il tramonto di un regno









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il tramonto di un regno


di Giancarlo MAGNONI

7° Periodo: dal 10 febbraio 1944 al 10 maggio 1944.
Territorio a nord della linea del fuoco: REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA

Sesta parte (dal 23 al 27 marzo 1944)

 

Giovedì 23 marzo 1944

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Roma - Attentato di via Rasella. Alle 15, all’incrocio di via Rasella con via Boccaccio, i gappisti fanno esplodere una carica di 12 chilogrammi tritolo contenuta in una cassetta metallica preparata e adattata dai partigiani delle Officine del gas, nascosta in un carretto della spazzatura con altri 6 chilogrammi di tritolo sfuso.

 

 

L’esplosione uccide all’istante 32 soldati di polizia; vi sono 68 feriti, uno dei quali muore poche ore dopo.

Stando alle dichiarazioni del comandante della polizia municipale di Roma, generale di brigata Umberto Presto, hanno perso la vita anche due cittadini italiani.

Si tratta del 1° battaglione di quel reggimento che compirà la feroce repressione della guerriglia nelle zone istriane di Fiume e di Abbazia, il II battaglione sarà autore delle stragi di civili nelle valli del Bellunese, a Bois e Falcade. Le azioni distruttive complessive, fra quelle già compiute a questa data e le futura saranno 87 (tutto questo risulta dalla recente consultazione degli archivi tedeschi.
Nella piantina è visibile il punto dove si trovava il carretto della spazzatura con l’esplosivo e la posizione degli attentatori al momento dell’azione.
 

CERIMONIE E CELEBRAZIONI NELLA RSI

 

I gappisti non si sono limitati a far esplodere la bomba celata nel carretto della spazzatura.
Hanno condotto anche un attacco militare. Allo scoppio, materialmente provocato da Rosario Bentivegna, ha seguito, da via Boccaccio, una violenta sparatoria da parte di 16 partigiani e il lancio di bombe da mortaio “brixia” opportunamente modificate per l’uso a mano.

L’attentato è stato preparato con grande cura dai membri del Gruppo di azione patriottica (GAP), appartenente al partito comunista, ed ha ricevuto l’approvazione della Giunta militare del Comitato di liberazione nazionale, formato da Giorgio Amendola, Riccardo Bauer e Sandro Pertini.
La compagnia attaccata dai partigiani non è affatto costituita da “territoriali” altoadesini come molti hanno affermato: apparteneva al III° battaglione del reggimento di polizia SS “Bozen” voluto personalmente da Himmler con compiti di polizia antipartigiana.


 

 

 

 

L’Italia, nel giorno dell’attentato di Via Rasella è ancora divisa in quattro territori. Il rosso amaranto della RSI, il turchese amministrato dalla Germania, il giallo ocra con le retrolinee Alleate amministrato dal Governo Militare Alleato (AMG) e bruno chiaro dei territori restituiti dagli Alleati al Regno del Sud del Governo Badoglio.

 

 

 

 

 

A Salò viene celebrato il XXV anniversario della fondazione dei fasci. Vi partecipa Almirante (al centro nella foto). Anche a Roma viene celebrato l’anniversario con una cerimonia religiosa nella chiesa di Santa Maria della Pietà, l’oratore ufficiale è il cieca di guerra Carlo Borsani.

ANCORA AZIONI DEI PARTIGIANI

Una pattuglia della GNR, in servizio di perlustrazione nei pressi di Santa Sofia (Forlì), viene fatta segno a raffiche di mitra. Il milite Alfredo Bianchini muore all’istante, gli altri due componenti la pattuglia rimangono gravemente feriti.

A Gargnano Mussolini riceve Pavolini con vari familiari di caduti fascisti; durante la cerimonia Pavolini consegna al duce la tessera n°1 del Partita Fascista Repubblicano.

L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD - A Pavia, un gruppo di “giovani italiane” che, in divisa, stanno tornando dalla

celebrazione della fondazione dei fasci, vengono violentemente contestate. Mentre passano davanti alla caserma “Menabrea”, le reclute di uno dei battaglioni “San Marco” le accolgono con insulti e lancio di gavette, scarponi, sgabelli. Un sottufficiale della GNR interviene, i soldati gli rispondono con sputi e altri insulti, tanto che il milite fascista, esasperato, spara in aria due colpi di pistola.

 

BOMBARDAMENTI ALLEATI

Nuovo bombardamento su Firenze (vedi foto). I B26, che si presentano sulla città alle 11,05, sganciano decine di ordigni sullo scalo ferroviario del Campo di Marte.

 


 

STORIA POSTALE del 23 marzo

 

In pochi minuti vengono ridotti in polvere 108 stabili, altri 80 restano danneggiati in modo grave, mentre quelli lievemente danneggiati oscillano fra i 200 e i 300. Il cessato allarme suona alle 12,05. Indefinito il numero dei morti e dei feriti che sono però moltissimi.

 

 


 

 

Un anomalo raro uso di cartolina postale Imperiale (senza Vinceremo) dalla provincia di Parma a Firenze.
Affatto facile il reperimento di questo tipo di interi sia in RSI che al Sud.
 


 

Venerdì 24 marzo 1944

SULL’ARMA DEI CARABINIERI - Il giudizio della GNR sull’Arma dei Carabinieri si fa sempre più critico. Ecco, in proposito, la odierna segnalazione dalla zona del Monferrato: “Del tutto inefficiente la collaborazione dei carabinieri. In territorio di giurisdizione, dall’8 settembre ad oggi, il locale comando della Compagnia carabinieri e comandi di stazione dipendenti non hanno mai fatto fermi di carattere politico o proceduto all’arresto di renitenti alla leva o comunque disertori. La loro azione nei riguardi dello Stato Sociale Repubblicano si è rivelata del tutto negativa quando, nei casi peggiori, non si è verificata totalmente ostile”.

L’ESERCITO DEL NORD -
Il tribunale militare di Forlì condanna a morte cinque disertori. La pena viene immediatamente eseguita nel cortile della caserma “Ettore Muti”. L’episodio provoca “vivo fermento nella popolazione”, segnala la GNR.

RAPPRESAGLIE DEI NAZIFASCISTI

Roma – Come rappresaglia all’attentato Gappista di via Rasella, i tedeschi uccidono 335 persone di ogni condizione sociale e di fede politica religiosa diversa, molti sono gli ebrei. Le esecuzioni avvengono alle Fosse Ardeatine.
 

Il generale tedesco Maeltzer (nella foto con la cantante lirica Maria Caniglia) aveva proposto di far saltare in aria tutto il quartiere fucilandone gli abitanti e i passanti fermati per caso; lo ha fermato il generale von Mackensen che, in quanto responsabile della XIV Armata stanziata nella zona di Anzio ha giurisdizione diretta sulla capitale.
Introdotti nelle fosse sei alla volta, le persone vengono uccise con un colpo alla nuca dagli uomini di Kappler. Alcune sono ebrei, altri completamente estranei alla Resistenza. Occluso con la dinamite l’ingresso alla cava, il comando tedesco dà l’annuncio dell’avvenuta rappresaglia per radio e attraverso l’affissione di manifesti.
Kesselring non è stato uno dei protagonisti dell’eccidio. Dal

18 di marzo non si trova a Roma e nemmeno al suo quartier generale a Monte Soratte (a circa 45 chilometri a nord della Capitale). E’ stato in vacanza in Germania ed era rientrato in aereo il 22 a Villafranca di Verona dove era atterrato alle 11,25. Dopo una sosta, aveva preso il volo per Novi Ligure dove era arrivato alle 17,40. Da qui si era recato a Nervi, dove era giunto alle 19 e aveva pernottato, alloggiato all’albergo Savoia. Dal ore 7 del 23 si era recato nella zona di Genova e del LXXV corpo d’armata per una visita ispettiva che era durata fino alle 16 per poi raggiungere, alle 19,30, Rapallo prendendo alloggio all’albergo Excelsior. Qui, alle 20,30, aveva tenuto una riunione con i capi dell’organizzazione Todt e con i comandanti militari della zona. L’ispezione era continuata per tutta la giornata odierna (dalle 7 alle 16,20) dopodiché Kesselring si è recato a Livorno al LXXIII corpo d’armata. Non risulta alcun accenno al fatto che il feldmaresciallo sia stato informato telefonicamente dell’attentato in via Rasella né, tanto meno, dell’eccidio.

Provincia di Forlì – Un’ondata di scioperi si solleva quando si sparge a Forlì la notizia che il tribunale militare, riunitosi oggi nella caserma Ferdinando di Savoia, ha fatto fucilare Dino Degli Esposti (22 anni), Tonino Degli Esposti (20 anni), Agostino Lotti (19 anni), Massimo Fantini (22 anni) e Giovanni Valgiusti (19 anni) e ha pronunciato condanne a morte per altri dieci giovani renitenti. La caserma viene assediata da una fiumana di donne uscite da tutte le fabbriche al suono delle sirene. Le donne premono all’ingresso per entrare, i militi presi dal panico sparano sulla folla e una donna resta ferita, ma, dopo un attimo d’incertezza il tumulto riprende con maggiore violenza. Una delegazione ottiene poi di essere ricevuta prima dal presidente del tribunale al quale chiede che s’impegni a commutare la pena di morte dei dieci giovani in reclusione. Il presidente è disposto a dare l’assenso purché il capo della provincia sia d’accordo. Allora la massa delle donne si mette in movimento e raggiunge la prefettura dove il prefetto riceve la delegazione. Intanto Forlì è completamente paralizzata: gli artigiani hanno chiuso le botteghe, i commercianti hanno abbassato le saracinesche. Quando la delegazione esce dal palazzo della prefettura e annuncia che la pena di morte è stata commutata in detenzione per coloro che non sceglieranno il fronte, il tumulto si calma. Nel pomeriggio alcune centinaia di donne portano fiori sulle salme dei giovani fucilati.

Provincia di Macerata - A Magazzino di Chigiano le SS fucilano contro il parapetto di un ponte sette partigiani e poi li gettano nel sottostante fiume Musone, chi non è morto subito viene finito a colpi di pietra.

Provincia di Perugia - A Corciano le SS fucilano un partigiano nei pressi del paese.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI -
Sulla provinciale Gravellona Toce – Omegna, uno sconosciuto fredda il milite Emilio Morini di Orta San Giulio (Novara).

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZI-FASCISTI
Inizia un grande rastrellamento nella zona del Passo Centocroci (nel Pontremolese).

BOMBARDAMENTI ALLEATI
Padova ancora pesantemente bombardata.

 

STORIA POSTALE del 24 marzo

 

 

 

Lettera semplice con uso non tassato di un valore Propaganda di Guerra fuori corso non tassato

 

 

 

Piego nel distretto di Teramo affrancato con un valore della provvisoria poco frequente nella zona.





Raccomandata espressa nel distretto di Biella (MI) regolarmente affrancata 2,75 (0,25 tariffa lettera nel distretto + 1,25 di raccomandazione + 1,25 di espresso). Sicuramente di origine filatelica ma accettata allo sportello delle Poste, presenta una affrancatura eccezionale con tre gemelli, quattro valori PM non in corso nel territorio della RSI, un 0,25 GNR e, principalmente, la contemporanea presenza dei gemelli Provvisoria- PM.

 




 

Sabato 25 marzo 1944

PER FIRENZE CITTA’ APERTA
Firenze – A proposito del conferimento dello status di città aperta a Firenze, dopo l’interessamento del console tedesco Wolf, anche l’ex ministro romeno Camneno, residente nella città, inoltra una lettera a Hitler proprio tramite l'ambasciata tedesca. L'ha fatta leggere al cardinale Elia Della Costa, che da tempo caldeggia questa iniziativa, e ne riceve i complimenti.
La risposta arriverà dopo oltre due mesi.

MUSSOLINI CERCA UN CONTATTO CON EDDA
Dopo tre lunghe settimane di ricerche, don Giusto Pancino, è riuscito a localizzare Edda in un convento – pensionato a Ingenbol, in Svizzera. L’incontro è straziante. Don Giusto vede una “donna distrutta”, al limite di un collasso nervoso, che si porta dietro notte e giorno i diari di Galeazzo Ciano, nell’incubo che gli agenti delle SS possano tentare di strapparglieli. Al primo accenno a suo padre si iirigidisce come un pezzo di ghiaccio. Poi al sacerdote che sollecita una parola per lui, risponde duramente: “Gli dica che due sole soluzioni potranno riabilitarlo davanti ai miei occhi: fuggire o uccidersi”.

RAPPRESAGLIE DEI NAZIFASCISTI
Roma - L’Agenzia Stefani dà oggi comunicazione dell’attacco partigiano di via Rasella e dell’avvenuta rappresaglia, eccone il testo:

“Nel pomeriggio del 23 marzo 1944, elementi criminale hanno eseguito un attentato con lencio di bombe contro una colonna tedesca di Polizia in transito per Via Rasella. In seguito a questa imboscata, 32 uomini della Polizia tedesca sono stati uccisi e parecchi feriti.
La vile imboscata fu eseguita da comunisti badogliani. Sono ancora in atto le indagini per chiarire fino a che punto questo criminoso fatto è da attribuirsi ad incitamento anglo – americano.
Il Comando tedesco è deciso a stroncare l’attività di questi banditi scellerati. Nessuno dovrà sabotare impunemente la cooperazione italo – tedesca nuovamente affermata. Il Comando tedesco, perciò, ha ordinato che per ogni tedesco ammazzato dieci criminali comunisti – badogliani saranno fucilati. Quest’ordine è già stato eseguito.

Mussolini si mostra sconvolto per i fatti di Roma e furioso per la rappresaglia tedesca. Sembra che alla moglie abbia detto:

“Ciò che è accaduto è terribile. Credono di trattare gli italiani come i polacchi. Non ho fatto in tempo a impedirlo, ho potuto solo protestare. Perché tanta esasperazione di odio? Quello sciagurato che ha lanciato la bomba uccidendo una trentina di soldati tedeschi, provocando la tremenda sciagura, alla quale si è sottratto, non ha spostato di un millimetro le sorti della guerra. I tedeschi, dal canto loro, con la spietata rappresaglia, non potranno certamente impedire che si ripetano simili gesta”.

Provincia di Perugia - A Gubbio, in una vasta azione di rastrellamento nei dintorni della città, i tedeschi uccidono due coloni e la figlia di uno di loro accorsa in aiuto del padre, che stava guidando un asino carico di sementi.

I TEDESCHI IN ITALIA
Kesselring, presumibilmente ignaro dei fatti di Roma, lascia Livorno e si reca, via aerea, a Forlì, dove atterra alle 7. Visita la scuola militare di Castrocaro e, alle 14, comincia l’ispezione della difesa costiera nel settore Porto Corsini, Colonia Marina, Punta Marina e Lido di Savio. Finita l’ispezione, alle 18 il feldmaresciallo decolla con un volo speciale da Forlì diretto al suo quartier generale a Monte Soratte, dove giunge in tarda serata.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
In provincia di Pesaro, la V brigata partigiana “Garibaldi – Pesaro”, sorta dalla fusione dei distaccamenti “Gramsci” e “Pisacane”, mette in fuga una grossa colonna di oltre cinquecento uomini, composta in gran parte di tedeschi, nella zona di Cantiano e costringe alla resa un reparto repubblichino nella vicina zona di Frontone.



STORIA POSTALE del 25 marzo
 

 

 


Una lettera semplice affrancata con il 0,50 Imperiale fuori corso tassata al doppio del porto


 


 

 

Lettera raccomandata da Castelnuovo di Sotto (RE) per la Germania affrancata regolarmente 2,50 (1,00 + 1,50) con due valori 1,25 sovrastampati di cui uno con fascio grosso,.Censura tedesca e della Commissione Provinciale 21R di Reggio Emilia.

Domenica 26 Marzo 1944

I TEDESCHI IN ITALIA - Roma i tedeschi ripristinano lo status di “città aperta”. Rientrano in vigore le disposizioni del comandante la “piazza” Stahel. In effetti, dopo questa dichiarazione tedesca sul rispetto dello “status” di città aperta, su Roma centro non verranno più effettuati bombardamenti. Gli Alleati si limiteranno a colpire zone dell’estrema periferia (Magliana, Quadraro) e inoltre, dalla seconda decade di aprile, le vie d’accesso alla Capitale, le strade consolari e le linee ferroviarie quasi con cadenza giornaliera, ma ben lontano dal centro.


Alle 2,40 del mattino, il colonnello Dietrich Beelitz, capo dell’ufficio operazioni dello stato maggiore del comandante superiore Sudovest (Kesselring), comunica allo stato maggiore dell’esercito che da oggi il feldmaresciallo riassume il comando supremo. Durante la sua assenza è stato sostituito dal generale von Vietinghoff (nella foto), con il quale, in giornata, Kesselring si congratula per il suo “magnifico governo”.

La Spezia – Il generale Dostler, dopo essersi consultato con “autorità superiori”, fa fucilare 15 americani scoperti e catturati a Bonossola il 24. Questi uomini, appartenenti alla “Ginny Mission” avevano il compito di far saltare due

gallerie ferroviarie nei pressi della stazione di Framura (La Spezia). Evidentemente Dostler si è comportato conformemente al famigerato Kommandobefehl (ordine per l’annientamento dei commando) emanato da Hitler il 18 ottobre 1942.

DALLA CITTA’ DEL VATICANO
A proposito dei fatti di Via Rasella, l’Osservatore Romano pubblica oggi un corsivo nel cui testo si legge:

“Di fronte a simili fatti ogni animo rimane profondamente turbato in nome dell’umanità”. Dopo aver fatto cenno al numero delle vittime di via Rasella e a quello delle persone “sacrificate per i colpevoli sfuggiti all’arresto”, il giornale continua esortando “con più ardente affetto, con più commossa insistenza”, alla serenità e alla calma.

RESISTENZA: ORGANIZZAZIONE POLITICO – MILITARE
Roma - Il comando del Gruppo d’Azione Patrottica (GAP) (nelle foto Rosario Bencivegna e Carla Capponi), facendo seguito alle

                                                                    

 polemiche sorte dopo l’attacco di via Rasella e l’eccidio delle Fosse Ardeatine, rilascia oggi la seguente dichiarazione:

1) Contro il nemico che occupa il nostro suolo, saccheggia i nostri beni, provoca la distruzione delle nostre città e delle nostre contrade, affama i nostri bambini, razzia i nostri lavoratori, tortura, uccide, massacra, uno solo è il dovere di tutti gli italiani: colpirlo, senza esitazione, in ogni momento, dove si trovi, negli uomini e nelle cose. A questo dovere si sono consacrati i Gruppi di Azione Patriottica.

2) Tutte le azioni dei GAP sono dei veri e propri atti di guerra che colpiscono esclusivamente obbiettivi militari tedeschi e fascisti, contribuendo a risparmiare così altri bombardamenti aerei sulla capitale, distruzioni e vittime.

3) L’attacco del 23 marzo contro la colonna della Polizia tedesca, che sfilava in pieno assetto di guerra per le strade di Roma, è stato compiuto da due gruppi di GAP usando la tattica della guerriglia partigiana: sorpresa, rapidità, audacia.

4) I tedeschi, sconfitti nel combattimento di via Rasella, hanno sfogato il loro odio per gli italiani e la loro ira impotente uccidendo donne e bambini e fucilando 320 (sono state in realtà 335) innocenti. Nessun componente dei GAP è caduto nelle loro mani ne in quelle della Polizia italiana.
I 320 italiani, massacrati dalle mitragliatrici tedesche, sfigurati e gettati nella fossa comune, gridano vendetta. E sarà spietata e terribile! Lo giuriamo!

5) In risposta all’odierno comunicato bugiardo ed intimidatorio del Comando tedesco il Comando dei GAP dichiara che le azioni di guerriglia partigiana e patriottica in Roma non cesseranno fino alla totale evacuazione della Capitale da parte dei tedeschi.

6) Le azioni dei GAP saranno sviluppate fino all’insurrezione armata nazionale per la cacciata dei tedeschi dall’Italia, la distruzione del fascismo, la conquista dell’Indipendenza e la Libertà.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Toscana – La formazione partigiana “Lanciotto” occupa Galliano (nel Mugello) dalle 21 alle 23, svuota gli ammassi e tutto quello che può, poi, svegliati gli abitanti e fattili uscire di casa li fa assistere all’uccisione del segretario del fascio.

BOMBARDAMENTI ALLEATI

Bombardamento su Verona. (Nella foto le devastazioni del cimitero).



 

 

 



STORIA POSTALE del 26 marzo


 

A Modena, mentre il colonnello Costantino Rossi, comandante militare provinciale, rincasa in macchina, viene fatto segno a lancio di bombe a mano.
Ravenna – Questa provincia è la sola in cui un’unica formazione partigiana, la XXVIII brigata, articolata in distaccamenti realizza la sintesi di tutte le forze antifasciste superando ogni tendenza centrifuga, autonomistica. All’esperienza militare, alle capacità politiche del comando e di Arrigo Boldrini (Bulow) (nella foto, di profilo) in particolare, va ascritto il merito di questa coesione operativa che trova riscontro anche nel CLN. Per collaudare la volontà popolare questa particolare unità partigiana ha stabilito delle giornate patriottiche e in quei giorni tutti coloro che sono legati alle organizzazioni GAP, SAP e informatori devono passare all’azione. Oggi, 26 marzo, è stata indetta la prima di queste giornate e le 243 azioni di sabotaggio e di guerriglia paralizzano tutta la provincia. Nella giornata vengono trovati altri 900 attivisti.

 

 

 

 

Lettera espressa da Milano a Varese affrancata con valori gemelli da 0,50 Miti usati come ordinarie e da un 0,50 “provvisorio”.

 

Lunedì 27 Marzo 1944

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Perugia - A Gubbio tre ragazzi ebrei fiorentini, sfollati nella campagna circostante la frazione di Ràncana, vengono massacrati da una pattuglia tedesca accompagnata da un milita fascista.
Provincia di Torino - A Chivasso le SS italiane catturano quattro ribelli (tutti iscritti all’Azione Cattolica, dice un documento della RSI) e li passano immediatamente per le armi.

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
I tedeschi danno inizio ad un grande rastrellamento in Piemonte con un criterio tattico sperimentato qui per la prima volta: reparti corazzati percorrono il fondo valle, reparti di fanteria procedono di conserva sui fianchi e sui crinali, mentre altri reparti convergono dalle vallate secondarie verso le zone di rastrellamento. Tutte le vie d’uscita sono così chiuse. Gravissime le perdite partigiane in Val Varaita e in Val Casotto.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
L’Aquila - Durante la notte sul 27, una squadra di partigiani del gruppo “Campo Imperatore”, al comando del sottotenente Ricottilli, sulla strada del passo delle Capannelle, intima l’alt a due autocarri tedeschi che stanno andando a caricare paletti per reticolati per fortificare la linea del Sangro. I due autisti si fermano e si arrendono impauriti. Prese armi, munizioni, coperte e quanto può essere utile, compresi gli abiti e le scarpe dei due autisti che vengono rimessi in libertà in mutande, i due autocarri vengono dati alle fiamme.


STORIA POSTALE del 27 marzo

 

 

Un lettera espressa da Modena a Cremona che presenta un valore da 0,25 Imperiale fuori corso non tassato e un valore della Propaganda di Guerra sovrastampato che, dalla visione di molto materiale con presenze di questa serie sovrastampata, era stato largamente distribuito nella provincia di Modena.

 

 

La raccomandata presenta valori regolari ma proviene da una provincia, Teramo, dove l’uso di questi valori è stato limitato (per Teramo città) al periodo compreso fra il 10 marzo, data della loro distribuzione nella zona, al 17 giugno (data della liberazione di Teramo).
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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