7° Periodo: dal 10 febbraio 1944 al
10 maggio 1944.
Territorio a sud della linea del fuoco: A.M.G./ A.C.C. E REGNO DEL SUD
CON SEDE A SALERNO E NAPOLI.
Seconda parte (dal 17 al 25 febbraio)
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Giovedì 17 febbraio 1944
DALLA CITTA’ DEL VATICANO - La segreteria di Stato eleva una
nuova protesta al ministro di Stato presso la Santa Sede, Osborne,
per i continui attacchi aerei su Roma e per l’elevato numero di vittime
che stanno causando e chiede di portare ancora una volta la questione
all’attenzione delle autorità militari.
Inspiegabilmente il Vaticano, nel clamore mondiale seguito al
bombardamento dell’Abbazia, non ha fatto sentire la sua voce. Solo oggi
l’Osservatore Romano, il quotidiano organo ufficiale del Vaticano, parla
di Montecassino in un articolo dal titolo: “La tragica ora di
Montecassino” nel cui testo, notevolmente blando, ricorda le
“tempestive e insistenti premure perché il mirabile monastero venisse
risparmiato da ogni possibilità di offese” e rimanda “soltanto
per un domani più o meno lontano l’ufficio di ricercare, in definitivo
giudizio, le cause di tanta sciagura”.
Lo stesso papa rimane in silenzio
DALL’ABBAZIA DI MONTECASSINO - I monaci stanno ancora discutendo
sul da farsi. Non c’è posto per nascondersi sotto l’incessante
bombardamento dell’artiglieria e degli aerei. Restare fra le rovine
significa ormai morte certa. I monaci avevano fatto voto di rimanere
nell’abbazia per tutta la vita ma, sostiene dom Matronola, dato che la
casa di San Benedetto è stata distrutta non resta altra scelta se non
quella di raccogliere i civili superstiti e andarsene. E il momento più
propizio per farlo e nel primo mattino durante la pausa del duello delle
artiglierie. Così alle 7,30 la processione si incammina con l’abate
Diamare, che postosi davanti a tutti con un grande crocifisso in spalla,
procede molto lentamente aiutato da dom Matronola che cammina al suo
fianco indicandogli dove si trovano le pietre da scavalcare e i crateri
delle granate da evitare. Il sentiero da percorrere è una mulattiera
larga circa un metro e ottanta, tagliato nel fianco della montagna.
Mentre camminano, i monaci e i civili che li seguono, in tutto una
quarantina di persone, recitano il rosario.
Alle 10 circa del mattino il gruppo raggiunge il corso d’acqua
stagionale noto come il “torrente in secca” dove si trovano i resti
della piccola chiesa dedicata a Santa Scolastica abbattuta nel 1939. Qui
viene avvistata una bandiera con la Croce Rossa, un posto di medicazione
tedesco. I soldati consigliano al gruppo di proseguire perché la zona è
pesantemente battuta dall’artiglieria. Mentre i profughi vengono
rifocillati appare un soldato che dichiara che Kesselring in persona ha
ordinato di cercare l’abate e tutti i superstiti del bombardamento e che
è in arrivo un’autoambulanza per prelevare i monaci e i feriti.
Alle 16,30 arriva l’autoambulanza con un ufficiale tedesco che reca una
lettera del generale Baade per l’abate Diamare. Con l’ambulanza vengono
prelevati e portati al bunker di Baade: un bambino con le gambe
paralizzate, tre donne, Dom Matronola e l’abate Diamare.
In tarda serata l’abate e il suo segretario Martino Matronola vengono
portati a Castelmassimo al comando del generale von Senger dove vengono
intrattenuti per la cena anche se l’abate accetta solo un una tazza di
tè e una fetta biscottata. Poi potrà avere una notte di vero riposo dopo
tre settimane di permanenza nell’angusto rifugio nel monastero.
Il Times riferisce: “Il bombardamento dell’abbazia di
Montecassino ha frantumato le maggiori difese tedesche sulla strada per
Roma e nella stessa Cassino. Nel tardo pomeriggio la nostra artiglieria
ha bombardato le restanti posizioni su Montecassino, ma non vi sono
notizie presso i comandi a riguardo delle nostre truppe che si sono
addentrate di alcune centinaia di metri verso la sommità della collina
ove ha sede il monastero.
E’ stato confermato che noi teniamo, grosso modo, un terzo della città
di Cassino. La ricognizione fotografica effettuata dall’aviazione
alleata riferisce che questa ha rilevatola completa distruzione
dell’abbazia”:
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Giurano, alle 10, i ministri del nuovo
Gabinetto. Sono: Esteri, Badoglio; Educazione Nazionale, Cuomo;
Comunicazioni, Siciliani; Industria e Commercio, Lucifero; Lavoro,
Corbino; Interni, Reale; Lavori Pubblici, De Caro; Guerra, Orlando;
Finanze, Jung.
Nella zona di Nettuno la situazione militare è sempre critica. Gli
alleati attraversano una crisi così grave che potrebbe indurli a
reimbarcarsi. Anche sul Garigliano i tedeschi riprendono l’iniziativa.
Gli alleati annunciano che per “esigenze belliche” sono stati costretti
a distruggere l’abbazia di Montecassino. E’ stata bombardata anche la
periferia di Roma”.
DEL GOVERNO BADOGLIO - Per le pressioni alleate e seguendo
un’indicazione data da Corbino già da alcune settimane, il re
promuove a ministro i sottosegretari presenti a Salerno e dimette i
ministri rimasti a Roma, considerandoli “dimissionari”. Si tratta di un
atto burocratico puramente simbolico (1).
…………
(1) Per questa fase si è anche parlato di un secondo governo
Badoglio.
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TESTA DI SBARCO DI ANZIO - Il generale Clark, dopo le
“considerazioni” di Alexander, che gli ha proposto l’allontanamento di
Lucas dal VI Corpo, dispone con un comunicato notturno (nella notte sul
17) che il generale Truscott deve cedere il comando della 3^ divisione
americana al generale John W. O’Daniel (vedi foto) per divenire il vice
comandante del VI corpo, unitamente all’inglese V. Evelegh.
Negli alti Comandi alleati lo scacco di Anzio sta producendo analoghe
riflessioni: sia Eisenhower che Alan Brooke pensano addirittura di
ricorrere all’energia e all’audacia di Patton. Non è solo Lucas a
preoccuparli: per loro anche Clark ha dimostrato notevoli lacune e lo
stesso Clark, in effetti, si sente in pericolo.
La mattina, mentre continua la pressione dell’attacco tedesco, Truscott
sta dando le consegne della 3^ divisione a O’Daniel. A Nettuno, nella
grotta adibita a comando del VI corpo, il generale Keiser, capo di stato
maggiore, attende con impazienza il suo arrivo perché provveda a
prendere le decisioni del caso e commenta: “E’ bene che si sbrighi
perché non so se domani ci sarà ancora il quartier generale”.
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A sera Mackensen, comandante tedesco della XIV Armata, è
combattuto dal problema se far cessare l’attacco o ordinarne la seconda
ondata di due divisioni; per parte sua è dell’opinione di far cessare
altri sforzi a causa delle terribili perdite subite dalla prima ondata.
La 65^ divisione è ridotta a meno di mille uomini. Kesselring, sebbene
abbia qualche dubbio sull’esito della battaglia, è a favore di una
prosecuzione dell’offensiva. Hitler, in ogni caso, avrebbe ordinato di
non rinunciare. Viene così deciso di continuare ad attaccare.
Nel nuovo attacco i tedeschi riescono ad avanzare fino ad una profondità
di sette chilometri su un fronte di uguale lunghezza e colpiscono
pesantemente l’estrema linea difensiva della testa di ponte.
L’equivalente di sei divisioni tedesche è dispiegato contro quattro
stanchi battaglioni americani.
Venerdì 18 febbraio 1944
DALL’ABBAZIA DI MONTECASSINO - Dopo una notte di vero riposo
l’abate Diamare, che ha pernottato al comando di tedesco di
Castelmassimo, viene invitato da von Senger a lasciarsi intervistare
alla radio. Senger dichiarerà poi di avere ricevuto ordini in tal senso
dall’alto comando dell’esercito ma di averlo fatto con riluttanza perché
gli sembrava una “violazione dell’ospitalità”. L’abate gli ha comunque
risposto che gli sembrava sufficiente la dichiarazione che aveva firmato
fra le rovine, poi cede e acconsente a questa intervista che si svolge
subito dopo nel salotto del generale. Dopo un preambolo del
corrispondente, Senger rivolge alcune domande alle quali l’abate
risponde con frasi preparate per iscritto da lui e Matronola. Il
corrispondente traduce in tedesco le dichiarazioni mentre la scena da
operatori cinematografici e fotografi. Questo servizio sarà parte
integrante di un film sulle rovine già inviato a Berlino. Non è chiaro
se la testimonianza dell’abate sia stata alterata dal corrispondente
nella sua traduzione in tedesco per la trasmissione. Quello che è certo
è che Senger ci tiene a far risultare che i tedeschi erano ignari
dell’imminenza del bombardamento (Senger dichiara infatti che nessun
manifestino era stato lanciato sulle posizioni tedesche) e che sia prima
che dopo i suoi uomini si sono prodigati per aiutare chi non aveva
voluto allontanarsi dal monastero malgrado i loro ripetuti inviti in tal
senso. Principalmente, Senger e tutto l’alto comando germanico, tengono
a far risultare, come sembra in realtà sia stato, che le truppe tedesche
hanno sempre rispettata la extraterritorialità del monastero che solo
adesso, dopo la sua distruzione, può diventare e diviene, un posto di
osservazione e di resistenza.
Diamare e Matronola durante l’intervista nel salotto di Senger e con
Senger al momento della partenza per Roma.
Dopo l’intervista Diamare e Matronola vengono accompagnati dallo stesso
Senger fino all’auto che gli ha procurato e con questa si dirigono
subito verso Roma per andare subito al monastero di Sant’Anselmo dove si
trovano i confratelli partiti in ottobre. Giunti però alla periferia di
Roma, ad un posto di blocco, un ufficiale tedesco ordina all’autista di
seguirlo. Invece di andare a Sant’Anselmo vengono condotti in un palazzo
per uffici nel centro di Roma. Vengono accompagnati in una piccola
stanza e l’ufficiale tedesco gli dice di aspettare “l’ambasciatore
tedesco”. In realtà si trovano nella sede dell’EIAR, la radio nazionale
italiana nel quartiere delle Vittorie. Così Diamare acconsente, alle
insistenze tedesche, per un’altra intervista radiofonica, questa volta
per il pubblico italiano. Risaliti in macchina con la speranza di andare
finalmente a Sant’Anselmo vengono invece portati dall’ambasciatore di
Germania presso la Santa Sede, von Weizsaecker, il quale chiede
all’abate di firmare un’altra dichiarazione, questa in tedesco, già
preparata per lui. Questa volta Diamare però si rifiuta categoricamente
di firmare e, sempre con il fidato Matronola a suo fianco, si apre la
strada in mezzo a una folla di giornalisti e fotografi, torna
all’automobile che li conduce finalmente a Sant’Anselmo dove possono
riabbracciare i confratelli.
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Acquarone ha un lungo e deludente
colloquio con il maggiore Jonston il quale gli dice che o il Sovrano non
si è spiegato bene con Mac Farlane o Mac Farlane non ha capito nulla di
quanto gli ha detto il Re sulla situazione politica italiana e sulla sua
personale. Johnston ha aggiunto che gli alleati desiderano che la
presente situazione sia risolta al più presto tanto più che non è il
caso, per adesso, di pensare a una rapida riconquista di Roma. Acquarone
insiste perché il maggiore inglese si incontri di nuovo con Sua Maestà
ma Johnston rifiuta dicendo che non è autorizzato a compiere questo
passo. Il ministro della Real Casa torna allora all’attacco e dice che
il Sovrano non intende cedere di fronte alle imposizioni di una
minoranza. “Se gli alleati vogliono che Vittorio Emanuele abdichi”,
dice Acquarone, “bisogna che glielo impongano. In tal caso tutte le
responsabilità ricadranno, naturalmente, su di loro e su nessun altro…”.
Johnston si è dimostrato perplesso. Domani parlerà della cosa con Mac
Farlane. A conclusione del colloquio dice al ministro della Real Casa
che un altissimo personaggio britannico si interessa favorevolmente
delle sorti del Re d’Italia”.
TESTA DI SBARCO DI ANZIO - Nella notte sul 18 i tedeschi
esercitano lo sforzo supremo per ricacciare in mare gli Alleati. Poi la
pressione tedesca continua ancora a riversarsi contro i malandati
battaglioni americani dalle 8 del mattino fino alle 20.
A bordo del suo aereo, un “Cucciolo”, scortato da Spitfire, giunge a
Nettuno il generale Clark. “Cosa proponete per fermare i tedeschi?”
chiede a Lucas e Truscott. Risponde Truscott: “Dobbiamo
contrattaccare con ogni mezzo” e Clark gli assicura che farà
intervenire l’intera aviazione del Mediterraneo.
Ancora una volta i bombardieri, levatisi in volo per andare a colpire in
particolare i punti di rifornimento di munizioni e carburante,
l’artiglieria alleata di terra (in tutto 432 cannoni) uniti a quella
delle navi in rada davanti ad Anzio, riescono, come a Salerno, a fermare
in extremis la mortale puntata nemica.
Storia postale del 18 febbraio
Modulo prestampato per internati italiani in Germania inviato da
Antonino Di Stefano dallo STAMMLAGER 398 a Carmelino Di Stefano a
Catania. Bollo viola GEPRUFT (esaminato) e bollo muto di partenza in
data odierna.
Sabato 19 Febbraio 1944
ATTIVITA’ POLITICA DEI PARTITI DELL’OPPOSIZIONE AL SUD - Il re
incontra Enrico de Nicola a Ravello. Resteranno chiusi nello studio di
Vittorio Emanuele per tre ore. All’ultima parte del colloquio partecipa
anche il conte Acquarone. De Nicola viene trattenuto anche per cena e
per la notte, rientrerà a Torre del Greco l’indomani.
Il fine giurista napoletano ha esposto al re il suo progetto di
istituzione della luogotenenza, ossia il passaggio dei poteri in
esercizio al principe ereditario secondo una norma prevista dallo
statuto. Così il re, secondo le richieste dei partiti, cesserebbe di
essere il capo dello stato senza abdicare. Secondo De Nicola si
tratterebbe di una soluzione onorevole e anche la soluzione di un
problema contro il quale avevano dato di capo i partiti, uomini politici
e personalità di ogni estrazione.
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Alle 15 il Sovrano riceve l’onorevole De
Nicola e lo intrattiene per circa tre ore. All’ultima parte del
colloquio assiste anche il ministro Acquarone. E’ fuori di dubbio che
sono nell’aria fatti grossi. De Nicola è stato invitato a pranzo dai
Sovrani e a cene era presente anche il Principe di Piemonte”.
TESTA DI SBARCO DI ANZIO - Come promesso da Clark, l’appoggio
aereo alleato, dopo l’impegno sul Monastero, si sposta sulla testa di
sbarco e, un’incursione dopo l’altra, riesce a sospingere l’esercito in
una controffensiva per fermare le truppe di Von Mackensen. Nella notte
sul 19, massicci bombardamenti aerei e terrestri alleati continuano a
martellare le posizioni tedesche. I tedeschi perdono la battaglia su un
tracciato, quello destinato alla Pontina, che gli alleati hanno segnato
sulle loro mappe con la denominazione di "pista di bowling”. Su questo
terreno i carri armati americani fanno fuoco ininterrottamente dalle 6
del mattino alle 4,20 del pomeriggio, fino a quando si comincia a
scorgere attraverso il fumo, la figura confusa dei nemici che voltano le
spalle. Poi, le braccia levate cominciano a venire avanti a gruppi.
Anche i paracadutisti della “Nembo”, massacrati dal tiro dei grossi
calibri, sono costretti a retrocedere. Dei 315 uomini del battaglione,
115 sono rimasti sul terreno, fra morti e feriti.
Storia postale del 19 febbraio
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Lettera semplice da Trapani a Salaparuta (TP) affrancata con un 0,50
AMGOT. Censurata con fascetta TP in chiaro e bollo a doppio cerchio
VERIFICATO PER CENSURA e bollo del censore.
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Lettera non affrancata e tassata con valori Lupa usati come segnatasse.
Censurata con il timbro della ex Commissione Provinciale di Censura di
Salerno 5R (di cui vedi la riproduzione).
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Domenica 20 Febbraio 1944
DALL’ABBAZIA DI MONTECASSINO - I paracadutisti tedeschi occupano
le rovine del monastero trasformandole in una fortezza nella quale
resisteranno agli attacchi alleati per tre mesi fino a quando,
volontariamente, decideranno di andarsene il 18 maggio e Montecassino
cadrà senza combattimenti. I tedeschi si ritireranno perché nel mese di
maggio gli alleati effettueranno finalmente quello che Tuker, della
divisione indiana, avrebbe voluto fosse fatto in febbraio, quello che il
generale Juin avrebbe voluto fosse fatto in gennaio e quello che il
generale americano Keyes aveva caldeggiato ancor prima, sotto il nome di
“Big Cassino”: l’aggiramento dei capisaldi tedeschi anziché investirli
frontalmente.
LINEA GUSTAV - Nello schieramento tedesco la 1^ divisione
paracadutisti del generale Heidrich comincia a sostituire la 90^
divisione Panzergrenadieren nel settore di Montecassino. Viene anche
ritirata dal fronte la 71^ divisione di fanteria tedesca e viene
schierata in un settore dei Monti Aurunci a nord della 94^ divisione.
TESTA DI SBARCO DI ANZIO - Continua, con estrema ferocia da ambo
le parti, la controffensiva del VI Corpo, lanciata proprio sull’ultima
linea di resistenza a nord del “cavalcavia” di Campo di Carne. I
tedeschi stanno facendo gli ultimi tentativi per riorganizzare i loro
attacchi.
Storia Postale del 20 febbraio
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Cartolina postale Vinceremo 0,30 raccomandata affrancata 1,30. Inviata
dalla provincia di Lecce a Bari. Poco visibile il bollo della Comm.
Provinc. Di Lecce.
La tariffa non è ben comprensibile, una normale raccomandata fuori
distretto dovrebbe essere affrancata 0,90; i 40centesimi in eccesso non
sarebbero stati sufficienti per la ricevuta di ritorno.
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Lunedì 21 Febbraio 1944
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Al ritorno da una delle solite visite
nelle zone attorno a Salerno, Sua Maestà trova, ad attenderlo, il
generale Mac Farlane che è stato accompagnato a Ravello da Acquarone. Il
colloquio dura un’ora circa e vi assiste anche il ministro della Real
Casa. All’uscita, Acquarone mi dice che Sua Maestà ha parlato in maniera
chiara e energica e che Mac Farlane l’ha ascoltato con molta
comprensione”.
DAL REGNO - Ieri, o oggi, Vittorio Emanuele, dopo il colloquio
avuto il 19 con Enrico De Nicola, invia un memorandum a Roosvelt e a
Churchill nel quale comunica la sua decisione - sofferta e mai
interamente accettata – di nominare luogotenente generale, alla
liberazione di Roma, il figlio Umberto. Una soluzione all’insegna della
continuità istituzionale che consente di conciliare la permanenza
(formale) del sovrano con l’auspicata partecipazione dei partiti alla
guida del paese.
LINEA GUSTAV - Il generale Freyberg dirama un nuovo piano di
attacco contro Cassino.
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TESTA DI SBARCO DI ANZIO – Continua la controffensiva del VI
Corpo. Il contrattacco finale viene effettuato da una colonna del
generale Gerard W. R. Templer (nella foto), comandante della 56^
divisione di fanteria britannica e dai mezzi corazzati del generale
Harmon.
Il servizio segreto americano (OSS) a Roma trasmette questo messaggio al
comando del VI corpo: “Tedeschi pensano che se presente attacco su
tutta la linea fallisce non saranno più in grado di eliminare la testa
di ponte”.
Il generale Westphal, capo di stato maggiore di Kesselring, attribuisce
l’insuccesso tedesco innanzitutto all’efficienza del servizio segreto
alleato e alla debolezza di quello tedesco. Egli dirà poi:
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“L’assalto ha
trovato il nemico pronto, sicché non abbiamo potuto godere dell’elemento
sorpresa che avrebbe aumentato le nostre prospettive di successo…Le
truppe tedesche sono penetrate nell’interno per 12 chilometri dalla
spiaggia e alcune unità sono giunte ancora più vicino…Naturalmente
avrebbero continuato a premere sul nemico, se avessero saputo come
andavano le cose dall’altra parte. Ma l’incertezza sulle condizioni e
sulle intenzioni del nemico è una tipica caratteristica della guerra.
Come si sa, il comando alleato di fatto aveva già deciso il reimbarco
quando improvvisamente e inaspettatamente le pressione tedesca è
cessata. In questo modo è fallita un’impresa che era iniziata con grandi
speranze e con un’abbondanza di mezzi ignota ai tedeschi fin dalla presa
di Sebastopoli”.
Martedì 22 Febbraio 1944
ALLEATI - Winston Churchill, nel discorso odierno alla Camera dei
Comuni, prende posizione contro i risultati del congresso di Bari e la
dichiarazione della Giunta Permanente Esecutiva dei partiti
antifascisti che hanno dichiarato Vittorio Emanuele III un re che deve
abdicare. Il premier inglese insiste recisamente sul carattere di
legittimità del governo del re e di Badoglio, accusa senza riguardo i
partiti di volersi conquistare il consenso delle masse non favorendo le
richieste alleate e infine dichiara, in modo secco, che soltanto con la
liberazione di Roma potrà maturare la situazione per riesaminare
eventualmente tutto il problema politico italiano, ed essere costituito
un governo su basi più larghe. Frattanto, tutta la sua fiducia va al re
e a Badoglio, custodi e garanti, finché in possesso del potere,
dell’armistizio. E’ un vero e proprio irrigidimento. E’ anche la
risposta indiretta al memorandum inviatogli da Vittorio Emanuele.
Nel suo discorso, Churchill, ha anche elogiato il comportamento
dell’esercito italiano a fianco delle forze alleate.
ATTIVITA’ POLITICA DEI PARTITI DI OPPOSIZIONE AL SUD - L’ostilità
del Partito Comunista a ogni compromesso con la monarchia viene anche
oggi manifestata a Napoli con una manifestazione di protesta per il
discorso di Churchill chiamato della “caffettiera”.
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Sua Maestà la Regina si è recata a
Napoli a visitare la Duchessa d’Aosta e l’ha accompagnata Greppi. Di
ritorno da Napoli il comandante Greppi mi consegna una lettera che gli è
stata data per il Re dal generale Gamerra. Si tratta, semplicemente,
di un “ordine” di abdicazione redatto dai membri del comitato d’azione
formatosi dopo il congresso di Bari. In testa alle firme c’è quella
di Arangio Ruiz. La lettera reca la data del 6 febbraio. Non so
spiegarmi il ritardo della consegna.
La radio, in serata, dà un sunto del discorso di Churchill. E’ la prima
volta che si sente una parola in favore di quanto gli italiani stanno
facendo a fianco degli alleati. Il Premier inglese riprende il pensiero
del nostro Re e dice che se dovranno esserci dei mutamenti nella
struttura del governo bisognerà aspettare che sia riconquistata Roma”.
STRATEGIE ALLEATE PER LA CAMPAGNA D’ITALIA - Il tenente generale
John Harding, capo di stato maggiore di Alexander, con dispaccio 2916,
esprime la sua valutazione sull’obbiettivo da fissare per le prossime
operazioni sul fronte italiano: “Costringere il nemico a impegnare in
Italia il massimo numero di divisioni all’epoca in cui la Overlord (sbarco
in Normandia) sarà lanciata”.
Intanto Alexander sottopone le sue proposte per l’operazione Diadem
(attacco alla Linea Gustav) al comandante supremo del teatro operativo
di guerra nel Mediterraneo: generale Maitland Wilson.
I generali Harding, Alexander e Wilson (detto Jumbo)
LINEA GUSTAV - Limitata attività di pattuglie in tutti i settori.
Alexander fa saper a Clark che i neozelandesi devono riprendere al più
presto le operazioni contro Cassino, per aprire la valle del Liri ai 600
carri armati ed ai 7500 veicoli alleati.
TESTA DI SBARCO DI ANZIO - La situazione si stabilizza,
rinunciando i tedeschi ad ulteriori contrattacchi e gli Alleati
considerando già un successo il mantenimento della testa di sbarco
acquisita. L’attacco tedesco viene sospeso dopo la comunicazione fatta
alle 14,30 dal generale Westphal, capo di stato maggiore del maresciallo
Kesselring, in cui si ammette che l’accanita resistenza, la superiorità
dell’aviazione e l’intenso bombardamento navale non consentono di
rigettare in mare gli Alleati. A sera la battaglia è conclusa.
In soli quattro giorni il VI Corpo angloamericano ha dovuto registrare
404 caduti, 1025 dispersi, 1982 feriti e 1637 fra malati e vittime di
esaurimenti. La testa di sbarco, sia pure con la forza della
disperazione, è riuscita a resistere e ad evitare un |
ignominioso reimbarco.
Il generale Clark si reca a Nettuno e, alle otto di sera, sedutosi al
suo tavolo nello scantinato della villa di don Steno Borghese, nella
quale sta per trasferire il quartier generale della V Armata, fa
accomodare il generale Lucas: “Mi dispiace. Cerca di capirmi. Non
riesco più a oppormi ad Alexander e a Devers. Dicono che sei stanco.
Devo sostituirti”. Lucas obbietta soltanto: “Siamo tutti stanchi”
.
Lucas (nella foto) partirà domani mattina da Nettuno. Clark aveva
detto a Truscott, nel promuoverlo a comandante del VI° Corpo, che si
sarebbe portato Lucas a Caserta come suo vice. Invece accorderà a Lucas
prima tre settimane di riposo a Sorrento e poi il ritorno a casa con il
comando della IV^ Armata, una specie di territoriale, all’interno degli
Stati Uniti dove, dopo cinque anni sarebbe morto colpito da un cancro. |
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Mercoledì 23 Febbraio 1944
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L’ESERCITO ITALIANO DEL
SUD - Il 1° Raggruppamento Motorizzato italiano, definitivamente
schierato nel settore di propria pertinenza, effettua oggi una
ricognizione “del corso del Volturno nella zona compresa fra le sorgenti
del fiume e il ponte rotto allo scopo di accertare la possibilità di
infiltrazione di mezzi blindati e corazzati”. Gli esiti vengono
comunicati al 68° fanteria che ha il compito di “attuare la difesa
anticarro nella zona”.
Attività di secondaria importanza.
TESTA DI SBARCO DI ANZIO - Dopo giorni di feroci combattimenti,
le forze contrapposte cercano di riorganizzare le loro file sistemandosi
in posizioni difensive. Ma Hitler sta meditando un altro grande attacco
alla testa di sbarco.
Il generale Lucian K. Truscott (nella foto a sinistra), comandante della
3^ divisione USA, viene nominato comandante del VI° Corpo in
sostituzione di John P. Lukas. I tedeschi hanno già perso mordente.
Storia Postale del 23 febbraio
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Lettera in franchigia per il Comitato Internazionale della Croce Rossa
di Ginevra, inviata da San Giuseppe Vesuviano (NA). Censura Alleata con
fascetta EXAMINER e analogo bollo in cartella con A.C.S. normalmente
usato per la posta diretta all’estero. Censurata anche dai Tedeschi a
Parigi A.x. |
Giovedì 24 Febbraio 1944
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Ricevo dal Capo del Governo, perché ne
sia data visione al Re, una lettera di Mac Farlane in cui si dice che il
Principe di Piemonte non può essere accolto né al comando del gruppo
armate Alexander né a quello della V armata. Non so come sia nata questa
faccenda e da chi sia partita la richiesta, in ogni modo chi l’ha
consigliata non ha reso davvero un servigio alla Corona”.
Storia Postale del 24 febbraio
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Un piego interno a Napoli affrancato 0,50 con uso di valore
sovrastampato GOVERNO
MILITARE ALLEATO.
Bollo a ponte di censura 3023 di Napoli
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Per chi non conosce questo
particolare periodo tariffario della posta a Napoli, eccone i
particolari ad oggi noti:
Dopo la sua occupazione, avvenuta il 1° di ottobre 1943, da parte
Alleata, la posta rimase praticamente bloccata. La città e, in
particolare, il porto (che avevano subito oltre 100 incursioni aeree)
era distrutta in larga parte. Il 7 ottobre saltò in aria il palazzo
della Poste Centro. La terribile esplosione, causata da mine tedesche a
scoppio ritardato, provocò la morte di almeno 50 persone oltre ad
innumerevoli feriti. L’ordigno scoppiò quando i locali ed i dintorni
erano particolarmente affollati da moltissima gente che si era recata
sperando di potere finalmente comunicare coi parenti, residenti in altre
città d’Italia meridionale. Numerosi furono anche i morti ed i feriti
tra i soldati americani. Anche questa evenienza contribuì certamente a
ritardare la ripresa delle comunicazioni postali anche nella stessa
Napoli.
In realtà la posta riprese ufficialmente a funzionare dal 10 dicembre in
concomitanza con l’emissione dei tre valori sovrastampati Governo
Militare Alleato, emissione della quale non mi sembra sia mai stato
appurata la sua logica applicazione se non quella che l’accompagnava,
ossia la disposizione da parte alleata di una tariffa unica per Napoli:
erano permesse lettere semplici e cartoline tutte affrancate 0,50. Tale
tariffa rimase in vigore (sembra, perché al momento non avallata da
documenti ufficiali) fino al 17 marzo 1944.
Così si spiegano i tre valori sovrastampati (anche se a tale bisogna
potevano sopperire tranquillamente gli stessi valori senza la
sovrastampa): lo 0,20 doveva servire a completare la tariffa di una
cartolina postale da 0,30; lo 0,35 (come nel caso del presente
documento) a completare la tariffa di una cartolina postale da 0,15; il
valore da 0,50 serviva par la lettera. Questo tipo di affrancature sono
veramente rare. In trenta anni di ricerche ne ho viste “da contarsi
sulle dita” e ritengo ancora più rare quelle con i soli valori della
Imperiale che escludono automaticamente ogni sospetto di affrancature
filateliche, presenti sul mercato in relativa abbondanza.
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Cartolina commerciale inviata da Palermo a Trapani. Regolarmente
affrancata 0,30 e con bollo censura a ponte 1022.
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Venerdì 25 Febbraio 1944
DAL DIARIO DI PUNTONI - “Sul “Risorgimento” di oggi c’è la
notizia ufficiale della nomina di Tito Zaniboni ad alto commissario per
l’eliminazione del fascismo dalla vita pubblica italiana. La nomina è
per decreto legge. Avevo già avuto sentore della cosa e so che anche
Acquarone ne aveva parlato al Re accennandogli ai pericoli che
comportava un simile provvedimento. Badoglio ha ceduto per non
disgustare gli antifascisti e il Sovrano non ha rifiutato per non
sentirsi ripetere l’accusa di “Re fascista”. L’alto commissario è
equiparato a un funzionario di governo di grado terzo e riceve un lauto
stipendio. Ciò che è grave è che le norme che regolano l’attività di
questo commissariato sono non soltanto inumane ma addirittura contrarie
al diritto”.
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