il tramonto di un regno









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il tramonto di un regno


di Giancarlo MAGNONI


7° Periodo: dal 10 febbraio 1944 al 10 maggio 1944.
Territorio a sud della linea del fuoco: A.M.G./ A.C.C. E REGNO DEL SUD CON SEDE A SALERNO E NAPOLI.

Seconda parte (dal 17 al 25 febbraio)

 

Giovedì 17 febbraio 1944

DALLA CITTA’ DEL VATICANO - La segreteria di Stato eleva una nuova protesta al ministro di Stato presso la Santa Sede, Osborne, per i continui attacchi aerei su Roma e per l’elevato numero di vittime che stanno causando e chiede di portare ancora una volta la questione all’attenzione delle autorità militari.
Inspiegabilmente il Vaticano, nel clamore mondiale seguito al bombardamento dell’Abbazia, non ha fatto sentire la sua voce. Solo oggi l’Osservatore Romano, il quotidiano organo ufficiale del Vaticano, parla di Montecassino in un articolo dal titolo: “La tragica ora di Montecassino” nel cui testo, notevolmente blando, ricorda le “tempestive e insistenti premure perché il mirabile monastero venisse risparmiato da ogni possibilità di offese” e rimanda “soltanto per un domani più o meno lontano l’ufficio di ricercare, in definitivo giudizio, le cause di tanta sciagura”.
Lo stesso papa rimane in silenzio

DALL’ABBAZIA DI MONTECASSINO - I monaci stanno ancora discutendo sul da farsi. Non c’è posto per nascondersi sotto l’incessante bombardamento dell’artiglieria e degli aerei. Restare fra le rovine significa ormai morte certa. I monaci avevano fatto voto di rimanere nell’abbazia per tutta la vita ma, sostiene dom Matronola, dato che la casa di San Benedetto è stata distrutta non resta altra scelta se non quella di raccogliere i civili superstiti e andarsene. E il momento più propizio per farlo e nel primo mattino durante la pausa del duello delle artiglierie. Così alle 7,30 la processione si incammina con l’abate Diamare, che postosi davanti a tutti con un grande crocifisso in spalla, procede molto lentamente aiutato da dom Matronola che cammina al suo fianco indicandogli dove si trovano le pietre da scavalcare e i crateri delle granate da evitare. Il sentiero da percorrere è una mulattiera larga circa un metro e ottanta, tagliato nel fianco della montagna. Mentre camminano, i monaci e i civili che li seguono, in tutto una quarantina di persone, recitano il rosario.

Alle 10 circa del mattino il gruppo raggiunge il corso d’acqua stagionale noto come il “torrente in secca” dove si trovano i resti della piccola chiesa dedicata a Santa Scolastica abbattuta nel 1939. Qui viene avvistata una bandiera con la Croce Rossa, un posto di medicazione tedesco. I soldati consigliano al gruppo di proseguire perché la zona è pesantemente battuta dall’artiglieria. Mentre i profughi vengono rifocillati appare un soldato che dichiara che Kesselring in persona ha ordinato di cercare l’abate e tutti i superstiti del bombardamento e che è in arrivo un’autoambulanza per prelevare i monaci e i feriti.

Alle 16,30 arriva l’autoambulanza con un ufficiale tedesco che reca una lettera del generale Baade per l’abate Diamare. Con l’ambulanza vengono prelevati e portati al bunker di Baade: un bambino con le gambe paralizzate, tre donne, Dom Matronola e l’abate Diamare.
In tarda serata l’abate e il suo segretario Martino Matronola vengono portati a Castelmassimo al comando del generale von Senger dove vengono intrattenuti per la cena anche se l’abate accetta solo un una tazza di tè e una fetta biscottata. Poi potrà avere una notte di vero riposo dopo tre settimane di permanenza nell’angusto rifugio nel monastero.

Il Times riferisce: “Il bombardamento dell’abbazia di Montecassino ha frantumato le maggiori difese tedesche sulla strada per Roma e nella stessa Cassino. Nel tardo pomeriggio la nostra artiglieria ha bombardato le restanti posizioni su Montecassino, ma non vi sono notizie presso i comandi a riguardo delle nostre truppe che si sono addentrate di alcune centinaia di metri verso la sommità della collina ove ha sede il monastero.
E’ stato confermato che noi teniamo, grosso modo, un terzo della città di Cassino. La ricognizione fotografica effettuata dall’aviazione alleata riferisce che questa ha rilevatola completa distruzione dell’abbazia”:

DAL DIARIO DI PUNTONI - “Giurano, alle 10, i ministri del nuovo Gabinetto. Sono: Esteri, Badoglio; Educazione Nazionale, Cuomo; Comunicazioni, Siciliani; Industria e Commercio, Lucifero; Lavoro, Corbino; Interni, Reale; Lavori Pubblici, De Caro; Guerra, Orlando; Finanze, Jung.
Nella zona di Nettuno la situazione militare è sempre critica. Gli alleati attraversano una crisi così grave che potrebbe indurli a reimbarcarsi. Anche sul Garigliano i tedeschi riprendono l’iniziativa. Gli alleati annunciano che per “esigenze belliche” sono stati costretti a distruggere l’abbazia di Montecassino. E’ stata bombardata anche la periferia di Roma”.

DEL GOVERNO BADOGLIO - Per le pressioni alleate e seguendo un’indicazione data da Corbino già da alcune settimane, il re promuove a ministro i sottosegretari presenti a Salerno e dimette i ministri rimasti a Roma, considerandoli “dimissionari”. Si tratta di un atto burocratico puramente simbolico (1).
…………
(1) Per questa fase si è anche parlato di un secondo governo Badoglio.
 

TESTA DI SBARCO DI ANZIO - Il generale Clark, dopo le “considerazioni” di Alexander, che gli ha proposto l’allontanamento di Lucas dal VI Corpo, dispone con un comunicato notturno (nella notte sul 17) che il generale Truscott deve cedere il comando della 3^ divisione americana al generale John W. O’Daniel (vedi foto) per divenire il vice comandante del VI corpo, unitamente all’inglese V. Evelegh.
Negli alti Comandi alleati lo scacco di Anzio sta producendo analoghe riflessioni: sia Eisenhower che Alan Brooke pensano addirittura di ricorrere all’energia e all’audacia di Patton. Non è solo Lucas a preoccuparli: per loro anche Clark ha dimostrato notevoli lacune e lo stesso Clark, in effetti, si sente in pericolo.
La mattina, mentre continua la pressione dell’attacco tedesco, Truscott sta dando le consegne della 3^ divisione a O’Daniel. A Nettuno, nella grotta adibita a comando del VI corpo, il generale Keiser, capo di stato maggiore, attende con impazienza il suo arrivo perché provveda a prendere le decisioni del caso e commenta: “E’ bene che si sbrighi perché non so se domani ci sarà ancora il quartier generale”.
 


 

 A sera Mackensen, comandante tedesco della XIV Armata, è combattuto dal problema se far cessare l’attacco o ordinarne la seconda ondata di due divisioni; per parte sua è dell’opinione di far cessare altri sforzi a causa delle terribili perdite subite dalla prima ondata. La 65^ divisione è ridotta a meno di mille uomini. Kesselring, sebbene abbia qualche dubbio sull’esito della battaglia, è a favore di una prosecuzione dell’offensiva. Hitler, in ogni caso, avrebbe ordinato di non rinunciare. Viene così deciso di continuare ad attaccare.
Nel nuovo attacco i tedeschi riescono ad avanzare fino ad una profondità di sette chilometri su un fronte di uguale lunghezza e colpiscono pesantemente l’estrema linea difensiva della testa di ponte. L’equivalente di sei divisioni tedesche è dispiegato contro quattro stanchi battaglioni americani.



Venerdì 18 febbraio 1944

DALL’ABBAZIA DI MONTECASSINO - Dopo una notte di vero riposo l’abate Diamare, che ha pernottato al comando di tedesco di Castelmassimo, viene invitato da von Senger a lasciarsi intervistare alla radio. Senger dichiarerà poi di avere ricevuto ordini in tal senso dall’alto comando dell’esercito ma di averlo fatto con riluttanza perché gli sembrava una “violazione dell’ospitalità”. L’abate gli ha comunque risposto che gli sembrava sufficiente la dichiarazione che aveva firmato fra le rovine, poi cede e acconsente a questa intervista che si svolge subito dopo nel salotto del generale. Dopo un preambolo del corrispondente, Senger rivolge alcune domande alle quali l’abate risponde con frasi preparate per iscritto da lui e Matronola. Il corrispondente traduce in tedesco le dichiarazioni mentre la scena da operatori cinematografici e fotografi. Questo servizio sarà parte integrante di un film sulle rovine già inviato a Berlino. Non è chiaro se la testimonianza dell’abate sia stata alterata dal corrispondente nella sua traduzione in tedesco per la trasmissione. Quello che è certo è che Senger ci tiene a far risultare che i tedeschi erano ignari dell’imminenza del bombardamento (Senger dichiara infatti che nessun manifestino era stato lanciato sulle posizioni tedesche) e che sia prima che dopo i suoi uomini si sono prodigati per aiutare chi non aveva voluto allontanarsi dal monastero malgrado i loro ripetuti inviti in tal senso. Principalmente, Senger e tutto l’alto comando germanico, tengono a far risultare, come sembra in realtà sia stato, che le truppe tedesche hanno sempre rispettata la extraterritorialità del monastero che solo adesso, dopo la sua distruzione, può diventare e diviene, un posto di osservazione e di resistenza.


Diamare e Matronola durante l’intervista nel salotto di Senger e con Senger al momento della partenza per Roma.


Dopo l’intervista Diamare e Matronola vengono accompagnati dallo stesso Senger fino all’auto che gli ha procurato e con questa si dirigono subito verso Roma per andare subito al monastero di Sant’Anselmo dove si trovano i confratelli partiti in ottobre. Giunti però alla periferia di Roma, ad un posto di blocco, un ufficiale tedesco ordina all’autista di seguirlo. Invece di andare a Sant’Anselmo vengono condotti in un palazzo per uffici nel centro di Roma. Vengono accompagnati in una piccola stanza e l’ufficiale tedesco gli dice di aspettare “l’ambasciatore tedesco”. In realtà si trovano nella sede dell’EIAR, la radio nazionale italiana nel quartiere delle Vittorie. Così Diamare acconsente, alle insistenze tedesche, per un’altra intervista radiofonica, questa volta per il pubblico italiano. Risaliti in macchina con la speranza di andare finalmente a Sant’Anselmo vengono invece portati dall’ambasciatore di Germania presso la Santa Sede, von Weizsaecker, il quale chiede all’abate di firmare un’altra dichiarazione, questa in tedesco, già preparata per lui. Questa volta Diamare però si rifiuta categoricamente di firmare e, sempre con il fidato Matronola a suo fianco, si apre la strada in mezzo a una folla di giornalisti e fotografi, torna all’automobile che li conduce finalmente a Sant’Anselmo dove possono riabbracciare i confratelli.

DAL DIARIO DI PUNTONI - “Acquarone ha un lungo e deludente colloquio con il maggiore Jonston il quale gli dice che o il Sovrano non si è spiegato bene con Mac Farlane o Mac Farlane non ha capito nulla di quanto gli ha detto il Re sulla situazione politica italiana e sulla sua personale. Johnston ha aggiunto che gli alleati desiderano che la presente situazione sia risolta al più presto tanto più che non è il caso, per adesso, di pensare a una rapida riconquista di Roma. Acquarone insiste perché il maggiore inglese si incontri di nuovo con Sua Maestà ma Johnston rifiuta dicendo che non è autorizzato a compiere questo passo. Il ministro della Real Casa torna allora all’attacco e dice che il Sovrano non intende cedere di fronte alle imposizioni di una minoranza. “Se gli alleati vogliono che Vittorio Emanuele abdichi”, dice Acquarone, “bisogna che glielo impongano. In tal caso tutte le responsabilità ricadranno, naturalmente, su di loro e su nessun altro…”. Johnston si è dimostrato perplesso. Domani parlerà della cosa con Mac Farlane. A conclusione del colloquio dice al ministro della Real Casa che un altissimo personaggio britannico si interessa favorevolmente delle sorti del Re d’Italia”.

TESTA DI SBARCO DI ANZIO - Nella notte sul 18 i tedeschi esercitano lo sforzo supremo per ricacciare in mare gli Alleati. Poi la pressione tedesca continua ancora a riversarsi contro i malandati battaglioni americani dalle 8 del mattino fino alle 20.
A bordo del suo aereo, un “Cucciolo”, scortato da Spitfire, giunge a Nettuno il generale Clark. “Cosa proponete per fermare i tedeschi?” chiede a Lucas e Truscott. Risponde Truscott: “Dobbiamo contrattaccare con ogni mezzo” e Clark gli assicura che farà intervenire l’intera aviazione del Mediterraneo.
Ancora una volta i bombardieri, levatisi in volo per andare a colpire in particolare i punti di rifornimento di munizioni e carburante, l’artiglieria alleata di terra (in tutto 432 cannoni) uniti a quella delle navi in rada davanti ad Anzio, riescono, come a Salerno, a fermare in extremis la mortale puntata nemica.


Storia postale del 18 febbraio


Modulo prestampato per internati italiani in Germania inviato da Antonino Di Stefano dallo STAMMLAGER 398 a Carmelino Di Stefano a Catania. Bollo viola GEPRUFT (esaminato) e bollo muto di partenza in data odierna.

 

Sabato 19 Febbraio 1944

ATTIVITA’ POLITICA DEI PARTITI DELL’OPPOSIZIONE AL SUD - Il re incontra Enrico de Nicola a Ravello. Resteranno chiusi nello studio di Vittorio Emanuele per tre ore. All’ultima parte del colloquio partecipa anche il conte Acquarone. De Nicola viene trattenuto anche per cena e per la notte, rientrerà a Torre del Greco l’indomani.
Il fine giurista napoletano ha esposto al re il suo progetto di istituzione della luogotenenza, ossia il passaggio dei poteri in esercizio al principe ereditario secondo una norma prevista dallo statuto. Così il re, secondo le richieste dei partiti, cesserebbe di essere il capo dello stato senza abdicare. Secondo De Nicola si tratterebbe di una soluzione onorevole e anche la soluzione di un problema contro il quale avevano dato di capo i partiti, uomini politici e personalità di ogni estrazione.

DAL DIARIO DI PUNTONI - “Alle 15 il Sovrano riceve l’onorevole De Nicola e lo intrattiene per circa tre ore. All’ultima parte del colloquio assiste anche il ministro Acquarone. E’ fuori di dubbio che sono nell’aria fatti grossi. De Nicola è stato invitato a pranzo dai Sovrani e a cene era presente anche il Principe di Piemonte”.

TESTA DI SBARCO DI ANZIO - Come promesso da Clark, l’appoggio aereo alleato, dopo l’impegno sul Monastero, si sposta sulla testa di sbarco e, un’incursione dopo l’altra, riesce a sospingere l’esercito in una controffensiva per fermare le truppe di Von Mackensen. Nella notte sul 19, massicci bombardamenti aerei e terrestri alleati continuano a martellare le posizioni tedesche. I tedeschi perdono la battaglia su un tracciato, quello destinato alla Pontina, che gli alleati hanno segnato sulle loro mappe con la denominazione di "pista di bowling”. Su questo terreno i carri armati americani fanno fuoco ininterrottamente dalle 6 del mattino alle 4,20 del pomeriggio, fino a quando si comincia a scorgere attraverso il fumo, la figura confusa dei nemici che voltano le spalle. Poi, le braccia levate cominciano a venire avanti a gruppi. Anche i paracadutisti della “Nembo”, massacrati dal tiro dei grossi calibri, sono costretti a retrocedere. Dei 315 uomini del battaglione, 115 sono rimasti sul terreno, fra morti e feriti.



Storia postale del 19 febbraio

 


 


 

Lettera semplice da Trapani a Salaparuta (TP) affrancata con un 0,50 AMGOT. Censurata con fascetta TP in chiaro e bollo a doppio cerchio VERIFICATO PER CENSURA e bollo del censore.



 

Lettera non affrancata e tassata con valori Lupa usati come segnatasse. Censurata con il timbro della ex Commissione Provinciale di Censura di Salerno 5R (di cui vedi la riproduzione).


 


Domenica 20 Febbraio 1944

DALL’ABBAZIA DI MONTECASSINO - I paracadutisti tedeschi occupano le rovine del monastero trasformandole in una fortezza nella quale resisteranno agli attacchi alleati per tre mesi fino a quando, volontariamente, decideranno di andarsene il 18 maggio e Montecassino cadrà senza combattimenti. I tedeschi si ritireranno perché nel mese di maggio gli alleati effettueranno finalmente quello che Tuker, della divisione indiana, avrebbe voluto fosse fatto in febbraio, quello che il generale Juin avrebbe voluto fosse fatto in gennaio e quello che il generale americano Keyes aveva caldeggiato ancor prima, sotto il nome di “Big Cassino”: l’aggiramento dei capisaldi tedeschi anziché investirli frontalmente.

LINEA GUSTAV - Nello schieramento tedesco la 1^ divisione paracadutisti del generale Heidrich comincia a sostituire la 90^ divisione Panzergrenadieren nel settore di Montecassino. Viene anche ritirata dal fronte la 71^ divisione di fanteria tedesca e viene schierata in un settore dei Monti Aurunci a nord della 94^ divisione.

TESTA DI SBARCO DI ANZIO - Continua, con estrema ferocia da ambo le parti, la controffensiva del VI Corpo, lanciata proprio sull’ultima linea di resistenza a nord del “cavalcavia” di Campo di Carne. I tedeschi stanno facendo gli ultimi tentativi per riorganizzare i loro attacchi.


Storia Postale del 20 febbraio


 


 

Cartolina postale Vinceremo 0,30 raccomandata affrancata 1,30. Inviata dalla provincia di Lecce a Bari. Poco visibile il bollo della Comm. Provinc. Di Lecce.
La tariffa non è ben comprensibile, una normale raccomandata fuori distretto dovrebbe essere affrancata 0,90; i 40centesimi in eccesso non sarebbero stati sufficienti per la ricevuta di ritorno.
 

 

Lunedì 21 Febbraio 1944

DAL DIARIO DI PUNTONI - “Al ritorno da una delle solite visite nelle zone attorno a Salerno, Sua Maestà trova, ad attenderlo, il generale Mac Farlane che è stato accompagnato a Ravello da Acquarone. Il colloquio dura un’ora circa e vi assiste anche il ministro della Real Casa. All’uscita, Acquarone mi dice che Sua Maestà ha parlato in maniera chiara e energica e che Mac Farlane l’ha ascoltato con molta comprensione”.

DAL REGNO - Ieri, o oggi, Vittorio Emanuele, dopo il colloquio avuto il 19 con Enrico De Nicola, invia un memorandum a Roosvelt e a Churchill nel quale comunica la sua decisione - sofferta e mai interamente accettata – di nominare luogotenente generale, alla liberazione di Roma, il figlio Umberto. Una soluzione all’insegna della continuità istituzionale che consente di conciliare la permanenza (formale) del sovrano con l’auspicata partecipazione dei partiti alla guida del paese.

LINEA GUSTAV - Il generale Freyberg dirama un nuovo piano di attacco contro Cassino.
 


TESTA DI SBARCO DI ANZIO – Continua la controffensiva del VI Corpo. Il contrattacco finale viene effettuato da una colonna del generale Gerard W. R. Templer (nella foto), comandante della 56^ divisione di fanteria britannica e dai mezzi corazzati del generale Harmon.
Il servizio segreto americano (OSS) a Roma trasmette questo messaggio al comando del VI corpo: “Tedeschi pensano che se presente attacco su tutta la linea fallisce non saranno più in grado di eliminare la testa di ponte”.
Il generale Westphal, capo di stato maggiore di Kesselring, attribuisce l’insuccesso tedesco innanzitutto all’efficienza del servizio segreto alleato e alla debolezza di quello tedesco. Egli dirà poi:


“L’assalto ha trovato il nemico pronto, sicché non abbiamo potuto godere dell’elemento sorpresa che avrebbe aumentato le nostre prospettive di successo…Le truppe tedesche sono penetrate nell’interno per 12 chilometri dalla spiaggia e alcune unità sono giunte ancora più vicino…Naturalmente avrebbero continuato a premere sul nemico, se avessero saputo come andavano le cose dall’altra parte. Ma l’incertezza sulle condizioni e sulle intenzioni del nemico è una tipica caratteristica della guerra. Come si sa, il comando alleato di fatto aveva già deciso il reimbarco quando improvvisamente e inaspettatamente le pressione tedesca è cessata. In questo modo è fallita un’impresa che era iniziata con grandi speranze e con un’abbondanza di mezzi ignota ai tedeschi fin dalla presa di Sebastopoli”.


Martedì 22 Febbraio 1944

ALLEATI - Winston Churchill, nel discorso odierno alla Camera dei Comuni, prende posizione contro i risultati del congresso di Bari e la dichiarazione della Giunta Permanente Esecutiva dei partiti antifascisti che hanno dichiarato Vittorio Emanuele III un re che deve abdicare. Il premier inglese insiste recisamente sul carattere di legittimità del governo del re e di Badoglio, accusa senza riguardo i partiti di volersi conquistare il consenso delle masse non favorendo le richieste alleate e infine dichiara, in modo secco, che soltanto con la liberazione di Roma potrà maturare la situazione per riesaminare eventualmente tutto il problema politico italiano, ed essere costituito un governo su basi più larghe. Frattanto, tutta la sua fiducia va al re e a Badoglio, custodi e garanti, finché in possesso del potere, dell’armistizio. E’ un vero e proprio irrigidimento. E’ anche la risposta indiretta al memorandum inviatogli da Vittorio Emanuele.
Nel suo discorso, Churchill, ha anche elogiato il comportamento dell’esercito italiano a fianco delle forze alleate.

ATTIVITA’ POLITICA DEI PARTITI DI OPPOSIZIONE AL SUD - L’ostilità del Partito Comunista a ogni compromesso con la monarchia viene anche oggi manifestata a Napoli con una manifestazione di protesta per il discorso di Churchill chiamato della “caffettiera”.

DAL DIARIO DI PUNTONI - “Sua Maestà la Regina si è recata a Napoli a visitare la Duchessa d’Aosta e l’ha accompagnata Greppi. Di ritorno da Napoli il comandante Greppi mi consegna una lettera che gli è stata data per il Re dal generale Gamerra. Si tratta, semplicemente, di un “ordine” di abdicazione redatto dai membri del comitato d’azione formatosi dopo il congresso di Bari. In testa alle firme c’è quella di Arangio Ruiz. La lettera reca la data del 6 febbraio. Non so spiegarmi il ritardo della consegna.
La radio, in serata, dà un sunto del discorso di Churchill. E’ la prima volta che si sente una parola in favore di quanto gli italiani stanno facendo a fianco degli alleati. Il Premier inglese riprende il pensiero del nostro Re e dice che se dovranno esserci dei mutamenti nella struttura del governo bisognerà aspettare che sia riconquistata Roma”.

STRATEGIE ALLEATE PER LA CAMPAGNA D’ITALIA - Il tenente generale John Harding, capo di stato maggiore di Alexander, con dispaccio 2916, esprime la sua valutazione sull’obbiettivo da fissare per le prossime operazioni sul fronte italiano: “Costringere il nemico a impegnare in Italia il massimo numero di divisioni all’epoca in cui la Overlord (sbarco in Normandia) sarà lanciata”.
Intanto Alexander sottopone le sue proposte per l’operazione Diadem (attacco alla Linea Gustav) al comandante supremo del teatro operativo di guerra nel Mediterraneo: generale Maitland Wilson.


I generali Harding, Alexander e Wilson (detto Jumbo)



LINEA GUSTAV - Limitata attività di pattuglie in tutti i settori. Alexander fa saper a Clark che i neozelandesi devono riprendere al più presto le operazioni contro Cassino, per aprire la valle del Liri ai 600 carri armati ed ai 7500 veicoli alleati.

TESTA DI SBARCO DI ANZIO - La situazione si stabilizza, rinunciando i tedeschi ad ulteriori contrattacchi e gli Alleati considerando già un successo il mantenimento della testa di sbarco acquisita. L’attacco tedesco viene sospeso dopo la comunicazione fatta alle 14,30 dal generale Westphal, capo di stato maggiore del maresciallo Kesselring, in cui si ammette che l’accanita resistenza, la superiorità dell’aviazione e l’intenso bombardamento navale non consentono di rigettare in mare gli Alleati. A sera la battaglia è conclusa.
In soli quattro giorni il VI Corpo angloamericano ha dovuto registrare 404 caduti, 1025 dispersi, 1982 feriti e 1637 fra malati e vittime di esaurimenti. La testa di sbarco, sia pure con la forza della disperazione, è riuscita a resistere e ad evitare un

ignominioso reimbarco.
Il generale Clark si reca a Nettuno e, alle otto di sera, sedutosi al suo tavolo nello scantinato della villa di don Steno Borghese, nella quale sta per trasferire il quartier generale della V Armata, fa accomodare il generale Lucas: “Mi dispiace. Cerca di capirmi. Non riesco più a oppormi ad Alexander e a Devers. Dicono che sei stanco. Devo sostituirti”. Lucas obbietta soltanto: “Siamo tutti stanchi” .
Lucas (nella foto) partirà domani mattina da Nettuno. Clark aveva detto a Truscott, nel promuoverlo a comandante del VI° Corpo, che si sarebbe portato Lucas a Caserta come suo vice. Invece accorderà a Lucas prima tre settimane di riposo a Sorrento e poi il ritorno a casa con il comando della IV^ Armata, una specie di territoriale, all’interno degli Stati Uniti dove, dopo cinque anni sarebbe morto colpito da un cancro.

 


Mercoledì 23 Febbraio 1944

 

L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD - Il 1° Raggruppamento Motorizzato italiano, definitivamente schierato nel settore di propria pertinenza, effettua oggi una ricognizione “del corso del Volturno nella zona compresa fra le sorgenti del fiume e il ponte rotto allo scopo di accertare la possibilità di infiltrazione di mezzi blindati e corazzati”. Gli esiti vengono comunicati al 68° fanteria che ha il compito di “attuare la difesa anticarro nella zona”.
Attività di secondaria importanza.

TESTA DI SBARCO DI ANZIO - Dopo giorni di feroci combattimenti, le forze contrapposte cercano di riorganizzare le loro file sistemandosi in posizioni difensive. Ma Hitler sta meditando un altro grande attacco alla testa di sbarco.
Il generale Lucian K. Truscott (nella foto a sinistra), comandante della 3^ divisione USA, viene nominato comandante del VI° Corpo in sostituzione di John P. Lukas. I tedeschi hanno già perso mordente.

 


Storia Postale del 23 febbraio
 

 

 

 

 

 

Lettera in franchigia per il Comitato Internazionale della Croce Rossa di Ginevra, inviata da San Giuseppe Vesuviano (NA). Censura Alleata con fascetta EXAMINER e analogo bollo in cartella con A.C.S. normalmente usato per la posta diretta all’estero. Censurata anche dai Tedeschi a Parigi A.x.

 


Giovedì 24 Febbraio 1944

DAL DIARIO DI PUNTONI - “Ricevo dal Capo del Governo, perché ne sia data visione al Re, una lettera di Mac Farlane in cui si dice che il Principe di Piemonte non può essere accolto né al comando del gruppo armate Alexander né a quello della V armata. Non so come sia nata questa faccenda e da chi sia partita la richiesta, in ogni modo chi l’ha consigliata non ha reso davvero un servigio alla Corona”.
 


Storia Postale del 24 febbraio

 


 

 


Un piego interno a Napoli affrancato 0,50 con uso di valore sovrastampato GOVERNO
MILITARE ALLEATO.
Bollo a ponte di censura 3023 di Napoli
 

Per chi non conosce questo particolare periodo tariffario della posta a Napoli, eccone i particolari ad oggi noti:
Dopo la sua occupazione, avvenuta il 1° di ottobre 1943, da parte Alleata, la posta rimase praticamente bloccata. La città e, in particolare, il porto (che avevano subito oltre 100 incursioni aeree) era distrutta in larga parte. Il 7 ottobre saltò in aria il palazzo della Poste Centro. La terribile esplosione, causata da mine tedesche a scoppio ritardato, provocò la morte di almeno 50 persone oltre ad innumerevoli feriti. L’ordigno scoppiò quando i locali ed i dintorni erano particolarmente affollati da moltissima gente che si era recata sperando di potere finalmente comunicare coi parenti, residenti in altre città d’Italia meridionale. Numerosi furono anche i morti ed i feriti tra i soldati americani. Anche questa evenienza contribuì certamente a ritardare la ripresa delle comunicazioni postali anche nella stessa Napoli.
In realtà la posta riprese ufficialmente a funzionare dal 10 dicembre in concomitanza con l’emissione dei tre valori sovrastampati Governo Militare Alleato, emissione della quale non mi sembra sia mai stato appurata la sua logica applicazione se non quella che l’accompagnava, ossia la disposizione da parte alleata di una tariffa unica per Napoli: erano permesse lettere semplici e cartoline tutte affrancate 0,50. Tale tariffa rimase in vigore (sembra, perché al momento non avallata da documenti ufficiali) fino al 17 marzo 1944.
Così si spiegano i tre valori sovrastampati (anche se a tale bisogna potevano sopperire tranquillamente gli stessi valori senza la sovrastampa): lo 0,20 doveva servire a completare la tariffa di una cartolina postale da 0,30; lo 0,35 (come nel caso del presente documento) a completare la tariffa di una cartolina postale da 0,15; il valore da 0,50 serviva par la lettera. Questo tipo di affrancature sono veramente rare. In trenta anni di ricerche ne ho viste “da contarsi sulle dita” e ritengo ancora più rare quelle con i soli valori della Imperiale che escludono automaticamente ogni sospetto di affrancature filateliche, presenti sul mercato in relativa abbondanza.
 

 

 


Cartolina commerciale inviata da Palermo a Trapani. Regolarmente affrancata 0,30 e con bollo censura a ponte 1022.

 

Venerdì 25 Febbraio 1944

DAL DIARIO DI PUNTONI - “Sul “Risorgimento” di oggi c’è la notizia ufficiale della nomina di Tito Zaniboni ad alto commissario per l’eliminazione del fascismo dalla vita pubblica italiana. La nomina è per decreto legge. Avevo già avuto sentore della cosa e so che anche Acquarone ne aveva parlato al Re accennandogli ai pericoli che comportava un simile provvedimento. Badoglio ha ceduto per non disgustare gli antifascisti e il Sovrano non ha rifiutato per non sentirsi ripetere l’accusa di “Re fascista”. L’alto commissario è equiparato a un funzionario di governo di grado terzo e riceve un lauto stipendio. Ciò che è grave è che le norme che regolano l’attività di questo commissariato sono non soltanto inumane ma addirittura contrarie al diritto”.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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