7° Periodo: dal 10 febbraio 1944 al
10 maggio 1944.
Territorio a nord della linea del fuoco: REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA
Nona parte (dal 13 al 21 aprile) |
Giovedì 13 Aprile 1944
L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD - Continuano le diserzioni
dall’esercito repubblicano. Fra ieri sera e questa sera, a Bergamo, si
sono allontanati duecento soldati dalla caserma del LXXVIII Reggimento
fanteria. Parte non sono rientrati dalla libera uscita e parte hanno
abbandonato la caserma nelle ore notturne. Sono disarmati, ma tutti in
divisa e si sono portati via le coperte.
A Perugia, viene eseguita la condanna a morte contro due
renitenti alla classe 1925. Un terzo è condannato a 24 anni di carcere.
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI - Alle 5,30 la grande
operazione di rastrellamento iniziata nella zona di Sesto Fiorentino,
Monte Morello, Vaglia e Vetta le Croci, si estende a tutto l’Appennino
tosco emiliano. Vi partecipano il I e II battaglione del 3° reggimento
paracadutisti corazzati della divisione “Herman Goering”, insieme con un
reparto di fanteria, un reparto antiaereo, il II battaglione dell’871°
reggimento della 356^ divisione fanteria, nonché reparti italiani,
sempre agli ordini del colonnello Heydebreck, comandante del 2°
reggimento “H. G.”. I combattimenti che si svolgono fra Firenze,
Bibbiena (in particolare sul monte Falterona - 1654 metri)., Cesena e
Faenza provocano oggi la morte di 186 partigiani mentre altri 22 vengono
fatti prigionieri. Perdite dei tedeschi: 4 feriti.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE - Provincia di Arezzo - Gli
uomini della divisione “Herman Goering” completano l’azione dell’altro
ieri: tornano a Molino di Bucchio e lo incendiano completamente,
sempre per rappresaglia all’uccisione dei due tedeschi in borghese
avvenuta l’11, si recano nella frazione Vallucciole (Stia) dove,
con l’aiuto di fascisti di Salò incendiano tutta la frazione e uccidono
108 civili. Di loro 46 sono uomini, 46 donne e 16 bambini (dei quali
cinque fra uno e tre anni d'età). L’eccidio è stato atroce: alla
presenza delle madri, alcuni bambini di due, tre e quattro anni vengono
squartati; altri lanciati in aria e colpiti con raffiche di mitra. A
Bibbiena, in frazione Partina, una formazione di SS dà l’assalto
al paese: le porte vengono sfondate, le case saccheggiate, gli uomini
portati via e massacrati a raffiche di fucile mitragliatore. Poi i
tedeschi cospargono di benzina le salme e le fanno bruciare, così come
le case. Nella loro furia uccidono anche alcuni giovani che lavoravano
per l’organizzazione Todt, nazista. In tutto ventinove morti.
Provincia di Terni - A Calvi, dopo un incidente condotto
da un delatore spacciatosi per ufficiale inglese dell’Ottava Armata, i
tedeschi fucilano quattordici civili.
STORIA POSTALE del 13 aprile
Due lettera semplici affrancate con un valori della “Imperiale” fuori
corso: una tassata per il doppio del porto, l’altra dichiarata da
tassare ma non tassata.
Una raccomandata doppio
porto, regolarmente affrancata 2,25 (0,50 primo porto + 0,50 secondo
porto + 1,25 di raccomandazione) arricchita dalla presenza infrequente
di uno 0,25 GNR sicuramente non di natura filatelica e una raccomandata
per Zurigo censurata dalla Commissione Provinciale di Firenze 49R e da
quella tedesca
Venerdì 14 Aprile 1944
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI - Continua la grande
operazione di rastrellamento nell’Appennino tosco emiliano.
Provincia di Modena – Il primo segnale di lotta armata è
l’attacco gappista notturno alla casa di un caporione fascista di San
Possidonio.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Arezzo - Gli uomini della “Herman Goering”
continuano la loro criminosa attività nell’aretino. Oggi è la volta di
Moggiona, una località nel comune di Stia, dove uccidono 19
persone, 14 delle quali erano vecchi, persone inermi e bambini.
Provincia di Firenze – I tedeschi, nel comune di San Godenzo,
circa 8 chilometri a nord ovest del monte Falterona, massacrano 18
persone fra uomini, donne e bambini nella parrocchia di San Martino a
Castagno. L’abate di San Godenzo racconta che i cadaveri degli
abitanti sorpresi nel sonno erano seminudi e che fra le vittime si
trovava anche il parroco del paese. La soldataglia ha violentato le
donne e devastato la chiesa.
BOMBARDAMENTI ALLEATI
|
Bombardamenti
di Ancona e Macerata (200 fra morti e feriti) e ancora Roma
in modo abbastanza pesante (vedi foto).
|
|
STORIA POSTALE del 14 aprile
Due singolari raccomandate: la prima, di probabile natura filatelica,
ma comunque molto interessante, che presenta uno 0,30 con doppia
sovratsampa fascetto, la seconda perché con la rara presenza di un
valore della Provvisoria a Filottrano in Provincia di Ancona.
Sabato 15 Aprile 1944
DALLA RSI: LE SEGNALAZIONI DELLA GNR
Nei rapporti riservati gli ufficiali della GNR danno un giudizio assai
poco lusinghiero della polizia ausiliaria repubblicana del ministero
dell’Interno. Nata con la Guardia il 20 novembre 1943, la polizia
ausiliaria ne ripete, esaltati, tutti i difetti: cattiva organizzazione,
scarso armamento, scarsa voglia di lavorare e di combattere, capi
nominati e destituiti a rotazione (prima Tullio Tamburini), un personale
fra i più scadenti nel quale abbondano gli imboscati, i doppi –
giochisti, i fascisti dalla fede tiepidissima e dal compromesso facile.
Ecco il testo della relazione odierna da Roma:
“Le forze di polizia non appaiono all’altezza della situazione sia
per la scarsità delle forze stesse, sia per l’atteggiamento infido dei
componenti (…) D’altra parte bisogna pure considerare che l’attuale
questore, persona a posto sotto ogni punto di vista, non ha a
disposizione che i vecchi elementi della questura, elementi che sono
quello che sono e che sono sempre stati; dei mestieranti senza fede e
senza scrupoli. A tutto ciò aggiungasi la preoccupazione della vita
economica, giacché le retribuzioni attuali non sono nemmeno lontanamente
sufficienti ai più elementari bisogni data l’impossibilità
dell’approvvigionamento contingentato e la necessità di ricorrere al
mercato nero che in Roma ha raggiunto imponente sviluppo e che richiede
cifre astronomiche”.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
|
Firenze
– Quattro giovani gappisti in bicicletta (nella foto Bruno Fanciullacci,
uno dei quattro) uccidono Giovanni Gentile. La “resistenza”
considera il filosofo il più importante ideologo anche del fascismo
repubblicano.
In un incontro a Milano, ai primi di aprile, fra i capi gappisti è stato
messo a punto un “programma di disturbo” nel quale, probabilmente, nella
sua premessa, era inclusa un’azione di grande risonanza: l’uccisione del
filosofo.
Da quando ha accettato l’incarico di Presidente dell’Accademia d’Italia,
Gentile ha trascorso “le cupe giornate della tempesta che infierisce
sull’Italia” dividendo il suo tempo tra il palazzo Serristori di
Firenze, dove ha sede l’Accademia d’Italia, e Villa Montalto, sulla via
del Salviatino, messa a disposizione della famiglia Gentile dal
bibliofilo
|
|
Tommaso De Marinis. Il suo desiderio è ormai uno solo: quello di operare
per la pacificazione degli italiani. Non ci sono più fascisti e
antifascisti ma solo italiani, che gli eventi hanno travolto in un
turbine. Più volte le madri e le spose di partigiani finiti nelle mani
della RSI sono andate a chiedere l’intervento del filosofo presso i
comandi fascisti o nazisti. L’ironia della sorte vorrebbe che proprio
oggi Gentile, sembra avere deciso di andare da Mussolini per chiedere la
grazia di cinque partigiani.
Gentile stava ricevendo innumerevoli lettere anonime, minacciose e
preoccupanti. Colpirlo non è difficile. La RSI gli ha offerto una scorta
armata. Sembra che il filosofo si sia messo a ridere ed abbia esclamato:
“…Non sono così importante, ma se poi hanno delle accuse da muovermi
sono sempre disponibile”. Egli ha fino all’ultimo fiducia negli
italiani, indipendentemente dalla posizione alla quale possono
appartenere.
I gappisti in bicicletta sono quattro e si sono appostati nelle
vicinanze del cancello della villa, come se fossero turisti incerti
sulla strada da prendere. Alle tredici arriva la vettura di Gentile. Gli
uomini si predispongono secondo un piano prestabilito. Dinanzi al
cancello l’autovettura si ferma. L’autista suona il clacson per farsi
aprire il cancello. In quello stesso istante uno dei quattro si avvicina
al finestrino dell’autovettura dalla parte dov’è seduto Gentile. Fa
segno di voler parlare. Gentile pensa che gli voglia chiedere
informazioni riguardanti il posto oppure che gli voglia consegnare una
supplica per qualche familiare. Per questo non esita ad abbassare il
finestrino. In un istante una mano spiana una pistola contro il filosofo
e partono nove colpi. L’autista atterrito e preso alla sprovvista dalla
fulmineità dell’azione non sa fare altro che partire precipitosamente
per l’ospedale di Careggi. Ma ormai non c’è più niente da fare.
A Sovicille (Siena) viene ucciso Duilio Biancardi. A Genova
muore Francesco Pertico sotto i colpi dei GAP. A Torino, ancora i
GAP, uccidono il tenente Fiorello Sanda e i militi Angelo Gavinesi e
Andrea Accotto della GNR.
Roma – Nella mattinata vengono trovati due ordigni esplosivi –
uno nella sagrestia della Cappella Sistina e l’altro all’Altare della
Patria – Si trattava di ordigni del peso di circa otto chilogrammi e di
fattura anglo – americana: gli stessi ordigni che vengono impiegati nei
Balcani dalle truppe di Tito.
In località Prealpi di Novara viene assassinato il milite della
GNR Mario Magazzeno.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
Provincia di Arezzo - A Vallucciole, gli incendi e i
saccheggi iniziati il 13, si sono protratti fino ad oggi.
Provincia di Torino - A Caluso, per rappresaglia ad
un’imboscata avvenuta il 20 marzo nella quale sono morti sei volontari
italiani delle SS (11° battaglione milizia armata), le SS italiane
fucilano sedici prigionieri prelevati dalle carceri d'Ivrea e Torino,
dopo averli portati al Pian del Lot (Colle della Maddalena) a scavare
una grande fossa che viene poi, dopo l’esecuzione, ricoperta di terra.
Sui muri di Caluso le SS incollano un manifesto che dice: “Qui
giacciono le carogne di sedici ribelli alle leggi repubblicane che i
Legionari hanno voluto giustiziare. Questo non è che un acconto, il
resto fra breve”. Dopo due ore, a Carema, sulla strada per
Aosta, fucilano un girovago.
Provincia di Trieste – Nel capoluogo, il vescovo della
città, Antonio Santin, scrive al dottor Wolsegger, Regierungsprasidant
del Litorale Adriatico:
“Avvengono - oggi per la seconda volta – esecuzioni d'ostaggi. In pochi
giorni n'abbiamo avute 121. L’impressione è terribile. Esse non
impediscono il ripetersi degli attentati, come l’esperienza insegna, e
rappresentano delle uccisioni d'innocenti di quel delitto. In gran parte
dell’Istria non vi è più traccia di vita civile. Tutti vivono sotto una
specie d'incubo. Gli uomini da mesi non dormono a casa per timore di
essere uccisi o portati via. Tutto è abbandonato. Regna il terrore. Non
è buona scusa, per uccidere alla cieca, la difficoltà di trovare i
responsabili degli attentati”.
RESISTENZA: AZIONI DEI TEDESCHI
Nell’ambito del rastrellamento iniziato dai tedeschi il 12 nell’Appennino
tosco emiliano, si registrano oggi scontri attorno a Bibbiena
e al Monte Falterona. I partigiani devono registrare la perdita
di 10 uomini contro un solo ferito dei tedeschi.
Si chiude oggi la prima fase di rastrellamenti in forze iniziata il 3
marzo da un’intera divisione tedesca, la 356^ di fanteria, effettuati
contro le formazioni “autonome” di Enrico Martini, un ex ufficiale
effettivo , nome di battaglia “Mauri”. La banda si è insediata fra la
Liguria e il Piemonte. Ha ricevuto armi e munizioni
paracadutate dagli inglesi in Val Casotto. I tedeschi valutano le
perdite nemiche in 1200 uomini, ma Mauri le ridimensiona in 400 , tra
morti, feriti e dispersi, sostenendo di avere inferto danni più gravi:
oltre 2000 , tra morti e feriti (Benché decimata la banda Mauri si
trasferirà nelle Langhe e in breve tempo diventerà più forte di prima).
In questi ultimi 30 giorni (da la metà di marzo ad oggi) i
tedeschi si sono impegnati in 14 energiche operazioni anti partigiane
nel sud del Piemonte con l’uccisione in battaglia, e in successive
esecuzioni, di numerosi partigiani e la deportazione di centinaia di
prigionieri in Germania (Dalla quale pochissimi rientreranno).
TESTA DI SBARCO DI ANZIO
|
Un pesante attacco di carri
armati canadesi viene, a prezzo di dure perdite, fermato dal tiro dei
65/17 della 5^ compagnia cannoni del Battaglione Barbarigo. Il
battaglione ha schierato, fin dagli ultimi giorni di febbraio, la I^
compagnia sul Canale Mussolini, la 3^ tra il fosso del Gorgoglicino e
Strada Lunga, la 4^ sino al margine delle paludi con la 2^ compagnia di
rincalzo. I marò della X MAS hanno avuto di fronte truppe molto dure: i
canadesi e statunitensi della 1^ Special Force. Per tutto il mese di
marzo gli uomini della Barbarigo hanno tenuto il fronte (nella foto
Valerio Borghese in visita al battaglione). |
|
STORIA POSTALE del 15 aprile
Una interessante cartolina postale raccomandata espressa da Gabbro (LI)
a Quercianella (LI), affrancata 2,20 (in eccesso di 0,05 – 0,30
cartolina + 0,60 raccomandazione aperta + 1,25 di espresso = 2,15) con
la presenza di gemelli del 0,25 Imperiale e Provvisoria e un biglietto
postale, ancora ammesso in corso, con il completamento di tariffa con un
valore fuori corso che, però, a Teramo era evidentemente ampiamente
tollerato forse in virtù di una presumibile carenza di valori della
Provvisoria che furono portati direttamente a Teramo da un funzionario
delle Poste, da Roma, solo il 10 marzo.
Domenica 16 Aprile 1944
DAL DIARIO DEL CONTE SERAFINO MAZZOLINI
“Vedo il Duce e poi il Ministro degli Interni. L’assassinio di
Gentile ha profondamente impressionato. Il Duce ha disposto che non
vengano compiute rappresaglie”.
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Continua la grande operazione di rastrellamento nell’Appennino tosco
emiliano. Gli uomini della divisione “Herman Goering” stanno
devastando le località di San Paolo in Alpe, Molino di Bucchio, Serelli,
Vallucciole e Croce a Mori.
Continuano i rastrellamenti , iniziati ieri, a Cervara e nello
Zerasco (nel Pontremolese).
STORIA POSTALE del 16 aprile
Una ricevuta di ritorno del Servizio Notificazione Atti Giudiziari usata
come “normale” dal comune di Castorano (AP) con valore, infrequente in
quella provincia, della Provvisoria e una cartolina illustrata non
affrancata per “zona sprovvista di bolli” tassata a tariffa ridotta per
0,30 con adeguati segnatasse.
Lunedì 17 Aprile 1944
L’ESERCITO ITALIANO DEL NORD
A proposito degli ufficiali dell’esercito repubblicano, la GNR di Parma
commenta oggi, in suo notiziario: “Una buona percentuale degli
ufficiali è stata spinta a riprendere il servizio solo da ragioni
economiche”.
A Treviglio, vengono fucilati quattro militari di quel distretto
responsabili di diserzione condannati ieri alla pena capitale dal
tribunale straordinario di Bergamo. Lo stesso tribunale condanna oggi a
morte un sergente e a 24 anni ciascuno tre soldati, tutti colpevoli di
diserzione (Non si sa se e quando la sentenza viene eseguita)
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Il grande rastrellamento tedesco, iniziato il 12, registra oggi un
combattimento a nordest di Firenze durante il quale vengono
uccisi 25 partigiani mentre 22 vengono catturati. L’operazione tedesca
si è completata. Nella sua relazione finale, a proposito delle “perdite
in campo nemico”, il colonnello Heydebreck indica 289 morti e 115
prigionieri. E’ significativo come egli, insieme ai 404 deceduti o
prigionieri e alle 105 armi – dalla pistola alla mitragliatrice –
elencate quale bottino di guerra, afferma che il 75 per cento dei
partigiani era armato. Basandosi sul numero delle armi, fra morti e
prigionieri i partigiani sarebbero stati al massimo 140! Questo fa
presupporre che, o Heydebreck esagera il numero complessivo fra morti e
prigionieri, oppure che fra i morti e i prigionieri vi sia un alta
percentuale di civili inermi.
Foligno (PG): due divisioni tedesche e alcuni battaglioni di SS
italiane iniziano oggi, sulle montagne della zona, un vasto
rastrellamento.
RAPPRESAGLIE NAZIFASCISTE
A Collecroce vengono incendiate tre case e vari fienili e pagliai,
mentre comincia la caccia agli uomini. Tra anziani e giovani ne vengono
fucilati 15 (Tremila civili saranno deportati in Germania per
rappresaglia alla resistenza opposta).
Toscana – I nazifascisti uccidono dieci persone e un partigiano a
Berceto. Fra questi assassinati c’è anche una bambina di tre anni.
Si tratta della rappresaglia all’imboscata tesa dai partigiani il 4
aprile scorso al manipolo di guardie repubblicane a Madonna dei Fossi
nella stessa zona di Berceto.
Provincia di Arezzo - Le azioni di rappresaglia degli uomini
della divisione “Herman Goering” hanno coinvolto, come in parte già
visto dai resoconti dei giorni scorsi, alcune frazioni del comune di
Stia, come Serelli, Vallucciole, Montevigioni, Moiano e Santa Maria
delle Grazie, e altre del comune di Bibbiena, come Soci, Partina e
Moscato. Sono state colpite anche alcune case isolate di Badia Prataglia,
nel comune di Poppi. Durante le azioni i soldati hanno aperto il fuoco
con armi automatiche contro la popolazione inerme e incendiato le case.
STORIA POSTALE del 17 aprile
Una lettera semplice da Brescia a Venezia affrancata con un 0,50 GNR e
una lettera espressa con regolare affrancatura da 1,75 chiaramente
inventata (e tollerata) tramite uso di valori in possesso del mittente.
Quasi tutti fuori corso..
Martedì 18 Aprile 1944
|
DALLA RSI: SU GIOVANNI GENTILE
Firenze – Si svolgono i funerali di Giovanni Gentile. Il
corteo funebre, dalla sede dell’Accademia in lungarno Serristori alla
chiesa di Santa Croce, vede una grande partecipazione di folla. Sono
presenti, per il governo, Pavolini e Biggini.
Mussolini, nel corso dell’odierno Consiglio dei Ministri (alla
sua ottava riunione), commemora il filosofo dicendo tra l’altro: “Il
destino di Giovanni Gentile fu segnato il giorno in cui in Firenze,
nella cerimonia inaugurale dell’Accademia, riaffermò con fortissime,
indimenticabili parole, la sua fede nell’avvenire della Patria. Egli,
come i milleventitre iscritti al partito e i cinquecentotrentacinque
ufficiali e militi della Guardia nazionale repubblicana, è caduto perché
non si rassegnava al disonore della Patria, perché voleva, come tutti i
fascisti vogliono, che l’Italia riprendesse il suo posto di
combattimento e riscattasse, con una rinnovata e indefettibile fede
nell’alleanza con la Germania, il Giappone e le altre potenze del
Tripartito, l’onta della resa a discrezione voluta dalle forze occulte e
della monarchia dei Savoia”. |
|
LA PERSECUZIONE DEGLI EBREI IN ITALIA
Il Consiglio dei Ministri, in tema di razza, vara i decreti
legislativi n° 136 con il quale la Direzione Generale per la Demografia
e la Razza viene trasformata in Direzione Generale per la Demografia e
n° 161 che istituisce l’Ispettorato Generale per la Razza. Inoltre
nomina Giovanni Preziosi ispettore generale “Razza e demografia”,
istituisce le consulte comunali elettive, il servizio ausiliario
femminile, l’inquadramento della Guardia di finanza tra le forze armate
repubblicane.
DALLA RSI: SANZIONI CONTRO I PARTIGIANI
Nell’odierno Consiglio dei Ministri viene emanato anche il
decreto legislativo n° 145 dal titolo “Sanzioni penali a carico di
militari o di civili unitisi alle bande operanti in danno delle
organizzazioni militari o civili dello Stato” e che stabilisce la pena
di morte per i colpevoli di tale reato. Con l’articolo 3, si introduce
però anche una franchigia di 30 giorni che consentirà ai disertori e
renitenti la esenzione dal giudizio e dalla pena in caso di
presentazione spontanea e di assunzione al lavoro. Una specie di
amnistia. Più gravi sanzioni sono state stabilite a carico dei recidivi
e dei favoreggiatori. E’ un decreto insomma, nel quale compaiono, uno
accanto all’altro i plotoni d’esecuzione e l’ulivo: il bastone e la
carota.
Ecco i plotoni di esecuzione:
Art. 1 – I militari di qualsiasi grado, classe o categoria ed i non
militari che, prima o dopo l’8 settembre 1943 – XXI, hanno abbandonato
il reparto o l’abitazione per unirsi alle bande operanti in danno delle
organizzazioni militari o civili dello Stato, sono puniti, per il fatto
stesso di tale partecipazione, con la pena di morte mediante fucilazione
nella schiena.
Alla stessa pena è soggetto chiunque, all’infuori di una vera e
propria partecipazione materiale all’attività delle bande, esplica
un’azione diretta ad agevolare l’opera della banda stessa. Coloro che
sono sorpresi con le armi alla mano sono immediatamente fucilati sul
luogo stesso della cattura, senza bisogno di alcun giudizio.
Art. 2 – Chiunque dà rifugio, fornisce vitto o presta comunque
assistenza a taluna delle persone indicate nell’articolo precedente è
punito con la pena di morte mediante fucilazione nella schiena.
La pena può essere tuttavia diminuita fino a un minimo di 15 anni di
reclusione quando si tratti di rifugio, vitto o assistenza prestati a
favore di un prossimo congiunto, a norma dell’art. 307 codice penale.
Ed ecco l’ulivo, l’offerta di “pace”:
Art. 3 – I colpevoli di alcuno dei delitti previsti dagli
articoli precedenti che si costituiscano volontariamente entro il
termine di trenta giorni dalla data di pubblicazione del presente
decreto andranno esenti da pena e non saranno sottoposti a procedimento
penale.
Per quanto riguarda i restanti due articoli del decreto, uno specifica
che i beni mobili e immobili appartenenti ai colpevoli saranno
confiscati e l’altro che i reati descritti sono di competenza dei
tribunali militari.
MUSSOLINI INCONTRA ANCORA DON GIUSTO PANCINO
Nuovo incontro fra don Giusto e Mussolini. Il sacerdote è ancora molto
perplesso riguardo al suo ruolo di guida spirituale del Duce. Con queste
perplessità, dopo l’incontro avuto con Mussolini il 29 marzo, è tornato
in Svizzera per trasmettere a Edda l’ultimo appello di suo padre,
inutilmente, e per aiutarla a nascondere i diari nella cassetta di
sicurezza di una banca, la Crédit Suisse di Berna. I Tedeschi, per il
tramite del generale Harster, gli avevano invano offerto cento milioni
di lire perché li sottraesse alla contessa.
STORIA POSTALE del 18 aprile
Due cartoline postali espresse entrambe in regolare tariffa di 1,55
(0,30 cartolina fuori distretto + 1,25 di diritto per espresso), la 0,30
sovrastampata RSI con completamento di tariffa tramite un 1,25
Provvvisoria, l’altra ancora ammessa in corso che non preseenta,
casualmente, alcun valore sovrastampato. Solo l’impronta dell’intero
presenta l’effige reale
Ecco, nello stesso giorno, due raccomandate con affrancature che
presentano valori gemelli del 0,50. Nella prima sono addiritura tre con
un valore anche fuori corso. La seconda raccomandata, che sembrerebbe un
triplo porto, presenta un non frequente 0,50 Provvisorio della
Propaganda di Guerra, per i quale dovrei correggere l’aggettivo
infrequente trattandosi di provenienza modenese, Infatti, dopo molte
“visure” effettuate nel tempo su questo valore, credo di poter asserire
che a Modena fosse “di casa”, mentre nel resto del territorio RSI era
davvero di infrequente reperimento, direi addirittura raro.
Mercoledì 19 Aprile 1944
|
I TEDESCHI IN ITALIA
Inizia l’evacuazione di Viareggio imposta dai tedeschi che temono
uno sbarco alleato nella zona.
BOMBARDAMENTI ALLEATI
Ancora un pesante bombardamento sulla periferia di Roma.
TESTA DI SBARCO DI ANZIO
Un nuovo attacco dei canadesi della 1^ special Force investe la II
compagnia della Barbarigo, che ha rimpiazzato la III (nella foto un
pezzo di artiglieria del battaglione sul fronte di Nettuno).
|
|
STORIA POSTALE del 19 aprile
Due raccomandate con uso di segnatasse in emergenza dei valori ordinari
corrispondenti da Burana (FE) e da Bordighera (IM). Affrancature sempre
interessanti del settore collezionistico.
Giovedì 20 Aprile 1944
RESISTENZA: AZIONI DEI NAZIFASCISTI
Inizia il rastrellamento dei nazifascisti nalla Val Maira e nel sistema
Valle Stura – Valle Grana. Le formazioni garibaldine e Giustizia e
Libertà riescono a fermare i tedeschi infliggendo loro dure perdite con
un intelligente sfruttamento del terreno.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
Ravenna – Si svolge oggi la seconda giornata patriottica
stabilita dal comando della XXVIII brigata di Arrigo Boldrini (Bulow).
Per collaudare la volontà popolare questa particolare unità partigiana
ha stabilito delle giornate e in quei giorni tutti coloro che sono
legati alle organizzazioni GAP, SAP e informatori devono passare
all’azione. Il successo supera quello della prima giornata.
BOMBARDAMENTI ALLEATI
Nella notte sul 20, 7 aerei del 208° Group della RAF attaccano obiettivi
vari di Genova. Fortunatamente con scarsi danni, Venezia subisce
il primo bombardamento aereo.
STORIA POSTALE del 20 aprile
Il mittente di questa probabile lettera doppio porto, costretto ad usare
un valore con l’effige reale fuori corso, ha pensato di provvedere alla
mancanza disegnando una specie di fascetto su quel volto inviso.
Venerdì 21 Aprile 1944
LA VENDETTA PER IL TRADIMENTO DEL 25 LUGLIO
Parma - Si chiude il processo, iniziato il 15, a carico
dell’ultimo segretario del Partito nazionale fascista Carlo Scorza
ed il suo vice Alessandro Tarabini. La celebrazione di questo
processo è il risultato di pesanti insistenze da parte dell’ala più dura
del partito. Scorza era stato interrogato dal giudice istruttore
Vincenzo Cersosimo in occasione del processo contro i 19 firmatari
dell’ordine del giorno Grandi ed è rimasto a lungo nel carcere degli
Scalzi di Verona. Mussolini ha finito per acconsentirvi intenzionato
però, questa volta, a intervenire attivamente. Il più pesante documento
contro Scorza è la lettera di “sottomissione” inviata a Badoglio il 27
luglio 1943 e da questi abbandonata, non si sa quanto intenzionalmente,
insieme al memoriale Cavallero, al momento della precipitosa partenza da
Roma nella notte sul 9 settembre. La lettera era, in effetti,
compromettente e diceva:
“Eccellenza, dopo due giorni di silenzioso lavoro ritengo di poter
considerare esaurito il compito di persuasione e disciplina tra i
fascisti impostomi dalla mia coscienza, come sacro dovere di soldato, in
seguito al cambiamento di governo. Vi rimetto copia delle due
dichiarazioni da me presentate al Gran Consiglio e resto in attesa delle
vostre decisioni circa il partito”.
Il tribunale speciale, dopo avere discusso a lungo ed avere ascoltato il
parere di Mussolini, manda assolti entrambi gli imputati , lo Scorza
perché il fatto non costituiva reato, il Tarabini per non aver commesso
il fatto.
RESISTENZA: AZIONI DEI PARTIGIANI
A Milano, mentre il vice brigadiere Vincenzo Basilisco percorre,
accompagnato dalla fidanzata, la via Padova, viene aggredito e ucciso.
Sempre a Milano, due sconosciuti entrano nell’abitazione del
maggiore Mario Luparelli, in via De Togni, e lo uccidono in presenza
della moglie.
STORIA POSTALE del 21 aprile
Notevole la differenza di comportamento dei mittenti dei due interi
datati entrambi 21 aprile 1944. Il primo, affrancato come espresso ma in
notevole eccesso di tariffa (2,05 anziché 1,55), ha usato una cartolina
postale “imperiale” (senza vinceremo) ancora in corso, ma di raro uso,
con il volto del re “integro”; il secondo, che ha usato un intero
Vinceremo, anch’esso in corso, si è invece preoccupato di coprire
l’effigie reale con un valore in corso…non compromettente.
Ecco, ancora, una lettera semplice e un piego ospedaliero con presenza
di un valore fuori corso con effige reale. Nella lettera il censore ha
provveduto autonomamente a cancellare l’immagine reale con l’inchiostro
viola usato per i bolli di censura. Il piego presenta invece un valore
non sovrastampato che a Penne (PE) non aveva probabilmente altre
alternative. Fino ad oggi, non mi risultano presenze di valori della
Provvisoria in quella provincia.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|