il tramonto di un regno









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il tramonto di un regno


di Giancarlo MAGNONI

7° Periodo: dal 10 febbraio 1944 al 10 maggio 1944.
Territorio a nord della linea del fuoco: REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA

Settima parte (dal 28 marzo al 4 aprile 1944)

 

Martedì 28 Marzo 1944

POLITICA INTERNA - Dolfin ultima le consegne a Cellai, suo sostituto, e passa al Ministero degli Esteri.

Piero Pisenti, ministro della Giustizia, con il decreto odierno n° 112, dispone il trasferimento da Roma a Brescia, nuova sede del ministero, di tre sezioni della Suprema Corte, due civili e una penale.

L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD

Pestaggio sul treno Laveno – Varese, vittima un incauto legionario della GNR: ha osato protestare contro una cinquantina di alpini in licenza che stavano cantando “inni sovversivi” e insultavano Mussolini.

A Perugia, tre renitenti alla leva vengono fucilati dopo la condanna del tribunale militare territoriale di guerra perugino. Ad altri due sono inflitti 24 anni di carcere ciascuno.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE

Provincia di Cuneo - A Casteldelfino i tedeschi fucilano il partigiano Santino Graglia catturato e consegnatogli dai fascisti.

Provincia di Ferrara – A Goro vengono fucilati cinque uomini da un plotone di esecuzione fascista. Le esecuzioni sono state precedute da feroci torture di cui è maestro e mandante Carlo De Sanctis, dell’ufficio politico della questura di Ferrara. Vengono fucilati oggi anche Giuseppe Stefani, fondatore della Democrazia Cristiana ferrarese e don Pietro Rizzo, parroco di Iolanda di Savoia.

Provincia di Siena – A San Gimignano di primo mattino gli uomini delle Brigate Nere circondano un rifugio di partigiani sul Montemaggio. Dopo una strenua resistenza, di fronte a forze soverchianti armate anche di mortai, 19 partigiani sono costretti ad arrendersi. Nel cortile i fascisti avevano gridato: “Arrendetevi, vi facciamo salva la vita”. Saranno invece tutti fucilati sul posto.


Nelle foto i funerali dei partigiani a San Gimignano


L’AVIAZIONE ITALIANA DEL NORD - I piloti del 1° Gruppo da caccia “Asso di bastoni”, comandato da Visconti con base a Campoformio riescono oggi ad abbattere altri aerei alleati.

MUSSOLINI CERCA UN CONTATTO CON EDDA - Don Giusto Pancino, dopo il suo incontro con Edda in Svizzera, si reca da Mussolini per riferirgli il messaggio della figlia. Il Duce ascolta quelle parole (“Gli dica che due sole soluzioni potranno riabilitarlo davanti ai miei occhi: fuggire o uccidersi”) con l’animo sconvolto. Poi, per un’ora e mezzo, assilla il sacerdote con domande penose. La riconciliazione con la figlia sembra per ora impossibile. Mussolini, nel congedare don Giusto, lo prega di tornare domani.

BOMBARDAMENTI ALLEATI - Nella foto la stazione di Mestre dopo il bombardamento odierno.

 

STORIA POSTALE del 28 marzo

 

 



Lettera raccomandata da Tremezzo (CO) alla Germania affrancata 2,50 (1,00 + 1,50). Censura tedesca e della Commissione Provinciale di Censura 17R di Como.
 

 

 

 

 

 

 

Mercoledì 29 Marzo 1944

MUSSOLINI INCONTRA ANCORA DON GIUSTO PANCINO

Nell’incontro odierno, come don Pancino aveva in parte sperato, in parte temuto (1), il dittatore va diritto al punto. Riferendosi al fatto che Winston Churchill, nel suo tagliente discorso alla Camera dei Comuni, aveva dichiarato che Mussolini appariva nuovamente alla ribalta della storia dopo essersi macchiato le mani del sangue di Ciano, il Duce dice con irruenza: “Don Pancino, voi sapete che non è vero, ma quanti altri lo sanno?…Ora quest’affermazione di Churchill farà si che io passi alla storia come l’assassino di mio genero…”. Si interrompe. Cerca le parole con sforzo visibile. “Ascoltate, padre, sento vivissimo il desiderio di mettere pace e tranquillità nella mia anima, davanti a Dio…- dice – Vi prego di conciliare l’animo mio con Dio”.
Don Giusto deve accettare la sfida: Mussolini lo vuole come guida spirituale.
………..
(1) Il sacerdote, fin dal primo incontro con il Duce era stato assalito da una inquietante prospettiva: se Mussolini gli avesse chiesto di confessarlo, cosa dovrebbe fare lui, giovane e oscuro prete di campagna?

L’AVIAZIONE ITALIANA DEL NORD - I piloti del 1° Gruppo da caccia “Asso di bastoni”, comandato da Visconti con base a Campoformio riescono oggi ad abbattere altri aerei alleati.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI - Toscana - L’incursione partigiana compiuta nella notte del 6 marzo a Vicchio dalle formazioni “Faliero Pucci” e “Checcucci” e la successiva fucilazione di quattro militi della GNR e di un carabiniere, non poteva non avere un seguito. Reparti di militi della Guardia Nazionale Repubblicana giunsero in Mugello in treno da Firenze ed iniziarono subito i rastrellamenti nelle zone del Monte Giovi, di Gattaia e di Fornello. La “Checcucci” si disperse perdendo un centinaio di uomini che fuggirono in altre zone o tornarono a casa. La “Faliero Pucci” fece perdere le sue tracce sganciandosi nella zona di Londa. Le forze di repressione salirono fino a San Martino agli Scopeti setacciando i boschi ed interrogando i contadini. Genitori di giovani sospettati di far parte delle bande furono messi in stato di fermo. Nella zona di Vicchio vengono arrestati trenta renitenti alla leva che, portati a Firenze, quindici di essi vengono processati con sette condanne a morte. Cinque dei condannati: Antonio Raddi, Guido Targetti, Leandro Corona, Ottorino Quiti e Adriano Santoni vengono fucilati la mattina di oggi 29 marzo al Campo di Marte. La resistenza in Mugello subisce un duro colpo e perde molti consensi di cui avrebbe invece avuta necessità.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE - Provincia di Terni - A Orvieto, presso Camoreta, a conclusione di un’indagine condotta da un delatore italiano, i fascisti comandati da un maresciallo tedesco fucilano sette fra partigiani e disertori fascisti.

BOMBARDAMENTI ALLEATI - Battuti gli scali ferroviari di Bolzano, Milano e Torino.



STORIA POSTALE del 29 marzo

 

 


Cartolina postale Vinceremo espressa sulla quale il mittente si è preoccupato do sovrapporre i valori sovrastampati al volto del re riprodotto sull’intero postale declassandola così a puro supporto (in realtà ha così persi 30 centesimi perché l’intero non è stato dichiarato fuori corso).
Regolarmente affancata 1,55 (0,30 cartolina fuori distretto + 1,25 di sovrattassa espresso)
 

 

 

Altra cartolina postale Vinceremo espressa, regolarmente affancata 1,55.
In questo caso è tutto molto regolare:la cartolina è quella con la sovrastampa RSI sull’effige reale e tutti i valori che completano la tariffa e che mostrano il volto del re, sono svrastampati. Gli unici emblemi reali che rimarranno intonsi nei valori della serie Imperiale sono gli stemmi (scudo crociato) che compaiono nei francobolli con la Lupa Capitolina (0,05, 2,55, 3,70 e 5,00).

 


 

Giovedì 30 Marzo 1944


ATTIVITA’ CLANDESTINA DEI PARTITI ANTIFASCISTI AL NORD

L’Unità clandestina di oggi commemora i martiri delle Fosse Ardeatine.

 

 

 

 

Lettera espressa, non tassata, che presenta il valore da 1,25 espresso senza la sovrastampa, fuori corso.

 

 

 

 

 

 


RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE

Provincia di Ascoli Piceno – Nel paese di Pozza, otto chilometri a sud di Acquasanta Terme, che viene distrutto dal fuoco appiccato per rappresaglia dopo uno scontro con i partigiani, perde la vita anche un neonato. La madre muore dilaniata da una bomba a mano.

Provincia di Modena – A Castelfranco vengono fucilati 10 partigiani nel cortile del Forte.

Provincia di Rieti – A Rivodutri, i tedeschi uccidono cinque uomini.
 

BOMBARDAMENTI ALLEATI

Colpita Verona (vedi foto).
 

 

STORIA POSTALE del 30 marzo

Due interi postali utilizzati come supporto anche se entrambi ammessi in corso.


 

Due lettere raccomandate. La prima a sinistra è una “normale” fuori distretto affrancata 1,75 (0,50 + 1,25) affrancata con tutti valori d’emergenza pacchi e segnatasse usati come ordinari, da Santo Pietro Belvedere (PI) a Pisa. La seconda e un’affrancatura per Servizio Notificazione Atti Giudiziari 2,30 con l’uso di un valore 2,00 Miti aerea usato come ordinario.

 


 


Una regolarissima cartolina postale Vinceremo d 0,30 sovrastampata e valore da 1,25 espresso della Provvisoria.

 

 

 


 


Venerdì 31 Marzo 1944

L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD

Impressionante è a Torino l’esodo di militari dell’esercito repubblicano. Contingenti di reclute sistemate nella caserma del XCII Reggimento fanteria evadono in massa. Trecentocinquanta soldati che hanno appena tentato la fuga vengono fermati dalla GNR “e consegnati all’autorità provinciale militare”.
Il “Corriere della Sera” annuncia la fucilazione a Castelfranco Emilia (Modena) di dieci renitenti, tutti di Renno di Pavullo nel Frignano, “sette dei quali” dice la GNR “si erano presentati spontaneamente al distretto militare chiedendo di essere arruolati e inviati al fronte. L’esecuzione inoltre avvenne fra scene oltremodo strazianti, essendo stati fucilati uno alla volta, alla presenza di tutti i condannati”. L’eccidio, continua la GNR, ha avuto come effetto immediato “una rilevante contrazione nella presentazione dei renitenti e disertori; anzi, l’esecuzione e il modo in cui è stata eseguita ha talmente indispettito i giovani, specie nelle zone montane, che diversi fra essi hanno finito per arruolarsi coi ribelli”.

RAPPRESAGLIE DEI NAZIFASCISTI

Provincia di Ascoli Piceno - A Marina del Tronto le SS del maggiore Keisting passano per le armi due partigiani in località Villa Merli (la “Villa Triste” locale).

Province di Modena e Reggio - Nel trascorso mese di marzo, in date imprecisate, nell’alta valle del Secchia e del Dragone, tra le località di Villaminozzo e Monte Fiorino sono state trucidate 400 persone.

Provincia di Perugia - A Spoleto, presso Monteleone, su delazione fascista, un plotone tedesco passa per le armi tre partigiani. Un quarto, Giuseppe Bareni, è ferito gravemente e sepolto vivo.

Provincia di Rieti - A San Giovanni, nella frazione San Gallo, i tedeschi hanno passato per le armi tre persone accusate di collaborazionismo con i partigiani.

Provincia di Vicenza - A Arzignano, per avere protestato contro i trasferimenti forzati in Germania di maestranze delle Officine Pellizzari, le SS hanno fucilato quattro operai;

RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Alla fine di marzo la sola GNR (Guardia nazionale repubblicana) ha compiuto 178 rastrellamenti, nel corso dei quali ha però perduto in combattimento 333 militi oltre al ferimento di altri 339.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI

Toscana – Un gruppo della “Faliero Pucci” circonda l’abitato di Santa Brigida (FI) dando fuoco alla casa del fascio e alla sede del dopolavoro.

Torino – Viene ucciso Ather Cappelli, giornalista e condirettore de La Gazzetta del Popolo, iscritto alla Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra.

I partigiani della Valle Chione (Piemonte), in uno di questi ultimi giorni del mese, dopo avere catturato il capitano delle GNR Aurelio Quattrini e i militi Gino Bevilacqua, Michele Gozzi e Luigi Gallo, gli hanno fatto scavare le fosse nelle quali li hanno poi passati per le armi.


BOMBARDAMENTI ALLEATI - Nel corso del trascorso mese di marzo le città e località colpite sono state 321.



STORIA POSTALE del 31 marzo

Una lettera espressa partita Rieti, da una provincia “difficile” per l’uso dei valori sovrastampati. Censurata dalla Commissione Provinciale 53R di Pesaro. Una lettera semplice con la presenza del 0,30 Imperiale fuori corso, non tassato. Da Cortona (AR) a Giovi (AR).


 

Sabato 1 Aprile 1944

L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD

Vercelli – Due battaglioni di militari dell’esercito repubblicano giunti dall’Emilia si sciolgono (“hanno del tutto rotto le righe” scrive la GNR) e “gli uomini, sbandatisi, cercano tutti i mezzi per rientrare alle loro case, nei paesi di provenienza”. Il solo reparto della GNR confinaria di stanza a Moncalieri ne cattura 120 mentre stanno per salire sul treno di Reggio. Interrogate, le reclute cercano “di giustificarsi asserendo di avere abbandonata la caserma perché il vitto è insufficiente e a causa del disordine che vi avrebbe trovato”. Il fatto produce viva impressione fra la popolazione” commenta la GNR e aggiunge:

Il comando dei reparti confinari della Guardia Nazionale Repubblicana, allo scopo di tener testa a tale imponente esodo, ha chiesto la collaborazione della GNR di Torino, però ritiene necessario l’intervento superiore ad infrenare tanto esodo.
Dalle prime indagini ed impressioni generali, sembra che all’esodo in parola non siano affatto estranei gli stessi superiori comandi che inquadrano le truppe
”.

Il generale von Mackensen dell'Oberkommando Sudwest scrive un rapporto sulle capacità di combattimento delle unità di Salò che lascia poco margine alle discussioni. In sintesi:
a) Le truppe sono sparse in mezzo ai reparti tedeschi su fronti relativamente tranquilli. Non sono ancora state impiegate in grossi combattimenti.
b) Nel battaglione paracadutisti Nembo si sono avuti dal 16 al 30 marzo, due casi di codardia, tre casi di ammutinamento e un caso di suicidio, su una forza di 150 uomini. Al minimo segnale di attacco aereo, i paracadutisti, senza tener fede ai loro compiti, scappano e cercano subito riparo nei più vicini nascondigli. Non sono in grado di resistere alle richieste morali che sorgono da un attacco di bombardieri.
c) Il battaglione Barbarigo, composto da ufficiali e sottufficiali ben scelti, con poca esperienza bellica ma vogliosi di battersi, chiede di essere impiegato in operazioni di pattuglia. La truppa è giovane, ancora poco addestrata, ma si è comportata bene nelle operazioni di prima linea e di pattugliamento. Vuole raggiungere lo standard dei tedeschi.
d) Nel 1° battaglione Brigata d'assalto italiana (SS) c'è il miglior materiale umano di tutte le unità italiane, ma con scarsa preparazione. I reduci d'Africa e di Russia si comportano meglio degli altri. Non è sicuro il loro comportamento in grossi combattimenti.
e) La batteria Spazino (o Spazzino?) del battaglione Barbarigo non ha retto all'attacco del nemico.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI

Un rapporto della GNR di Pesaro ammette esplicitamente l’importanza del movimento partigiano nella zona.

Firenze, ore 20, via del Campuccio – Vengono lanciate due bombe contro la nuova sede della Feldgendarmerie.

A Pecorara (Piacenza), Franco Oddi, commissario prefettizio, e Rolando Amori, segretario del fascio, vengono uccisi nella notte sulla piazza del paese.

A Somma Lombardo (Varese), viene ucciso il sottotenente Mario Rao Torres, di anni 21, fratello di un segretario federale.

RAPPRESAGLIE DEI NAZIFASCISTI

Provincia di Torino - A Cumiana una quindicina di partigiani della Val Sangone, in uno scontro che dura mezz’ora, catturano 32 SS italiane, due sottufficiali tedeschi, tutto il loro armamento e un autocarro. Nello scontro vengono ferite 19 SS (uno morirà a Pinerolo), fra i partigiani si registrano un solo morto e un ferito. Nel pomeriggio truppe composte da tedeschi e fascisti occupano la località. Radono al suolo e, con i lanciafiamme, incendiano le case del centro e, con un rastrellamento prelevano più tardi 180 ostaggi. I nazifascisti minacciano di giustiziarli se entro le 18 del 3 aprile uno dei capi partigiani non comparirà al comando tedesco per trattare la liberazione dei prigionieri. I partigiani si dichiarano disposti a negoziare.

Provincia di Ravenna - A Massalombarda uno sconosciuto uccide nell’osteria del paese un soldato tedesco, per rappresaglia il comando tedesco fa subito fucilare sul posto due partigiani originari del Forlivese.

Provincia di Rieti - A Moro Reatino, contro il muro del cimitero, i tedeschi fucilano un partigiano mentre un altro viene abbattuto mentre tenta di fuggire da una casa di Villa Pulcini. A Poggio Bustone, per punire l’uccisione da parte dei partigiani e della popolazione di sedici fascisti e il ferimento di quaranta, i paracadutisti della Herman Goering rastrellano tutta la zona e fucilano due partigiani e tre civili. Poi, nella giornata, passano per le armi altri sei partigiani. L’intero paese viene bombardato con l’artiglieria e le poche case rimaste in piedi razziate. 156 uomini validi vengono portati via e rinchiusi nella zona di Cinecittà (RM). I superstiti, donne, vecchi e bambini, vivranno nelle stalle, nei fienili e nei casolari della frazione di Borgo San Pietro. A Leonessa, tedeschi appartenenti al gruppo “Schanze” fucilano, seduta stante, 16 degli uomini in cui si sono imbattuti durante un’ “operazione contro i partigiani”



STORIA POSTALE dell’1 aprile

Un piego manoscritti a tariffa ridotta dal Comune di Chiusdino con il bollo comunale nel quale la RR è stata malamente cassata e lo stemma reale depennato e un piego, come lettera a tariffa ridotta raccomandata (0,85 = 0,25 lettera a tariffa ridotta + 0,60 di raccomandazione aperta), che presenta il timbro comunale con i simboli reali intonsi.


 

Domenica 2 Aprile 1944

L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD
Il Capo di Stato Maggiore della GNR, luogotenente di Renato Ricci, Umberto Chiappe viene sostituito dal maggiore Niccolò Nicchiarelli, squadrista, “marcia su Roma”, comandante della divisione Camicie Nere 23 Marzo sul fronte egiziano, comandante della “Legione Tagliamento” sul fronte russo e quindi, dal maggio al novembre 1943, comandante del Raggruppamento “21 aprile” in Slovenia.

Graziani telegrafa a Keitel: “Debbo rappresentarVi come la ragione che in massima parte ha ostacolato e diminuito il rendimento della leva, è stata quella della deficienza del vestiario ed equipaggiamento. Essa esiste tuttora”.

La GNR di Vercelli segnala che uno dei battaglioni ”San Marco” di stanza a Oropa si sta dissanguando a seguito delle diserzioni conseguenti “all’attività propagandistica femminile sovversiva”. A Perugia, il CCVII Comando regionale dell’Umbria chiede all’Ispettorato dell’XI Zona delle GNR di circondare la caserma del CVIII° Battaglione genio “per impedire la fuga dei soldati”.

Da Casale Monferrato, un migliaio di reclute inquadrate in due battaglioni del genio pionieri della costituenda Divisione “Littorio”, partono al mattino per la Westfalia urlando di rabbia, piangendo, cantando Bandiera Rossa, insultando i fascisti. Ai civili che assistono al passaggio della truppa nelle vie del centro, i soldati gridano di ritirare le bandiere perché è prossimo “l’arrivo di Badoglio”. Altri, per scherno e disprezzo, si soffiano il naso con le bandierine di carta offerte dal fascio. Si grida “abbasso la repubblica”, “cosa fa la repubblica? Schifo”, “cosa fa la milizia? Schifo”, “non vogliamo partire”, “ci mandano al macello”, e, do fronte alla caserma “Muti”, sede del Battaglione misto “Ordine Pubblico” della GNR, “abbasso la guardia repubblicana”, “vigliacchi”, “imboscati”, “noi siamo la carne da macello”.

Viene emanato il decreto legislativo n° 120 che dispone l’estensione dei benefici della liberazione condizionale e dei condoni a coloro che, posteriormente al commesso reato e sino alla fine della guerra, saranno arruolati in servizio militare o assegnati al servizio del lavoro, avendo dato prove effettive e costanti di buona condotta.

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE

Provincia di Ancona - Sulla rotabile Genga – Sassoferrato, i tedeschi fucilano un partigiano ferito in combattimento.

Provincia di Cuneo - A Paesana i tedeschi fucilano otto partigiani presso il cimitero locale.

Provincia di Rieti - A Villa Carmine, dopo averli torturati (cavandogli anche gli occhi), i tedeschi fucilano e gettano in una fossa comune sei partigiani e, nella zona di Leonessa, passano per le armi 19 abitanti di Morro Reatino.

Provincia di Torino - Inizia il processo al Comitato militare piemontese del CLN, composto dai rappresentanti dei partiti, che è stato catturato al completo.




Lunedì 3 Aprile 1944

L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD

Un odierno notiziario della GNR di Vercelli così commenta il comportamento degli ufficiali dell’esercito repubblicano: “In genere gli ufficiali non curano sufficientemente i reparti. Ben pochi di essi si sono adeguati ai doveri del momento. Parecchi sono quelli che si sono presentati solo per ragioni finanziarie”.
Sempre da Vercelli, sede del Centro Costituzione Grandi Unità, diretto dal generale Filippo Diamanti, che raccoglie le reclute da inviare in Germania per l’addestramento, si scrive che: “L’insufficienza delle caserme e del vestiario è motivo di malcontento fra la truppa che dorme male e circola per la città in abito civile, distinguendosi solo per il copricapo rappresentato da un cappello alpino o da un basco”.
A Perugia, dalla caserma del CVIII Battaglione genio, circondata dalle GNR, i militari sparano sui legionari fascisti che rispondono al fuoco.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI

Giannino Candia, iscritto alla Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra, viene ucciso a Mondovì (Cuneo).

RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE

Provincia di Torino - Cumiana - Non essendo, per un disguido, arrivati in tempo i parlamentari partigiani, i tedeschi uccidono 52 ostaggi. Secondo altra versione sembra invece che alle 14, senza attendere l’esito delle trattative, siano state scelte 58 persone tra i prigionieri rinchiusi ormai da due giorni, e che, dopo averle condotte alla masseria Riva di Chiaia, fin dalle 16 siano iniziate le esecuzioni.. Il plotone delle SS italiane che deve sparare si rifiuta inchiodato dall’orrore. Sembra che un sottufficiale tedesco, in forte stato di ubriachezza, abbia proceduto personalmente alle esecuzioni (a sette condannati viene per vari motivi risparmiata la vita riducendo così l’effettivo numero degli uccisi a 51). L’arrivo, comunque tardivo, dei parlamentari permette lo scambio dei prigionieri e salvando il resto degli ostaggi italiani.



STORIA POSTALE del 3 aprile

Una raccomandata per la Germania regolarmente affrancata 2,50 (1,00 lettera per la Germania + 1,50 di raccomandazione per estero) con uso di segnatasse come ordinari e una cartolina illustrata tassata da un prolisso ufficiale postale per la mancanza di 5 centesimi nella affrancatura

 

Martedì 4 Aprile 1944

L’AVVENTURA DI RACHELE

Rachele Mussolini, a Villa Feltrinelli, davanti al funzionario di PS Alberto Maddalena denuncia quanto aveva subito, il 1 settembre 1943, da parte dell’ex ispettore di polizia Saverio Polito (arrestato dai fascisti dopo l’8 settembre) che, incaricato di trasferirla in auto da Roma alla Rocca delle Caminate, aveva tentato approcci vergognosi nei suoi confronti.
Il Polito (che siede accanto a lei nel sedile posteriore), dopo avere cominciato a inveire contro Mussolini, a schernire e a darle del tu, aveva tolto la giacca, aveva sbottonato i pantaloni e sprofondandosi sguaiatamente sui cuscini della macchina, si avvicinava a me fino ad opprimermi e, tra una boccata e l’altra di un fetido e asfissiante sigaro, si sforzava di assumere un atteggiamento “accomodanteche accresceva lo schifo. Cercavo di serrarmi quanto più possibile nel mio angolo per sfuggire alle insidie che mi tendeva quella bestia vestita da generale. Ma la mia resistenza sembrava divertire il vile che incalzava sempre di più: “non devi avere rimorsi per tuo marito. Pensa che se diventi la mia amica ti salvi; con me potrai star bene più che con Mussolini”. Così dicendo prese a baciarmi e a palpare la mia persona come meglio poteva. Avrei troncata in quel momento la turpe vicenda, usando della pistola che avevo nella mia borsa se non mi avesse trattenuto il pensiero di dover rivedere i miei figli, per tentare di proteggerli in qualche modo”.
Continua l’incredibile schermaglia (è poco comprensibile come il Polito si sia così eccitato davanti a una donna avanzata in età, intristita dai patimenti, vestita di nero, e in quel momento non certo appetibile) ed “egli riuscì ad avere ragione del mio braccio sinistro e a portare la mia mano tra le sue luride vergogne ed a scoprirmi le gambe”. La cosa era andata avanti così per un pezzo, poi il Polito – che a sessant’anni non poteva fare il galletto a tempo indeterminato – si era calmato.

DAL DIARIO DEL CONTE SERAFINO MAZZOLINI

“Una triste notizia: il console de Grenet che fu avanguardista ai miei ordini nella lontana vigilia e che è stato arrestato un mese fa dalle SS sotto accusa di connivenza coi badogliani, è stato fucilato dopo i fatti di via Rasella. Ne provo gran pena. Proprio una settimana fa avevao speso parole in suo favore con Vice Comandante delle SS. dò la notizia al Duce che ne rimane turbato. De Cicco mi telegrafa che negli ambienti del Ministero il contraccolpo è stato forte. Mi chiede che io vada giù (intende a Roma). Ma il Duce non è del parere che io mi muova”.

L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD

I militari del CVIII Battaglione genio, che ieri hanno sparato sui legionari delle GNR dalla caserma di Perugia, vengono scortati fino alla stazione e fatti partire per il nord.

RAPPRESAGLIE DEI NAZIFASCISTI
Provincia di Torino - Si conclude il processo ai membri del Comitato militare del CLN piemontese con la condanna a morte per tutti e ergastoli e altre pene detentive per gli altri.
Provincia di Trieste - La risiera di San Sabba, trasformata in lager - prigione, vede oggi il collaudo del "forno della morte" con la cremazione dei corpi dei 70 fucilati ad Opicina.

RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI

Toscana – Nei pressi di Berceto (Madonna dei Fossi) i partigiani tendono un’imboscata ad un manipolo di guardie repubblicane che si sono fermate a bere delle uova comprate dalle stesse contadine che hanno gli uomini alla macchia. Muoiono diversi fascisti e altri restano feriti mentre altri, catturati, vengono poi fucilati a Frascola.

Giuseppe Poggio, iscritto alla Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra, viene ucciso in un agguato in Barsi di Groppallo (Piacenza).

Una compagnia del battaglione GNR “Camilluccia”, distaccata a Varallo (Novara), riceve nella sera una telefonata dal Comando del battaglione che ordina l’invio immediato di rinforzi ad un distaccamento attaccato. Ignaro della falsità della telefonata il comando della compagnia invia subito un plotone autocarrato al comando del tenente Prezioso. Dopo Quarona, in una stretta curva, il camion viene investito da lancio di bombe a mano e raffiche di mitra. I militi tentano di organizzarsi a difesa, ma invano: l’agguato è stato così perfettamente organizzato che, tranne un solo milite che, ferito, riesce a nascondersi in un tombino, tutti i componenti il plotone restano uccisi.


STORIA POSTALE del 4 aprile

Cartolina postale affrancata normalmente 0,30 ma considerando l’intero solo come supporto. La cartolina è ancora in corso ma il mittente ha preferito non usufruire del valore 0,15 pur di coprire il volto del re, da Vercelli a Torino, e una lettera da Verona a Innsbruck regolarmente affrancata 1,25 con tutti valori della Provvisoria. Infrequenti i valori della Propaganda di Guerra sovrastampati. Censura della Commissione Provinciale di Verona.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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