8°
Periodo: dall’11 maggio al 7 giugno 1944.
Territorio a sud della linea del fuoco: A.M.G./A.C.C. E REGNO DEL SUD
CON SEDE A SALERNO E NAPOLI
Terza parte (dal 26 al 30 maggio 1944) |
Venerdì 26 Maggio 1944
DAL DIARIO DI PUNTONI
“Dato il successo delle operazioni militari, sono
rinate le speranze di una rapida riconquista di Roma. Con le speranze di
un prossimo ritorno nella Capitale è ricominciata la campagna
denigratoria contro il Re.
Il Sovrano ha sostenuto sempre di voler rientrare a Roma insieme con le
truppe perché soltanto a Roma pensava di dover cedere i poteri a suo
figlio. Purtroppo Sua Maestà non ha fatto i conti con gli alleati e con
il governo. Ieri, infatti, il Maresciallo Badoglio, chiamato il ministro
Acquarone gli ha consegnato una lettera con gli ordini degli alleati.
Gli ordini, secondo il Capo del Governo, sono:
1) Il Re deve fare la dichiarazione di cessione dei poteri subito dopo
l’ingresso delle truppe alleate in Roma.
2) Il Principe di Piemonte deve recarsi a Roma il più presto possibile
insieme con il Presidente del Consiglio e con altri ministri per
provvedere all’immediato allargamento del governo.
3) Il resto del Gabinetto si trasferirà a Roma soltanto dopo che la
Capitale avrà ripreso il suo normale ritmo di vita.
4) Il Re per adesso non deve recarsi a Roma per evitare con la sua
presenza, di provocare la reazione del popolo romano.
Sua Maestà ha chiamato presso di sé il Principe di Piemonte e ha
convocato Mac Farlane per le 16. L’udienza di Mac farlane è avvenuta in
presenza del Principe Ereditario. Il Re ha consegnato al capo della
missione alleata un appunto in cui ribadisce i suoi intendimenti circa
la questione dell Luogotenenza. Il Sovrano insiste sull’opportunità che
l’atto di cessione dei poteri, nell’interesse del Principe, della
Corona, di Casa Savoia e del Paese, avvenga in Roma e ciò per evitare
che venga interpretato come un’imposizione dell’Italia meridionale al
resto della Nazione.
“Mac Farlane”, mi ha detto Sua Maestà, “è stato più gentile e
più accondiscendente del solito…”.
DAL REGNO DEL SUD
Con il Regio decreto n. 134 in data odierna, prende vita la
legge per la “punizione dei delitti e degli illeciti del fascismo”
(approvata nella seduta del Consiglio dei ministri dell’11 maggio e per
la quale è stato designato, nella seduta del 23 maggio, Carlo Sforza
alto commissario e Mario Berlinguer alto commissario aggiunto).
Per le sanzioni contro gli esponenti fascisti responsabili di delitti o
illeciti (definiti come “delitti fascisti”), Arangio Ruiz, ministro di
Grazia e Giustizia, ha ereditato dai suoi predecessori due soluzioni: un
progetto redatto dal precedente ministro, Casati, “fondato sulla
retroattività dell’applicazione delle nuove norme” e un progetto
preparato dai professori Forti e Altavilla, “ispirato al principio della
irretroattività”, avvalendosi, per i fatti che non erano reati al tempo
in cui erano stati commessi, di misure amministrative. Di fronte a
queste alternative, ispirate a esigenze politiche la prima, giuridiche
la seconda, il Consiglio dei ministri le ha discusse per diverse sedute
in forme anche molto accese. La soluzione adottata avrebbe influito
infatti su un problema vitale per il nuovo Stato democratico: la
necessità o meno di fondare su misure radicali anche sul piano
giuridico-istituzionale il rapporto con il precedente regime illiberale.
Togliatti ha espresso con lucidità la situazione: entrambi i progetti
presentano difetti, ma quello di Casati consente almeno di colpire il
fascismo e di “affrontare il problema dei delitti commessi contro il
paese”: con la rovina attuale della nazione e lo stato di violenza in
atto non si può parlare di prescrizioni. Dei tre compiti fondamentali
del momento (vittoria sui tedeschi, miglioramento dell’economia e
punizione del fascismo) deliberati a Mosca, uno solo dipende dal
Governo: colpire il fascismo; e proprio per questo tale compito impone
le responsabilità maggiori. Ai liberali Togliatti ha rivolto un monito:
il problema può essere risolto “per via giuridica o per via plebea” e
nessuno potrà avere interesse a “rompere la legalità”, Sforza ha
aggiunto che per salvare il Paese l’epurazione dovrà essere compiuta
rapidamente e che la soluzione dovrà essere politica, operando però,
come aveva chiesto Togliatti, nell’ambito di una nuova legalità. Per
superare le obiezioni sulla retroattività, che riguardavano in primo
luogo la pena di morte (contro tale pena si dichiararono, con
motivazioni diverse: Croce, in quanto applicare una legge penale
retroattivamente non era conforme ai principi di diritto; Arangio Ruiz,
contrario alle condanne a morte “per vendetta; favorevoli invece:
Di Napoli, Mancini, Cerabona, Gullo, Tarchiani, Omodeo, Togliatti;
con riserva Sforza, Sandalli de Courten.), è stata poi accolta una
formula di compromesso, suggerita dallo stesso Sforza, che dovrebbe
limitare l’ambito di applicazione della nuova legislazione e quindi
della pena capitale. Il provvedimento abroga le norme penali a tutela
delle istituzioni fasciste e le condanne in base ad esse pronunciate,
definisce i delitti e gli illeciti fascisti e istituisce gli organi per
la punizione degli stessi (l’Alto commissariato, con il nuovo nome, le
commissioni provinciali e quelle distrettuali); una norma
faticosamente approvata. La soluzione adottata è talmente
vaga da mettere tutti d’accordo in quanto consente poi, in sede
di applicazione, una grande discrezionalità.
DAL DIARIO DI MACMILLAN
Caserta/Napoli/ Bari – “Alle dieci in punto seduta plenaria per
discutere la procedura da seguire quando sarà presa Roma. Presenti: il
generale MacFarlane, il generale Robertson (in rappresentanza del
generale Alexander), il generale Harry H. Johnson (della quinta armata
americana e preconizzato governatore di Roma), Vallacott e diversi altri
alti ufficiali. Sulla procedura si è raggiunto un accordo unanime.
a) Non ci sarà un’entrata ufficiale in Roma. Il generale Alexander
sostiene con ogni energia che la presa di Roma debba essere un semplice
evento militare. La battaglia in corso mira ad annientare l’esercito
tedesco, quindi ogni manifestazione trionfalistica deve essere rimandata
a obiettivo raggiunto.
b) Il generale Johnson farà il governatore per conto del generale Clark
della quinta armata americana. Sarà accompagnato dalla Special Force,
che adempirà tutti i compiti che le saranno affidati e da ufficiali
dell’AMGOT che opereranno alle sue dipendenze. Al termine della prima
fase passerà le consegne e inizierà la seconda fase.
c) E’ stata discussa la posizione del governo italiano. Per me è chiaro
che il generale MacFarlane ha già in larga misura assunto obblighi nei
riguardi di Badoglio e del principe. Ma la cosa non mi piace affatto.
Alle undici e mezzo siamo partiti per Bari. Io e il generale Wilson su
un’auto, Roger Makins e il tenente Schultz in un’altra. E’ stato un
viaggio bellissimo: siamo passati per Benevento e abbiamo varcato le
montagne. Lungo il viaggio abbiamo consumato uno spuntino. Il generale
Wilson era in gran forma e abbiamo parlato di diverse cose, compresa la
situazione nei Balcani e la proposta ristrutturazione del comando nel
settore del Mediterraneo.
A Bari sono stato alloggiato nell’appartamento del generale Eric Nares.
L’appartamento, che è nello stile più pacchiano della moderna arte
fascista, è però molto lussuoso. Anche il generale Wilson vi ha preso
alloggio; e ci è stata servita una cena meravigliosa con tutti i cibi
più raffinati. C’erano anche Broad del Foreign Office, che funge da mio
rappresentante a Bari”.
L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD: ATTIVITA’ DEL CIL
Proveniente dalla Sardegna, dove si trovavano fin da prima dell’8
settembre, i resti della divisione italiana “Nembo” passano alle
dipendenze operative del CIL. Una parte degli ufficiali e dei soldati si
erano uniti ai tedeschi e con questi erano rientrati via mare in Italia
nei giorni successivi all’8 settembre; sono entrati a far parte delle
forze armate della RSI e hanno combattuto sul fronte di Anzio.
Viene oggi comunicato che l’operazione “Chianti”, attacco verso
Picinisco, avrà inizio domani mattina. In giornata il comandante
britannico del X Corpo, generale Mc Creery, si incontra con il generale
Utili intrattenendosi sulle varie fasi e modalità dell’operazione. In
giornata, il vice comandando del CIL (comando della fanteria), allo
scopo di poter seguire più da vicino le operazioni, si trasferisce sulle
pendici meridionali di Monte Marrone. Il IX reparto d’assalto si sposta
in zona Ponte San Pietro, mentre il IV gruppo da 75/18 dell’11°
artiglieria va a schierarsi nella piana di Rocchetta.
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SETTORE TIRRENICO – CENTRALE
Mentre il X Corpo insegue i tedeschi in ritirata dalla zona di monte
Belmonte, la div. Herman Goering si attesta a Valmontone. La 6^ div.
brit. avanzante nel corso superiore del Lire viene fermata ad Arce da
una crescente resistenza tedesca.
Al mattino, mentre Truscott torna a volgersi verso Campoleone e Lanuvio
facendo avanzare la 45^ e la 34^ divisione fino alla linea Stazione di
Campoleone – Lanuvio, i mezzi corazzati della 1^ divisione corazzata di
Harmon tentano invano di raggiungere Velletri su un terreno impossibile.
Anche la 36^ divisione viene dirottata sulla linea Campoleone – Lanuvio,
mentre viene completato l’accerchiamento di Artena dalla 3^ divisione
USA che è anche l’unica diretta sulla Casilina.
Conquistate oggi: Priverno, Rocca Massima e Sezze in provincia
di Latina e Roccasecca e San Giovanni Incarico in provincia di
Frosinone.
Il corrispondente della BBC, Wynford Vaughan – Thomas (vedi foto),
trasmette la sua ultima notizia da Anzio – Nettuno: “La testa di
sbarco ha cessato di esistere”.
Sabato 27 Maggio 1944
L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD: ATTIVITA’ DEL CIL
Alle ore 7, ha inizio la preparazione di artiglieria, dopo di che le
fanterie si muovono all’attacco sull’intero fronte: il XIV battaglione
del 184° reggimento paracadutisti in direzione di Colle Porcazzete (a
sinistra); il XXXIII battaglione bersaglieri in direzione di Monte Mare
(al centro); il 68° reggimento fanteria in direzione di Monte Mattone e
Monte San Nicola (a destra).
In questa prima giornata d’azione le truppe del CIL, impiegate in una
zona aspra e di media e alta montagna, avanzano compiendo uno sforzo
notevole fra difficoltà non lievi e impegnando i tedeschi con slancio ed
elevato spirito combattivo.
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E’ ormai chiaro che tra Valmontone e Roma, Clark ha definitivamente
optato per la rapida conquista della capitale, mandando in fumo
l’ambizioso progetto di accerchiamento della X Armata tedesca in
ritirata dalla Gustav. Alexander, che non è tranquillo, si reca nelle
sede del comando della V Armata. Non trova Clark e parla con il suo capo
di Stato maggiore, Alfred Gruenther. Il colloquio è imbarazzante e
persino penoso. Gruenther ovviamente è al corrente del “colpo di testa”
del suo superiore e della svolta che ha impresso muovendo il grosso
delle truppe verso i colli Albani, ma non lo può tradire. Quando
Alexander gli chiede: “Sono sicuro che Clark continuerà a spingere
verso Valmontone, non è vero?”, risponde con generiche
assicurazioni, facendosi forte del fatto che la 3^ divisione sta
realmente procedendo su quell’obiettivo. Alexander se ne va colmo di
dubbi, lasciando, come al solito, ogni cosa nell’incertezza.
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Verso le 21, nell’insieme la situazione dei reparti avanzanti, da
sinistra a destra, si presenta così: reparti del 184° reggimento
paracadutisti “Nembo” hanno raggiunta e conquistata San Biagio
Saracinisco (in provincia di Frosinone); il XXXIII battaglione
bersaglieri è a quota 2070 di Monte Cavallo; il IX reparto
d’assalto a quota 1851 di Balzo della Cicogna; il battaglione
alpini “Piemonte” a quota 2051 di R.ne Laganello e quota 2120 di
Monte Mare; reparti del 68° reggimento fanteria sulle pendici est
di Monte Mattone e di Monte San Nicola.
Le perdite della giornata: 5 morti e 14 feriti.
DAL DIARIO DI MACMILLAN
Bari – “Abbiano avuto un’intensa giornata di lavoro, passata ad
esaminare l’intera organizzazione delle “operazioni speciali” (settore
del Mediterraneo) nel distretto di Bari. Il nostro giro ci ha portato da
Monopoli a Brindisi, ad Ostuni, a Nola e poi ancora a Bari. La
giornata ha avuto termine con un pranzo dato dal generale Twining e
dagli ufficiali della quindicesima squadra dell’aviazione americana. E’
seguito l’inevitabile film, durante il quale sia io sia il generale
Wilson ci siamo addormentati”.
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SETTORE TIRRENICO – CENTRALE
Unità dell’88^ divisione (II Corpo) raggiungono Roccagorga. Più a nord i
francesi conquistano Amaseno, Castro dei Volsci (FR) e il
Monte Siserno. Unità del 1° Corpo canadese attraversano il fiume
Liri e occupano Ceprano (FR) mentre la 6^ divisione corazzata (XIII
Corpo britannico del generale Sidney Kirkman – nella foto)
appoggiata dall’8^ divisione indiana, continua gli attacchi per la
conquista di Arce. Kesselring autorizza la ritirata della X Armata sulla
linea di Frosinone. La 3^ divisione USA (VI Corpo), l’unica in marcia su
Valmontone, conquista Artena (RM) ma poi viene duramente fermata
dai tedeschi della “Goering”, a quattro chilometri dalla Casilina.
STORIA POSTALE del 27 maggio
Avviso di ricevimento (o ricevuta di ritorno) usato a Ragusa con un
valore AMGOT da 0,50
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Domenica 28 Maggio 1944
DAL DIARIO DI MACMILLAN
Bari/Caserta/Napoli – “Un’altra giornata piena, terminata con un
giro del porto donde siamo immediatamente andati all’aeroporto. Siamo
tornati a Caserta in aereo, e vi siamo giunti appena dopo le quattro.
Sono andato col generale nella sua stanza dove ci siamo occupati di
congerie di telegrammi riguardanti i più disparati argomenti: l’esercito
francese, Tito ecc. Durante il nostro giro, mentre ero a Bari, è
arrivata la notizia dell’attacco tedesco al quartier generale di Tito;
la cattura di Tito e di Randolph (Randolph Churchill, figlio di Winston,
che capeggia la missione militare inglese presso Tito) (e sarebbe
difficile dire quale dei due avrebbe costituito la preda più preziosa)
non è avvenuta per un pelo, dato che il maresciallo se l’era svignata
sulle colline due ore prima. (…)”
L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD: ATTIVITA’ DEL CIL
L’azione offensiva delle truppe del CIL viene ripresa e sviluppata sia
verso ovest in direzione di Picinisco, sia verso nord in direzione di
Casone del Medica e di Monte Mattone.
Alle 6,30 una colonna formata dal IX reparto d’assalto e seguita dal
XXIX battaglione bersaglieri, punta – per Monte della Cicogna e Monte
Mese – su Picinisco. Questo movimento non viene ostacolato da alcuna
reazione avversaria; nondimeno riesce faticosissimo a causa delle
difficoltà del terreno. Alle 10 circa, gli arditi del IX° reparto
d’assalto raggiungono e occupano Picinisco (FR). Nel pomeriggio,
verso le 18, una pattuglia arditi inviata da Picinisco verso Villa
Latina, si scontra con una pattuglia di guastatori tedesca montata su
camionetta e sostenuta da una squadra fucilieri appiedati. I tedeschi
hanno la peggio e si ritirano verso Atina abbandonando una
mitragliatrice, due fucili mitragliatori e un lanciabombe.
Nel tratto orientale del fronte, il 68° reggimento fanteria raggiunge
verso le 12 ed occupa la quota 1270 del Monte Mattone, mentre sulla
sinistra il CLXXXV battaglione paracadutisti svolge un’azione di
rastrellamento in Valle di Mezzo e verso Monte San Michele e Casone del
Medico. Verso le 16,15, il 68° reggimento fanteria occupa Monte La
Rocca e, successivamente, anche la località il Monte.
Pattuglie spinte verso R.ne Pescolasio si scontrano con elementi
ritardatori nemici e riescono a catturare due prigionieri. |
A sera la situazione dei
reparti, da destra a sinistra, si presenta come segue: il 68° reggimento
fanteria occupa Monte Mattone (quota 1270) e il Monte; il CLXXXV
battaglione paracadutisti ha raggiunto l’allineamento quota 1180 (ovest
di Pizzone) – Casone del Medico – quota 1375 in Valle di Mezzo (nella
foto attraversamenti in Valle di Mezzo); il battaglione alpini
“Piemonte” occupa la zona a sud di Monte a Mare – la Metuccia; il 4°
reggimento bersaglieri è raccolto nella zona Valle Venafrana – Monte
Mare; il IX reggimento d’assalto e a Picinisco; il 184° reggimento
paracadutisti “Nembo” è in via di trasferimento altrove (oggi si sta
trasferendo il XIII battaglione).
Perdite della giornata: 1 morto e 6 feriti.
Avendo constatato i progressi raggiunti dai reparti del |
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CIL, il generale Mc Creery, comandante del X Corpo britannico, dispone
perché venga effettuata una puntata offensiva per Valle di Canneto e
Valle di Fondillo fino a raggiungere Opi allo scopo di tagliare la
strada di Alfadena. Di questa operazione viene incaricato il battaglione
alpini “Piemonte”, sostenuto dalla sua sola batteria da 75/13. In questa
circostanza Mc Creery preavvisa Utili che quanto prima il CIL dovrà
spostarsi per agire in un altro settore alle dipendenze del V Corpo
britannico.
SETTORE TIRRENICO – CENTRALE
Continuano gli attacchi della V Armata per infrangere la linea Caesar ad
ovest dei colli Albani. Nel settore meridionale il VI Corpo incontra una
crescente resistenza da parte delle forze tedesche. Continua invece
senza sorprese l’avanzata del Corpo Francese attraverso i monti Lepini.
Il generale Juin, il vero vincitore dell’operazione Diadem, è stato però
dimenticato da tutti. Anche a causa delle orrende voci sul bestiale
comportamento delle sue truppe, e oggi invia ad Alexander le sue aspre
lamentele. Juin pone sul tavolo del Comandante in capo un problema
serio, che non può essere eluso: le sue divisioni, giunte sulla linea
Roccasecca dei Volsci – Ceccano, hanno scarse strade a disposizione e
rifornimenti precari assicurati sulle balze montane solo da muli,
requisiti alle popolazioni locali. Dove devono dirigersi, adesso? Non
resta, anche per loro, che la via Casilina. In questo caso è però da
prevedersi un ingorgo indescrivibile perché lungo questa rotabile stanno
procedendo, sia pure a fatica, le decine di migliaia di soldati e mezzi
dell’VIII Armata provenienti dalla valle del Liri. Juin chiede pertanto,
con molta fermezza, un’immediata riunione per delineare “un quadro della
manovra dell’armata”. Approfittando della richiesta di Juin, Alexander
indice, per domani 29, un summit con Leese, Juin e Clark.
Da parte tedesca il 1° Corpo Paracadutisti si installa sulla linea
Caesar. Nella notte sul 29 i tedeschi si ritirano da Arce lasciando il
campo al XIII Corpo britannico. Gli Alleati entrano in: Aprilia
(LT). La 3^ divisione di O’Daniel è sempre bloccata ad Artena e non
riesce a raggiungere la Casilina.
Lunedì 29 Maggio 1944
DEL GOVERNO DEL SUD
Con regio decreto n.142, viene cambiata la denominazione del ministero
dell’Educazione nazionale in ministero della Pubblica
istruzione.
DAL DIARIO DI MACMILLAN
Caserta/Napoli – “Sono andato alla riunione mattutina che tiene
il generale Alexander. (…) Dopo la riunione sono andato in auto a
Napoli, dove ho fatto colazione con sir Noel Charles e ho esaminato con
lui due questioni che mi preoccupano più di ogni altra. La prima
riguarda le disposizioni da prendere per portare a Roma il governo
italiano e il principe.
Ho passato il pomeriggio nella sede della commissione alleata di
controllo parlando con varie persone e stilando un telegramma su quel
secondo punto che mi preoccupa tanto: la linea generale della nostra
politica verso l’Italia. Spero che le mie ragioni produrranno un
sensibile effetto a Londra. Avvicinandosi la caduta di Roma è in verità
importantissimo essere in condizione di attuare la nostra politica verso
l’Italia seguendo un orientamento prudente. Se non ci riusciamo,
perderemo il treno. In serata sono tornato in auto ed ho cenato col
generale Alexander alla mensa ufficiali”.
L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD: ATTIVITA’ DEL CIL
Il CIL effettua oggi movimenti di avanzata nei tratti orientali e
occidentali del fronte.
Nel tratto ad est, il 68° reggimento fanteria e il CLXXXV battaglione
paracadutisti continuano ad avanzare verso nord incontrando solo qualche
resistenza in R.ne Pescolasio, ben presto stroncata però con perdite per
l’avversario: 1 morto, 2 feriti e 2 prigionieri. L’avanzata risulta però
assai faticoso a causa del terreno rotto, fittamente boscoso e per
lunghi tratti anche minato. Una pattuglia si spinge fino al cimitero di
Alfadena. A sera le truppe hanno raggiunto la seguente linea:
quota 1390 di R.ne Le Forme – quota 1545 di Monte La Rocca – quota 1241
e quota 1143 di R.ne Pescolasio.
Ad ovest, il battaglione alpini “Piemonte” inizia, sin dalle prime luci
del giorno, l’avanzata su Opi. Anche l’avanzata degli alpini è ardua e
faticosa a causa del terreno boscoso, insidioso e pieno di asperità.
Verso le 9,30, la compagnia di testa, che agisce con funzione di
distaccamento esplorante, si deve impegnare in combattimento a
Madonna del Canneto contro elementi di retroguardia tedeschi,
sostenuti dalla propria artiglieria i quali, sotto la minaccia di
aggiramento, si erano addentrati nel fitto bosco e di lì hanno dato
inizio a un nutrito fuoco di fucileria e armi automatiche. A causa del
terreno fittamente boscoso, anche la reazione di fuoco degli alpini,
anche se violenta, riesce poco efficace. L’artiglieria tedesca batte
molto intensamente e con precisione la zona del combattimento
dimostrando che i germanici attribuiscono grande importanza alla
rotabile Villetta Barrea – Opi e che intendono difenderla ad ogni costo.
Questa azione dell’artiglieria si protrae per circa due ore e produce il
momentaneo arresto del battaglione. Dopo avere analizzate le varie
possibilità di ripresa dell’attacco anche con l’appoggio di altre unità
da far affluire nella zona, di fronte anche al tiro dell’artiglieria e
dei mortai tedeschi che è ripreso intenso e implacabile, il comandante
del battaglione ritiene prudente continuare a sostare e ordina che il
movimento sia ripreso solo domani mattina, 30 maggio, alle ore 6.
SETTORE TIRRENICO – CENTRALE |
Al summit indetto da
Alexander, presenti Leese, Juin e Clark, la discussione assume subito
toni polemici. Clark prende subito le difese delle richieste del
generale francese e non solo perché fa parte della sua armata. La tesi
di Clark appare logica: poiché le truppe coloniali sono molto più avanti
dell’VIII Armata, a loro spetta la priorità sulla Casilina. Leese e
Alexander si dichiarano contrari: tale scelta penalizzerebbe le truppe
anglo – canadesi, escludendole dai futuri sviluppi della delle
operazioni. In concreto, privandole della possibilità di giungere a Roma
per lo meno in contemporanea con gli americani. Il risultato del
dibattito è indicativo dei rapporti intercorrenti fra gli alleati: il
contingente che giungerà per primo a Valmontone avrà la precedenza nella
marcia sulla capitale. A Juin, alquanto seccato, viene imposto
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di proseguire nell’avanzata
lungo le montagne ciociare in direzione di Carpineto – Sgurgola. Nemmeno
in questa occasione Alexander riesce a chiarire il “mistero”
delle operazioni in corso delle forze uscite dalla testa da sbarco di
Anzio.
La 1^ divisione corazzata USA (VI Corpo) attacca sulla strada per
Albano, conquista verso mezzogiorno la stazione di Campoleone (LT)
ma fallisce gli attacchi contro Lanuvio perché rallentata dalla decisa
opposizione del 1° Corpo d’armata paracadutisti tedesco. Anche contro la
34^ divisione americana, nel settore di Lanuvio, continua strenua la
resistenza tedesca. L’8^ Armata, con il 1° Corpo canadese, inizia
l’avanzata da Ceprano verso Frosinone. Il XIII Corpo entra in Arce
(FR), evacuata dalle truppe tedesche di Von Senger che hanno
resistito nella strozzatura fra Arca e Ceprano, consentendo il deflusso
di molte unità attraverso la strada Frosinone – Alatri – Fiuggi e
sfuggendo così la trappola dell’accerchiamento. Intanto la 3^ divisione
è ancora bloccata nella zona di Artena, a soli quattro chilometri dalla
Casilina e da Valmontone. Anche questa vitale via di comunicazione resta
quindi sotto il controllo tedesco.
A sera, Churchill fa pervenire ad Alexander un messaggio che insieme ne
riflette il pensiero e i timori: “…la gloria di questa battaglia, già
grande, verrà misurata non dalla conquista di Roma…ma dal numero delle
divisioni tedesche che verranno accerchiate”. Ma Alexander ha ormai
perso il controllo della situazione.
Tornato al suo comando tattico di Nettuno, Clark, incita Truscott a dare
il via entro 24 ore all’offensiva sui colli Albani, per schiantare la
resistenza tedesca ed aprirsi così la via di Roma.
Conquistate anche Arnara, Atina, Giuliano di Roma, Pofi e Settefrati
tutte in provincia di Frosinone.
Martedì 30 Maggio 1944
DAL DIARIO DI PUNTONI
“Le operazioni proseguono ma con lentezza esasperante. Il nostro Corpo
di liberazione è entrato in azione e ha raggiunto l’obiettivo che gli
era stato assegnato. Ciononostante lo hanno ritirato dal fronte e
inviato presso il 5° Corpo inglese, nel settore adriatico. Neppure il
nostro Comando supremo è riuscito a saperne la ragione”.
DAL DIARIO DI MACMILLAN
Caserta/Napoli – “(…) Subito dopo la riunione, sono andato in
auto alla sede della commissione alleata di controllo, dove abbiamo
tenuto seduta plenaria. La seduta ha avuto luogo in una stanza dove
faceva caldo e c’era troppa gente. E’ stato difficile ascoltare e
capire, tuttavia, si è trattato di una seduta quanto mai interessante e,
in linea generale, devo dire di essere rimasto molto impressionato dai
progressi fatti dall’organismo costituito della commissione e dall’AMGOT
da quando, ai primi di febbraio, lo abbiamo messo in piedi. Il generale
MacFarlane, anche se come politico è un imprudente, è poi un bravissimo
organizzatore e ha fatto un lavoro mirabile proprio nel costituire
l’organismo suddetto e nel farlo funzionare”.
L’ESERCITO ITALIANO DEL SUD: ATTIVITA’ DEL CIL
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Alle 6 riprende l’attacco degli alpini del battaglione “Piemonte”; ma
urta ben presto in una violenta reazione di fuoco dell’artiglieria e
delle armi automatiche tedesche. Sempre a causa del terreno boscoso che
impedisce ogni osservazione, il tiro dei nostri pezzi e dei nostri
mortai risulta ancora una volta cieco e di conseguenza inefficiente.
Tuttavia gli alpini tentano di procedere avanti, sia pure assai
lentamente dato che vengono battuti sempre dal fuoco incrociato dei
tedeschi che mostrano di essere ben decisi a difendere le posizioni di
Monte Irto e Monte Petroso sbarranti la testata della Valle di Fondillo
sulla via di Opi. Di fronte a questa situazione, il comandante del
battaglione “Piemonte” giudica “impossibile proseguire a cavallo di
questa
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strettissima ed impervia valle” e in conseguenza dispone che i reparti
ripieghino a scaglioni su posizioni più idonee, dove gli uomini potranno
riposare, dopo essere stati vettovagliati, in attesa di poter riprendere
l’azione, domani 31. Nel pomeriggio giungono alcuni reparti del 4°
reggimento bersaglieri inviati in rinforzo. Senonchè alle 22 circa
perviene dal vice comandante del CIL l’ordine che tutte le truppe devono
rientrare alla base dovendo l’unità trasferirsi in altro settore.
Durante l’azione le nostre perdite complessive sono state di 11 feriti;
quelle del nemico: 2 prigionieri, oltre a munizioni e armi varie, tra
cui 2 mitragliatrici, e senza contare le perdite che non si sono potute
accertare.
Apprezzando l’opera svolta dai nostri reparti, il generale Leese
indirizza oggi una lettera di congratulazioni al generale Utili “per
gli ammirevoli progressi realizzati nei recenti combattimenti”,
soggiungendo che la “eliminazione del nemico dalle importanti zone
montuose del Cavallo e del Mare è stato di grande appoggio alla nostra
avanzata, in quanto era essenziale che i tedeschi fossero scacciati da
tali regioni affinché non potessimo proseguire nella marcia su Atina”.
SETTORE TIRRENICO – CENTRALE
Nel settore della V Armata, nonostante i ripetuti attacchi e la
superiorità degli alleati, i tedeschi tengono le posizioni tra Albano e
Velletri. Oggi 23 carri armati e semoventi alleati sono andati distrutti
senza alcun profitto. I quattro giorni dell’offensiva di Clark nella
zona hanno portato ben pochi progressi, in cambio di costi altissimi. Le
forze del settore di Anzio |
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hanno subito più perdite in questa settimana di combattimenti che
durante il principale contrattacco tedesco alla testa di sbarco del 16 –
20 febbraio: 5116 fra morti, feriti e dispersi. In realtà, vista la
deviazione delle truppe di Clark dalla direttrice per Valmontone, tutti
i rinforzi tedeschi giunti al fronte in questi ultimi giorni, sono stati
assegnati alla XIV armata che ha avuto il compito di impedire un
movimento di accerchiamento da parte nemica. Così l’Alto Comando tedesco
ha disposto una resistenza totale sui Volli Albani affinché la X Armata
sia messa in condizione di ritirarsi. Dopodiché entrambe le armate
indietreggeranno fino alla linea di Viterbo.
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Per un bizzarro colpo di
fortuna, la 36^ divisione, la ricostituita “Texana” del generale Frank
Harmon, che era arrivata per ultima nella testa di sbarco, scopre il
buco per salire in cima al Monte Artemisio, un varco, per prendere alle
spalle i tedeschi asserragliati a Velletri: una strada secondaria non
sorvegliata lungo la quale nella notte sul 31 Harmon riesce a infiltrare
la sua divisione fino alla vetta del monte, aprendo una breccia nelle
difese tedesche e danneggiando la loro intera linea, determinando così
la pratica cessazione della resistenza sui colli Albani. Questo sta
dando ha Clark una seconda possibilità di accerchiare e distruggere
prima la X Armata e poi la XIV. Ma di nuovo egli rifiuta di entrare in
azione, scegliendo di puntare direttamente sul prestigioso bersaglio di
Roma, permettendo così a Kesselring di liberare definitivamente le sue
due armate da una trappola fatale. Invano il II Corpo USA prende in
consegna dalla 3^ divisione l’attacco su Valmontone, si tratta ormai di
un inseguimento. Più a nord, il 1° Corpo canadese continua l’avanzata
verso Frosinone. La VIII Armata, che combatte praticamente contro le
retroguardie della X Armata, raggiunge Arpino (FR) durante la
battaglia per Velletri, conquistando anche: Ardea, Boville Ernica,
Carpineto Romano, Casalattico, Casalvieri, Ceccano, Gallinaro,
Montattico, Monte San Giovanni Campano, Ripi, Santopadre, Settefrati,
Settignano, Supino, Torrice tutte in provincia di Frosinone. |
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