle bombe di ieri. Quarantotto bombardieri
sganciano 24 tonnellate di bombe. I monaci non riescono nemmeno a
distinguere la differenza fra queste bombe e i proiettili di artiglieria
che per tutta la giornata batteranno il monastero.
Nelle foto una desolante visione degli effetti del bombardamento
della Abbazia e dei suoi dintorni.
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IL TIMES RIFERISCE:
“La decisione del Comando alleato di bombardare l’abbazia, attentamente
deliberata e adottata con riluttanza, ha avuto il via per
l’esecuzione…Dalle ore 9,15, aerei del tipo fortezze volanti, Mitchell e
Marauder, in successive passate di uno squadrone alla volta effettuate
ogni 20 minuti, hanno sganciato sull’abbazia bombe ad alto esplosivo….Al
bombardamento aereo dell’abbazia, durato due ore, si accompagnò il fuoco
di tutte le artiglierie alleate concentrato sulle postazioni tedesche in
Cassino, attorno alla città e più indietro nella valle del Liri. Il
rombo dei cannoni, vicino e lontano, fu incessante. Granate scoppiarono
in Cassino e sui
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pendii sovrastanti la
città; altre caddero sui costoni molto dietro l’abbazia”.
SEMPRE OGGI IL TIMES RIFERISCE ANCORA: “Per porre in risalto la
riluttanza con cui il Comando alleato ha ordinato il bombardamento
dell’abbazia benedettina di Montecassino, il presidente Roosevelt, nella
sua conferenza stampa di oggi, ha letto due ordini diramati dal generale
Eisenhower lo scorso 29 dicembre riguardante la protezione dei monumenti
storici.
Il primo ordine diceva che tali monumenti dell’Italia dovevano
essere rispettati tanto quanto la guerra poteva permetterlo, ma se i
comandanti devono scegliere tra la distruzione di un famoso edificio e
il sacrificio di uomini, allora le vite valgono infinitamente di più e
gli edifici possono essere sacrificati. Nulla può ergersi di fronte
all’argomento della necessità militare, ma ciò non deve essere confuso
con la convenienza militare e anche personale, non si vuole che il
termine “necessità militare” mascheri negligenza o indifferenza.
Il secondo ordine prevedeva: che i monumenti storici
fossero contraddistinti chiaramente con un segno convenzionale e se
necessario vigilati da guardie; che fosse vietata l’occupazione di
edifici storici da parte dei militari, anche se di secondaria
importanza, nel caso in cui fossero disponibili altri alloggiamenti”.
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Alle 16,30 il Sovrano riceve il generale
Mac Farlane e lo trattiene a colloquio per circa un’ora. Dopo l’udienza
gli offre un tè, presente la Regina. Alla fine dell’udienza e del tè
vedo Sua Maestà. Mi sembra soddisfatto. Dice di essere riuscito a
convincere il capo della missione alleata della fondatezza delle sue
idee e dei suoi propositi. Mac Farlane avrebbe dichiarato inoltre di
considerare conveniente lo spostamento del Re da Ravello e non si
sarebbe dichiarato contrario ad un eventuale trasferimento a Napoli”.
BOMBARDAMENTI ALLEATI - Massicce incursioni colpiscono la
periferia di Roma nell’intento di tagliare la strada a tutti i
possibili rifornimenti ai contingenti tedeschi impegnati sia sulla
Gustav che contro la testa di sbarco di Anzio. Colpito anche il
quartiere Ostiense.
LINEA GUSTAV - Inizia la seconda battaglia di Cassino che
viene combattuta dal Corpo d’Armata neozelandese (2^ div. fanteria) con
l’aiuto della 78^ div. britannica spostatasi dal settore adriatico (VIII
Armata) e che aveva già dato il cambio alla 36^ div. USA (il 6 febbraio)
nel settore della statale 6 (Casilina). Alle 23,20 la divisione indiana
riprende l’attacco alla Quota 593 senza successo, rispetto alla notte
precedente. Il Royal Sussex ha attaccato con forze superiori subendo
però il doppio delle perdite (130) in parte dovute anche ai tiri della
stessa artiglieria alleata.
TESTA DI SBARCO DI ANZIO - I tedeschi sferrano il loro
massiccio attacco L’operazione Fischfang che per ordine di Hitler,
entro tre giorni, dovrebbe gettare in pasto ai pesci gli angloamericani.
Le truppe tedesche a difesa hanno completato oggi il definivo
schieramento con l’arrivo degli ultimi contingenti di cui al 10 febbraio
e sferrano un violento attacco frontale sulla dirittura di Campoleone,
costringendo gli alleati a ripiegare sulla linea che tenevano il 29
gennaio. Alle 6 del mattino, più di 450 cannoni tedeschi scatenano un
tiro di sbarramento sulla zona a sud di Aprilia. Trenta minuti dopo due
divisioni, la 3^ Panzergrenedieren e la 715^ di fanteria partono
all’assalto delle posizioni tenute dagli uomini della 3^ e della 45^
divisione, con l’aiuto di 700 apparecchi della Luftwaffe. Carri armati
tedeschi in gruppi da quattro a otto sparano da distanza ravvicinata per
poi tornare indietro per ricaricare le munizioni. Queste forze riescono
a compiere uno sfondamento attorno a Campoverde per una larghezza di
quattro chilometri e creando un cuneo profondo ben sei chilometri: ne
mancano ancora cinque per giungere nella località Tre Cancelli, da cui
diventa possibile sparare direttamente su Nettuno. Il momento è
difficile per gli Alleati anche perché i rinforzi americani e la 56^
divisione britannica, appena giunti dal fronte di Cassino per sostituire
la valorosa 1^ divisione, si sono trovati così immediatamente impegnati
nel vivo della battaglia. Un cuneo assai pericoloso si apre nello
schieramento angloamericano che è costretto ad arretrare in tal punto
verso il perimetro iniziale della testa di sbarco. Superiori di numero
(nove divisioni contro sei, centomila soldati alleati sono circondati da
centoventicinquemila soldati tedeschi), i tedeschi tentano invano di
forzare l’ultima linea difensiva anglo americana appoggiata sui paesi di
Padiglione, Campomorto, La Ferriera e Conca.
I plotoni del battaglione paracadutisti italiani (della RSI) “Nembo”
che hanno raggiunto il fronte, attaccano le avanguardie del reggimento
inglese Gordon Highlanders catturandone il comando.
L’aviazione alleata, per sostenere il VI corpo d’Armata, effettua
oggi 468 incursioni, bombardieri leggeri e medi si occupano del fronte
più vicino; quelli più pesanti attaccano le linee di comunicazione e
rifornimento in arrivo da Roma.
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