Venerdì 31 Marzo 1944
L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD
Impressionante è a Torino l’esodo di militari dell’esercito
repubblicano. Contingenti di reclute sistemate nella caserma del XCII
Reggimento fanteria evadono in massa. Trecentocinquanta soldati che
hanno appena tentato la fuga vengono fermati dalla GNR “e consegnati
all’autorità provinciale militare”.
Il “Corriere della Sera” annuncia la fucilazione a Castelfranco Emilia
(Modena) di dieci renitenti, tutti di Renno di Pavullo nel Frignano, “sette
dei quali” dice la GNR “si erano presentati spontaneamente al
distretto militare chiedendo di essere arruolati e inviati al fronte.
L’esecuzione inoltre avvenne fra scene oltremodo strazianti, essendo
stati fucilati uno alla volta, alla presenza di tutti i condannati”.
L’eccidio, continua la GNR, ha avuto come effetto immediato “una
rilevante contrazione nella presentazione dei renitenti e disertori;
anzi, l’esecuzione e il modo in cui è stata eseguita ha talmente
indispettito i giovani, specie nelle zone montane, che diversi fra essi
hanno finito per arruolarsi coi ribelli”.
RAPPRESAGLIE DEI NAZIFASCISTI
Provincia di Ascoli Piceno - A Marina del Tronto le SS del
maggiore Keisting passano per le armi due partigiani in località Villa
Merli (la “Villa Triste” locale).
Province di Modena e Reggio - Nel trascorso mese di marzo, in
date imprecisate, nell’alta valle del Secchia e del Dragone, tra
le località di Villaminozzo e Monte Fiorino sono state
trucidate 400 persone.
Provincia di Perugia - A Spoleto, presso Monteleone,
su delazione fascista, un plotone tedesco passa per le armi tre
partigiani. Un quarto, Giuseppe Bareni, è ferito gravemente e sepolto
vivo.
Provincia di Rieti - A San Giovanni, nella frazione San
Gallo, i tedeschi hanno passato per le armi tre persone accusate di
collaborazionismo con i partigiani.
Provincia di Vicenza - A Arzignano, per avere protestato
contro i trasferimenti forzati in Germania di maestranze delle Officine
Pellizzari, le SS hanno fucilato quattro operai;
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Alla fine di marzo la sola GNR (Guardia nazionale repubblicana) ha
compiuto 178 rastrellamenti, nel corso dei quali ha però perduto in
combattimento 333 militi oltre al ferimento di altri 339.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Toscana – Un gruppo della “Faliero Pucci” circonda l’abitato di
Santa Brigida (FI) dando fuoco alla casa del fascio e alla sede del
dopolavoro.
Torino – Viene ucciso Ather Cappelli, giornalista e
condirettore de La Gazzetta del Popolo, iscritto alla Associazione
nazionale mutilati e invalidi di guerra.
I partigiani della Valle Chione (Piemonte), in uno di questi
ultimi giorni del mese, dopo avere catturato il capitano delle GNR
Aurelio Quattrini e i militi Gino Bevilacqua, Michele Gozzi e Luigi
Gallo, gli hanno fatto scavare le fosse nelle quali li hanno poi passati
per le armi.
BOMBARDAMENTI ALLEATI - Nel corso del trascorso mese di marzo le
città e località colpite sono state 321.
STORIA POSTALE del 31 marzo
Una lettera espressa partita Rieti, da una provincia “difficile” per
l’uso dei valori sovrastampati. Censurata dalla Commissione Provinciale
53R di Pesaro. Una lettera semplice con la presenza del 0,30 Imperiale
fuori corso, non tassato. Da Cortona (AR) a Giovi (AR).
Sabato 1 Aprile 1944
L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD
Vercelli – Due battaglioni di militari dell’esercito repubblicano
giunti dall’Emilia si sciolgono (“hanno del tutto rotto le righe” scrive
la GNR) e “gli uomini, sbandatisi, cercano tutti i mezzi per rientrare
alle loro case, nei paesi di provenienza”. Il solo reparto della GNR
confinaria di stanza a Moncalieri ne cattura 120 mentre stanno per
salire sul treno di Reggio. Interrogate, le reclute cercano “di
giustificarsi asserendo di avere abbandonata la caserma perché il vitto
è insufficiente e a causa del disordine che vi avrebbe trovato”. Il
fatto produce viva impressione fra la popolazione” commenta la GNR e
aggiunge:
“Il comando dei reparti confinari della Guardia Nazionale
Repubblicana, allo scopo di tener testa a tale imponente esodo, ha
chiesto la collaborazione della GNR di Torino, però ritiene necessario
l’intervento superiore ad infrenare tanto esodo.
Dalle prime indagini ed impressioni generali, sembra che all’esodo in
parola non siano affatto estranei gli stessi superiori comandi che
inquadrano le truppe”.
Il generale von Mackensen dell'Oberkommando Sudwest scrive un
rapporto sulle capacità di combattimento delle unità di Salò che lascia
poco margine alle discussioni. In sintesi:
a) Le truppe sono sparse in mezzo ai reparti tedeschi su fronti
relativamente tranquilli. Non sono ancora state impiegate in grossi
combattimenti.
b) Nel battaglione paracadutisti Nembo si sono avuti dal 16 al 30 marzo,
due casi di codardia, tre casi di ammutinamento e un caso di suicidio,
su una forza di 150 uomini. Al minimo segnale di attacco aereo, i
paracadutisti, senza tener fede ai loro compiti, scappano e cercano
subito riparo nei più vicini nascondigli. Non sono in grado di resistere
alle richieste morali che sorgono da un attacco di bombardieri.
c) Il battaglione Barbarigo, composto da ufficiali e sottufficiali ben
scelti, con poca esperienza bellica ma vogliosi di battersi, chiede di
essere impiegato in operazioni di pattuglia. La truppa è giovane, ancora
poco addestrata, ma si è comportata bene nelle operazioni di prima linea
e di pattugliamento. Vuole raggiungere lo standard dei tedeschi.
d) Nel 1° battaglione Brigata d'assalto italiana (SS) c'è il miglior
materiale umano di tutte le unità italiane, ma con scarsa preparazione.
I reduci d'Africa e di Russia si comportano meglio degli altri. Non è
sicuro il loro comportamento in grossi combattimenti.
e) La batteria Spazino (o Spazzino?) del battaglione Barbarigo non ha
retto all'attacco del nemico.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Un rapporto della GNR di Pesaro ammette esplicitamente
l’importanza del movimento partigiano nella zona.
Firenze, ore 20, via del Campuccio – Vengono lanciate due bombe
contro la nuova sede della Feldgendarmerie.
A Pecorara (Piacenza), Franco Oddi, commissario prefettizio, e
Rolando Amori, segretario del fascio, vengono uccisi nella notte sulla
piazza del paese.
A Somma Lombardo (Varese), viene ucciso il sottotenente Mario Rao
Torres, di anni 21, fratello di un segretario federale.
RAPPRESAGLIE DEI NAZIFASCISTI
Provincia di Torino - A Cumiana una quindicina di
partigiani della Val Sangone, in uno scontro che dura mezz’ora,
catturano 32 SS italiane, due sottufficiali tedeschi, tutto il loro
armamento e un autocarro. Nello scontro vengono ferite 19 SS (uno morirà
a Pinerolo), fra i partigiani si registrano un solo morto e un ferito.
Nel pomeriggio truppe composte da tedeschi e fascisti occupano la
località. Radono al suolo e, con i lanciafiamme, incendiano le case del
centro e, con un rastrellamento prelevano più tardi 180 ostaggi. I
nazifascisti minacciano di giustiziarli se entro le 18 del 3 aprile uno
dei capi partigiani non comparirà al comando tedesco per trattare la
liberazione dei prigionieri. I partigiani si dichiarano disposti a
negoziare.
Provincia di Ravenna - A Massalombarda uno sconosciuto
uccide nell’osteria del paese un soldato tedesco, per rappresaglia il
comando tedesco fa subito fucilare sul posto due partigiani originari
del Forlivese.
Provincia di Rieti - A Moro Reatino, contro il muro del
cimitero, i tedeschi fucilano un partigiano mentre un altro viene
abbattuto mentre tenta di fuggire da una casa di Villa Pulcini. A
Poggio Bustone, per punire l’uccisione da parte dei partigiani e
della popolazione di sedici fascisti e il ferimento di quaranta, i
paracadutisti della Herman Goering rastrellano tutta la zona e fucilano
due partigiani e tre civili. Poi, nella giornata, passano per le armi
altri sei partigiani. L’intero paese viene bombardato con l’artiglieria
e le poche case rimaste in piedi razziate. 156 uomini validi vengono
portati via e rinchiusi nella zona di Cinecittà (RM). I superstiti,
donne, vecchi e bambini, vivranno nelle stalle, nei fienili e nei
casolari della frazione di Borgo San Pietro. A Leonessa, tedeschi
appartenenti al gruppo “Schanze” fucilano, seduta stante, 16 degli
uomini in cui si sono imbattuti durante un’ “operazione contro i
partigiani”
STORIA POSTALE dell’1 aprile
Un piego manoscritti a tariffa ridotta dal Comune di Chiusdino con il
bollo comunale nel quale la RR è stata malamente cassata e lo stemma
reale depennato e un piego, come lettera a tariffa ridotta raccomandata
(0,85 = 0,25 lettera a tariffa ridotta + 0,60 di raccomandazione
aperta), che presenta il timbro comunale con i simboli reali intonsi.
Domenica 2 Aprile 1944
L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD
Il Capo di Stato Maggiore della GNR, luogotenente di Renato Ricci,
Umberto Chiappe viene sostituito dal maggiore Niccolò
Nicchiarelli, squadrista, “marcia su Roma”, comandante della
divisione Camicie Nere 23 Marzo sul fronte egiziano, comandante della
“Legione Tagliamento” sul fronte russo e quindi, dal maggio al novembre
1943, comandante del Raggruppamento “21 aprile” in Slovenia.
Graziani telegrafa a Keitel: “Debbo rappresentarVi come la
ragione che in massima parte ha ostacolato e diminuito il rendimento
della leva, è stata quella della deficienza del vestiario ed
equipaggiamento. Essa esiste tuttora”.
La GNR di Vercelli segnala che uno dei battaglioni ”San Marco” di
stanza a Oropa si sta dissanguando a seguito delle diserzioni
conseguenti “all’attività propagandistica femminile sovversiva”. A
Perugia, il CCVII Comando regionale dell’Umbria chiede
all’Ispettorato dell’XI Zona delle GNR di circondare la caserma del
CVIII° Battaglione genio “per impedire la fuga dei soldati”.
Da Casale Monferrato, un migliaio di reclute inquadrate in due
battaglioni del genio pionieri della costituenda Divisione “Littorio”,
partono al mattino per la Westfalia urlando di rabbia, piangendo,
cantando Bandiera Rossa, insultando i fascisti. Ai civili che assistono
al passaggio della truppa nelle vie del centro, i soldati gridano di
ritirare le bandiere perché è prossimo “l’arrivo di Badoglio”. Altri,
per scherno e disprezzo, si soffiano il naso con le bandierine di carta
offerte dal fascio. Si grida “abbasso la repubblica”, “cosa fa la
repubblica? Schifo”, “cosa fa la milizia? Schifo”, “non vogliamo
partire”, “ci mandano al macello”, e, do fronte alla caserma “Muti”,
sede del Battaglione misto “Ordine Pubblico” della GNR, “abbasso la
guardia repubblicana”, “vigliacchi”, “imboscati”, “noi siamo la carne da
macello”.
Viene emanato il decreto legislativo n° 120 che dispone l’estensione dei
benefici della liberazione condizionale e dei condoni a coloro che,
posteriormente al commesso reato e sino alla fine della guerra, saranno
arruolati in servizio militare o assegnati al servizio del lavoro,
avendo dato prove effettive e costanti di buona condotta.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Ancona - Sulla rotabile Genga – Sassoferrato, i
tedeschi fucilano un partigiano ferito in combattimento.
Provincia di Cuneo - A Paesana i tedeschi fucilano otto
partigiani presso il cimitero locale.
Provincia di Rieti - A Villa Carmine, dopo averli
torturati (cavandogli anche gli occhi), i tedeschi fucilano e gettano in
una fossa comune sei partigiani e, nella zona di Leonessa,
passano per le armi 19 abitanti di Morro Reatino.
Provincia di Torino - Inizia il processo al Comitato militare
piemontese del CLN, composto dai rappresentanti dei partiti, che è stato
catturato al completo.
Lunedì 3 Aprile 1944
L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD
Un odierno notiziario della GNR di Vercelli così commenta il
comportamento degli ufficiali dell’esercito repubblicano: “In genere
gli ufficiali non curano sufficientemente i reparti. Ben pochi di essi
si sono adeguati ai doveri del momento. Parecchi sono quelli che si sono
presentati solo per ragioni finanziarie”.
Sempre da Vercelli, sede del Centro Costituzione Grandi Unità,
diretto dal generale Filippo Diamanti, che raccoglie le reclute da
inviare in Germania per l’addestramento, si scrive che: “L’insufficienza
delle caserme e del vestiario è motivo di malcontento fra la truppa che
dorme male e circola per la città in abito civile, distinguendosi solo
per il copricapo rappresentato da un cappello alpino o da un basco”.
A Perugia, dalla caserma del CVIII Battaglione genio, circondata
dalle GNR, i militari sparano sui legionari fascisti che rispondono al
fuoco.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Giannino Candia, iscritto alla Associazione nazionale mutilati e
invalidi di guerra, viene ucciso a Mondovì (Cuneo).
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Torino - Cumiana - Non essendo, per un disguido,
arrivati in tempo i parlamentari partigiani, i tedeschi uccidono 52
ostaggi. Secondo altra versione sembra invece che alle 14, senza
attendere l’esito delle trattative, siano state scelte 58 persone
tra i prigionieri rinchiusi ormai da due giorni, e che, dopo averle
condotte alla masseria Riva di Chiaia, fin dalle 16 siano iniziate le
esecuzioni.. Il plotone delle SS italiane che deve sparare si rifiuta
inchiodato dall’orrore. Sembra che un sottufficiale tedesco, in forte
stato di ubriachezza, abbia proceduto personalmente alle esecuzioni (a
sette condannati viene per vari motivi risparmiata la vita riducendo
così l’effettivo numero degli uccisi a 51). L’arrivo, comunque
tardivo, dei parlamentari permette lo scambio dei prigionieri e salvando
il resto degli ostaggi italiani.
STORIA POSTALE del 3 aprile
Una raccomandata per la Germania regolarmente affrancata 2,50 (1,00
lettera per la Germania + 1,50 di raccomandazione per estero) con uso di
segnatasse come ordinari e una cartolina illustrata tassata da un
prolisso ufficiale postale per la mancanza di 5 centesimi nella
affrancatura
Martedì 4 Aprile 1944
L’AVVENTURA DI RACHELE
Rachele Mussolini, a Villa Feltrinelli, davanti al funzionario di
PS Alberto Maddalena denuncia quanto aveva subito, il 1 settembre
1943, da parte dell’ex ispettore di polizia Saverio Polito
(arrestato dai fascisti dopo l’8 settembre) che, incaricato di
trasferirla in auto da Roma alla Rocca delle Caminate, aveva tentato
approcci vergognosi nei suoi confronti.
“Il Polito (che siede accanto a lei nel sedile posteriore),
dopo avere cominciato a inveire contro Mussolini, a schernire e a darle
del tu, aveva tolto la giacca, aveva sbottonato i pantaloni e
sprofondandosi sguaiatamente sui cuscini della macchina, si avvicinava a
me fino ad opprimermi e, tra una boccata e l’altra di un fetido e
asfissiante sigaro, si sforzava di assumere un atteggiamento
“accomodante” che accresceva lo schifo. Cercavo di serrarmi
quanto più possibile nel mio angolo per sfuggire alle insidie che mi
tendeva quella bestia vestita da generale. Ma la mia resistenza sembrava
divertire il vile che incalzava sempre di più: “non devi avere rimorsi
per tuo marito. Pensa che se diventi la mia amica ti salvi; con me
potrai star bene più che con Mussolini”. Così dicendo prese a baciarmi e
a palpare la mia persona come meglio poteva. Avrei troncata in quel
momento la turpe vicenda, usando della pistola che avevo nella mia borsa
se non mi avesse trattenuto il pensiero di dover rivedere i miei figli,
per tentare di proteggerli in qualche modo”.
Continua l’incredibile schermaglia (è poco comprensibile come il Polito
si sia così eccitato davanti a una donna avanzata in età, intristita dai
patimenti, vestita di nero, e in quel momento non certo appetibile) ed “egli
riuscì ad avere ragione del mio braccio sinistro e a portare la mia mano
tra le sue luride vergogne ed a scoprirmi le gambe”. La cosa era
andata avanti così per un pezzo, poi il Polito – che a sessant’anni non
poteva fare il galletto a tempo indeterminato – si era calmato.
DAL DIARIO DEL CONTE SERAFINO MAZZOLINI
“Una triste notizia: il console de Grenet che fu avanguardista ai miei
ordini nella lontana vigilia e che è stato arrestato un mese fa dalle SS
sotto accusa di connivenza coi badogliani, è stato fucilato dopo i fatti
di via Rasella. Ne provo gran pena. Proprio una settimana fa avevao
speso parole in suo favore con Vice Comandante delle SS. dò la notizia
al Duce che ne rimane turbato. De Cicco mi telegrafa che negli ambienti
del Ministero il contraccolpo è stato forte. Mi chiede che io vada giù (intende
a Roma). Ma il Duce non è del parere che io mi muova”.
L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD
I militari del CVIII Battaglione genio, che ieri hanno sparato sui
legionari delle GNR dalla caserma di Perugia, vengono scortati
fino alla stazione e fatti partire per il nord.
RAPPRESAGLIE DEI NAZIFASCISTI
Provincia di Torino - Si conclude il processo ai membri del
Comitato militare del CLN piemontese con la condanna a morte per
tutti e ergastoli e altre pene detentive per gli altri.
Provincia di Trieste - La risiera di San Sabba,
trasformata in lager - prigione, vede oggi il collaudo del "forno
della morte" con la cremazione dei corpi dei 70 fucilati ad Opicina.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Toscana – Nei pressi di Berceto (Madonna dei Fossi) i
partigiani tendono un’imboscata ad un manipolo di guardie repubblicane
che si sono fermate a bere delle uova comprate dalle stesse contadine
che hanno gli uomini alla macchia. Muoiono diversi fascisti e altri
restano feriti mentre altri, catturati, vengono poi fucilati a Frascola.
Giuseppe Poggio, iscritto alla Associazione nazionale mutilati e
invalidi di guerra, viene ucciso in un agguato in Barsi di Groppallo
(Piacenza).
Una compagnia del battaglione GNR “Camilluccia”, distaccata a Varallo
(Novara), riceve nella sera una telefonata dal Comando del
battaglione che ordina l’invio immediato di rinforzi ad un distaccamento
attaccato. Ignaro della falsità della telefonata il comando della
compagnia invia subito un plotone autocarrato al comando del tenente
Prezioso. Dopo Quarona, in una stretta curva, il camion viene investito
da lancio di bombe a mano e raffiche di mitra. I militi tentano di
organizzarsi a difesa, ma invano: l’agguato è stato così perfettamente
organizzato che, tranne un solo milite che, ferito, riesce a nascondersi
in un tombino, tutti i componenti il plotone restano uccisi.
STORIA POSTALE del 4 aprile
Cartolina postale affrancata normalmente 0,30 ma considerando l’intero
solo come supporto. La cartolina è ancora in corso ma il mittente ha
preferito non usufruire del valore 0,15 pur di coprire il volto del re,
da Vercelli a Torino, e una lettera da Verona a Innsbruck regolarmente
affrancata 1,25 con tutti valori della Provvisoria. Infrequenti i valori
della Propaganda di Guerra sovrastampati. Censura della Commissione
Provinciale di Verona.
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